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  Come i vichinghi hanno trovato il cristianesimo

di Artem Perlik

Orthochristian.com, 24 giugno 2020

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Introduzione di Matfey Shaheen: nonostante il fatto che in questo articolo si usi la parola "vichingo", per la maggior parte, i popoli qui descritti come vichinghi sono spesso definiti più precisamente scandinavi o norreni. La parola vichingo era originariamente il verbo "viking", che terminava con il suffisso germanico "-ing", come altri verbi in inglese. I vichinghi non erano un gruppo etnico specifico, ma piuttosto gruppi di uomini norvegesi che viaggiavano per mare commerciando e facendo spesso incursioni, e non erano più violenti di altre culture pagane dell'epoca, che erano tutte piuttosto violente. L'uso della parola vichinghi qui è molto probabilmente dovuto al fatto che la lingua si evolve e le persone moderne riconoscono più facilmente il concetto dei vichinghi.

Gli antenati dei popoli della Rus' furono governati e fondati da un gruppo d'élite di varangiani (væringjar in norvegese, varjagi in russo), in particolare, da Rurik. Gli antenati immediati di san Vladimir di Kiev, e in effetti, lo stesso san Vladimir, possono persino essere chiamati "vichinghi russi". Fu questa famosa rotta commerciale dei vichinghi varangiani a Costantinopoli, che navigavano attraverso Kiev lungo il fiume Dnepr, a innescare il contatto con il cristianesimo che alla fine portò al Battesimo della Rus' nel 988. Ironicamente, si può dire che i vichinghi varangiani hanno contribuito a portare il cristianesimo in tutta la Russia.

* * *

Per comprendere la bellezza di una nazione, bisogna volgere il proprio cuore ai suoi santi e scrittori, alle loro vite, pensieri, parole, azioni.

Solo allora possiamo guardare quel popolo così come lo vede il cielo. Quindi esamineremo in profondità la sua unicità nella sostanza e gioiremo ancora una volta della saggezza del Signore, che benedice le differenze che fioriscono nell'universo!

E ora parleremo di come giunse all'Ortodossia il popolo più aggressivo del Medioevo: i leggendari vichinghi.

Sono stati fatti così tanti film su di loro ai nostri tempi, e così tanti libri di fantascienza sono stati scritti, ma poche persone sanno che i vichinghi ai loro tempi hanno ricevuto l'Ortodossia, e che questa nuova fede ha posto fine alle loro incursioni.

Se per gli irlandesi prima dell'adozione del cristianesimo l'accordo dell'anima alla volontà degli dei era più importante del benessere esterno, per i vichinghi (allora si chiamavano norreni) tutto era diverso. I Vichinghi provengono da tribù germaniche che in seguito sono diventate una grande parte costituente dell'Europa moderna.

I norreni vivevano sulle coste della Norvegia, in Svezia e Danimarca: erano tutti territori vichinghi [più propriamente norreni – scandinavi, ndt]. Erano adoratori di idoli, ma non avevano né templi pagani né sacerdoti come ceto separato nel loro popolo. A volte solo le donne erano indovine; avevano anche dei poeti, gli scaldi (skald), alle cui canzoni era attribuito un potere magico, e che servivano spesso i capi militari – gli jarl. [La parola jarl è correlata, e forse ne è la corretta pronuncia, alla parola inglese earl, o conte, ndt].

I vichinghi vivevano in fattorie singole [1] – a volte nelle scienze sociali sono chiamati "proprietari di fattorie egocentriche" – e si riunivano solo per affari comuni e incursioni.

I Vichinghi sono stati ben studiati, ma il motivo per cui hanno iniziato a fare incursioni è sconosciuto. Gli incentivi e le ragioni delle incursioni di questa popolazione un tempo relativamente pacifica di agricoltori e pescatori non sono chiari. È noto solo che per due generazioni prima del 793, la struttura interna della vita degli abitanti di Norvegia, Danimarca, Svezia, nonché gli stili di intagli di legno, pietra e ossa (l'intaglio è la forma principale dell'arte vichinga) cambiarono inaspettatamente. Prima era onnipresente lo "stile animale": sulle navi e sui forzieri c'erano immagini di animali. E improvvisamente appare un nuovo stile, più mostruoso, con draghi e serpenti marini. Il nuovo modo di pensare dei vichinghi è incapsulato nel nuovo stile: mostri non per decorazione, ma per instillare paura nei loro nemici.

