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  La tragica guerra civile russa

dal blog del sito Orthodox England

9 novembre 2015

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'Così non vedrò come la Russia sarà salvata'.

Ultime parole del generale Denikin, dette nel 1947 in esilio negli Stati Uniti.

Nel 2006 le sue spoglie mortali sono state sepolte a Mosca.

Introduzione

Durante la prima guerra mondiale l'élite militare aristocratica russa, ossessionata dalle fortezze e dalla cavalleria vecchio stile, che avevano ben poche possibilità contro l'artiglieria e le mitragliatrici moderne, per la maggior parte iniziò la guerra sacrificando i loro eserciti (tanto quanto i generali aristocratici inglesi, francesi, austro-ungarici e tedeschi). Se si fossero preoccupati del soldato semplice e del suo benessere, questo sacrificio si sarebbe potuto evitare, perché avrebbero seguito tattiche militari ragionevoli. Invece di dare la colpa delle proprie mancanze soprattutto a un'illusoria 'carenza di munizioni', avrebbero superato la corruzione, la burocrazia e l'inefficienza, formando, la preparando e allestendo i loro soldati in modo corretto. Più in generale, però, la guerra fu persa perché la continuità e lo sviluppo della Russia imperiale furono sabotati con l'accettazione egoista di ideologie estranee da parte di gruppi al proprio interno. Tali gruppi potevano pensare solo ai propri interessi e non all'interesse nazionale. È stato questo che ha reso inevitabili la rivoluzione e poi la guerra civile.

Si dice che la guerra civile nell'Impero Russo (1917-1921) abbia provocato un milione e mezzo di morti, tra i quali ben oltre 200.000 morirono in brutali esecuzioni di massa. Questa cifra non comprende i molti morti per fame e malattie causate dalla guerra, soprattutto il tifo, durante e dopo questo tragico periodo. Un mito comune, deliberatamente propagato dal vecchio regime sovietico, è che sia trattato di una guerra tra due parti, i rossi e i bianchi. Ma questo è falso: vi sono state coinvolte tre fazioni: i verdi, i rossi e i bianchi, così come piccoli gruppi nazionalisti nelle future repubbliche periferiche. In vari momenti sembrò che ognuno dei tre contendenti fosse vittorioso. In realtà i rossi sconfissero i bianchi solo con l'aiuto da parte dei verdi, ma poi i rossi sconfissero i verdi, massacrando i loro rappresentanti contadini negli anni '30, molto tempo dopo che la guerra civile era ufficialmente finita. Chi erano questi tre gruppi "colorati"?

I verdi

I Verdi erano l'esercito populista partigiano delle masse contadine, anche se tra di loro c'erano ideologi politici che si definivano socialisti rivoluzionari o anarchici. Il loro interesse era il possesso delle terre e i loro nemici erano quelli guidati da ideologie, allo stesso modo comuniste o capitaliste. I loro slogan includevano: 'Terra e libertà'; 'Abbasso i bolscevichi / comunisti / commissari'; 'Viva i soviet (consigli) liberi'; 'Potere al popolo'. Risentivano del modo in cui l'élite comunista aveva occupato i consigli amministrativi o soviet, nominati dall'alto verso il basso, e voleva dei soviet liberamente eletti, democraticamente rappresentativi del popolo, nominati dal basso. Rifiutavano non solo le ingiustizie dei vecchi burocrati e aristocratici, ma anche le ingiustizie dei nuovi burocrati e aristocratici comunisti, dei membri degli apparati e dei commissari.

Dopo la sconfitta dei bianchi da parte dei rossi nel novembre del 1920, anche i verdi furono sconfitti. Entro il marzo 1921 la guerra civile era ufficialmente finita, anche se continuarono delle rivolte in alcune regioni periferiche fino al 1928 e anche dopo. I verdi avevano perso a causa delle loro divisioni e dell'anarchica mancanza di organizzazione e infrastrutture nazionali. Tuttavia, in realtà le masse verdi in cuor loro non avevano mai accettato i comunisti, e la loro accettazione scontrosa e forzata dal terrore del nuovo regime bolscevico fu caratterizzata da ribellioni. Tali ribellioni finirono solo con le stragi della collettivizzazione e con le purghe staliniane, che si conclusero solo con la seconda invasione tedesca delle terre russe nel 1941. L'opposizione divenne sotterranea, fu soppressa, ma era ancora presente e venne liberata solo quando la coercizione e le intimidazioni sovietiche cessarono nel 1991.

