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  Il rettore dell'Accademia teologica di Mosca bandito dall'Ucraina, mentre Poroshenko dichiara che tutti i rappresentanti della Chiesa ucraina dovrebbero lasciare l'Ucraina

"Questo incidente, nel contesto della crescente tensione in Ucraina, illustra in modo eloquente le conseguenze delle decisioni prese dal patriarca Bartolomeo", afferma l'Accademia di Mosca.

Orthochristian.com, 8 novembre 2018

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Foto: spzh.news

A sua Eminenza l'arcivescovo Amvrosij di Verej, rettore dell'Accademia teologica di Mosca, è stato negato ieri l'ingresso in Ucraina. Era arrivato a Kiev all'aeroporto di Zhuliany per visitare la Lavra delle Grotte di Kiev e il seminario teologico e l'accademia lì situati e per partecipare alle celebrazioni per il giorno di san Nestore il Cronista, il santo patrono dell'Accademia.

Tuttavia, vladyka Amvrosij è stato fermato e interrogato all'aeroporto, e alla fine gli è stato negato l'ingresso nel territorio dell'Ucraina, riferisce il servizio stampa dell'Accademia teologica di Mosca.

Questa mossa politica è avvenuta lo stesso giorno in cui il presidente ucraino Poroshenko ha dichiarato che i chierici della Chiesa ucraina canonica e della Chiesa russa non sono graditi in Ucraina.

La motivazione ufficiale addotta per negare l'entrata dell'arcivescovo era "non può confermare lo scopo del soggiorno previsto in Ucraina" - una evidente farsa, dato che l'arcivescovo Amvrosij in quel momento aveva sulla propria persona l'invito ricevuto dal rettore dell'Accademia di Kiev, sua Grazia ilvescovo Silvestr di Belgorod, e ha anche spiegato che sarebbe rimasto alla Lavra delle Grotte di Kiev con gli altri ospiti. Mostrando questa documentazione, il rettore di Mosca ha chiesto come capire la decisione delle guardie di frontiera: queste non hanno risposto.

Rispondendo all'incidente sul canale Telegram dell'Accademia di Mosca, l'arcivescovo Amvrosij scrive che appena un'ora prima del suo arrivo a Kiev, la gente che spingeva per la "Chiesa autocefala dell'Ucraina" ha appreso dei suoi piani e ha chiesto che venisse escluso dal paese, praticamente accusandolo di cooperazione con il KGB (ricordiamo che il KGB non esiste più dal 1991).

L'arcivescovo Amvrosij avrebbe partecipato alla Veglia di tutta la notte e alla Divina Liturgia in onore di san Nestore e anche al tradizionale giorno di assemblea dell'accademia.

Come scrive il servizio stampa dell'Accademia di Mosca: "Questo incidente, nel contesto della crescente tensione in Ucraina, illustra in modo eloquente le conseguenze delle decisioni prese dal patriarca Bartolomeo, ed è una delle tante violazioni dei diritti dei credenti provocate dalle autorità ucraine guidate da Poroshenko".

Vladyka stesso ha scritto su Telegram: "Per me, questa situazione è un'illustrazione dell' 'amore 'di cui il patriarca Bartolomeo ha parlato così tanto ultimamente, ponendolo come un contrappeso alle azioni dei 'fratelli del nord', cioè, il clero della Chiesa ortodossa russa".

L'Accademia rileva anche che l'arcivescovo Amvrosij è stato bandito lo stesso giorno in cui Poroshenko ha dichiarato che i preti della Chiesa ucraina canonica e della Chiesa russa non hanno "niente da fare" in Ucraina, chiedendo loro di lasciare il paese.

In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook personale, Poroshenko ha detto che "i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa" dovrebbero lasciare il paese e "tornare" in Russia, dal momento che, a suo avviso, "la Chiesa ortodossa russa è un elemento del sistema politico russo".

Ricordiamo che la spinta per una Chiesa autocefala in Ucraina ha avuto inizio proprio con lo stato ucraino, e con Poroshenko in particolare, e che Poroshenko ha continuamente espresso la sua opinione che una Chiesa autocefala è necessaria come difesa politica contro la Russia, per aiutare l'Ucraina a diventare una nazione stabile.

