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  Le rivendicazioni degli ortodossi arabi nel patriarcato di Gerusalemme

Due testi di protesta di una maggioranza ortodossa locale schiacciata da una minoranza straniera

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7 richieste del clero di lingua araba del patriarcato di Gerusalemme

dal blog Notes on Arab Orthodoxy

6 giugno 2014

L'arcivescovo Teodosio (Atallah Hanna) di Sebastia

Vostra Tutta-santità,

vostre Beatitudini,

vostre Eccellenze e reverendi padri e fratelli,

Il contenuto di questa lettera è stato scritto con molta ansia per la sorte della fede ortodossa della Chiesa di Gerusalemme e della Chiesa ortodossa in generale, che oggi si trova ad affrontare problemi enormi. Tuttavia, questi problemi vengono ricoperte dallo slogan che un gruppo di ortodossi arabi fanatici vuole arabizzare il patriarcato di Gerusalemme.

Invece di essere accolti con ringraziamenti, coloro che stanno prendendo l'iniziativa di rivelare e spiegare cosa sta accadendo nella Chiesa di Gerusalemme sono stranamente già minacciati di deposizione ed espulsione dalla leadership del patriarcato.

Tuttavia, è necessario dire la verità a prescindere dalle conseguenze perché la nostra motivazione è il bene della Chiesa e non le ambizioni personali, dal momento che in quest'ultimo caso ci saremmo comportati diversamente, con l'obbedienza ipocrita che è ben nota nei circoli religiosi.

Stiamo mettendo in grave pericolo il nostro futuro nella Chiesa per amore della verità, perché il mondo apprenda la realtà dei problemi. In seguito, lasciamo il giudizio a Dio perché crediamo che altri interessi siano serviti dall'indifferenza dei responsabili, il che ci fa dubitare che si tratti di veri pastori per noi, perché i buoni pastori danno la propria vita per salvare le pecore dai i lupi. Per questo essi risponderanno a Dio nel Giorno del Giudizio.

Essendo membri della congregazione di lingua araba e vivendo i problemi dei fedeli e gli attacchi che soffrono dagli eterodossi a causa dell'indifferenza della leadership della Chiesa, abbiamo più volte segnalato al nostro patriarca Teofilo le preoccupazioni e le ansie delle persone in presenza del primo segretario e degli altri gerarchi del patriarcato. Abbiamo aspettato abbastanza a lungo la risposta del patriarca e del sinodo, ma invano.

Siamo tornati con amore e umiltà, ripetendo le nostre richieste, ma abbiamo incontrato orecchie sorde. Hanno anche cominciato ad accusarci di essere anti-greci e di voler sostituire questo patriarca con uno arabo. Denunciamo questo come una grande BUGIA perché non abbiamo motivazioni nazionalistiche. Noi amiamo la Grecia e rispettiamo il ruolo che ha svolto nella tutela dei Luoghi Santi e dell'Ortodossia in Medio Oriente.

Le nostre richieste sono puramente spirituali, pastorali e canoniche.

1. Chiediamo che i giovani, uomini e donne, delle nostre congregazioni siano in grado di accedere al monachesimo. Questa è una cosa che la dirigenza attuale non consente, mantenendo invece sempre un numero molto piccolo di monaci di lingua araba, per giustificare la scusa che non molti nativi, come ci chiamano, sono interessati al monachesimo. Quando uno dei fedeli di lingua araba esprime il desiderio di diventare monaco, creano per lui mille ostacoli e aspettano anni per approvare la sua richiesta, mentre qualcuno di origine greca è accettato e ordinato senza alcuna esitazione e senza riguardo per la sua condotta morale, solo perché è greco. Questo ha fatto sì che dozzine di membri del clero e vescovi, figli della Chiesa di Gerusalemme, servano oggi in altre chiese ortodosse. E questa sarebbe giustizia cristiana e cura amorevole della Chiesa madre?

2. Chiediamo che ci siano padri spirituali che conoscono la lingua araba, in modo che tutti i fedeli possano essere ricevuti al grande mistero della Santa Confessione, guidando la vita dei fedeli verso la perfezione sulla via della salvezza, nel difficile contesto sociale in cui si trovano.

3. Chiediamo che sia riconosciuto il primo e unico monastero femminile in Giordania, fondato dal defunto Patriarca Diodoro a Dibeen, costruito dal nulla attraverso le fatiche dell'archimandrita Cristoforo Atallah e che ospita dal 1999 varie monache e novizie, un centro spirituale per migliaia di fedeli in Giordania.

