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  Perché il Fanar ha scelto di appoggiare il Majdan americano?

di Jaroslav Nivkin

Unione dei giornalisti ortodossi, 5 giugno 2020

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l'arcivescovo del Fanar negli Stati Uniti ha sostenuto i manifestanti. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

L'America è ora nei guai e nei tumulti. Il capo dell'arcidiocesi del Fanar negli Stati Uniti si è schierato dalla parte dei manifestanti. Perché è successo questo e cosa significa?

Il 3 giugno 2020, il capo dell'arcidiocesi del patriarcato di Costantinopoli in America, l'arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis) ha preso parte a una manifestazione di protesta a New York a sostegno del movimento Black Lives Matter.

L'arcivescovo ha affermato di essere venuto "per esprimere solidarietà ai fratelli e alle sorelle i cui diritti sono stati gravemente violati". Secondo lui, "dobbiamo esprimerci con forza contro l'ingiustizia nel nostro paese". Allo stesso tempo, l'arcivescovo Elpidophoros ha affermato che "questa è una protesta pacifica, senza alcuna violenza, e ringrazio tutti, perché la violenza provoca ancora più violenza".

La partecipazione dell'arcivescovo della Chiesa di Costantinopoli alla protesta è avvenuta dopo numerose demolizioni, rapine, incendi dolosi, che hanno travolto dozzine di città statunitensi nei disordini, atti che sono già stati chiamati "Majdan nero". Dalle parole dell'arcivescovo Elpidophoros, possiamo concludere che tutto ciò è dovuto al fatto che i neri sono oppressi negli Stati Uniti e le loro vite sono trattate come spazzatura; le persone a un certo punto si sono rese conto che non potevano andare avanti così e hanno manifestato. L'arcivescovo Elpidophoros li ha sostenuti in questo. Sembra nobile? Ovviamente. Ma le parole dell'arcivescovo del Fanar sono coerenti?

La situazione degli afroamericani: razzismo o "razzismo inverso"?

La storia della popolazione nera americana risale al 1619, quando gli schiavi africani furono portati in Virginia dal governo britannico. Per il periodo dal XVI al XIX secolo, circa 645 mila neri arrivarono negli Stati Uniti. Inizialmente, erano tutti schiavi messi a fare lavori duri. La situazione è cambiata dopo la guerra civile tra nord e sud, che ha provocato, in particolare, l'abolizione della schiavitù. Ciò è stato confermato dal 13° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, adottato nel 1865.

Tuttavia, negli stati del sud la discriminazione nei confronti della popolazione nera è continuata per molto tempo. Nel 1950-1960, a seguito dei progressi del governo federale e del movimento per i diritti civili, la discriminazione razziale fu proibita dalla legge. A poco a poco, la situazione è cambiata completamente.

Ora le autorità e la società stanno cercando di mostrare misure di "compensazione" nei confronti degli afroamericani, progettate per correggere l'ingiustizia storica.

Per esempio, Google spende centinaia di milioni di dollari per bilanciare le carriere dei suoi dipendenti, in particolare per aumentare il numero di specialisti di pelle nera.

È esistita persino una "discriminazione inversa", in cui si sono violati i diritti della popolazione bianca a causa dell'idea di espiazione per la sua "colpa storica". Un caso in questione è una causa nel 2003 contro il dipartimento dei vigili del fuoco della città di New Haven negli Stati Uniti, che ha rifiutato di promuovere uomini bianchi per non offendere i lavoratori di colore.

Tuttavia, storicamente, in molti casi la popolazione nera negli Stati Uniti vive in gruppi separati e il livello di istruzione e benessere nei quartieri neri è inferiore rispetto all'intero paese. Di conseguenza, c'è un tasso di criminalità significativamente più alto. Nonostante il fatto che la percentuale di afroamericani negli Stati Uniti non superi il 13%, la percentuale di crimini commessi da loro è almeno la metà. Pertanto, è abbastanza logico che un numero significativo di criminali detenuti dalla polizia sia di pelle nera. Ma questo significa che la polizia è razzista, e che gli afroamericani sono brutalmente molestati?

Perché sono iniziati i disordini civili negli Stati Uniti?

