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  Attacchi dell'alleanza tra Dipartimento di Stato e Fanar: in Georgia e a Gerusalemme resisteranno?

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 22 novembre 2020

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cosa può aspettarsi il mondo ortodosso dagli Stati Uniti e dal Fanar? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

A novembre, il capo del Dipartimento di Stato ha visitato il Fanar, la Georgia e Israele. Pompeo considera il Fanar un "partner chiave" degli USA. Cosa significano queste visite per l'Ortodossia nel mondo?

Nei giorni scorsi il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha tenuto diversi incontri con capi di stato in Medio Oriente e nell'Europa dell'Est, nonché con i patriarchi Bartolomeo di Costantinopoli e Ilia II di Georgia. Questi incontri sono particolarmente degni di nota perché in realtà si sono tenuti alla vigilia del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Cipro, che probabilmente prenderà in considerazione la questione della commemorazione non autorizzata di Dumenko da parte dell'arcivescovo Chrysostomos. Pertanto, non è difficile presumere che le visite di Pompeo al Fanar e in Georgia siano direttamente correlate al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Questa è una conclusione a cui conducono diversi dettagli.

"Patriarcato degli Stati Uniti"?

Il programma della visita di Mike Pompeo in Turchia non ha visto incontri con le autorità turche. Pompeo doveva incontrare Erdoğan, ma quest'ultimo ha improvvisamente cambiato programma e il capo del Dipartimento di Stato ha avuto solo un incontro con il patriarca Bartolomeo. I diplomatici americani cercano di convincere l'opinione pubblica che in ciò non ci sia alcuna implicazione politica, ma resta il fatto che le autorità turche hanno ignorato Pompeo in modo eclatante.

Lo stesso segretario di Stato ha detto che si sarebbe incontrato con il patriarca Bartolomeo al solo scopo di discutere questioni di libertà religiosa nel mondo. Successivamente, dopo l'incontro, il Dipartimento di Stato ha riferito che sono state discusse con il patriarca Bartolomeo questioni relative al Patriarcato ecumenico, alla diaspora greca, ai credenti ortodossi turchi, all'Ortodossia nel mondo e al corso del dialogo intercristiano. Il Fanar ha sottolineato che durante l'incontro si sono "scambiati pareri sul rispetto dei diritti fondamentali e della libertà religiosa nel mondo, al rafforzamento della quale si sa che gli Stati Uniti sono interessati".

Tuttavia, Ankara e la Turchia nel loro insieme hanno visto non solo una "componente religiosa", ma anche qualcos'altro dietro queste dichiarazioni generali. Così, il ministero degli Esteri turco ha esortato gli Stati Uniti a "guardarsi allo specchio" prima di discutere i problemi della Turchia in termini di religione. Questo consiglio ha chiaramente dimostrato che le autorità turche vedono nella visita di Pompeo non un desiderio di promuovere "libertà religiose", ma un desiderio di usare la religione per i propri scopi.

La Turchia è sicura che l'interazione del Dipartimento di Stato e del Fanar debba essere considerata non in termini religiosi ma principalmente in termini politici.

In particolare, il quotidiano turco "Αydinlik", quasi nel giorno dell'incontro dei due "partner chiave", ha pubblicato un articolo in cui ha fornito esempi specifici (a suo parere) dei legami del Fanar con "FETÖ" (Fethullahçı Terör Örgütü). Secondo le autorità turche, sono stati questa organizzazione e il suo capo Fethullah Gülen a organizzare il colpo di stato contro Erdoğan nel 2016.

Così, il numero di "Αydinlik" ha pubblicato i dati della corrispondenza tra un sacerdote dell'arcidiocesi fanariota negli USA e il responsabile del programma "Rumi Forum" Rashid Telbisoglu. Stando a quanto dicono i giornalisti, "Rumi Forum" è una delle strutture più importanti del "FETÖ" negli Stati Uniti, con sede a Washington.

In un altro articolo, la stessa risorsa ha essenzialmente accusato il patriarca Bartolomeo di essere una "spia" degli Stati Uniti. L'articolo, dal titolo "Sembra il Patriarcato degli Stati Uniti", sostiene che "il Fanar oggi è molto più dalla parte degli Stati Uniti che della Turchia e continua ad agire contro la Turchia su questioni non solo religiose ma anche geopolitiche".

In altre parole, il patriarca Bartolomeo ha ricordato ancora una volta la sua amicizia con Fethullah Gülen e ha accennato in modo trasparente che le sue attività estremamente pro-americane potrebbero finire male. In questo contesto, diventano chiare le azioni delle autorità turche per trasformare la basilica di Santa Sofia e il monastero di Chora in moschee: al Fanar è stato fatto capire che gli Stati Uniti non sarebbero stati in grado di proteggerli.