4. Chiediamo che siano creati una scuola teologica e un seminario in modo che i giovani ricevano istruzione cristiana ortodossa, che siano preparati per insegnare la verità cristiana nelle scuole, che abbiano le risorse per combattere la propaganda eterodossa, e che siano stabilite scuole di catechismo in tutti i villaggi e città, perché ciò che esiste oggi non è sufficiente. L'assenza di tali scuole induce molti giovani a cercare scuole latine e protestanti e a entrare nei collegi clericali dei latini e protestanti, finendo con il nostro più profondo rammarico nei ranghi del clero latino o protestante. Ma la leadership ortodossa non protesta e non è addolorata, e questo ci fa chiedere se sono veri pastori che lasciano le novantanove pecore per cercare quella perduta.

5. Chiediamo che ci siano delle metropoli o diocesi, in modo che ci siano attività spirituali e responsabilità pastorale, senza che tutto rimanga in attesa di approvazione da parte del patriarca, perché purtroppo nel nostro patriarcato non ci sono metropoliti pastorali, ma solo titolari. Questo lascia il gregge senza pastore, cosa disastrosa per il futuro dell'Ortodossia nel nostro paese.

6. Chiediamo anche che alcuni membri della congregazione abbiano voce in capitolo nell'amministrazione della Chiesa. Oggi la leadership della Chiesa lavora con alcuni laici ed è rappresentata da loro. Chi sono? Sono individui ignoranti della Chiesa. Anche se sono cristiani, essi non partecipano ai santi misteri sacri della Chiesa e non li capiscono. Non si comunicano se non dopo il battesimo e si presentano come "notabili" che si compiacciono di essere onorati nella società. Chiediamo che persone fedeli, che vivono la vita sacramentale e spirituale, abbiano voce in capitolo nelle questioni ecclesiali, che non si sentano scollegati, come stranieri nel loro paese e nella loro Chiesa madre, dove oggi ha più diritti un clero straniero che non conosce i costumi e le tradizioni locali e che appare come se fosse stato paracadutato. Alcuni membri di questi clero straniero – purtroppo venuti tra noi negli ultimi anni come sconosciuti, già ordinati e avanti negli anni, umiliano il clero e i fedeli locali con il loro comportamento scioccante, a scapito della scuola patriarcale priva di studenti – e quindi inesistente –, che era il vivaio della nostra Confraternita del Santo Sepolcro, dove convivevano greci e arabi, ma che oggi si compone di solo 7-8 bambini di origine greca.

7. Chiediamo l'istituzione canonica del Sinodo. La composizione del attuale Sinodo è fatta in modo tale che piace solo al patriarca, che ritiene che il Sinodo del Patriarcato di Gerusalemme niente altro che un comitato di igumeni. Il Patriarca nomina persone che lui ritiene "qualificate". Così i membri del Sinodo non rappresentano né il popolo né le eparchie, dal momento che, con l'eccezione di due vescovi, non hanno gregge e molti di loro sono archimandriti. Al fine di conservare il loro posto nel Sinodo e di non cadere in disgrazia con il patriarca e per le archimandriti diventare vescovi, i membri del Sinodo diventano pesci muti. Se un membro del Sinodo osa resistere al parere del patriarca, viene subito portato all'uscita. Quale speranza rimane quindi per un futuro migliore per la nostra Chiesa?

Queste sono le richieste che stiamo facendo alla nostra leadership spirituale e per le quali ci sforziamo con umiltà e amore di fronte alla nostra autorità ecclesiastica, che per anni ha chiuso le orecchie e, peggio, ha frainteso le nostre intenzioni e distorto le nostre motivazioni.

Se queste richieste sono anti-cristiane e anti-greche, giudicatele voi, e se le trovate ingiuste e irrazionali dal punto di vista pastorale ed ecclesiologico, accetteremo qualunque punizione ed espulsione.

Siamo ansiosi di avviare qualsiasi dialogo che porti risultati positivi, anche se dubitiamo che avrà successo, dopo aver provato inutilmente negli ultimi anni.

Sappiamo che le chiese locali non interferiscono negli affari di un'altra Chiesa.

Tuttavia, qui c'è un declino catastrofico per la Chiesa ortodossa in Terra Santa, che è una questione seria per tutta la Chiesa ortodossa.

Se un membro soffre, poi soffre tutto il corpo. Questo non va dimenticato.

Due anni fa, i fedeli e le organizzazioni ortodosse hanno segnalato il problema al Partriarca ecumenico Bartolomeo in una lettera firmata da oltre 6000 fedeli, copia del quale è allegata.