Il rigore della polizia americana è noto a tutti. Questo viene spesso ricordato in Ucraina quando si commenta il lavoro insoddisfacente della polizia nel nostro paese. Grazie ai metodi della polizia americana, fino a poco tempo fa gli Stati Uniti erano considerati uno dei paesi più sicuri in cui vivere.

Tuttavia, il 25 maggio 2020, tutto è cambiato. La sera di questo giorno, i dipendenti del ristorante del Minnesota Cup Foods hanno chiamato la polizia perché uno degli acquirenti ha cercato di pagare con denaro falso. I poliziotti sono arrivati e hanno fatto sdraiare il sospettato a faccia in giù sul terreno, supponendo che fosse in stato di intossicazione da droga. I metodi sono stati duri; il poliziotto ha schiacciato e bloccato con il ginocchio il collo del criminale, e questo ha portato alla morte di quest'ultimo.

Il defunto si chiamava George Floyd. Aveva 46 anni. In precedenza, era stato condannato ed era finito in prigione – prima per furto e poi per rapina a mano armata di una donna incinta, nella cui casa aveva fatto irruzione in cerca di denaro e droga.

Ci sono stati dei precedenti negli Stati Uniti con arresti brutali di criminali neri da parte della polizia. Nel 2013, dopo l'assoluzione del poliziotto che aveva ucciso l'adolescente nero Trayvon Martin da lui arrestato, è sorto il movimento "Black lives matter" ("Le vite dei neri contano"). Nel 2014, si sono svolte con questo slogan le proteste causate dalla morte di altri due afroamericani, ma non hanno ottenuto una grande risonanza.

Tuttavia, nel 2020, la morte di George Floyd ha provocato rivolte senza precedenti in dozzine di città degli Stati Uniti. Perché?

Il Majdan americano come carta vincente nelle elezioni presidenziali

tumulti a Atlanta. Foto:  newsweek.com

Negli Stati Uniti si terranno le elezioni presidenziali il ​​3 novembre 2020. I principali rivali sono il presidente in carica Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden. Il compito principale di Trump è di mantenere la stabilità e l'ordine nel paese, il suo concorrente è interessato a una situazione che dimostra l'incapacità del presidente in carica di garantire questo ordine.

Ora dozzine di città degli Stati Uniti sono colpite non solo da proteste ma da veri e propri pogrom con rapine, incendi e atti vandalici. Gli scontri più duri tra polizia e manifestanti hanno avuto luogo il 2 giugno a New York. Manhattan, il cuore della città, è stata devastata. I dimostranti hanno spaccato le vetrine e derubato i negozi sulla Fifth Avenue. Ci sono molti video sul Web in cui i "manifestanti" rompono le finestre, prendono oggetti dai negozi e danno fuoco a ciò che non sono in grado di portare via.

tumulti a New York

È estremamente interessante sapere che ci sono gruppi organizzati di persone che dirigono deliberatamente la folla in scontri con la polizia e demolizioni di negozi senza prendere parte diretta.

Durante la sua conferenza stampa, il procuratore generale degli Stati Uniti Bill Barr ha affermato che "sembra che in molti luoghi la violenza sia pianificata, organizzata". Secondo il signor Barr, queste forze "sfruttano la situazione per attuare il proprio programma violento".

L'editorialista del New York Post Miranda Devine afferma: "Ci sono molti video nei social media che mostrano 'persone misteriose' che rompono le vetrine dei negozi ma non rubano nulla, o attraversano la recinzione delle stazioni di polizia ma non rovesciano questi recinti". Secondo Devine, questi sono "terroristi domestici che sfruttano le proteste pacifiche in tutto il paese".

È interessante notare che non solo i bianchi residenti negli Stati Uniti, ma anche gli afroamericani sono colpiti dai pogrom - quelli "le cui vite contano". In un video, un nero oltraggiato si rivolge ai suoi connazionali: "State sbagliando! Anch'io vengo dal ghetto. Vi siete ribellati a causa dell'ingiustizia dei bianchi? Perché mi avete rovinato gli affari? Perché mi avete rotto il camion? Perché mi avete rubato il computer? Ho provato a vivere come la gente normale, ho cercato di nutrire la mia famiglia, non riuscite a capirlo?!"

