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  La realtà virtuale di Dumenko e la vita reale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

di Nazar Golovko

Unione dei giornalisti ortodossi, 18 ottobre 2021

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Sergej Dumenko parla principalmente del Cremlino, di Putin, di Mosca e del Majdan. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Sergej Dumenko, ha rilasciato un'intervista in cui ha parlato di tutto: della guerra, della Chiesa ortodossa russa, del Cremlino e della politica. Nessuna parola su Cristo. Come mai?

Pochi giorni fa, il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Sergej (Epifanij) Dumenko, ha rilasciato un'intervista al giornalista Saken Ajmurzaev. E se Sergej non avesse spacciato le sue fantasie per realtà, potremmo non prestare attenzione alle sue parole. Ma quando Dumenko cerca di avventurarsi fuori dal mondo virtuale in cui vive e proiettarlo nella realtà in cui vivono tutti gli altri, dobbiamo rispondere.

Quindi, il colloquio di Epifanij con Ajmurzaev mostra, da un lato, che il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" vive in un mondo fantastico di illusioni in cui il desiderio è presentato come realtà, e che, dall'altro, la vita reale della struttura da lui guidata ha niente a che vedere con le illusioni del leader.

Sulla guerra, su Putin e sul patriarca Kirill

All'inizio del programma, il presentatore Saken Ajmurzaev ha detto che voleva concludere la sua serie religiosa "in un modo interessante" e ha detto che il suo ospite sarebbe stato Dumenko, con il quale avrebbero parlato "della guerra, di Putin, del patriarca Kirill e di come si stia sviluppando la Chiesa ortodossa dell'Ucraina."

Nel corso del programma, è diventato ovvio che Ajmurzaev trovava "non interessante" parlare di qualsiasi altra cosa con Dumenko, e lo stesso Epifanij non poteva parlare di nient'altro. Per più di un'ora, in ogni parola di Dumenko, il ritornello costante è stato Mosca, nonché Putin, anche se raramente citato, che si ergeva come un'ombra invisibile dietro il "primate" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Dumenko controlla ogni passo, così come ogni movimento della sua struttura religiosa, con il metro di misura del Cremlino e di Mosca. Giudicate voi stessi.

Secondo lui, "il primo Cremlino fu Santa Sofia di Kiev", ed è per questo che "Mosca è infuriata". Durante l'intervista, Epifanij fa costantemente appello a Mosca. Si scopre che per lui il criterio per valutare questo o quell'evento non è né il significato di questo evento per la Chiesa né l'effetto missionario, ma... la reazione di Mosca.

Quindi, mostrando la sua foto assieme al patriarca Bartolomeo e al patriarca Theodoros, Epifanij nota con orgoglio che questa foto "ha emozionato molto i nostri fratelli di Mosca". Forse è per questo che l'ha sistemata nella sala delle sessioni sinodali della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in modo da potere, come si suol dire, gioire sempre della "emozione" dei fratelli di Mosca.

Epifanij considera il suo viaggio sull'isola di Imbros come un successo, perché "Mosca ha reagito violentemente a Imbros". Inoltre, anche la visita del patriarca Bartolomeo in Ucraina è "molto riuscita" perché ha provocato una "reazione da parte di Mosca".

In generale, sembra che Mosca abbia sempre preso parte alla vita di Epifanij, anche nei suoi anni da studente. Per esempio, quando voleva continuare i suoi "studi" in Grecia, l'ambasciata di questo paese gli ha rifiutato il visto tre volte a causa di Mosca, ovviamente.

