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  Il ritorno dei magiari: il presidente dell'Ungheria definisce gli USA in bancarotta morale e finanzia

di American Kulak

dal blog The Vineyard of the Saker

23 settembre 2014

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Con così tanti sviluppi in Ucraina e ora con una rinnovata guerra degli Stati Uniti alla Siria con il pretesto dello Stato islamico, è stato facile trascurare importanti sviluppi nella lotta per il ripristino della sovranità delle nazioni in Europa. Come descritto nel mio ultimo post ospitato su questo blog, la votazione per l'indipendenza scozzese giovedi 18 settembre ha costretto i principali media anglo-americani a coprire l'argomento del 'separatismo' come un'onda che si diffonde delle Highlands scozzesi alla Catalogna in Spagna. Molti di quei media hanno ripetuto la ridicola propaganda sulla NATO o la UE che cadrebbero a pezzi e sul cielo economico che precipita a causa di un voto scozzese per il 'sì' (il riferimento a un film di James Bond è intenzionale in questa frase). Alcune delle solite voci russofobe hanno iniziato a lamentarsi dei blogger pro-Cremlino che stranno accusando Washington e Londra su Twitter con didascalie umoristiche che sostengono l'indipendenza della Scozia [https://twitter.com/torrek_info/status/509325448338472960], o delle dichiarazioni positive su Vladimir Putin fatte dal leader del Partito Nazionale Scozzese, Alex Salmond. [http://www.theguardian.com/politics/2014/apr/30/alex-salmond-vladimir-putin-remarks]

Una breve precisazione per quanto riguarda l'Ungheria

L'argomento di oggi è il prossimo obiettivo per la propaganda dei Due Minuti d'Odio dell'Impero in Europa (oltre a Marie Le Pen e al Fronte Nazionale in Francia): l'antica nazione dell'Ungheria e il suo orgoglioso presidente, Viktor Orban. Vorrei iniziare dicendo che come cittadino americano e blogger indipendente, non ho legami finanziari o di sangue con l'Ungheria, né è mia intenzione difendere tutte le politiche di Budapest. Il mio scopo in questo post è quello di esaminare il motivo per cui l'Impero vede con sempre più disprezzo il governo ungherese e ha inviato le sue solite ONG e i portavoce dei media a denigrare il presidente Viktor Orban personalmente e ad attaccare sua visione del mondo filo-russa 'putinista'. In tal modo mi accosto a questo post come neofita della politica ungherese, ma non dei giochi globali dell'Unione Europea per mantenere i suoi paesi membri come vassalli di quello che Saker chiama l'Impero 'anglo-sionista'.

Perché Budapest sta emergendo come alleato chiave dei russi all'interno dell'Unione Europea?

Un millennio di storia ungherese e la sua rilevanza per la Novorossija

Gli ungheresi, per quei lettori di Saker che potrebbero non avere familiarità con la loro storia, discendono come i bulgari dalle stessi grandi migrazioni dall'Asia centrale nel primo millennio d.C., con studiosi russi convinti che i magiari provenissero da una patria negli Urali meridionali a est della steppa del Volga. Spinti da antichi nemici conosciuti come i peceneghi, che si alternavano tra la guerra all'Impero Romano d'Oriente cristiano-ortodosso e il servizio a Bisanzio come mercenari, gli ungheresi si stabilirono nel bacino del fiume Danubio e nei Carpazi. La loro lingua, come quella dei finlandesi, è non indo-europea e supera facilmente il finlandese e il basco come lingua non indo-europea più parlata sul continente europeo. Solo pochi decenni dopo che il principe Vladimir battezzò la Rus' di Kiev nel 987, il primo monarca cristiano del magiari, Santo Stefano I, convertì le tradizionali sette tribù ungheresi al cristianesimo nei primi anni del X secolo. Sotto il regno di successo di Stefano prima del Grande Scisma del 1054 tra Roma e Costantinopoli, l'Ungheria prosperò come la principale rotta commerciale tra il Sacro Romano Impero germanico e i bizantini. La sorella minore di Stefano sposò un principe veneziano che a quel tempo era un alleato chiave di Bisanzio, mentre la moglie di Stefano era una principessa bavarese. [http://en.wikipedia.org/wiki/Stephen_I_of_Hungary]