Pertanto, vi preghiamo di intervenire per porre fine al sistema non canonico di gestione e di comportamento arbitrario del patriarca della Chiesa di Gerusalemme in ogni modo che ritieniate opportuno, prima che facciamo il lamento funebre dell'Ortodossia tra le rovine della santa Sion.

Arcivescovo Teodosio (Atallah Hanna) di Sebastia

Archimandrita Cristoforo Atallah

Archimandrita Melezio Bassal

Archimandrita Atanasio Kakish

 

 

Padre Touma (Bitar) sulla situazione nel patriarcato di Gerusalemme

dal blog Notes on Arab Orthodoxy

13 luglio 2014

L'archimandrita Touma (Bitar) 

"Non ci possono chiedere di essere loro seguaci semplicemente perché hanno ereditato la successione apostolica. Dobbiamo seguire il bene e prendere le distanze dai cattivi successori degli apostoli".

Sant'Ireneo di Lione

La sede di Gerusalemme: sottomissione che uccide

"Mi ami, Pietro? Pasci i miei agnelli...": così disse il Signore a Pietro per tre volte. L'idea è che Pietro stia sconfessando il suo rinnegamento del Signore per tre volte attraverso il suo amore per lui. Cioè, attraverso la cura delle sue pecore. Egli pianse amaramente, con rammarico e pentimento, e Dio accoglie coloro che si pentono. Ma non nutrire i suoi agnelli è un rinnegamento e un'ingratitudine nei suoi confronti, una cosa che cade sotto la condanna. Guai a chi fa inciampare uno di questi piccoli! Guai a coloro che si nutrono, ma non nutrono le pecore!

Gli agnelli della Sede di Gerusalemme non hanno nessuno che li nutre! Perché? Perché sono arabi! Ogni tipo di risveglio che li faccia risalire oltre il livello dell'impoverimento spirituale e dell'ignoranza è proibito!

A loro è permesso solo spostarsi tra la miseria e l'ignoranza, tra l'analfabetismo spirituale forzato e i rituali. Questo è più rassicurante! Non hanno parte in qualcosa che sia di più di qualche briciola! Sempre trattati con sospetto! Trascurati ed emarginati! Accusati di rivolta contro la sede di Gerusalemme! Tra il martello dell'occupazione militare e l'incudine dell'occupazione ecclesiastica, è in corso un processo per emarginarli, per disabilitarli, per soffocare il loro impeto, per schiavizzarli nella propria chiesa, che li esclude da ogni decisione significativa, sia nella propria terra sia altrove!

Uno dei fedeli da Amman è venuto a fare un ritiro con noi. Ci ha trasmesso la notizia del nuovo capitolo della tragedia della sua chiesa oppressa e del gregge di Cristo emarginato in quel luogo. Alcuni membri del clero arabo, pieni di zelo per la casa di Dio, stanno lavorando per un risveglio tra gli ortodossi arabi! Questa è una cosa naturale! Nel nord della Giordania, un po' di rinnovamento è apparso, e la gente si rallegra al ritorno della vita della Chiesa! C'è a Dibbeen un monastero che prende il nome dalla fonte vivificante. Si trova a circa 12 km a nord di Amman. È come se fosse nato con un taglio cesareo – forse perché è per le donne. I fedeli sono assetati delle fonti dello Spirito, affamati della parola di vita. Ma appena è apparso qualcuno a dare agli ortodossi arabi un torrente d'acqua di vita eterna e a spezzare per loro il pane del cielo, lo strumento degli intrusi che detengono il potere alla sede di Gerusalemme ha agito al fine di porre fine al rischio di risveglio che appariva all'orizzonte, di scacciare coloro che lo stavano realizzarlo, e di spegnere in quel luogo la fiamma dello Spirito! Coloro che sono responsabili di quella che viene considerata come la tessitura di una "sospetta cospirazione" per la rinascita sono stati cacciati via e sono stati sostituiti con altri che possano effettivamente garantire che la Chiesa sarà quanto più possibile disseccata tra gli ortodossi arabi e che nulla giunga al punto della rinascita.

Si sono tenute dimostrazioni per protestare contro il comportamento dei responsabili della sede di Gerusalemme di fronte a varie istituzioni ecclesiastiche e civili. Ma sembra che nessuno voglia ascoltare!