Infatti, da quanto ha detto Dumenko, si ha l'impressione che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" esista e viva solo a spese della reazione di Mosca e della Chiesa ortodossa russa. Se prendiamo un esempio dal campo della medicina, allora la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è un organismo parassitario che vive a spese di un altro organismo e muore a sua volta con la distruzione del suo habitat. In effetti, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" manca semplicemente di un significato interiore per la sua esistenza. È stata creata come un'arma per resistere a Mosca e alla Chiesa russa, ed è proprio questa funzione che svolge. Non si tratta di una struttura religiosa che unisce una persona a Dio, ma di un'organizzazione politica, la cui punta di diamante è finalizzata alla lotta contro la Chiesa. Inoltre, se l'oggetto della lotta (Mosca o la Chiesa ortodossa russa) scomparisse, scomparirebbe anche la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", perché questa struttura non collega la sua esistenza a nessuno e a nient'altro oltre alla politica.

Cristo o Barabba?

Alla domanda di un giornalista se la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" costruirà una cattedrale a Kiev, Dumenko risponde che "ne abbiamo abbastanza del monastero di san Michele dalle cupole dorate", che potrebbe essere "non grande" (secondo Saken Ajmurzaev), ma, a quanto pare, può ospitare tutti coloro che vogliono "pregare" con il "primate" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

E, in effetti, anche lo spazio relativamente piccolo della cattedrale di san Michele non è riempito del tutto dai rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e molto spesso la cattedrale rimane mezza vuota. Questo può essere facilmente verificato, semplicemente guardando le fotografie dei "servizi" di Dumenko. E la risposta alla domanda sul perché la chiesa sia vuota la dà Epifanij stesso.

Interrogato sul significato della cattedrale di san Michele, Dumenko ha detto che "tutti hanno capito quale ruolo abbia avuto il monastero durante il Majdan e la Rivoluzione della Dignità". Poi ha detto che i presidenti, le delegazioni di tutti i paesi visitano il muro commemorativo di san Michele con i ritratti dei soldati ucraini uccisi nell'operazione anti-terrorismo. Questa, secondo Epifanij, è una parte obbligatoria dell'ordine del giorno delle visite. Cioè, il significato della rinascita della cattedrale di san Michele è nel suo ruolo nella rivoluzione, nel Majdan e nella guerra.

Ma anche leggendo superficialmente il Vangelo, diventa chiaro che la funzione della Chiesa non è quella di partecipare a rivoluzioni, sommosse o guerre. Né Cristo né i suoi discepoli da nessuna parte hanno detto una sola parola che fosse necessario opporsi al potere romano allora occupante. Inoltre, quando Ponzio Pilato tentò di liberare Cristo, il popolo, spinto dagli scribi e dai farisei, scelse invece Barabba, non solo un "brigante", ma un ribelle che sosteneva la liberazione degli ebrei dal giogo romano. Così oggi Dumenko e i suoi compagni, invece di Cristo, scelgono il simbolico Barabba, invece di una predica sull'amore, parlano di rivoluzione e di guerra.

In altre parole, Epifanij (inconsciamente?) non tenta nemmeno di negare il fatto che la sua struttura religiosa sia un progetto puramente politico che ha solo un rapporto indiretto con Cristo e con il Vangelo. Tanto più strane sono le sue parole, che fanno riferimento alla Chiesa ortodossa russa in generale e alla Chiesa ortodossa ucraina in particolare: "Loro (la Chiesa russa, ndc) agiscono come politici. La chiesa è divenuta un dipartimento dello stato. La Chiesa non dovrebbe essere uno strumento d'influenza e la Chiesa ortodossa ucraina non dovrebbe essere uno strumento di influenza della Federazione Russa sull'Ucraina". Ma proprio pochi minuti prima Dumenko aveva sostenuto che "più il presidente starà in carica, più capirà che è necessario sostenere la Chiesa ortodossa dell'Ucraina perché proprio questa struttura è una delle forze trainanti del ripristino dell'identità ucraina". Né spiritualità né morale, né valori evangelici, ma "identità". Questo non può indicare la natura politica della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? La domanda, come si dice, è retorica.