Un'altra qualità fu fortemente espressa dai vichinghi dopo l'inizio delle campagne nel 793: il desiderio di gloria. Credevano che solo uno che fosse morto in battaglia finisse nel Valhalla, un aldilà positivo nel paganesimo vichingo. È interessante che le persone banchettassero e combattessero senza sosta. I morti nel Valhalla ritornavano in vita la mattina dopo e continuavano a banchettare e a combattere. Ma questa immagine dell'esistenza post mortem dei vichinghi riflette i loro due desideri principali: il piacere e la gloria acquisita in battaglia.

Ma il Valhalla non è eterno — un giorno gli dèi vichinghi [norreni, ndt] e tutto il popolo, tranne pochi, moriranno in battaglia con i giganti (jotunn) [un evento chiamato Ragnarök, ndt] Vale a dire, non esiste una vita eterna permanente nel paganesimo vichingo. Tutto ciò che rimane è la gloria, che non muore mai, e tutti volevano quella gloria per se stessi. Nei secoli delle incursioni (dall'ottavo all'undicesimo secolo), ogni vichingo [norreno, ndt], che fosse un contadino o un guerriero, desiderava essere il migliore e il più glorioso di tutti. Il desiderio di gloria era l'impulso all'azione – sia in battaglia, sia a casa, nell'amore e persino nel lavoro nella fattoria.

A volte, dopo aver catturato un pesce in un lago di montagna, un vichingo faceva un'iscrizione su una pietra vicino al lago: "Questo pesce pesava così tante libbre". Se egli stesso non sapeva scrivere, un intagliatore scriveva per lui. Ma, immortalando l'evento della cattura di una trota, aggiungeva alla fine: "Questa iscrizione è stata fatta dal tal dei tali". Il norreno aveva un desiderio di gloria anche prima delle campagne. Quindi, anche nella "Edda poetica" (i miti dei vichinghi) ci sono, per esempio, queste righe:

Hávamál 76

Il bestiame muore,

i parenti muoiono,

tu morirai allo stesso modo;

ma non muore mai la fama

dell'uomo che guadagna la sua gloria.

Hávamál 77

Il bestiame muore,

gli amici muoiono,

tu morirai allo stesso modo;

ma so di una cosa

che non muore mai

la fama di ogni uomo morto. [2]

Di tutti i popoli dell'Europa medievale a quel tempo, soprattutto i vichinghi non volevano sapere della nuova fede nel "Dio buono", o nel "Dio bianco", come i norvegesi chiamavano Cristo.

I missionari visitarono questi formidabili guerrieri più di una volta o due, ma ogni volta che il tentativo di conversione falliva. Anche la più famosa missione di sant'Ansgar di Amburgo (vescovo ortodosso missionario, vissuto dall'801 all'865) non produsse risultati tangibili.

Per diversi secoli, i vichinghi furono come una tempesta sul vecchio mondo.

La frammentazione feudale dell'Europa di quei tempi, l'assenza di un esercito permanente volto a proteggere un determinato paese, l'isolamento delle persone e dei signori feudali non permise di organizzare alcuna seria difesa costiera.

Le navi vichinghe erano create con tutto il genio dell'ingegneria dell'epoca, potevano risalire i fiumi più piccoli, avvicinarsi direttamente alla riva e, se necessario, i norreni le trascinavano con l'aiuto di tronchi.

E poiché i vichinghi non erano solo guerrieri, ma anche mercanti, sapevano esattamente dove e in quali città non vi era alcuna protezione significativa. Conoscevano molti monasteri in Europa e i tesori che vi erano custoditi. Dopotutto, nei famosi monasteri c'erano reliquie di santi, grazie alle quali per secoli ebbero luogo miracoli di aiuto e guarigione e in cambio persone riconoscenti portavano doni ai monasteri. Questi doni furono immagazzinati e nel corso dei secoli ne furono raccolti moltissimi.

