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  Mikhail Khazin: ci può essere pace in Ucraina?

worldcrisis.ru

19 settembre 2014

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Analisi della possibilità di stabilire una vita pacifica in Ucraina nei prossimi mesi

La svalutazione del rublo e la vicenda Evtushenkov hanno così saturato i nostri media che sembrerebbe opportuno farsi da parte e affrontare un tema più sostanziale. Vale a dire; a quali condizioni l'Ucraina può avere la pace? Non solo una 'pace' qualsiasi, ma una pace senza una disintegrazione all'ingrosso del paese in piccoli feudi, senza una dittatura macchiata di sangue, senza pulizia etnica e senza genocidio. Per rispondere a questa domanda, è necessario, prima di tutto, a guardare Kiev e a Donetsk.

Entrambe dovrebbero far parte di un singolo stato. Tuttavia le decine di migliaia di morti e le esortazioni aperte al genocidio che sono state rilasciate dalle forze politiche dominanti a Kiev (per esempio: la frase 'russi, tornatevene in Moscovia', rivolta non solo a persone che attualmente abitano a Lugansk e a Donetsk, ma che vi hanno vissuto per secoli, potrebbe essere considerata formalmente, dal punto di vista delle norme giuridiche internazionali, adattabile alla definizione di genocidio e, senza dubbio, a quella della pulizia etnica) rendono tale 'convivenza' nel quadro di un singolo stato semplicemente impossibile. La gente di Donetsk e Lugansk (e qui includiamo il massacro di Odessa, anche se si differenzia in parte dagli altri) non potrà mai rinunciare al proprio diritto alla giustizia nei confronti di coloro che sono colpevoli del massacro di civili e, analogamente, è improbabile che i nazionalisti di Kiev smettano di pronunciare frasi del tipo: 'Abbiamo fatto alla griglia quella cagna / dorifora del Colorado', o simili tenerezze.

In teoria l'unico modo in cui Kiev può tornare alla normalità sarebbe nel contesto di una crescita economica sostenuta. In tal caso potrebbe essere possibile spazzare di nuovo gli slogan nazionalisti sotto il tappeto e che tutti possano beneficiare dei conseguenti in-flussi finanziari, ma qui Kiev è caduta in una trappola di propria fabbricazione. Si tratta di un semplice dato di fatto che la crescita economica è possibile solo in collaborazione con la Russia e con l'Unione Economica Eurasiatica. Semplicemente non c'è altra scelta. Non c'è nemmeno una reale prospettiva per lo sviluppo dell'agricoltura; si potrebbe solo guardare all'esempio della Bulgaria, dove il clima è decisamente più clemente di quello in Ucraina. L'Ucraina si trova nell'impossibilità di competere con la Turchia. Una volta che l'accordo di associazione con l'Unione Europea entrerà in vigore non ci saranno mezzi per regolare l'afflusso degli agro-business turchi e l'unico modo redditizio di impegnarsi nell'agricoltura sarà in un orto. Basta guardare all'esempio dato dal vicino ex stato sovietico, la Moldova.

Fin quando Kiev adotta un modello radicalmente anti-russo, le possibilità di crescita in quel paese sono precisamente pari a zero. L'Unione Europea non ha soldi e, a giudicare dal modo in cui la crisi si sta sviluppando, la prognosi non è positiva, e anche guardassimo, più ottimisticamente, a medio termine, la situazione economica mondiale, è più probabile che l'Unione Europea aiuterà i paesi dell'Europa orientale e gli Stati baltici prima di salvare l'Ucraina. Niente di personale, solo affari.

E questo significa che il nazionalismo di Kiev non sta portando da nessuna parte. Non ha scelta, perché altrimenti sarà nell'impossibilità di mantenere la sua presa sul potere. Inoltre ha ottenuto un certo successo in quanto gli Stati Uniti hanno adottato sanzioni contro la Russia e costretto i suoi alleati in Europa e nel resto del mondo a fare altrettanto. C'è solo un problema: per quanto tempo essi saranno disposti a perseguire tali sanzioni per il bene dell'Ucraina? I problemi di Kiev continueranno a rimanere critici, in quanto l'unico modo per gestire la crescita del sentimento democratico nel sud-est (è chiaro che la lotta è per la libertà e la democrazia, a prescindere da quanto discordante suoni il punto di vista dei media occidentali contemporanei) è l'uso della forza militare. E non è affatto certo che questo particolare problema possa essere risolto con la forza militare.