I paralleli storici tra l'Ungheria e la Rus' non si fermarono con Stefano e la seconda Roma, ma continuarono nel XIII secolo. In quei decenni turbolenti i tartari mongoli, che avevano soggiogato quasi tutta la Russia, furono respinti dai cavalieri ungheresi e dai loro alleati del Sacro Romano Impero. Purtroppo, le guerre nei seguenti due secoli con i polacchi e i regni tedeschi e le lotte dinastiche indebolirono gli ungheresi, fino a quando non cedettero sotto l'avanzata dei turchi ottomani e furono costretti all'alleanza con gli Asburgo cattolici. Ciò comportò anche la contro-riforma nelle terre ungheresi, con simili conseguenze negative per i protestanti e per i cristiani ortodossi. Nel 1686, dopo la decisiva sconfitta dei turchi per opera degli eserciti guidati dai polacchi nella battaglia di Vienna, la futura capitale ungherese di Buda fu liberata dal giogo ottomano, e l'ultima incursione ottomana dalla Crimea in Ungheria fu registrato nel 1717. Dopo la battaglia di Trenscen nel 1708 gli ungheresi sono stati interamente assorbiti nell'impero asburgico papista che divenne noto come austro-ungarico. Durante la prima guerra mondiale gli ungheresi subirono enormi perdite combattendo i serbi e i russi per conto del loro imperatore asburgico.

Dopo la prima guerra mondiale fu firmato nel 1920 il documento chiave che molti nazionalisti ungheresi fino a oggi vedono con amarezza, il trattato di Trianon [http://en.wikipedia.org/wiki/Treaty_of_Trianon], che costò all'Ungheria il 71% del territorio e il 66% della sua popolazione dell'anteguerra – un risultato ancor più punitivo rispetto ai diktat imposti dagli alleati ai tedeschi nel trattato punitivo di Versailles prodotto dagli stessi vincitori. Questo territorio perduto comprendeva la regione della Transcarpazia, oggi nel lontano sud-ovest dell'Ucraina, dove gli Asburgo avevano tenuto migliaia di russini etnici nei campi di concentramento per il loro ritorno al cristianesimo ortodosso o per essersi rifiutati di convertirsi al papismo durante la Prima Guerra Mondiale. È da questo territorio che i leader delle comunità etniche russine e ungheresi hanno rilasciato in entrambe le lingue una dichiarazione congiunta del loro desiderio di raggiungere la piena autonomia all'interno dell'Ucraina promessa nel 1991 e fin da allora negata da Kiev. Nella stessa dichiarazione primi di agosto, visualizzabile con sottotitoli in inglese sul canale Anti-Maidan YouTube, i leader russino e ungherese hanno denunciato la guerra di Kiev contro la Novorossija e menzionato la solidarietà russina e ungherese sulla base di 1000 anni di convivenza pacifica. Questa dichiarazione è stata trasmessa alla televisione ungherese ed è visualizzabile qui: [http://www.liveleak.com/view?i=e14_1408064269]. Altri temi sulla sottomissione dei russini agli Asburgo e sulle altre persecuzioni da prospettiva pro-russina/russa si possono trovare qui: [http://02varvara.wordpress.com/tag/rusyn/].

Non è un caso che sulla piattaforma di Wikipedia, fortemente manipolata dall'impero, i russini sono coperti sotto 'popoli dell'Ucraina' nonostante il fatto che essi sono sparsi attraverso i confini con la Polonia, la Slovacchia e l'Ungheria, e che i movimento separatista o di autonomia dei russini datato attorno al 1991 è respinto come un progetto del Cremlino [http://en.wikipedia.org/wiki/Rusyns#Trans-Carpathian_separatist_movement]. In breve, a prescindere dalla volontà dell'Ungheria di vendere al regime di Kiev centinaia di carri armati T-72 per sostituire le catastrofiche perdite di mezzi corazzati ucraini negli ultimi mesi, Kiev vede il nazionalismo ungherese con sospetto. La Galizia ucraina ultra-nazionalista e nazista sospetta (giustamente, a mio parere) assieme ai suoi padroni globalisti anglo-americani che, se l'Ucraina implode completamente, la Transcarpazia potrebbe fare una secessione come la Novorossija, ma con sponsorizzazione ungherese piuttosto che russa.

Il peggior incubo della giunta di Kiev non è solo perdere le regioni di Kharkov, Kiev e Odessa a favore della Novorossija, ma anche trovarsi simultaneamente di fronte, nei Carpazi soggetti a guerriglia, a una rivolta alleata alle Forze Armate della Novorossija e alla Russia, sostenuta da armi e da combattenti ungheresi. Anche un pacifico Maidan ungherese/russino, contro la guerra e anti-oligarchico, dovrebbe essere schiacciato dai nazisti Kiev con metodi brutali che Washington e Bruxelles avrebbero difficoltà a scusare o a mettere forzatamente sotto silenzio stampa.