E se per gli eserciti cristiani i monasteri erano considerati qualcosa di intoccabile, per i vichinghi erano solo una fonte non custodita di buone prede. Pertanto, il primo attacco vichingo registrato nella storia ebbe luogo contro il famoso monastero inglese di san Cuthbert, sull'isola di Lindisfarne. I vichinghi avevano indagato sul monastero, esplorando la sua ricchezza.

La data dell'attacco vichingo a Lindisfarne fu l'8 giugno del 793. Questo giorno è indicato negli Annali di Lindisfarne, compilati nel XII secolo. Da questa data inizia il periodo delle incursioni vichinghe.

Detto questo, la Cronaca anglosassone menziona l'attacco di alcuni predoni di mare, che giunsero dal nulla e saccheggiarono il Dorset nel 787, sulla costa di Portland, dove ebbe luogo il primo attacco vichingo registrato alle Isole Britanniche. Dopo questo evento seguirono 5 anni di calma, e poi iniziarono le incursioni regolari dei vichinghi, che arrivavano per nave a saccheggiare. Una nave lunga vichinga (drakkar) poteva fare simili viaggi, e forse potevano esserci diverse decine di navi che facevano tali viaggi in mare, e ovviamente erano le migliori navi del mondo in quel momento.

La lunghezza del più grande drakkar raggiungeva i 36 metri. Una testa di drago scolpita era attaccata al naso (da cui l'origine del nome di questo tipo di nave) e gli scudi erano posti ai lati. L'equipaggio di tali navi era composto da 60-100 guerrieri, che a quel tempo costituivano un grande e pericoloso distaccamento, soprattutto se diverse navi di questo tipo giungevano inaspettatamente sulla costa.

I norreni avevano un detto: "La nave è la casa dello scandinavo".

Tutti volevano prender parte a queste campagne, cercando ugualmente prede e gloria. Questo desiderio era così universale tra i vichinghi che nella loro lingua la parola "casalingo" significava "sciocco".

Per diversi secoli, i vichinghi furono una tempesta che attaccò coste e monasteri. Nelle chiese di quei giorni, i sacerdoti nelle litanie offrivano una petizione al Signore: "E liberaci dalla furia dei normanni!"

Qua e là, i vichinghi occuparono parti della costa, conquistando una parte significativa dell'Inghilterra, e alcune parti della Francia.

I vichinghi non prendevano sul serio il cristianesimo. Ciò è dovuto al fatto che tra le tribù germaniche era generalmente in primo piano il culto della forza (come avevano scritto gli storici e cronisti di Roma). Per i germani, la guerra era considerata uno stato di vita più naturale e adeguato della pace. Queste idee erano espresse in modo particolare tra i vichinghi. Essi dovevano essere stupiti da qualcosa: le parole non erano abbastanza. Era necessario qualcosa di straordinario per impressionare i vichinghi.

Si rifiutavano di credere ai predicatori stranieri e veneravano la forza, e sapendo dall'esperienza delle battaglie che i monaci erano guerrieri inutili, i vichinghi non volevano credere alla religione di coloro che non erano forti. Per convertirli era necessario un santo che potesse dimostrare loro il potere di Dio. E un tale uomo fu trovato. Più precisamente, naturalmente, asceti e santi ortodossi erano stati in precedenza tra loro, ma il fatidico incontro ebbe luogo sotto il re Olaf.

Olaf Tryggvason (963–1000), re di Norvegia dal 995 al 1000, e pronipote del re Harald il Chiaro, fu un pagano per la prima metà della sua vita, sebbene avesse già sentito parlare della nuova fede in Cristo. Una volta, viaggiando con i suoi uomini, scoprì che su una delle Isole Scilly (a sud-ovest dell'Inghilterra, a 45 chilometri dalla Cornovaglia), viveva un mirabile eremita (molto probabilmente un monaco irlandese), che poteva rivelare il futuro. Volendo interrogare il veggente, Olaf lo mise dapprima alla prova, mandandogli un guerriero vestito con le sue vesti.