Nel frattempo, Joe Biden viene fotografato con manifestanti neri, in ginocchio, dimostrando così che "è con la gente".

Joe Biden durante l'incontro con i manifestanti. Foto: Twitter

Il politico afferma anche che i "manifestanti pacifici" sono ora nelle strade degli Stati Uniti: "Quando si ordina la dispersione di manifestanti pacifici dalla soglia della Casa del Popolo, la Casa Bianca, con uso di gas lacrimogeni e granate stordenti, quando vogliono organizzare una sessione fotografica in una chiesa nobile, si può perdonare la convinzione che il presidente sia più interessato al potere che ai principi".

Majdan ucraino e americano – c'è qualche differenza?

Ora si sta diffondendo una battuta sul Web: "In connessione con la quarantena, gli specialisti delle rivoluzioni colorate sono costretti a lavorare a casa". Non valuteremo il livello d'ingegno di questa frase; ricordiamo solo che in ogni battuta c'è della verità.

Esistono numerose ovvie analogie tra la situazione attuale negli Stati Uniti, che è già stata soprannominata "Majdan nero", e gli eventi dell'Euromajdan in Ucraina.

1. Entrambi i Majdan hanno avuto inizio poco prima delle elezioni presidenziali nei loro paesi.

2. In entrambi i casi, l'opposizione al potere dominante ha un interesse specifico.

3. Entrambi i Majdan sono stati accompagnati da un supporto mediatico su larga scala, in cui i cittadini sono costretti a credere a proteste giustificate e persino alla loro necessità.

4. La presenza di gruppi organizzati che indirizzano le proteste nella giusta direzione.

5. In Ucraina e negli Stati Uniti non c'erano ragioni incondizionate per proteste di massa e soprattutto per rivolte. Il livello di prosperità degli ucraini nel 2013 era ben superiore a quello successivo all'Euromaidan, mentre l'adesione all'Europa promessa dai leader della protesta non è avvenuta. Negli Stati Uniti, non vi è alcun problema di razzismo, almeno di un tipo tanto grave da causare disordini così diffusi.

È ovvio che gli eventi di entrambi i paesi sono innescati da strateghi politici che stanno abilmente gonfiando l'indignazione dei cittadini e spingendola nella giusta direzione.

Il 3 giugno, negli Stati Uniti è emersa un'altra analogia con l'Euromajdan ucraino: il sostegno alle proteste da parte di alcune organizzazioni religiose, in particolare dall'arcivescovo Elpidophoros del Patriarcato di Costantinopoli.

Il Fanar e il Partito Democratico degli Stati Uniti

il vescovo greco-cattolico ucraino Boris Gudzjak all'Euromajdan

Una delle componenti chiave dell'organizzazione e la vittoria dell'Euromajdan è stata la partecipazione degli uniati e del "patriarcato di Kiev". Entrambe le strutture hanno sollecitato attivamente gli ucraini a protestare e sono ancora orgogliose di averlo fatto. Dopo la vittoria dell'Euromajdan, sia gli uniati sia il "patriarcato di Kiev" hanno ricevuto molte preferenze dai "vincitori". Gli uniati, da una Chiesa locale concentrata principalmente in Galizia, si sono trasformati in una struttura che si è diffusa all'istante in tutta l'Ucraina. Gli scismatici, a seguito delle azioni super-energiche dell'ex presidente Petro Poroshenko, hanno ricevuto il Tomos per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Un ruolo non di poco conto nel processo di concessione del Tomos è stato svolto dall'attuale capo dell'arcidiocesi del Fanar negli Stati Uniti, l'arcivescovo Elpidophoros.

Lo schema di cooperazione tra Chiesa greco-cattolica ucraina e "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da una parte e i leader dell'Euromajdan dall'altra era semplice ma efficace: "tu grattami la schiena – e io gratterò la tua".