D'altra parte, l'incontro tra Pompeo e il patriarca Bartolomeo va visto come un chiaro segnale degli Stati Uniti alle autorità turche di lasciare in pace il Fanar. Quali metodi gli Stati Uniti useranno per difendere gli interessi del loro "partner chiave" è un'altra questione. Perché è abbastanza ovvio che il "protettorato" del Dipartimento di Stato, in ogni caso, costerà caro ai fanarioti. E qui in primo luogo non solo il sostegno verbale del Fanar alle iniziative statunitensi, come la promozione attiva dei temi della "libertà religiosa", ma anche azioni concrete per dividere ulteriormente l'Ortodossia. Nella situazione attuale, ciò significa una promozione attiva del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte delle altre Chiese locali.

Georgia: ricatto con l'Abkhazia?

Questa ipotesi è confermata dal successivo programma di viaggio di Pompeo. Il giorno successivo, dopo i negoziati con il patriarca Bartolomeo, il capo del Dipartimento di Stato è partito per Tbilisi, dove ha incontrato il patriarca Ilia II di Georgia. Secondo l'ambasciata americana, Pompeo e sua Santità hanno discusso "dell'importante ruolo della Georgia nella promozione e nella protezione della libertà religiosa nel mondo".

Tuttavia, poniamoci una domanda: la Georgia svolge davvero un ruolo così importante nell'arena politica mondiale per aiutare davvero a promuovere e difendere una questione così importante come la libertà religiosa? La risposta è ovvia.

Dato lo stato di salute del patriarca Ilia, non c'è dubbio che la discussione di questioni di "libertà religiosa" con Pompeo non sia stata di grande interesse per il primate. Pertanto, l'incontro avrebbe potuto essere puramente nominale, se non fosse stato per il sostegno aperto degli Stati Uniti agli interessi del Fanar: tra questi, l'ulteriore legalizzazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dovrebbe essere definita il massimo interesse.

Ovviamente, lo scopo dell'incontro tra Pompeo e il patriarca Ilia era proprio quello di convincere il primate della Chiesa di Georgia a riconoscere questa struttura religiosa di recente costituzione.

Una conferma indiretta del fatto che il Fanar è riuscito ad attirare i georgiani dalla sua parte può essere trovata anche nelle parole del capo della Chiesa di Cipro, l'arcivescovo Chrysostomos, che ha presentato come argomento riguardo la sua posizione sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" il fatto che la Chiesa ortodossa russa avrebbe sottratto i suoi territori canonici alla Georgia. Vale la pena notare che l'arcivescovo Chrysostomos ne ha parlato dopo la sua visita al Fanar. Ciò significa che il Patriarcato di Costantinopoli sta seriamente considerando la Chiesa georgiana come sua possibile "partner".

E non c'è dubbio che per una maggiore "negoziabilità" i fanarioti possono utilizzare "l'argomento" sotto forma di "riconoscimento" da parte del Fanar di un gruppo scismatico marginale in Abkhazia. Otto anni fa questi abkhazi hanno scritto una petizione per il loro "riconoscimento", e nel 2019 il metropolita Emmanuel ha già tentato di negoziare con la leadership della Chiesa georgiana sul riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", minacciando questo "riconoscimento".

Non sappiamo quanto siano riusciti questa volta i negoziati. Ma, conoscendo lo stato d'animo del patriarca Ilia, si può presumere che finché sarà in vita, la Chiesa georgiana non riconoscerà gli scismatici ucraini.

Gerusalemme e gli amici americani

Pompeo il 19 novembre ha tenuto un altro incontro con le autorità israeliane. Il Dipartimento di Stato capisce che difficilmente è possibile esercitare pressioni dirette sul patriarca Theophilos III di Gerusalemme. Non ci sono, per così dire, "argomenti" come quelli "abkhazi", "montenegrini" o "macedoni". L'unico modo per costringere la Chiesa di Gerusalemme ad accettare i termini dell'alleanza USA-Fanar è rendere il più difficile possibile la già difficile vita del Patriarcato. Ci sono mezzi per questo – basti ricordare il problema già consolidato delle proprietà immobiliari nella Città Vecchia.

Così, i rappresentanti del gruppo radicale "Ateret Cohanim" insistono sulla loro proprietà degli immobili ortodossi situati vicino al Santo Sepolcro, sotto la giurisdizione del Patriarcato di Gerusalemme.