A proposito di sequestri e "sequestri"

Abbiamo tutti visto i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" attaccare le chiese ortodosse. Abbiamo visto le percosse, gli abusi, l'odio e la rabbia che emanano questi "guerrieri della luce". Abbiamo anche ripetutamente registrato lo sconcerto di varie persone sul motivo per cui né Epifanij Dumenko né il patriarca Bartolomeo reagiscono in alcun modo alle azioni illegali dei loro "fedeli". Dopotutto, un cristiano, figuriamoci un vescovo, non può rimanere in silenzio quando altri cristiani vengono picchiati. Si scopre che è possibile. E neanche senza alcun rimorso. E tutto perché vive in un mondo distorto, irreale, in cui il nero è bianco e il bianco è nero.

Per esempio, Dumenko mente quando dice che i rappresentanti della sua struttura non sequestrano i luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina, e afferma che tutto è esattamente il contrario: "Non ci sono sequestri. Sono loro (i credenti della Chiesa ortodossa ucraina, ndc) che prendono il sopravvento, sono loro i predoni. Noi non sequestriamo", dice una persona i cui sostenitori hanno già portato via più di 140 luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina.

Epifanij, inoltre, non prova alcun disagio interiore quando afferma con un sorriso che i cosiddetti "trasferimenti" dalla Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono stati effettuati "con calma, serenamente e con amore". Sarebbe scomodo se Dumenko avesse una coscienza. O se avesse la possibilità di pensare a quello che sta realmente dicendo. Infatti, se ci fossero dei "sequestri" di chiese della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, avremmo un gran numero di procedimenti penali o processi avviati dalla parte lesa, cioè dai sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Avremmo casi in cui dei cristiani hanno picchiato donne anziane della struttura di Dumenko o hanno lanciato pietre alle finestre dei suoi "chierici", minacciando di "squartarli come maiali", e limitando l'accesso alle chiese, ecc.

Allo stesso tempo, Dumenko, senza il minimo dubbio, come "prova" della sua innocenza, cita "riunioni di comunità" in cui si decide il destino delle chiese ortodosse. Diciamo, si rauna della gente che decide che la chiesa del villaggio dovrebbe appartenere alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Tuttavia, Epifanij ha taciuto su chi fossero queste persone, dove si radunassero esattamente e quale relazione avessero con la chiesa. Il motivo è comprensibile: molto spesso queste persone non hanno nulla a che fare né con la chiesa né con la comunità ecclesiale.

In altre parole, gli abitanti del villaggio si riuniscono nel club (in particolare, accade quasi sempre questo nei villaggi) e decidono a quale giurisdizione dovrebbe appartenere la chiesa che essi non frequentano. Inoltre, ci sono spesso casi in cui ai veri credenti non è stato nemmeno permesso di partecipare a tali incontri. Quindi, si scopre che persone non credenti portano via la chiesa ai cristiani e se questi ultimo cercano di proteggerla (senza usare la forza fisica), vengono dichiarati... predoni sulla base di un documento adottato dai veri predoni. E questa non è più nemmeno una menzogna, ma un'esplicita presa in giro e una bestemmia della verità.

Maggiori informazioni sui numeri e sulla realtà distorta di Epifanij

Nelle sue fantasie, Dumenko va anche oltre dicendo che "Mosca voleva che la Chiesa cipriota riconoscesse la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" 'sulla carta' ma a condizione che non ci fosse una concelebrazione. Volevano persino registrarla". Basta pensarci! Si scoprirebbe che Mosca non aveva nulla contro il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte della Chiesa cipriota purché una condizione fosse soddisfatta: nessuna celebrazione congiunta. Riuscite a immaginare qualcosa del genere? Certo che no. Allora, di cosa stiamo parlando?

E il fatto è che Dumenko ha semplicemente attribuito a Mosca quel documento di compromesso che alcuni vescovi della Chiesa cipriota hanno proposto di accettare dopo che l'arcivescovo Chrysostomos aveva riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Il testo afferma che "in vista di quanto sopra, il Santo Sinodo, tutelando l'unità della nostra Chiesa ortodossa, ha deciso di non opporsi alla decisione di sua Beatitudine il nostro arcivescovo di commemorare Epifanij come 'metropolita' di Kiev, ma di vietare la concelebrazione e l'ingresso nella piena comunione eucaristica con lui". E qui Mosca dov'è? La domanda è retorica.