È logico supporre che l'arcivescovo del Fanar abbia deciso di seguire la stessa strada e di copiare la simbiosi tra religione e potere che è stata attuata con successo in Ucraina. A questo punto è necessario ricordare che letteralmente il giorno prima, il 2 giugno, l'arcivescovo aveva intenzione di incontrare Donald Trump, ma all'ultimo momento il presidente degli Stati Uniti ha annullato l'incontro. Perché ciò sia accaduto rimane sconosciuto, ma alla fine il Fanar ha ovviamente deciso di sostenere i rivali.

E questo è abbastanza coerente, perché i capi del Patriarcato di Costantinopoli hanno una lunga e proficua collaborazione con Joe Biden. Il patriarca Bartolomeo ha visitato ripetutamente l'attuale candidato al Partito Democratico degli Stati Uniti, il signor Biden ha fatto visita al Fanar. Il capo del Fanar ha anche incontrato la precedente rivale di Trump per i democratici nelle elezioni presidenziali – Hillary Clinton.

Ma comunque, perché l'arcivescovo del Fanar, che fino a poco tempo fa si preoccupava solo del futuro dell'ellenismo negli Stati Uniti, si è improvvisamente preoccupato dei diritti della popolazione nera della sua nuova patria?

Quali utili può ricevere il Patriarcato di Costantinopoli dal sostegno ai "manifestanti pacifici"?

Prima di tutto, va ricordato che nei geni del Patriarcato di Costantinopoli c'è il desiderio di cooperare con i poteri costituiti. Gli ucraini hanno potuto convincersene ancora una volta solo di recente, quando il patriarca Bartolomeo ha scritto il nome di Poroshenko nel Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Certo, ora i poteri che "contano" di più hanno sede negli Stati Uniti e, a partire dal patriarca Atenagora, i primati e i vescovi della Chiesa di Costantinopoli hanno insistentemente cercato amicizia con i leader di questo stato. Se Biden vince le elezioni presidenziali, la posizione del Fanar sarà ulteriormente rafforzata.

Il secondo argomento è la promozione della loro Chiesa agli occhi della popolazione locale, come forma creativa insolita di opera missionaria. Infatti, nonostante il fatto che l'arcidiocesi del Fanar negli Stati Uniti sia relativamente grande (a paragone con la Turchia), per la maggior parte degli americani rimane una chiesa etnica per greci completamente sconosciuta, che comprende non più dello 0,5% della popolazione.

Il terzo argomento è il riconoscimento personale e la popolarità. Data la grande attenzione agli sviluppi intorno al "Majdan nero" e all'ambizione dei capi del Fanar per i contatti pubblici, la partecipazione alle proteste aggiungerà un significativo "peso politico" all'arcivescovo Elpidophoros.

* * *

L'unica domanda rimane: dov'è la fede e il desiderio di portare la Verità di Cristo alla gente in questo scenario?

Ricordiamo che uno dei punti della nota decisione della sinassi del Fanar dell'11 ottobre 2018, che ha lanciato la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha segnato l'inizio della persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina, è stato un malvagio appello ad "astenersi dal sequestrare chiese, monasteri e altre proprietà, così come da qualsiasi altra azione violenta e vendetta, affinché prevalgano la pace e l'amore di Cristo". Perché era un appello malvagio? Perché il Fanar non poteva non sapere che le sue azioni sulla legalizzazione dello scisma ucraino avrebbero sicuramente portato al "sequestro di templi, monasteri e altre proprietà, nonché ad altre azioni violente".

Attualmente, anche l'arcivescovo del Fanar negli Stati Uniti sostiene una delle parti in conflitto e allo stesso tempo parla dell'inadeguatezza della violenza, dicendo che "la violenza provoca ancora più violenza".

Non è difficile comprendere che l'affiliazione di rappresentanti del clero con una delle parti in conflitto non contribuirà affatto alla sua risoluzione. L'Ucraina lo ha già dimostrato.

La vera posizione della Chiesa non può consistere nel sostenere dietro le quinte progetti malvagi di tecnologi politici nella speranza di ottenere amicizia e sostegno da parte dei poteri costituiti.

Purtroppo, dobbiamo ammettere ancora una volta che i rappresentanti della Chiesa più gloriosa e autorevole stanno compiendo passi molto ambigui. E possiamo solo sperare che questi passi non portino a un incremento del conflitto nella società americana né nella Chiesa ortodossa.

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