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  Un futuro ortodosso per la Finlandia?

dal blog del sito Orthodox England

26 giugno 2014

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Prologo

Quasi 100 anni dopo il tentativo di aggressione occidentale per conquistare l'ultimo baluardo della cristianità in Russia nel 1917, ci sono motivi di pessimismo e di ottimismo. Da un lato, a sud, l'Occidente ha conquistato il Patriarcato di Costantinopoli e ne ha fatto un centro di aggressione contro la pienezza dell'Ortodossia nella diaspora. Inoltre ha cercato di sovvertire gli altri antichi patriarcati, le Chiese di Grecia, Cipro, Albania, e ora gli Stati Uniti e l'Unione Europea stanno cercando di sovvertire le Chiese di Georgia, Romania, Serbia e perfino della Russia. 

D'altra parte, abbiamo assistito alla resurrezione miracolosa della Chiesa multinazionale russa, il 75% di tutto il mondo ortodosso e il campione di tutti coloro che seguono la tradizione ortodossa. Devastata da attacchi selvaggi da parte del nazionalismo, del liberalismo e di Costantinopoli controllata da stranieri in Francia, Stati Uniti, Estonia, Ucraina e Inghilterra, non solo è sopravvissuta, ma ha trovato modo di rispondere alla sua chiamata a predicare il Vangelo e la conseguente unica Chiesa in tutto il mondo, offrendo la 'parola russa' al mondo in generale.

La linea di faglia tra due placche tettoniche spirituali, quella dell'Europa atea/laicista e dell'Eurasia cristiana, non è mai stata assolutamente netta. Lo abbiamo visto negli ultimi anni in quelle che oggi sono chiamate la Bosnia-Erzegovina e l'Ucraina occidentale, dove l'occidentalizzazione aggressiva sta ancora cercando di conquistare le terre ortodosse di confine. Tuttavia, nel nord, lungo la frontiera russo-finlandese, il confine è chiaro. Sul lato orientale si trovano i resti del cristianesimo ortodosso; sul lato occidentale ci sono il consueto laicismo ateo occidentale e poche oasi di ortodossia.

Introduzione

Il fatto è che il primo millennio della storia d'Europa è in generale la storia della sua de-paganizzazione o della sua cristianizzazione. Tuttavia, il secondo millennio della storia d'Europa è in generale la storia della sua ri-paganizzazione o scristianizzazione. Questa scristianizzazione o perdita della fede integrale è stata espressa dall'umanesimo, cioè, il culto dell'umanità caduta e peccaminosa, una storia che ora viene definitivamente completata dal pervasivo paganesimo e dal culto del peccato in questo inizio del terzo millennio.

Un altro fatto che riguarda l'Europa è che i nomi internazionali di alcuni dei suoi paesi non sono i nomi dati loro dai loro popoli nativi. Ad esempio, per quanto riguarda la Francia e Bulgaria, sono conosciuti con nomi di gruppi molto piccoli di invasori, perché i francese sono in realtà galli, non franchi, e i bulgari sono in realtà slavi, non bulgari (una tribù turca). Inoltre, la Germania è di fatto Deutschland, l'Ungheria è Magyarország, la Grecia è Elladha e Romania è un nome recente, inventato dai tedeschi, per Moldavia, Valacchia e Transilvania.

Anche altri paesi europei sono conosciuti con la parola germanica land ('terra'), eppure non sono abitate da popoli germanici. Così, i popoli gaelici di Irlanda (Ireland) e Scozia (Scotland) non usano la parola 'terra' nei nomi indigeni dei loro paesi. Allo stesso modo, Lettonia (Lettland), Estonia (Estland) e soprattutto Finlandia, non sono "terre" germaniche. Nel caso della Finlandia, il nome nativo del paese è 'Suomi', probabilmente correlato alla parola terra, simile allo slavo 'zemlja', che è completamente diverso dal suo nome straniero, ma internazionale. Perché?

L'Occidente

La ragione di questo strano nome di 'Finlandia' è dovuta alla posizione del paese tra Oriente e Occidente. La Finlandia era in realtà solo una piccola zona nell'estremo sud-ovest dell'attuale Finlandia, conquistata dagli svedesi, che diedero il nome a tutto il paese e poi convogliarono questo nome svedese al mondo occidentale. A quel tempo la Svezia aveva rinunciato al suo patrimonio dei santi Olaf e Anna di Novgorod del primo XI secolo, e nel tardo XI secolo aveva abbandonato l'Ortodossia della sua giovinezza per aderire al nuovo cattolicesimo.

