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  Un residente di Donetsk racconta la sua tragedia
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(Da una video-intervista di Aleksej Zhuravko, oggi non più disponibile in rete)

Il mio nome è Oleg Bakharovskij, sono il padre del piccolo Vlad Bakharovskij, che è stato ferito il 29 luglio 2015. La nostra casa è stata colpita da un proiettile proveniente dalle forze armate ucraine. Il proiettile è entrato direttamente nella nostra casa! Qui intorno non ci sono separatisti o cosiddetti militanti, non c’era nessuno qui, solo la mia famiglia! Una famiglia che è stata semplicemente cancellata in un solo istante. Non parlo neppure della casa – è solo una casa... mia moglie è rimasta uccisa – aveva solo 29 anni. Vlad è rimasto senza mamma, io sono rimasto senza moglie. Vlad ha una ferita aperta sul capo e un danno cerebrale, diverse ossa rotte, non posso neppure descrivere la piena diagnosi a questo punto, è una cosa troppo dura, e Vlad ha perso pure l’occhio destro. Sembrava impossibile che sopravvivesse, ma l’ho portato in macchina all’ospedale e sono riuscito a salvargli la vita. Lo scoppio mi ha strappato un dito, ma non è nulla a paragone... non gli darei neppure attenzione. (sospira) Anche se vorrei guardare negli occhi quel generale, o colonnello, o sergente, o chiunque abbia dato questo genere di ordine di bombardare una casa civile! Vorrei veramente vedere questo tipo. Di fatto, non vorrei solo vederlo... Lo so che è impossibile, così faccio un appello a tutti gli ucraini che hanno preso le armi contro i residenti del Donbass, di Donetsk e Lugansk. CHE COSA STATE FACENDO? Perché siete venuti nella nostra terra a ucciderci? Noi siamo venuti noi da voi. Noi viviamo qui. Andate a casa vostra, da voi avete un bel po’ da ripulire. Andate a salutare Poroshenko e Jatsenjuk con le vostre armi; Turchinov, Parubyj, potrei elencarne molti altri qui. Tutti i responsabili di aver ucciso e mutilato la gente del Donbass. Mio figlio aveva 6 anni quando ha iniziato a partecipare alle prime gare di pugilato. Ora con i suoi traumi non lo può più fare... ma è sempre stato un bambino forte. E grazie a Dio è ancora qui con me. Siamo insieme. Sopravvivremo. Siamo forti. (tace) Andatevene via! Andatevene solo via da qui! Lo sto ancora chiedendo con garbo. Salvatevi. Può arrivare presto il momento in cui noi inizieremo la nostra offensiva, e allora non sono sicuro se e quando saremo capaci di fermarci. Pensateci per un secondo. Pensate alle sofferenze delle vostre famiglie. Voi siete quelli che provocheranno questa azione. Ve lo prometto, voi ne pagherete le conseguenze, se non ve ne andate di buon grado ORA. Nessuno vi inseguirà, quando vi ritirerete. Vogliamo solo che ci lasciate stare. Se non ascolterete il mio appello, capiete cosa significa stare dall’altra parte. E se sarete tanto fortunati da sopravvivere, sarete voi che porterete fiori sulle tombe dei vostri cari, come faccio io. Non ho altro da aggiungere.

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