Che colpa hanno gli ortodossi locali di essere arabi? Non è forse vero che in Cristo non c'è né arabo né greco, ma Cristo è tutto in tutti? È naturale che ci siano arabi, greci e slavi nella Chiesa. Una persona non può uscire dalla propria pelle. Lodiamo Dio, ognuno nella propria lingua, paese e cultura, proprio come quelli su cui discese lo Spirito Santo nel libro degli Atti. Tuttavia, che la Chiesa diventi un veicolo e un supporto per il nazionalismo e il razzismo, questa è mancanza di fede! È un regredire di nuovo al paganesimo degli antichi gentili! Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio! Se Cristo non è colui che ci riunisce, allora nulla ci accomuna! Se non siamo preparati a guidare ogni pensiero verso l'obbedienza a Cristo, allora non abbiamo parte con lui! A quel punto, erigiamo idoli accanto a lui nella nostra fede! A quel punto, iniziamo ad assomigliare alle parole di Colui che ha detto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me." A quel punto, noi uccidiamo Cristo in noi e negli altri, pur sostenendo che stiamo offrendo culto a Dio!

Purtroppo, coloro che vegliano sulla Sede di Gerusalemme guardano più alla polvere e alle pietre – e a se stessi – mentre la gente è per loro qualcosa di più simile agli schiavi! Si nascondono dietro i canoni mentre violano il loro spirito! Commerciano potere e denaro! In che modo sono diversi dai sommi sacerdoti di Israele che hanno cospirato contro il Signore e lo hanno consegnato ai gentili perché fosse ucciso?! Gli agnelli di Gerusalemme sono consegnati al macello con negligenza? Si esaltano con i loro paramenti, i loro pastorali e i loro titoli e i loro discorsi magniloquenti, mentre il gregge è costretto a giacere ai loro piedi! Trafficano con Cristo e le sue pecore, senza alcun senso di fede o credo! Forse alcuni di loro si sottomettono allo status quo, provando dolore per la situazione di ortodossi arabi, ma non alzano un dito! Il problema non è nelle loro mani. Questo è ciò che il patriarca e il suo seguito vogliono! Queste parole del Signore non si applicano forse a loro: "La mia casa è chiamata casa di preghiera, e ne hanno fatto una spelonca di ladri"?!

No, noi non stiamo sostenendo gli ortodossi arabi di Gerusalemme perché sono arabi. Né li sosteniamo perché vogliamo arabizzare le autorità e i luoghi santi! Il Signore non è morto per il bene della terra e della pietra, ma per la carne e il sangue! Sono prima di tutto i nostri fratelli nella fede! "Voi siete il tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voi"! La nostra protesta non è per l'autorità che ci è stata rubata o per la cultura araba che viene insultata. E non è per la confisca politica, anche se rifiutiamo l'ingiustizia! La nostra protesta è ecclesiale: è per l'indifferenza, anzi l'abbandono della cura per le pecore di Cristo, l'abbandono della predica del Vangelo della salvezza! "Pasci i miei agnelli", non importa quale possa essere l'identità culturale del branco!

L'insensibilità e l'indifferenza del mondo ortodosso verso ciò che sta accadendo nella Sede di Gerusalemme è sconcertante. Nessuno si sta attivando per motivare coloro che sono indifferenti. È come se questa fosse una cosa che non ci riguarda! Il più semplice degli insegnamenti dei nostri santi padri è che la giusta fede, ovunque essa sia, ci riguarda e ci riguarda direttamente! Un vescovo, per esempio, è un vescovo della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica in ogni luogo, non solo in quella parte in cui è vescovo! Naturalmente, nessuno dovrebbe ingerirsi nel modo in cui un vescovo conduce gli affari della sua diocesi, purché tali questioni siano regolate secondo la retta fede e i canoni della Chiesa. Tuttavia, non appena un vescovo si allontana dalla fede ortodossa e dai canoni della Chiesa, ogni vescovo ortodosso in ogni luogo dovrebbe non solo occuparsi dell'infrazione, al fine di correggerlo, ma è richiesto loro di farlo – e qui sottolineo la parola "richiesto."