Un altro punto è rilevante per il paragrafo precedente. Sotto il famigerato accordo di Monaco del 1938 tra la Germania nazista e i suoi alleati e le potenze occidentali, l'Ungheria ha fatto conquiste territoriali a spese della Cecoslovacchia, che è stata completamente spartita tra la Germania nazista, l'Ungheria, il regime filo-nazista slovacco del tempo, e polacchi che di presentavano come 'Cristo tra i due ladroni'. Questa spartizione ha incluso la Rus' Carpatica / Rutenia, che è diventata Ucraina occidentale dopo la guerra. I nazisti coltivavano il partito fascista delle Croci Frecciate come alleati, e non avevano alcun interesse a mantenere alcuna autonomia accordata dai cechi a qualsivoglia popolo russofilo, mentre progettavano di invadere l'Unione Sovietica. [http://www.youtube.com/watch?v=ZALmLkFmAF8&src_vid=biy1mH8o8_M&feature=iv&annotation_id=annotation_105606].

Gli ungheresi parteciparono all'operazione Barbarossa e combatterono al fianco dei loro scomodi alleati romeni e tedeschi fino a quando i sovietici spezzarono le linee dell'Asse vicino a Stalingrado nel novembre 1942. Gli ungheresi, come i bulgari, cercarono di passare dall'altra parte, non appena apparve evidente che la Germania nazista era condannata a metà 1943, ma fu installato un regine fantoccio fascista regime per mantenere l'Ungheria in guerra. Lo stato fantoccio nazista delle Croci Frecciate crollò sotto le armi dell'Armata Rossa nei primi mesi del 1945. Nel mese di ottobre e novembre del 1956 una rivolta ungherese contro i sovietici fu schiacciata dai carri armati dell'Armata Rossa inviati da Nikita Krusciov. Questa rivolta era stata ispirata dalle trasmissioni in Ungheria di Radio Free Europe, ma l'Amministrazione Eisenhower fece molto poco per aiutare i combattenti per la libertà ungherese oltre a sollevare proteste simboliche. Washington in particolare rifiutò di annullare le spedizioni di grano degli Stati Uniti verso l'Unione Sovietica in quel momento e ospitò Krusciov (come sottolineato in un recente articolo di Patrick J. Buchanan) pochi mesi dopo che i sovietici avevano ucciso migliaia di ungheresi. L'anniversario della rivolta del 23 ottobre divenne una festa nazionale nel 1989, quando crollarono i regimi comunisti in tutto il Patto di Varsavia. Tra i giovani attivisti ungheresi che hanno celebrato il ritorno del loro paese verso l'Occidente vi era l'allora ventiseienne co-fondatore ungherese dell'Alleanza dei Giovani Democratici, Viktor Orban. [http://en.wikipedia.org/wiki/Fidesz]

Perché il presidente Viktor Orban è visto come un traditore degli atlantisti e dell'Impero

James S. Denton è elencato come editore e redattore di World Affairs sulla sua biografia. World Affairs è la rivista di Freedom House, una delle tante ONG finanziate dai contribuenti, coinvolte nel business dei cambiamenti di regime in Europa orientale e in Eurasia da quando il Dipartimento di Stato e la CIA hanno deciso di 'esternalizzare' queste funzioni di propaganda durante la metà degli anni '80. È interessante notare che, nonostante la presunta svolta del presidente ungherese Viktor Orban verso il 'putinismo', il signor Denton elenca ancora se stesso come un ex consigliere del primo ministro Viktor Orban dell'Ungheria qui: [http://www.worldaffairsjournal.org/staff-bios]. Presumibilmente Denton era un consulente di Orban nel 1998, quando il riformatore democratico anti-comunista è diventato il secondo più giovane primo ministro nella storia ungherese. Con l'economia mondiale in generale positiva nel corso degli anni 1998-2002 il governo di Orban è stato in grado di tagliare le tasse, abolire le tasse universitarie per gli studenti qualificati, ed espandere i sussidi di maternità, mentre attirava l'industria tedesca con il lavoro ungherese a basso costo. Cosa ancor cosa più importante per l'Impero, nel 1999 l'Ungheria ha aderito alla NATO insieme con la Polonia e la Repubblica Ceca nonostante le obiezioni della Russia. Nello stesso anno l'Ungheria è stata costretta a partecipare alla guerra contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, partecipando a un embargo commerciale contro Belgrado.

In riconoscimento dei suoi sforzi fedeli per conto della NATO nel 2002, Orban è stato insignito del Freedom Award del neoconservatore American Enterprise Institute e di premi dalla 'New Atlantic Initiative' e dalla 'Förderpreis Soziale Marktwirtschaft' tedesca. Orban è stato chiaramente accettato dalle élite transatlantiche. Ma tutto ha iniziato a cambiare nel 2010, quando il suo Fidesz è tornato al potere dopo sei anni di opposizione. Improvvisamente il partito di Orban ha ottenuto una maggioranza di due terzi, abbastanza per cambiare la costituzione ungherese, e Orban è diventato un 'Hugo Chavez europeo' nelle parole del politico dei verdi tedeschi, Daniel Cohn-Bendit – per ironia della sorte, un ex radicale del 1968 che da giovane avrebbe apprezzato uno 'chavismo rosso'. A questo punto è iniziata un'ondata di propaganda contro il governo ungherese, secondo la quale questo stava schiacciando l'opposizione e limitando la libertà di stampa, in breve demonizzando Fidesz come la versione ungherese di Russia Unita e Orban come il Putin ungherese.