"Miei cari, non avete niente da fare qui. La vostra Chiesa non ha niente da fare, le vostre forze armate non hanno niente da fare, le vostre armi non hanno niente da fare. Andate a casa, in Russia ", ha detto il presidente, rivolgendosi ai "rappresentanti della Chiesa ortodossa russa in Ucraina".

I vescovi e il clero della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca che vivono e lavorano in Ucraina sono, in linea di massima, ucraini, come sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, quindi un invito a "tornare" in Russia è insensato, sebbene si adatti al desiderio di Poroshenko di rinominare la "Chiesa ortodossa ucraina" nella "Chiesa ortodossa russa in Ucraina" e quindi classificarla legalmente come un'ala di uno stato aggressore.

Allo stesso modo, la Chiesa russa ha risposto che non ha rappresentanti in Ucraina, dato che la Chiesa ucraina è amministrata da ucraini.

"La Chiesa ucraina ortodossa, di molti milioni di fedeli, che il signor Poroshenko vuole espellere dal paese, praticamente è interamente composta da cittadini ucraini", ha commentato l'arciprete Igor' Jakimchuk del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche del Patriarcato di Mosca.

"L'Ucraina è la loro casa e nessuno di loro la lascerà di propria volontà. Ciò significa che il desiderio del presidente può essere soddisfatto solo con la coercizione", ha detto padre Igor', sottolineando che le parole di Poroshenko "contraddicono ovviamente le sue stesse assicurazioni sul fatto che la creazione della cosiddetta Chiesa locale unificata garantirà il diritto di scelta di ogni credente, e che nessuno sarà costretto a trasferirsi con la forza".

Inoltre, l'arcivescovo Amvrosij è ora stato aggiunto al database del famigerato sito Web Mirotvorets ("il pacificatore") appoggiato dal governo ucraino che raccoglie e pubblica informazioni personali su coloro che ritiene nemici dell'Ucraina, come riferisce l'Unione dei giornalisti ortodossi.

spzh.news

Il sito scrive che il vescovo russo è "un nemico dell'indipendenza dell'Ortodossia ucraina, sotto il controllo della Chiesa ortodossa della Russia (uno stato aggressore)".

Come già riportato in precedenza da OrthoChristian, un certo numero di vescovi della Chiesa ucraina e di altre Chiese sono stati aggiunti al sito Web, tra cui sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev, sua Eminenza il metropolita Pavel di Vyshogorod e Chernobyl, abate della Lavra delle Grotte di Kiev, sua Eminenza il metropolita Vladimir di Pochaev, abate della Lavra di Pochaev, e persino sua Santità il patriarca Irinej della Serbia.

Sebbene il sito si dichiari una ONG indipendente, esistono in effetti molti collegamenti con il governo ucraino. Il sito è stato lanciato a dicembre 2014 dal politico e attivista Georgij Tuka, come annunciato sulla sua pagina Facebook. Tuka è stato governatore della provincia di Lugansk dal 2015-2016 e ha ricoperto la carica di viceministro del Ministero ucraino dei territori temporaneamente occupati e degli sfollati interni da aprile 2016.

Il Centro Mirotvorets è guidato da Roman Zajtsev, ex dipendente della filiale di Lugansk del Servizio di sicurezza dell'Ucraina, e il sito è curato dallo stesso Servizio di sicurezza dell'Ucraina, e promosso da Anton Gerashchenko, deputato e aiutante del Ministro degli Interni , secondo l'International Business Times.

Il "patriarca" Filaret del "patriarcato di Kiev" scismatico si è congratulato e "ha benedetto" la squadra dietro il sito nel giorno del controspionaggio, il 27 dicembre 2017, assegnando loro una medaglia "per il sacrificio e l'amore per l'Ucraina".

La Chiesa russa ha commentato che l'inclusione dell'arcivescovo Amvrosij nel database è solo un tentativo di giustificare il fatto che il servizio di sicurezza ucraino lo ha escluso dal paese.

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