In sintesi possiamo dire che, a giudicare dallo sviluppo delle tendenze economiche negative, l'intensità del confronto interno a Kiev crescerà costantemente. A loro volta, quelli che desiderano vivere sotto la tutela del governo diventeranno sempre meno. La coesione dello Stato ucraino si scioglierà come neve al calore del sole estivo. Quando questo accadrà, lo Stato diventerà sempre più aggressivo. Quindi ci aspettiamo di vedere una contraddizione in risposta alla domanda che ci siamo posti. È possibile stabilire la pace in Ucraina?

Volutamente non mi sono riferito, in generale, ai nazionalisti ucraini, piuttosto specificamente ai nazionalisti di Kiev. Il fatto è che i nazionalisti galiziani e i nazionalisti di Kiev non sono la stessa cosa. Questi ultimi hanno sempre avuto fonti significative di reddito (sia che tale reddito venga dal bilancio dell'Unione Sovietica, dell'Ucraina, ecc), tuttavia i primi sono stati costretti ad essere molto più pragmatici. Inoltre, essi sono stati in grado di capire che non possono tenere Kiev. Questo perché qualsiasi governo a Kiev, per la propria stabilità, in prima istanza, non si getterà contro i russi nel Donbass, ma piuttosto contro i veri nazionalisti impegnati. Oggi questo è ciò che sta facendo Poroshenko. Questo è stato chiaro in precedenza e ho scritto di questo nella prima parte dell'anno.

Piuttosto che essere un'idea (peraltro nettamente sgradevole all'UE), il nazionalismo per Kiev è uno strumento. Non vi è alcuna richiesta per i nazionalisti impegnati. La richiesta è per i cinici, che sono felici di articolare slogan nazionalisti, al fine di ottenere il controllo sui flussi delle entrate di bilancio e del gas. Così, per quanto riguarda la situazione negli ultimi mesi, i nazionalisti impegnati (che per i nostri scopi chiameremo 'Settore destro') sono venuti a desiderare sempre più seriamente di staccarsi da Kiev. Inoltre, Kiev in precedenza ha distribuito loro soldi del bilancio (ricevuti dal Donbass e da altre regioni) e ora non ci sono più soldi del bilancio da distribuire.

Tuttavia la Galizia in sé non può staccarsi da Kiev. Kiev, per la quale lo slogan ('per l'unità dell'Ucraina') è diventato totemico, non sarà mai d'accordo. Ciò significa che, così come i ribelli nel Donbass, sta comparendo anche una nuova forza, anch'essa interessata al collasso del paese. In questo modo, da quanto sopra, possiamo formulare qui di seguito l'immagine del futuro dell'Ucraina.

Se i ribelli del Sud-Est raggiungeranno un accordo con i nazionalisti galiziani, allora prenderanno il potere a Kiev. In tal caso, gli insorti, sostenitori dell'ex Unione Sovietica e dello slogan 'amicizia tra i popoli', attraverso la creazione di uno stato multi-etnico, porranno fine al nazionalismo e ristabiliranno la pace in Ucraina. La Galizia, in segno, per così dire, di gratitudine per il suo aiuto, riceverebbe l'indipendenza, probabilmente come parte di una confederazione o possibilmente come uno stato pienamente indipendente. È chiaramente difficile immaginare uno stato in cui in alcune scuole insegnano che Bandera è un criminale fascista e in altre che è un eroe. Ma quella restante parte di Ucraina sarà un tranquillo stato unificato, che entrerà, si potrebbe immaginare, nello spazio economico europeo.

In caso di mancato accordo o se gli insorti non raggiungeranno la vittoria (o per le circostanze o per risultato di un intervento straniero), allora l'intensificazione degli scontri a Kiev porterà inevitabilmente alla disgregazione del paese in piccoli feudi con una corrispondente bassa qualità della vita e basse norme di governance. Attualmente annoveriamo 5 di questi feudi: la Novorossija, la Hetmanshina (Cosacchi, con Kiev come capitale), la Nuova Khazaria (sotto il controllo dell'oligarca Kolomoiskij) e la Galizia, oltre a un altro staterello, la Transcarpazia, che con alta probabilità sarà sezionato e integrato in paesi limitrofi.

Ma nessuno ha detto che il processo di disintegrazione si fermerà lì. Chiunque ne dubiti dovrebbe leggere Bulgakov. La mentalità della gente in Ucraina non è notevolmente cambiata da allora. È difficile perfino concepire come un uomo normale possa vivere in queste condizioni.

Se crediamo che il miglior risultato è un'Ucraina unita (vale a dire, relativamente unita, senza la Crimea o la Galizia), un'Ucraina pacifica e prospera, è essenziale che gli insorti prendano il controllo di Kiev. Fino a quando non accadrà questo, la guerra continuerà. Purtroppo, semplicemente non c'è modo di fermare la guerra e preservare l'Ucraina fino a quando Kiev non cadrà in mano agli insorti.

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