"Ateret Cohanim" è un'organizzazione di destra radicale il cui obiettivo è "realizzare il sogno di lunga data di generazioni di restaurare e assicurare una Gerusalemme unita". Oggi questo gruppo possiede 59 proprietà nella Città Vecchia di Gerusalemme e ne rivendica diverse altre dozzine. Probabilmente non sarete sorpresi di apprendere che un'organizzazione chiamata "American Friends of Ateret Cohanim" con sede a New York sta offrendo molti aiuti per realizzare l'obiettivo principale di "Ateret Cohanim". Inoltre, l'attuale ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, David Friedman, è strettamente connesso con "Ateret Cohanim" e aiuta l'organizzazione non solo attraverso la politica ma anche attraverso grandi donazioni al suo sviluppo.

In altre parole, si oppone al Patriarcato di Gerusalemme un'organizzazione finanziata e sostenuta dal governo Usa, che a sua volta è interessato al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte della Chiesa ortodossa di Gerusalemme. Questo fatto ci consente di concludere che la visita di Pompeo in Israele, tra gli altri scopi, è associata a maggiori pressioni sul patriarca Teofilo.

In questo senso, le parole del capo della Chiesa di Gerusalemme, che ha affermato che "il Patriarcato è pronto a tutto per salvare e proteggere le sue proprietà vicino alla Porta di Giaffa e le proprietà ecclesiastiche in generale" sembrano molto allarmanti. Il patriarca Theophilos ha anche sottolineato che "la protezione della presenza cristiana a Gerusalemme si ottiene non con slogan, ma con azioni concrete".

Cosa ci aspetta?

Non è un dato di fatto che, dopo il cambio di leadership statunitense, Mike Pompeo rimarrà al suo posto. Tuttavia, non c'è dubbio che il prossimo capo del Dipartimento di Stato continuerà il suo lavoro, sia perché in America stanno cercando di mantenere la continuità del potere, sia perché i piani geopolitici e geostrategici in questo paese sono sviluppati con anni di anticipo. Ciò significa che il Dipartimento di Stato continuerà a promuovere la questione del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte delle Chiese ortodosse del mondo. A questo proposito, l'attivazione di Pompeo non sorprende.

In primo luogo, come abbiamo già detto, Pompeo può lasciare l'incarico, il che significa che al momento il capo del Dipartimento di Stato sta cercando, almeno, di consolidare i "successi" raggiunti per quanto riguarda lo scisma nell'Ortodossia in modo che il suo successore non debba ricominciare tutto da zero.

In secondo luogo, il Dipartimento di Stato comprende che è necessaria una risposta estremamente rapida al "problema di Cipro". Dopotutto, se il Sinodo di questa Chiesa avrà luogo il 23 novembre, è tutt'altro che un fatto che vi saranno prese decisioni necessarie all'alleanza tra USA e Fanar. Inoltre, se i padri sinodali di Cipro riescono a sostenere i canoni della Chiesa, allora il processo di "riconoscimento ibrido" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", per lo meno, rischierà di interrompersi per molti anni, se non per sempre.

In terzo luogo, agendo sotto le spoglie del concetto di "libertà religiosa", il Dipartimento di Stato sta promuovendo vari progetti a proprio vantaggio, e tra questi la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è l'ultimo. Ricordiamo che quasi subito dopo la comparsa di questa struttura, il Dipartimento di Stato degli USA ha annunciato che la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" "è stato un evento storico per l'Ucraina" e gli USA "continuano a sostenere con forza l'Ucraina e ritengono che la libertà di religione non debba essere ostacolata dall'esterno".

Quindi, è chiaro che l'obiettivo del Dipartimento di Stato in relazione alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è quello di garantire il "diritto" di alcuni ucraini a pregare in questa "Chiesa" (in generale, nessuno lo ha mai impedito), ma quello di indebolire la Chiesa russa a livello pan-ortodosso e di costringere questa e altre Chiese a essere più compiacenti sulle questioni la cui promozione interessa agli Stati Uniti.

Inoltre, il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha un vantaggio reciproco: il Fanar rafforza la sua posizione nel mondo ortodosso e di fatto soggioga le Chiese ortodosse locali, mentre il Dipartimento di Stato riceve un'arma potente per attuare i suoi piani riguardanti l'Europa orientale, i Balcani e la Russia.

In altre parole, l'ultimo viaggio di Pompeo in Medio Oriente mostra che gli Stati Uniti continuano a fare pressioni sulle Chiese locali affinché riconoscano la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". E più falliscono in questo compito, più radicali diventano le misure a cui devono ricorrere – dal ricatto dei "tomoi" alla pressione politica o all'intimidazione totale. Ma non importa quanto si tiri una corda, arriverà una fine. In altre parole, attualmente sempre più cristiani ortodossi capiscono che lo scisma ucraino è un progetto puramente politico che non ha nulla a che fare con la fede in Dio e con la Chiesa.

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