Questo significa che la Finlandia non ha mai incontrato il cuore ancora ortodosso del primo millennio del cristianesimo d'Occidente, ma solo quello del secondo millennio. A quel tempo si era sviluppata una forma deviante del cristianesimo in Occidente, che si era allontanata dalla Chiesa e il cristianesimo della Chiesa rimase dominante solo nell'Oriente che allora era maggioritario. E qui si sviluppò rapidamente, soprattutto nei Balcani e nel mondo russo, un mondo che comprendeva tribù slave e finniche. Uno scontro era inevitabile.

Nei secoli XII e XIII la Svezia ora cattolica romana cominciò a lanciare le proprie crociate imperialistiche e l'istituzione svedese impose un 'santo patrono della Finlandia', il papista inglese Enrico di Uppsala (+1156). Così come altrove in Europa occidentale, gli aristocratici locali introdussero il feudalesimo e i contadini finlandesi furono sfruttati. Nel XVI secolo, seguendo l'ultima moda germanica, la Svezia adottò il luteranesimo e cominciò a luteranizzare i finlandesi e a massacrare gli ortodossi nella Finlandia orientale o Carelia.

In particolare, il giorno di Natale del 1590 furono martirizzati san Giona e 115 altri monaci e laici a Pechenga. Il XVII secolo fu un periodo di ulteriore fanatismo protestante e la Svezia, allora una grande potenza, si espanse a sud e a est. In Carelia le forze svedesi distrussero e rasero al suolo i monasteri di Valaam e Konevskij. I monaci che non fuggono furono martirizzati e molti contadini incontrarono lo stesso destino. Gli svedesi conquistarono Carelia, Ingermanland, Estonia e Lettonia, rifiutando di permettere ai loro abitanti di praticare l'Ortodossia.

Dopo questo venne l’'illuminismo', l'influenza atea e neo-pagana francese che gli aristocratici svedesi ora imposero a loro volta ai finlandesi. Anche se dopo il 1809 gli svedesi persero la loro influenza in Russia per oltre un secolo, tale era la presa del luteranesimo che la Finlandia abbandonò ancora il mondo ortodosso russo dopo il 1917. Nel corso dell'ultimo secolo ha progressivamente adottato un tipico modernismo e secolarismo post-protestante scandinavo, un mondo della plastica, acciaio e vetro, che per la maggior parte ha perso le sue tradizioni e vecchie devozioni solide come il legno.

L'Oriente

Diversamente dall'Occidente, dove l'autentica tradizione cristiana ortodossa era stata sconvolta e interrotta, in Oriente continuò immutata. Il cristianesimo ortodosso aveva cominciato a diffondersi in Finlandia al più tardi all'inizio del XII secolo. Alcune delle prime croci trovate in scavi archeologici in Finlandia, datate dal XII secolo in poi, sono simili a un tipo trovato a Novgorod e Kiev. Sembra certo che siano state stabilite parrocchie ortodosse ad ovest fino a Tavastia, al centro della Finlandia del sud.

Il principale lavoro missionario toccò ai monasteri nel deserto della Carelia. Due monasteri furono fondati sulle isole nel lago Ladoga, e secoli dopo divennero celebri: si tratta di Valaam e Konevskij. La Carelia e le foreste finlandesi furono abitate da eremiti spiritualmente avanzati. Spesso intorno alla capanna o skit di un eremita si stabilivano altri asceti e così si fondava un nuovo monastero. In particolare, nel lontano nord, san Trifon di Pechenga (+1583) divenne l'illuminatore dei Lapponi (Sami).

Un altro importante esempio di questo processo fu il santo careliano Alessandro di Svir (1449-1533), che lottò nella vita ascetica per 13 anni a Valaam e poi fondò un altro monastero sul fiume Svir. Tuttavia, dopo tali figure spirituali ci fu la persecuzione luterana della Chiesa. Fu solo nel 1809 che una nuova potente Russia riprese tutta la Finlandia alla Svezia. Tuttavia, anche se furono costruite alcune belle chiese ortodosse, queste erano principalmente per soldati e mercanti russi; l'opera missionaria fu debole.

Così, la Chiesa fu identificata nella mente di molti finlandesi con l'imperialismo di aristocratici e burocrati russi occidentalizzati. Quando la Finlandia divenne indipendente della Russia dopo il 1917, le 24 parrocchie ortodosse in Finlandia furono prese sotto il patriarcato di Costantinopoli, fu adottato il calendario luterano e cominciò la decadenza, associata con la massoneria, il modernismo e pratiche innominabili. Negli anni '40 la Russia fu ulteriormente screditata a causa delle guerre tra la Finlandia e l'Unione Sovietica atea.