I rossi

I rossi erano nemici dello tsar e di conseguenza, essendo contro questo unico rappresentante del popolo, erano nemici del popolo. E da nemici del popolo, erano contro la Chiesa del popolo e così nemici della Chiesa. Spinti dall'ideologia disumana di politiche comuniste aliene, hanno commesso le torture più bestiali e massacri inenarrabili fino al martirio. La maggior parte delle vittime della guerra civile deve essere attribuita a loro. I rossi si comportavano come signori feudali, l'introduzione di una nuova servitù della gleba. Terrorizzando la popolazione con la violenza, la tortura, la denuncia e l'intimidazione, non sono mai stati popolari e il loro impero alla fine è crollato nel 1991, con poco rimpianto. Erano intrinsecamente corrotti perché non avevano moralità e la loro assunzione di un controllo totalitario rimuoveva ogni iniziativa, portando la gente a diventare irresponsabile, demotivata ​​e alcolica (Perché preoccuparsi? Lo farà il Partito, che non mi permette di fare qualcosa in ogni caso).

Tuttavia, i rossi hanno vinto la guerra civile. Questo è stato a causa della loro astuzia organizzativa e della spietata efficienza dell'armata rossa elitaria che era la loro arma principale, insieme a una propaganda molto efficace. Il loro stato rosso era intrinsecamente militarista e sopravviveva con la forza, una forza altamente privilegiata che ha prodotto una nuova classe dirigente, la nomenklatura. Il vero fallimento dei rossi sarebbe diventato evidente solo nel lungo periodo, molto tempo dopo la guerra civile, quando l'ideologia comunista si è rivelata incapace di fornire la libertà e il successo economico e così ottenere il consenso popolare. Ciò ha causato corruzione e carrierismo, carenza e mercato nero, con tutta la vita modellata disonestà sulla radicata del socialismo, che pretendeva di portare il 'futuro luminoso' della felicità, ma invece ha portato la miseria dell'oppressione.

I bianchi

Sulla carta i bianchi erano quelli che volevano il ritorno del vecchio regime. In realtà, questo non era vero, perché c'erano due tipi di "bianchi". Vi fu una grande e fatale divisione tra i bianchi veri, che volevano il restauro di un imperatore del popolo e così della giustizia, e i cosiddetti "bianchi", che volevano soltanto il ritorno dei propri vantaggi con una qualche forma di governo senza imperatore, fintanto che potevano riottenere i loro privilegi e proprietà. In effetti, questo è il motivo per cui i bianchi hanno perso la guerra civile; non avevano nessuna figura o convinzione che li univa, nessuna chiara politica sociale o politiche sulla terra e sul decentramento, che è il motivo per cui erano malvisti dai lavoratori e dalle masse contadine. Così, gli elementi buoni del movimento bianco, privati dello tsar, erano spesso frustrati e totalmente compromessi dagli elementi cattivi, massoni egoisti della Duma e industriali traditori, aristocratici e generali, molti dei quali avevano da tempo rifiutato e calunniato lo tsar, rotto il loro giuramento di fedeltà a lui, e avevano a cuore solo il loro interesse personale.

Gli esempi includono il generale 'bianco' Kornilov, che aveva arrestato lo tsar e la sua famiglia in nome del traditore Kerenskij, il politico traditore Shulgin, un antisemita che compì atti di brutalità a Kiev, o i rappresentanti dell'ammiraglio Kolchak, alcuni dei quali compirono le atrocità più brutali, per esempio a Omsk. Anche alcuni sostenitori del capo molto religioso e morale dei bianchi, il generale Denikin, compirono atti brutali di rapina e di vendetta, come le uccisioni nel 1919 a Tambov. Tali atrocità fecero sembrare alcuni bianchi non meglio de irossi. Le opinioni sui capi dei bianchi, come i generali Judenic e Wrangel, variano, mentre i veri bianchi come i generali Keller e Nakhichevanskij, assassinati prima che potessero ottenere posizioni di autorità, erano ammirati. I bianchi arrivarono quasi a vincere la guerra civile nel 1919, ma persero perché alcuni di loro avevano respinto e rotto il loro giuramento di fedeltà allo tsar, l'unico leader chiaro, e quindi non avevano una piattaforma politica unitaria e una direzione per soddisfare le esigenze del popolo.

Le politiche non divisive dello tsar

Oggi, una generazione dopo la caduta dell'Unione Sovietica e quasi un secolo dopo gli eventi in questione, i principi spirituali dello tsar, traditi non solo dai rossi, ma da un buon numero dei bianchi, sembrano sempre più rilevanti. Nel 1914 lo tsar aveva già voluto ristabilire la Polonia, una volta che aveva liberato le parti della Polonia occupate dalla Germania e dall'Austria-Ungheria, andando così verso il decentramento e l'inevitabile federalizzazione che di fatto sarebbero giunti solo negli anni '90. Allo stesso modo, era chiaro che egli avrebbe anche dato ancora maggiore autogoverno alla Finlandia. Per quanto riguarda la questione della terra, si deve ricordare che la stragrande maggioranza delle terre già apparteneva al popolo; tuttavia, lo tsar Nicola aveva proposto di dare a ogni soldato di 25 acri di terra dopo la guerra, una proposta derisa dagli aristocratici traditori e dai politici borghesi della Duma, che volevano il potere e la terra solo per se stessi. Questi si definivano bianchi, ma non lo erano. Le politiche imperiali avrebbero così soddisfatto i verdi e minato il supporto chiave dei verdi ai rossi.