Per essere onesti, Orban non ha ricevuto le critiche tedesche e anglo-americane / atlantiste senza reagire. Ha denunciato la propaganda della TV tedesca contro l'Ungheria, ricordando alla Merkel l'occupazione nazista del suo paese durante la seconda guerra mondiale, e si è rifiutato di fare marcia indietro sulla retorica anti-UE che aveva abilmente promosso almeno dal 2006. I critici di Orban hanno raddoppiato le loro stridenti critiche, accusandolo di distruggere democrazia e i diritti delle minoranze in Ungheria, di firmare offerte da innamorato di energia nucleare e di gas con la Russia, e assecondando il partito ultra-nazionalista se non fascista Jobbik, che ha vinto il 20% dei voti e ha fatto dichiarazioni anti-ebraiche. Lo stesso partito Jobbik, secondo i procacciatori di propaganda dell'Impero come Jamie Kirchick della 'Fondazione per la Difesa delle Democrazie' neocon, fa parte di una vasta cospirazione di Putin per portare i partiti di destra al potere in tutta Europa utilizzando fondi occulti del Cremlino. [http://www.tabletmag.com/scroll/168942/why-hungarys-jobbik-party-won-while-it-lost]

Il discorso 'infame e illiberale' di Orban del 26 luglio 2014 e perché l'Impero (correttamente) lo vede come un tradimento del 'Nuovo Ordine Mondiale'

Il che ci porta alle attuali polemiche – non solo sul rifiuto ostinato di Orban insieme con gli austriaci di supportare più sanzioni contro la Russia sull'Ucraina, ma soprattutto il discorso di Orban di quest'estate, che denunciava il dominio degli Stati Uniti sull'Europa e la sottomissione dell'UE a un impero americano in declino. Per le élite atlantisti che da tempo avevano condannato Orban come aspirante dittatore – il 'Mussolini di Ungheria', come l'avvizzito Newsweek lo ha definito – Orban avrebbe dichiarato guerra alla democrazia. [http://www.newsweek.com/hungarys-mussolini-vows-make-eu-member-illiberal-state-262127]

Per Charles Gati, ricercatore anziano di Studi europei ed eurasiatici presso la Johns Hopkins University [http://www.sais-jhu.edu/charles-gati], il senso di tradimento era personale: Orban era stato uno dei suoi più brillanti giovani studenti nei giorni inebrianti dopo la caduta del comunismo in Ungheria. La descrizione fatta da Orban degli Stati Uniti come una influenza culturale ed economica maligna in Europa è stata uno schiaffo in faccia a Gati e ad altri come James S. Denton di Freedom House che aveva cresciuto Orban per farlo diventare un satrapo affidabile della benevola egemonia statunitense. L'editoriale di Gati per lo stesso AEI che un tempo aveva dato a Orban il suo Freedom Award è intitolato, "Il Mini-Me di Putin: La maschera è caduta". [http://www.the-american-interest.com/articles/2014/08/07/the-mask-is-off/] Nel suo pezzo per l'American Interest Gati cita Orbán che racconta a un'assemblea a Washington nel 1998: "tutto ciò che so di politica contemporanea e di storia, l'ho imparato dal Professor Gati. "Gati ha accusato il suo ex allievo di emettere "invettive incoerenti" contro gli Stati Uniti, senza senso né nell'originale ungherese né tradotte in inglese, piene di "luoghi comuni" anti-americani. Quasi tutti i media occidentali che hanno coperto il discorso di Orban a un gruppo di pacifici nazionalisti ungheresi in un campo estivo giovanile di 'destra' a fine luglio hanno concordato. Nessuno a quanto pare ha voluto citare il discorso o prenderlo sul serio come un grido patriottico dal cuore contro la decadenza e il declino della civiltà occidentale che Orban aveva abbracciato da giovane.