E così per ragioni politiche le parrocchie in Finlandia, e più tardi un piccolo monastero e un convento, giunsero ad avere una vita indipendente dalle loro radici nella Chiesa madre russa. Il finlandese è diventato la norma – chiaramente una buona cosa per il lavoro missionario in Finlandia. Tuttavia, fin dall'inizio sotto il patriarcato di Costantinopoli controllato dall'estero, si è imposto il modernismo, che ha invaso sempre più la vita liturgica delle chiese. Molti si sono chiesti se il sale avesse perso il suo sapore sotto la pressione di rinnovazionismo e 'finlandizzazione'.

Conclusione

Gli ultimi due secoli di relazioni russo-finlandesi hanno prodotto le prevedibili reazioni russofobe. Il brutto nazionalismo dei russi non praticanti che tuttavia sostenevano di essere ortodossi ha creato per reazione un nazionalismo locale. Lo stesso processo della Finlandia è stato visibile anche nelle diaspore in Francia, Stati Uniti e altrove, dove la maggior parte ancora non capisce che nella Chiesa la parola 'russo' significa multinazionale e multilingue. Oggi in Finlandia ci sono 140 sacerdoti e circa 58.000 ortodossi fuori della Chiesa russa.

Anche se le funzioni sono ora in finlandese, vediamo un futuro limitato in un'Ortodossia luteranizzata e secolarizzata, una 'euro-Ortodossia' o 'mezzo-Ortodossia', una 'Ortodossia dietetica', razionalizzata, omogeneizzata, sterilizzata, sventrata, neutralizzata, castrata, che serve perfino il ciclo di Pasqua sul calendario cattolico/luterano. Vediamo un maggior futuro con il grande difensore dell'ortodossia nel Nord, sant'Aleksandr Nevskij (23 novembre/6 dicembre), che ha avvertito che 'Dio non è nella potenza, ma nella verita', e con la tradizione monastica della Carelia e del Nord della Russia.

Le chiese costruite dai russi in Finlandia ritorneranno un giorno alla pienezza dell'Ortodossia? Le chiese finlandesi in stile modernista luterano e uniate, per esempio, a Oulu, Lintula, Espoo e Pori possono stare con Costantinopoli. La Cattedrale della Dormizione (la più grande chiesa ortodossa in Europa occidentale) e la chiesa della Santissima Trinità a Helsinki, la magnifica chiesa di legno a Joensuu, la chiesa di sant'Aleksandr Nevskij (come era in origine) a Tampere e le chiese a Tornio, Vaasa e Hamina, rimangono tutte come testimoni e ricordi dell'autentica Ortodossia.

Epilogo

La questione della nostra Chiesa non è principalmente geopolitica, ma spirituale. La questione non è se il mondo ortodosso è con l'Europa (UE) o contro l'Europa, ma se il mondo ortodosso è con Cristo o contro Cristo. Quanto a noi, noi rimarremo con la Santa Rus', perché non c'è nulla di più elevato della santità, neanche in 'Europa'. Il nostro compito è di predicare la 'parola russa', come disse Dostoevskij, cioè predicare la parola ortodossa al mondo intero prima della fine, come ci invita a fare il Vangelo.

I valori cristiani ortodossi non sono quelli del mondo occidentale, che ha quasi abbandonato l'Ortodossia in 1.000 anni fa. Noi non stampiamo 'In God we trust' sulle nostre banconote: confidiamo nel Dio della Santissima Trinità, non nel dio di mammona. In Occidente, credono in quello che hai; noi crediamo in quello che sei. In Occidente, credono al numero 1; noi crediamo nella famiglia. In Occidente credono ad ambizione, carriera e denaro; noi crediamo nella vita, perché Cristo ha detto: 'Io sono la via, la verità e la vita'.

Noi ortodossi in Occidente, in Finlandia o altrove, rimarremo qui per tutto il tempo in cui la nostra testimonianza missionaria non sarà perseguitata e distrutta. Quando ciò accadrà, allora dovremo fuggire di nuovo nella Santa Rus', di cui siamo sempre stati autentici patrioti. Inoltre, resteremo fedeli all'Ortodossia, come la Chiesa fuori dalla Russia è rimasta fedele all'Ortodossia già da 94 anni. Non cambieremo, qualunque cosa pensino il mondo e tutte le sue istituzioni, perché non temiamo le istituzioni dell'apostasia, ma piuttosto abbiamo timore di Dio.

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