Le politiche sociali 'verdi' dello tsar prima della rivoluzione, molte delle quali già molto più avanzate di quelle dei paesi occidentali, si sarebbero indubbiamente sviluppate ulteriormente, a differenza di quelle di taluni 'bianchi' di mentalità capitalista, che nelle zone sotto la loro giurisdizione in realtà le respinsero. Per quanto riguarda il futuro tsar Aleksej (nato nel 1904), il quale, superata la sua emofilia, potrebbe aver vissuto fino agli anni '70 od '80, da bambino aveva desiderato solo la pace, la prosperità e la giustizia per il mondo intero. Chissà quali riforme avrebbero compiuto lui, suo figlio e suo nipote, che sarebbe probabilmente sul trono russo oggi? Lo tsar era uno tsar del popolo, non un assolutista, secondo il modello occidentale, e fu tradito dall'aristocrazia egoista. L'unica cosa che lo tsar si rifiutò di fare fu di uccidere il suo stesso popolo, cosa che hanno fatto i rossi e alcuni dei 'bianchi'. Se tutti avessero avuto l'amore dello tsar per il suo popolo, invece di tradirlo, e avessero protetto il popolo dagli ideologi bolscevichi, dando alla gente terra e protezione sociale, come fece il meglio del movimento bianco, avrebbero vinto la guerra civile.

Conclusione

Se non ci fosse stata alcuna rivoluzione, non ci sarebbe stata alcuna guerra civile russa e l'Europa del 1918 sarebbe sembrata molto diversa. Con Vienna e Berlino liberate nel 1917 dagli eserciti russi vittoriosi, la prima guerra mondiale si sarebbe conclusa un anno prima e milioni di vite sarebbero state salvate. L'Europa centrale e orientale sarebbe somigliata a qualcosa di simile a oggi, solo che sarebbe stata un mosaico di nazioni sovrane, non di nazioni controllate dal Reich dell'UE, e avrebbero avuto confini che riflettono l'etnia dei loro popoli. Nazioni come la Turchia, la Siria, l'Iraq, l'Ucraina, l'Armenia e la Serbia sarebbero molto diverse, e le frontiere di oggi in Polonia, Ungheria e Slovacchia sarebbero diverse. Per quanto riguarda la Germania, lo tsar menzionò le sue chiare intenzioni di suddividerla nuovamente in stati nazionali separati, annullando il danno pernicioso dell'unificazione militarista di Bismarck con il suo secondo Reich prussiano. Senza lo stupido Trattato di Versailles del 1919, quest'Europa non avrebbe mai visto i massacri genocidi del terzo Reich di Berlino, o le stragi economiche del quarto Reich di Bruxelles di oggi.

L'Unione Sovietica, fondata in una triplice guerra civile, è durata per tre generazioni. Anche se i peggiori massacri comunisti si erano conclusi nel 1941, ma solo a causa delle stragi fasciste, l'Unione forzata si è trascinata avanti ancora per altri 50 anni. Alcuni potrebbero menzionare i successi sovietici, la vittoria nella seconda guerra mondiale e la conquista dello spazio. Tuttavia, la vittoria nella seconda guerra mondiale non ci sarebbe stata, perché non ci sarebbe stata la guerra stessa. Per quanto riguarda i risultati, tutti questi, inclusa l'elettrificazione, erano stati preparati nella Russia dello tsar e sarebbero accaduti comunque, insieme con molti altri successi che non hanno avuto luogo perché l'élite pre-rivoluzionaria era stato uccisa ed esiliata. E, soprattutto, i massacri di Lenin e Stalin non avrebbero avuto luogo. Il fatto è che gli aspetti positivi dell'Unione Sovietica sono stati costruiti sul solido sistema di istruzione (85% di alfabetizzazione nel 1916) e sulle infrastrutture industriali ben avanzate (capaci di vincere la guerra del Kaiser nel 1917) della Russia pre-rivoluzionaria. Ma tutto ciò è stato distrutto dal 'tradimento, viltà e inganno' (parole dello tsar) di coloro che hanno perseguito i propri interessi egoistici, invece degli interessi di tutta la Russia e della sua modernizzazione economica, pur mantenendo la sua integrità spirituale.

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