L'essenza dell’'Orbanismo' – disillusione nei confronti dell'Occidente e ricerca di un futuro eurasiatico

Allora, che cosa esattamente ha detto Orban in Kotscse nei pressi del lago Balaton, che è stato così scioccante che le press-titute erano terrorizzate dal citare qualsiasi parte? Qui ci sono i brani più importanti, a mio parere, tradotti da The Budapest Beacon e conservati qui: [http://hungarianspectrum.wordpress.com/2014/07/31/viktor-orbans-speech-at-the-xxv-balvanyos-free-summer-university-and-youth-camp-july-26-2014-baile-tusnad-tusnadfurdo/]. Orban inizia facendo riferimento al momento di definizione della politica ungherese, la modifica o Die Wende del 1989, dicendo che per troppo tempo gli ungheresi si sono aggrappati al recente passato piuttosto che rivolgersi al futuro del XXI secolo:

Il mio discorso di oggi non è collegato alle elezioni. Il nostro presidente in carica ci ha presentato come rovesciatori di regime, e lo ha fatto richiamando il cambio di regime. Questo fa capire bene che per la nostra generazione il cambio di regime è l'esperienza generazionale con cui confrontiamo ciò, contro la quale misuriamo tutto, da dove iniziamo a definire tutto ciò che accade intorno a noi. Sembra naturale, anche se è piuttosto uno svantaggio per noi, non un vantaggio.

Come discorso, questo non è certo roba controversa. Ma ciò che segue è ciò che a Washington ha fatto arrabbiare i propagandisti dell'incrollabile e illimitata egemonia occidentale del dominio anglo-americano:

Vorrei suggerire di ricordare in breve a noi stessi che nel XX secolo ci sono stati tre importanti cambiamenti di regime mondiale. Alla fine della prima guerra mondiale, alla fine della seconda guerra mondiale, e nel 1990. I punti in comune erano – potrei averne parlato qui una volta – che quando i cambiamenti si manifestavano, era chiaro a tutti noi che avremmo vissuto in un mondo diverso da  un giorno all'altro. Diciamo che è stato molto chiaro qui dopo Trianon [il già citato 'diktat di Versailles' del 1920 contro gli ungheresi, che tagliava fuori Budapest da terre antiche – AK], come lo è stato a Budapest anche dopo la seconda guerra mondiale. Se la gente si guardava intorno e vedeva l'invasione delle truppe sovietiche, sapeva che un nuovo mondo stava per iniziare. Nel '90, quando siamo riusciti a spezzare e a spostare i comunisti, era chiaro dopo le prime elezioni parlamentari che per noi era arrivato un nuovo mondo: il muro di Berlino è crollato, si sono tenute le elezioni, e questo è un altro futuro.

Ora devo citare Orban a lungo, perché arriva all'essenza della sua dichiarazione – si fece avanti 'l'Occidente' come entità unitaria guidata dagli Stati Uniti, con un Regno Unito [presto senza Scozia] come tirapiedi, e i suoi politici occidentali e i magnati stessi frequentatori di Davos. Orban– orrore – denuncia anche la cosiddetta 'ripresa economica' negli Stati Uniti dal 2008 come una frode distruttiva della classe media, che gonfia artificialmente la Federal Reserve e falsifica le statistiche:

La dichiarazione destinata a essere il punto fondamentale del mio discorso qui è che i cambiamenti nel mondo di oggi hanno valore e peso analogo. Possiamo identificare la sua manifestazione – il punto in cui tutto divenne chiaro – come la crisi finanziaria del 2008, o meglio la crisi finanziaria occidentale. E l'importanza di questo cambiamento è meno evidente perché la gente l'ha percepito in modo diverso dai precedenti tre. Non era chiaro durante il grande crollo finanziario occidentale nel 2008 che ci accingevamo a vivere in un mondo diverso da ora in poi. Il cambiamento non è stato acuto come nel caso dei tre precedenti cambiamenti di regime mondiale e in qualche modo si è risolto lentamente nelle nostre menti, mentre la nebbia calava sulla terra. Se ci guardiamo intorno e analizziamo le cose che accadono intorno a noi, per sei anni questo è stato un mondo diverso da quello in cui abbiamo vissuto. E se proiettiamo i processi nel futuro – cosa che comporta sempre un rischio - è un ragionevole esercizio intellettuale, e vediamo bene che i cambiamenti avranno un impatto maggiore.

Bene, onorevoli signore e signori, al fine di illustrare la profondità di questo cambiamento, senza alcun ordine particolare, ho assemblato un paio di frasi, di idee dal mondo occidentale, così come uno o due dal mondo orientale, che sono scioccanti. Se li valutassimo attraverso la lente della visione del mondo liberale pre-2008, saremmo scioccati. Eppure, se non la pensiamo in questo modo, ma capiamo da queste frasi quanto siamo cambiati in termini di discorso pubblico, di argomenti e delle loro articolazioni in questi ultimi sei anni, allora citare queste frasi ci aiuterà a capire quanto profondo è il cambiamento che sta avvenendo nel mondo di oggi.