Ancora più ridicoli sono i tentativi dei Epifanij di accusare la Chiesa russa dello scisma nell'Ortodossia mondiale sorto a causa della legittimazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Secondo lui, è Mosca che ha avviato lo scisma perché ha interrotto la comunione eucaristica con il Fanar. Bartolomeo non è in alcun modo responsabile dello scisma, ma al contrario ha cercato di "aiutare" Mosca poiché le ha dato 30 anni per risolvere la "questione ucraina". Quando Mosca non ha gestito questo problema, "Bartolomeo ha trovato documenti in cui è scritto che la metropolia di Kiev era stata trasferita a Mosca solo per uso temporaneo".

Sembra estremamente interessante qui che lo stesso patriarca Bartolomeo non fosse a conoscenza di cosa i suoi predecessori avessero dato, e a chi, fino a quando non ha trovato i "documenti". Sembra tutto, nel migliore dei casi, una farsa, nel peggiore dei casi, una presa in giro di uno spettatore credulone.

Perché Dumenko ringrazia il Dipartimento di stato degli Stati Uniti piuttosto che Dio per il Tomos?

"Ci opponiamo ai ricatti, preghiamo Dio e speriamo nel sostegno di Dio", afferma Sergej Dumenko. Ma poi sorge la domanda: se la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata creata grazie a Dio, perché Dumenko esprime gratitudine per il sostegno della sua struttura all'ex capo del Dipartimento di stato americano Mike Pompeo, al rappresentante speciale per i negoziati in Ucraina Kurt Volker, alla delegazione americana e agli ambasciatori stranieri in Ucraina? Perché discutere con il segretario di stato americano Antony Blinken su come aiutare i "trasferimenti" delle comunità dalla Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? O dopotutto, come capire le parole di Makarij Maletich, che sostiene che il Fanar abbia concesso il Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" perché fiducioso nel sostegno degli Stati Uniti? Dov'è "l'aiuto di Dio" in tutto questo? Non ce n'è. C'è invece pressione sulle altre Chiese da parte degli Stati Uniti, c'è un sostegno ai poteri forti e ci sono metodi di persuasione da banditi. Parafrasando un detto ben noto, possiamo dire che Dumenko deve essere sicuro che "con l'aiuto della preghiera e del Dipartimento di stato americano, si può fare di più che con l'aiuto della sola preghiera".

Dumenko ci è abituato. Pertanto, va anche oltre dicendo che più della metà dei monaci della Lavra delle Grotte di Kiev è d'accordo a trasferirsi nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e che questa transizione è solo "una questione di tempo". Secondo lui, oltre il 50% della popolazione ucraina sostiene la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", anche nell'est del Paese, "dove le parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina sono il doppio delle parrocchie della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e dove dice che il il sostegno della popolazione alla struttura di Dumenko (!) è grande il doppio.

Allo stesso tempo, Epifanij non si accorge nemmeno di contraddirsi. Per esempio, dice che i 40 studenti che la sua accademia teologica a Kiev ha ammesso quest'anno sono "abbastanza". Anche troppi, aggiungiamo noi. Perché un numero enorme di chiese della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono vuote (anche quelle "alla moda", come quella dove serve l'ex metropolita Drabinko della Chiesa ortodossa ucraina), e una parte significativa delle parrocchie esiste solo nel mondo immaginario di Dumenko.

Epifanij non è estraneo alla menzogna. Infatti, anche il suo maestro, il "patriarca" Filaret, sostiene che Epifanij è una persona disonesta e priva di coscienza. Ma a ogni nuova esibizione, a ogni nuova intervista, capiamo che la bugia che dice Dumenko non è solo una bugia, ma più autenticamente un'astuzia satanica. Questo è esattamente il male da cui chiediamo a Dio di liberarci nella preghiera del Signore.

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