Gli eventi che ne seguirono sembrarono così significativi da essere registrati nelle saghe e cantati nelle canzoni.

"E così, quando il messaggero apparve al sant'uomo e disse che era un re, ricevette la seguente risposta: tu non sei un re, ma ti consiglio di essere fedele al tuo re."

Nulla di più fu detto al messaggero, che tornò e raccontò a Olaf la risposta del profeta. Olaf ora voleva ancora di più incontrarlo quando sentì parlare della sua risposta, poiché ora non dubitava più che fosse davvero un profeta. Olaf andò da lui e conversò con lui. Olaf gli chiese cosa avrebbe predetto per lui, se avrebbe governato con potere e quale sarebbe stato il suo destino. Quindi l'eremita gli rispose con una sacra profezia:

"Sarai un re famoso e farai azioni gloriose. Convertirai molte persone alla fede cristiana e quindi aiuterai te stesso e molti altri. E perché tu non dubiti della mia previsione, ti darò questo segno: avrai tradimento e ribellione sulle navi. Ci sarà una battaglia e perderai parte del tuo popolo e rimarrai ferito. La tua ferita sarà considerata fatale e sarai trasportato su uno scudo alla tua nave. Ma dopo sette giorni sarai guarito da questa ferita e presto sarai battezzato". [3]

Quindi, il re per la prima volta nella sua vita si era incontrato con un anziano ortodosso, e quando tutto ciò che aveva predetto, il tradimento sulla nave, le ferite e la guarigione, si avverò, "Olaf vide che questo anziano gli aveva detto la verità e che era un vero veggente. Olaf andò quindi una seconda volta da quest'uomo e parlò a lungo con lui. Gli chiese come avesse ottenuto una tale saggezza da poter prevedere il futuro. L'eremita rispose che lo stesso Dio dei cristiani gli rivelava tutto e gli parlò anche delle tante meravigliose opere di Dio.

Grazie a queste esortazioni, Olaf accettò di essere battezzato, e lì Olaf e tutti i suoi compagni furono battezzati. Rimase lì a lungo a studiare la fede ortodossa e prese da lì sacerdoti e altre persone istruite". [4]

Tutto ciò che l'eremita aveva detto a Olaf si compì esattamente: divenne il primo re cristiano della Norvegia, iniziando la cristianizzazione di questo paese, che sarebbe continuata per opera del famoso sant'Olaf II di Norvegia.

I moderni credenti ortodossi in Scandinavia venerano sant'Olaf II e nel 2013 è stato aperto in Norvegia un monastero ortodosso dedicato alla memoria di questo coraggioso re e leader, che fu in grado di discernere la cosa più importante della vita e depose la sua forza e il suo valore davanti al trono del Signore, portando il suo popolo a Dio.

Note

[1] La parola russa qui usata era khutor, che è il concetto ucraino (o malorusso, ovvero piccolo russo) di una fattoria singola, al contrario del myr comunitario nella Grande Russia. Questo era il tipo descritto da Gogol', e anche il tipo che Dostoevskij e Stolypin preferivano al sistema del myr, ed è anche fortemente associato ai cosacchi. Ironia della sorte, in seguito i cosacchi si svilupparono più a sud lungo il percorso dei vichinghi verso i greci ed essi stessi mostrarono caratteristiche che ricordavano i loro antenati vichinghi varangiani.  Si veda la storia della Lettera dei cosacchi di Zaporozh'e al sultano turco. (Ndt)

[2] Compilato dalle stanze di Hávamál, tratte da Essays on Eddic Poetry. Per una traduzione inglese più arcaica, consultare qui:  https://www.pitt.edu/~dash/havamal.html Per una traduzione del Dr. Jackson Crawford in inglese semplice, consultare qui:  https://jacksonwcrawford.com/the-cowboy-havamal/

[3] "Сага об Олаве, сыне Трюггви" (La saga di Olav, il figlio di Tryggvi). Tradotto dal russo: https://pravlife.org/ru/content/kak-vikingi-nashli-hristianstvo

[4] Ibid.

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