Molto brevemente: In America, il presidente degli Stati Uniti ha fatto numerose e ripetute dichiarazioni su come l'America è stata travolta dal cinismo, e il compito della società americana e del governo americano è di dichiarare guerra al cinismo proveniente dal settore finanziario. Prima del 2008, tale dichiarazione avrebbe comportato l'esclusione dai discorsi internazionali tra gentiluomini, perché a causa delle caratteristiche del sistema finanziario, probabilmente sarebbe anche stata considerata come qualcosa sinistro, che rende qualsiasi espressione di tali frasi estremamente pericoloso. Contrariamente a questo, queste idee appaiono costantemente sulla stampa americana di recente. Il presidente degli Stati Uniti dice che se un lavoratore americano deve costantemente scegliere tra carriera e famiglia, l'America perderà il suo posto nell'economia mondiale. Oppure, il presidente parla apertamente di patriottismo economico. Egli [Obama] dice queste frasi che ancora oggi otterrebbero bastonate e lapidazioni nella vita pubblica ungherese di provincia. Per esempio, parla apertamente di come le aziende che impiegano stranieri dovrebbero pagare la loro giusta quota di tasse. O parla apertamente di come le aziende che impiegano gli americani dovrebbero essere sostenute prima di chiunque altro. Queste sono tutte voci, idee e frasi che sarebbero state inimmaginabili sei o otto anni prima.

Per procedere ulteriormente, secondo un analista ben riconosciuto, la forza del "soft power" americano si sta deteriorando, perché i valori liberali oggi incorporano la corruzione, il sesso e la violenza e con questo i valori liberali screditano l'America e la modernizzazione americana [Questo è il cosiddetto 'cliché' che Gati trova così intollerabile, e che appare evidente a me e a milioni di altri cristiani tradizionalisti americani – AK]. Inoltre, la Open Society Foundation [finanziata da George Soros – AK] ha pubblicato non molto tempo fa uno studio, che analizza l'Europa occidentale. In questo, abbiamo potuto leggere una frase che dice che l'Europa occidentale si è così preoccupata di risolvere la situazione degli immigrati, che si è dimenticata della classe operaia bianca. O il primo ministro britannico ha detto che, come conseguenza dei cambiamenti che avvengono in Europa, molti son o diventati divennero scrocconi sulle spalle dei sistemi di welfare. Uno degli americani più ricchi, che è stato uno dei primi investitori nella società Amazon, ha affermato che viviamo in una società sempre meno capitalista e sempre più feudale, e se il sistema economico non si riforma, allora la classe media scomparirà, e, come dice lui, "i ricchi saranno attaccati dai forconi". Pertanto, costui [Orban si riferisce all'articolo di Nick Hanauer, investitore miliardario di origine tedesca di Amazon.com, pubblicato in Politico qui: http://www.politico.com/magazine/story/2014/06/the-pitchforks-are-coming-for-us-plutocrats-108014.html#.VBJjGfldV8E – AK] pensa che un modello economico dal medio all'alto è necessario invece di un modello top-down. Non è mia intenzione di interpretare queste frasi, solo di citarle qui per mostrare la novità di queste idee di cui era impossibile parlare solo sei anni fa.

Oppure, analogamente dall'America, il numero di giovani disoccupati è drasticamente aumentato [Orban chiaramente non si beve i numeri della disoccupazione degli Stati Uniti "cucinati" in contrasto con i reali tassi di disoccupazione del 16-20% compilati da John Williams e pubblicati su ShadowStats.com – AK], e nel caso delle opzioni di carriera più promettenti, i bambini provenienti da famiglie benestanti ricevono un vantaggio molto più grande – questo è detto nella patria della mobilità sociale [un riferimento di Orban, forse, ai milioni di ungheresi emigrati negli Stati Uniti prima e dopo la seconda guerra mondiale – AK]. O per citare qualcosa di diverso: un altro rispettato analista ha detto che Internet, compreso dal mondo liberale come il più grande simbolo di libertà per lunghi anni, è stato colonizzato da grandi aziende. La sua affermazione suggerisce che la grande domanda è se le grandi aziende capitalistiche, il che significa aziende internazionali, riusciranno a eliminare la neutralità di internet. Andando avanti, per citare uno sviluppo che sia caro e inaspettato per noi, il primo ministro inglese, che evita goffamente di identificare il suo partito come cristiano democratico, si alza davanti al pubblico affermando che il cristianesimo è un principio fondamentale dei valori britannici, e nonostante il multiculturalismo, la Gran Bretagna è un paese cristiano nel cuore, e questo è un fatto di cui essere orgogliosi.

