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  Un combattente afghano per la libertà in Donbass
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Io sono afghano, un afghano etnico. Sono venuto qui di mia volontà.

Molti diranno "Che sta facendo qui, va' via e fatti gli affari tuoi, blah blah blah, e così via".

Il fatto è che quel che sta accadendo in Ucraina è accaduto anche nel nostro paese. Circa 36 anni fa.

Il nostro paese era diviso in due campi. Uno era aiutato dall'Unione Sovietica. Un altro, dal mondo intero comandato dagli USA. In quella guerra è accaduto che abbiamo perso, ed ecco i risultati.

Guardate cos'è successo in Afghanistan – quante persone sono state uccise.

E aggiungete al danno l'insulto. Quelli che hanno aiutato l'America a quel tempo, oggi sono automaticamente inclusi nei ranghi dei "separatisti". (ride) È così. E la maggior parte, quasi tutti, sono morti.

Io sono finito in Unione Sovietica nell'85, grazie a un accordo bilaterale tra Unione Sovietica e Afghanistan. Mi sono diplomato al collegio n. 9 nella città di Volgograd. Essenzialmente ho avuto una solida istruzione sovietica. Sovietica.

E ora tutti inizieranno a dire: "È pro-russo, pro-questo o pro-quello". Credetemi, in realtà abbiamo avuto problemi molto seri con le nuove autorità democratiche russe. Siamo stati trattati come stranieri...

Io sono qui non per il governo russo né per alcun altro governo. Sono qui per gli slavi, per questa gente, brava, brava gente... che nondimeno è fatta bersaglio per l'eliminazione.

A noi [afghani] è stata data una "lezione"? Non proprio, ma ce l'hanno quasi data... e ora sono venuti a fare la stessa cosa agli slavi. È qui che devono essere fermati.

Vedete, a tutta questa gente, che pensa di sostenere una giusta causa, mostrano atrocità, mostrano persone con un nastro di san Giorgio che fanno violenze e uccisioni [sono quelli i sabotatori!], mostrano degli assassini. Questi osservano e credono a quel che viene mostrato loro, e vengono ad attaccarci.

Vengono contro di noi e pensano di essere dalla parte giusta. La stessa cosa, proprio la stessa cosa che era stata fatta in Afghanistan, come una fotocopia.

Capite? E ora il problema non è più se sono buoni o cattivi, il problema è che sono ignoranti del male che portano sulle loro spalle. Non sanno quello che fanno.

Dicci, per favore: quanto ti pagano qui?

(ride a lungo) Così tanto che devo scroccare le sigarette.

Sono qui di mia volontà. Non uccido gente per denaro.

Non uccido gente per denaro. Sono qui da solo.

I miei compagni, che combattono al mio fianco, sono osseti, russi, cosacchi, calmucchi, yakuti... l'intera famiglia dell'Unione Sovietica sta combattendo accanto a me!

Siamo l'unione delle tribù com'era un tempo, capite.

E ci sono anche ucraini con noi! non si può dividere un popolo in questo modo. Non è come se tutto fosse iniziato con il nostro arrivo.

Non potete dire "Oh, siete arrivati voi ed ecco che è iniziato il danno. Qui non vi vuole nessuno".

Sono loro [gli americani] che non vogliono nessuno qui, né gli slavi, né nessun altro.

Questi ucraini che hanno dimenticato le loro radici non si considerano più slavi. Ma anche loro non avranno posto qui. Qui hanno bisogno di mettere schiavi.

Hanno bisogno di quei tipi come i vincitori di Eurovision. E se quelli ti piacciono, se ti vanno bene, avrai un posto qui.

Nessun altro sarà tollerato. Credetemi, guardate come è stato fatto in Afghanistan!

Così, faranno qui la stessa cosa che hanno fatto in Afghanistan?

(ride amaramente) Con gli slavi? Con gli slavi faranno molto peggio.

Gli slavi, in questo momento, sono una potenza che porta la propria civilizzazione, il proprio scopo di civiltà.

E alla radice [questo scopo] è contrario a tutto questo business, capite, a questa dominazione mondiale.

Non hanno bisogno degli slavi, non gli servono. Capite? Non hanno bisogno del loro spirito.

Capite? È così.

Ora dicono che non siamo altro che mercenari pagati. Ma è proprio l'opposto. È la parte ucraina che ha cercato di assoldarmi, dicendo: "noi paghiamo bene, vieni dalla nostra parte".

Ma il fatto è che io sono musulmano, e non uccido la gente per denaro. Capite?

È scritto nel Qur'an, che se qualcosa di cattivo accade da qualche parte, devi reagire.

È  scritto nel Qur'an che nessuno dovrebbe mai agire per denaro... certo, è permesso fare commercio. Uno può commerciare, vendere e comprare, ma solo entro limiti consentiti. Ma è proibito fare cose degradanti, disgustose... le cose che fanno loro.

Ed ecco perché sono qui. Era una cosa attesa da lungo tempo. Da lungo tempo, e in principio non c'è nulla di sorprendente nel fatto che certi musulmani stanno ora prendendo le parti degli slavi. Questo è perché il mondo è stato diviso in due campi, e i piccoli paesi, i piccoli stati non possono più vivere da soli. Devono scegliere un campo. Devono legarsi ad altri, e la scelta non è così vasta. O gli slavi o l'America assieme con 'Inghilterra.

C'è anche altra gente che dice: "Guarda, la Siria, l'Irak". Ma là sia i governi sia le opposizioni non sono altro che marionette nelle mani degli stessi padroni. E quest'idea di Jihad che è stata portata alla luce in Medio Oriente... naturalmente è ovvio per chi lavorano.

Inoltre, mi è stato detto che c'è una giornalista molto simpatica dell'Ekho Moskvy che riporta le cose in questo modo: ha detto che presunti "islamisti radicali" per qualche ragione, in qualche modo, sono fatti crescere dalla Russia.

Ma il fatto è che dalla parte ucraina ci sono mercenari che ammazzano la gente per denaro, e questo, si è convenientemente dimenticata di menzionarlo. Di loro non parla! E naturalmente, è ovvio chi regge i suoi fili. È ovvio chi è il pifferaio, quando si parla dei nostri giornalisti.

Siamo stati solo di recente a Donetsk; siamo entrati in un negozio, e il proprietario ci dice: (sorride) "Ragazzi, non dovete pagare, prendete tutto quel che volete, siete i nostri soli difensori. Siete brava gente, continuate a difenderci! Siete i migliori!" Ma noi non possiamo accettare regali. È nostro obbligo pagare. Dobbiamo mostrare che non siamo saccheggiatori, né assassini, né ladri. Non ci aspettiamo trattamenti preferenziali; non causiamo disordini. Siamo qui, e vogliamo che tutti sappiano che siamo venuti a difendere questa stessa terra, per salvaguardarla dal male portato sulle spalle da quei pro-occidentali.

Vorrei dire che la nostra terra è ancora piena di uomini forti. È arrivato il tempo di ripagare i nostri debiti. Quando sono venuto a studiare [nell'URSS] mangiavo tre volte al giorno, e avevo da mangiare quanto bastava a cinque bambini [in Afghanistan] per riempirsi. È arrivato il momento che io ripaghi questo debito. Molto, molto tempo fa mio padre è stato ucciso in Afghanistan. È  stato assassinato dai servi degli americani. Ora è arrivato il tempo che io, suo figlio, combatta contro i loro cani. E questo è tutto.

Vorrei dire: "Non preoccupatevi, siamo tutti con voi, avete tutti noi... russi, osseti, ceceni, afghani... siamo tutti qui, al vostro fianco, come una grande famiglia".

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