Trattare i problemi in termini di quello che è conosciuto come "politica della Chiesa", come se fossero separati dalla virtù e dall'eccellenza, è mancanza di fede e tradimento! Le sedi considerate "greche" chiudono un occhio sul massacro spirituale che si sta verificando nella sede di Gerusalemme per serrare i ranghi tra di loro, come se fossero un partito politico mondano! Esse stesse sanno individualmente che ciò che sta accadendo nella sede di Gerusalemme è inaccettabile e lo diranno nelle loro riunioni a porte chiuse, ma non lo ammetteranno apertamente! In pratica, preferiscono il legame del loro razzismo al legame della Chiesa di Cristo! Che tipo di comportamento è questo? Non è ipocrisia? Ci è stato affidato il nostro nazionalismo e il nostro razzismo o ci è stata affidata la Chiesa di Cristo?! Lo stato di insensibilità verso questo problema è orribile e terrificante! E questo non è limitata alla sfera greca. Purtroppo, va oltre in ogni ambito: slavo, antiocheno e altri! Quante chiese di Cristo in ogni luogo sono oppresse a causa di nazionalismo, razzismo, politica, tribalismo, gruppi e leader all'interno della Chiesa! Non sono tanto interessati ad aver cura della Chiesa, quanto lo sono a estendere la loro autorità, nel nome dell'Ortodossia (!), a chi otterrà quali guadagni materiali e simbolici esercitando autorità sulla Chiesa in questo o quel luogo!

Gli esempi peggiori di sfruttamento della Chiesa, della cura pastorale dei fedeli e della predicazione del Vangelo in questo contesto si trovano nella diaspora – e non solo nelle diocesi del Nord America! Abbiamo scartato ogni ecclesiologia in modo che le cosiddette "Chiese madri" possano tenere le mani sulle Chiese locali! Usiamo il peccato come una scusa e non ci importa nemmeno! Dicono che stanno aspettando il futuro concilio ecumenico ortodosso? Questo non sarà in grado di realizzare una soluzione poiché avverrà in un'atmosfera in cui ci si chiede chi assumerà controllo su cosa, a scapito dei fedeli. Tutti, purtroppo, considerano la diaspora come la loro vacca da mungere! La nostra ultima preoccupazione è la Chiesa! La nostra prima preoccupazione è ciò che ci appartiene!

Per questo motivo, non ci si può aspettare del bene da qualsiasi soluzione, nel prossimo futuro, che venga da fuori di quelli che soffrono! Il nostro visitatore mi ha chiesto: "Che cosa possiamo fare noi, il gregge ortodosso arabo nella sede di Gerusalemme?" Gli ho detto: se siete in attesa di una soluzione che giunga a voi dall'esterno, allora vi sbagliate, perché nulla sta per venire! Quelli tra voi che sono zelanti per Cristo in amore, rettitudine e di umiltà dovrebbero prendere il loro destino, e il destino della loro Chiesa, nelle proprie mani! Chiedete, come avete chiesto finora! Avvertite, come avete avvertito finora! Poi, finalmente, se i responsabili della Sede di Gerusalemme non presteranno attenzione alle vostre esigenze dopo una, due, tre volte, siano allora per voi come il pagano e il pubblicano! Loro sono quelli che sono caduti e voi siete quelli che reclamano giustizia, se sapete mantenervi fedeli al Signore Dio! Se insistono con la loro cecità, lasciateli nella fossa dei loro peccati, ma quanto a voi, fate della luce di Cristo il vostro punto di riferimento e camminate verso di lui! Se tengono stretti i loro beni, lasciateli e lasciate loro quei beni! Il vostro Cristo è un bene sufficiente per voi, il suo Spirito una sufficiente eredità e il suo amore una terra sufficiente!

Lo stesso va detto per tutte le chiese oppresse o nella diaspora. Coloro che si occupano di Cristo sono nel giusto, mentre purtroppo nessuno in questo momento malvagio dà ciò che appartiene a Cristo o è zelante nello Spirito. La Chiesa, sia in Antiochia, Russia, nei Balcani o in qualsiasi altro luogo, non ha mai ricevuto ciò che è suo, tranne con la forza. Non sono mai state riconosciute e accettate come Chiese sorelle se non dopo una separazione. Questa è la malattia dell'autorità!

Le Chiese di Gerusalemme, Alessandria e la diaspora in generale – per non parlare di altri – devono conoscere e comportarsi secondo quello che è bene in Cristo! Chiunque vi sostiene fa del bene anche a se stesso. Resistete a chiunque vi resiste e tenta di legarvi ai fragili pilastri di questo mondo, e non prestatevi ascolto. In verità, però, anche costui potrebbe tornare in sé, perché Dio è con voi e lo Spirito del Signore vi sostiene! Noi non siamo nati in Cristo per essere servili, né per alcun guadagno mondano! Voi conoscete la verità, e la verità vi farà liberi! "Io sono la tua eredità", dice il Signore.

Archimandrita Touma (Bitar)

abate del monastero di san Silvano dell'Athos

Douma, Libano

13 luglio 2014

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