Oltre a suggerrire che gli Stati Uniti sono una potenza in declino culturale ed economico, Orban ha aggiunto la bestemmia all'eresia suggerendo che l'Ungheria potrebbe imparare molto dalle crescenti nazioni dei BRICS, oltre che dai vecchi sovrani ottomani degli ungheresi, i turchi, che hanno modernizzato la loro economia sotto l'autoritarismo e il doppio gioco (tra Iran, Russia e Cina da un lato e la NATO e gli stati sunniti del Golfo Persico dall'altra) di Recep Tayyip Erdogan:

Tutti parlavano solo di concorrenza nell'economia mondiale. La globalizzazione su scala internazionale ha reso necessario fare molti discorsi, scritti e analisi su di essa, e questo fenomeno è noto nei dettagli. Possiamo più o meno sapere perché un grande gruppo di interesse economico, per esempio, l'Unione Europea, è competitivo, o perché sta perdendo la sua competitività. Tuttavia, secondo molti, e io appartengo a loro, oggi, non è questo il problema principale. Rimane una domanda importante. Finché la gente vive di denaro e d'economia, questa è ancora una questione importante. Eppure c'è una gara ancora più importante. Vorrei definirla la gara a inventare uno stato che sia in grado di dare successo a una nazione. Poiché lo stato non è altro che un metodo di organizzazione di una comunità, una comunità che nel nostro caso a volte coincide con i confini del nostro paese, a volte no, ma ritornerò su questo punto, l'aspetto che definisce il mondo di oggi può essere articolato come una gara a capire un modo di organizzare le comunità, un modo che sia più in grado di rendere una nazione competitiva. Questo è il motivo per cui, onorevoli signore e signori, la tendenza nel modo di pensare non si rivolge ai sistemi occidentali, né a quelli liberali, né alle democrazie liberali, forse nemmeno alle democrazie in ogni caso, eppure a sistemi che garantiscono successo alle nazioni. Oggi, le stelle delle analisi internazionali sono Singapore, la Cina, l'India, la Turchia, la Russia. E credo che la nostra comunità politica abbia giustamente anticipato questa sfida, e se ripensiamo a quello che abbiamo fatto negli ultimi quattro anni, e a quello che ci accingiamo a fare nei prossimi quattro anni, allora la realtà può essere davvero interpretata da questo punto di vista. Stiamo cercando e stiamo facendo del nostro meglio per trovare – separandoci dai dogmi dell'Europa occidentale, rendendoci indipendenti da loro – la forma di organizzazione di una comunità, che sia capace di renderci competitivi in questa grande gara mondiale.

Parlando di una grande gara mondiale e scartando la mera concorrenza economica come l'unico fattore decisivo del XXI secolo, Orban suggeriva fortemente che il primo dovere di qualsiasi governo ungherese è la conservazione dei popoli ungheresi, ovunque essi vivano. Poiché alcuni membri di Jobbik che possono effettivamente essere fascisti parlano in questo modo, come fanno i nazisti ucraini che immaginano che i cosacchi delle regioni di Rostov e di Krasnodar non si rendano conto di essere ucraini, è facile etichettare come 'fasciste' tali idee. Ma l'Ungheria, come molti osservatori dei suoi dati demografici hanno fatto notare, è una nazione che si trova di fronte un severo invecchiamento e declino della popolazione.

Chiaramente quando Orban dice 'competitivi in questa grande gara mondiale' egli intende preservare gli ungheresi come popolo, piuttosto che vederli lentamente sostituiti dai popoli del Medio Oriente [il Nord Africa, il Levante e il Kurdistan turco sembrano tutti innescato per esplosioni demografiche e lunghi disordini negli anni a venire – AK] o altrove nel corso di questo secolo. Nel caso in cui ci fosse qualche confusione su ciò che Orban voleva dire, il suo riferimento alla 'classe operaia bianca' della Gran Bretagna dovrebbe renderlo chiaro: lo scopo di una nazione sovrana è la salute e a lungo termine il benessere della popolazione di maggioranza quella nazione, non "valori" globalisti o la crescita economica divorziata dai bisogni umani. Mentre io personalmente non sono un fan di Aleksandr Dugin, bisogna riconoscere che questo è molto più vicino al duginismo e all'eurasiatismo che non le vecchie posizioni atlantiste, pro-EU di Orban. L'uso di Orban della frase 'stato non liberale' è di fatto, duginismo quasi puro, forse preso direttamente dalle pagine del libro di Dugin La quarta teoria politica da parte di un preparatore dei discorsi di Orban. Nel libro, Dugin sostiene che dopo tre secoli di liberalismo risalente agli atti di tolleranza che hanno concluso le sanguinose guerre dei 30 anni in Europa e restaurato la corona britannica dopo la rivolta di Cromwell, il liberalismo si è esaurito. [Potete guardare i sottotitoli in inglese di Dugin che riassume il suo libro in meno di dieci minuti, e descrive in quante lingue europee è stato tradotto, qui: http://www.youtube.com/watch?v=4QrnJKf-HHE]

Orban si impegna a resistere alle tattiche dell'Impero, le rivoluzioni colorate e i regni delle ONG

Di conseguenza, ciò che sta accadendo oggi in Ungheria può essere interpretato come un tentativo della rispettiva leadership politica di armonizzare il rapporto tra gli interessi e le realizzazioni degli individui – che devono essere riconosciuti – con gli interessi e le conquiste della comunità e della nazione. Questo significa che la nazione ungherese non è una semplice somma di individui, ma una comunità che ha bisogno di essere organizzata, rafforzato e sviluppata, e in questo senso, il nuovo stato che stiamo costruendo è uno stato illiberale, uno stato non liberale. Non nega i valori fondamentali del liberalismo, la libertà, ecc... Ma non fa di questa ideologia un elemento centrale di organizzazione statale, ma si applica al suo posto un approccio specifico, nazionale, particolare.

Orban è un eurasiatista?

Come Dugin, come Igor Strelkov, e come Vladimir Putin, Orban denuncia una quinta colonna nel suo paese. Questa comprende, naturalmente, le stesse fondazioni create da Rockefeller ed elencate su Fortune 500, think tank, e ONG che hanno coltivato i politici dell'Europa centrale come... l'ex dipendente dell'AEI e marito di Anne Applebaum del Washington Post, Radek Sikorski. [http://www.theguardian.com/world/2014/jun/22/poland-foreign-minister-alliance-us-worthless] E l'ex primo ministro ceco Vaclav Klaus, che ha definito l'Unione europea il Quarto Reich (predominio economico continentale tedesco sotto la tutela di Washington [http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/cyprus/9948545/Southern-Europe-lies-prostrate-before-the-German-imperium.html]) e ha paragonato i burocrati di Bruxelles ai loro predecessori sovietici [http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/8289920.stm]. E, naturalmente, Viktor Orban, 'educato' all'AEI e alla Johns Hopkins, che ora sfida l'Unione Europea.

Mentre Sikorski è stato intercettato mentre raccontava amaramente a un collega politico polacco, quando pensava che nessuno stesse ascoltando, che la Polonia avesse fatto un servizietto agli Stati Uniti senza ricevere nulla in cambio; Orban si è ribellato ai suoi ex manovraori e ora li definisce per quello che sono – agenti stranieri di influenza e occupanti globalisti del suo paese:

Ora, il paesaggio delle ONG ungheresi mostra un'immagine molto particolare. Idealmente un politico civile, al contrario di uno professionista, è un individuo che si sta organizzando dal basso verso l'alto, è finanziariamente indipendente e la natura del suo lavoro è volontaria. Se guardiamo alle organizzazioni civili in Ungheria, quello che appare al pubblico, come ora i dibattiti intorno al Fondo norvegese hanno portato alla superficie, allora vedrete che abbiamo a che fare con degli attivisti politici pagati. E questi attivisti politici sono per di più attivisti politici pagati da stranieri. Attivisti pagati certamente da circoli politici d'interesse. È difficile immaginare che questi circoli abbiano scopi sociali. È più probabile che vogliano esercitare influenza attraverso questo sistema di strumenti sulla vita pubblica ungherese. È fondamentale, quindi, che se vogliamo riorganizzare il nostro Stato nazionale anziché uno Stato liberale, dovremmo mettere in chiaro che questi non sono civili che vengono contro di noi, opposti a noi, ma attivisti politici che tentano di promuovere interessi stranieri. Quindi è molto adatto che nel Parlamento ungherese si formi una commissione che si occupa del costante monitoraggio, registrazione e rivelazione dei tentativi stranieri di acquisire influenza, in modo che tutti noi qui, e voi pure, saremo consapevoli di chi sono i personaggi dietro le maschere.

Dal momento che questo pezzo è stato eccezionalmente lungo anche per gli standard del blog, lascio a Saker e ai suoi lettori la conclusione di Orban per i suoi compatrioti che capitano vivere al di fuori dei confini attuali dell'Ungheria – e questo è un chiaro messaggio a Kiev, Bucarest e in ultima analisi, a Washington che l'identità nazionale non sarà schiacciata sotto l'euro-globalismo:

Ora l'unica domanda che rimane, onorevoli signore e signori, è una domanda a cui non ho diritto di rispondere: in momenti come questo, in cui tutto può accadere, dovremmo avere paura, o dovremmo invece essere fiduciosi? Poiché l'attuale ordine del mondo non è esattamente di nostro gusto, questo futuro, anche se è incerto, potrebbe anche causare problemi enormi, ma porta anche opportunità e sviluppi per la nostra nazione ungherese. Così, invece di solitudine, paura e ritiro io raccomando coraggio, pensiero prospettico, razionale, azione coraggiosa verso le comunità ungheresi non solo nel bacino dei Carpazi [le vecchie terre russine – AK], ma anche in tutto il mondo. Poiché può succedere di tutto, può facilmente accadere che arriverà il nostro tempo. Grazie per la vostra cortese attenzione.

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