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  La vendetta euro-americana contro l'Ortodossia internazionale

Dal blog del sito Orthodox England, 28 gennaio 2014

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Gli attuali disordini violenti a Kiev e in alcune città galiziane ex polacche nel selvaggio ovest dell'Ucraina sono venuti dopo il rifiuto del governo ucraino a cedere ai desideri della violenta minoranza filo-occidentale, e a fare così dell'Ucraina la prossima colonia europea in bancarotta. E' chiaro come il sole che le attuali rivolte accuratamente orchestrate sono la vendetta etnocentrica occidentale per la scelta di libertà del governo democraticamente eletto e del popolo ucraino.

Dopo diverse "visite" accuratamente predisposte a sostegno dei terroristi (molti dei quali noti criminali violenti) compiute fin dallo scorso novembre da vari commissari d'alto rango dell'Unione Europea e da politici repubblicani degli Stati Uniti, simili a tanti generali e senatori romani pagani di duemila anni fa, dopo le minacce da parte dell'amministrazione statunitense e del loro fantoccio l'Unione Europea (l'Unione Europea è sempre stata una creatura degli Stati Uniti dal 1945) di imporre sanzioni contro il governo ucraino e in sostegno di poche migliaia di terroristi (molti di loro ritenuti cittadini polacchi, e di cui si dice che sono pagati una piccola fortuna - per loro - di 30 euro al giorno da parte dell'amministrazione degli Stati Uniti), dopo le minacce di invasione dell'integrità territoriale dello stato certamente artificiale dell'Ucraina da parte di forze in Polonia, Ungheria e Romania, è chiaro che l'Ucraina potrebbe non sopravvivere.

Il governo ucraino si sta cercando disperatamente di mantenere l'integrità territoriale di un'Ucraina vecchia solo di una generazione. Ha un approccio molto dolce verso i terroristi a Kiev e altrove, anche se le loro tattiche sono attentamente orchestrate e molti di loro sono stati professionalmente addestrati ed equipaggiati, come si può vedere nelle loro tecniche di rapimenti di donne e bambini. Se questa fosse Belfast, Washington o Parigi, chiaramente la polizia e i soldati avrebbero ormai sparato a decine di loro. Ma anche con questo approccio, potrebbe non essere possibile per il governo conservare l'unità dello Stato ancora bambino. Proprio come gli altri Stati coloniali, tra cui l'Iraq, la Siria e praticamente tutta l'Africa, non sono stati in grado di sopravvivere a guerre civili in definitiva causate da burocrati a Londra o Parigi che hanno disegnato le loro frontiere con linee rette tracciate sul dorso di buste decenni fa, così anche l'Ucraina, una formazione coloniale dello stalinismo e del e khruscevismo, potrebbe non sopravvivere all'attuale conflitto civile.

In particolare, sembra ormai quasi certo che il centro russo, il sud (chiamato 'Nuova Russia'), tra cui la Crimea russa già autonoma, e quasi tutto l'est puramente russo non tollererà più le attività dei cattolici orientali e degli altri scismatici dalla Galizia. È abbastanza notevole che preti cattolici abbiano avuto un ruolo importante nell'incoraggiare gli scontri a Kiev, e anche il cardinale di New York, Timothy Dolan, abbia dato loro incoraggiamento. Molti già dicono che 'è tutta colpa di Stalin'. questi avrebbe dovuto, dicono, lasciare le tre province filo-naziste nell'estremo occidente, note come Galizia, alla Polonia, come prima del 1939. Queste persone, i galiziani, costituiscono la spina dorsale dell'emigrazione 'ucraina' (in realtà polacca) nel mondo occidentale e molti dei loro discendenti ora sono consiglieri del governo etnocentrico e assolutamente pregiudizievole degli Stati Uniti. La loro partenza avrebbe lasciato le altre 21 province dell'Ucraina alla libertà al di fuori dell'Unione Europea filo-tedesca - per la gelosia degli amanti della libertà, greci, ciprioti, bulgari, romeni, lettoni, italiani, francesi, irlandesi, inglesi e molti altri.

Se i circa sei milioni di galiziani desiderano lasciare l'Ucraina per l'Unione Europea in bancarotta sponsorizzata dagli Stati Uniti, questo sarebbe molto meglio per gli altri. In tal caso il resto dell'Ucraina, l'85 % del paese, di gran lunga la parte più ricca, sarebbe libero di godere dei benefici dell'Ortodossia multinazionale e dell'Unione eurasiatica. Per quanto riguarda la piccola minoranza ortodossa, questa potrebbe diventare semplicemente parte della diaspora ortodossa russa, sia sotto la cura della Chiesa ortodossa polacca, oppure direttamente sotto la cura di Mosca. L'unica domanda sarebbe cosa fare con gli ortodossi della Transcarpazia, la provincia sud-occidentale dell'Ucraina, che è stata così perseguitata dal nazionalismo ucraino da quando è stata staccata dalla Cecoslovacchia nel 1945, quando ancora si chiamava Rus' Subcarpatica.

Potrebbe desiderare di diventare un paese indipendente, chiamato Rutenia o Carpato-Russia, e di aderire all'Unione Eurasiatica. Certamente ha bisogno di protezione dall'attuale imperialismo dell'Unione Europea e dell'Ungheria, dalla quale ha subito così tante amarezze prima del 1919. La sua Chiesa, con 600 parrocchie e una moltitudine di monasteri, abbastanza grande per essere indipendente, potrebbe facilmente diventare una nuova Chiesa autocefala ortodossa. Certo, questa sarebbe secondo il modello russo dell'unità trinitaria nella diversità, che ha fondato nuove Chiese locali (a differenza del patriarcato di Costantinopoli, che non ha mai liberamente consentito ad alcuna Chiesa di ricevere l'autocefalia e non condivide questa visione di unità nella diversità, ma solo quella del centralismo frantumante, come quello dell'Unione europea o del suo predecessore, l'Unione Sovietica).

Non è una coincidenza che nello stesso momento in cui questi eventi accuratamente organizzati hanno luogo in parti limitate dell'Ucraina, è in atto una persecuzione contro i tartari ortodossi in Tatarstan. Sono state bruciate delle chiese e 250.000 tartari ortodossi sono stati minacciati dagli islamisti organizzati, addestrati e finanziati all'estero, principalmente dagli alleati degli occidentali, Arabia Saudita e Qatar. (Quanto ricordiamo bene come il presidente George Bush ha protetto la famiglia saudita di Bin Laden dopo gli attacchi terroristici sauditi dell'11 settembre). Così, sia in Oriente sia in Occidente, i nemici di Cristo stanno tentando di distruggere l'Ortodossia multinazionale (la Chiesa della Russia è composta da 62 diverse nazionalità). Quello che i nemici di Cristo vogliono creare - e in molti luoghi l'hanno già creato - con la loro vecchia tecnica di dividere e imperare, è un mondo ortodosso nazionalista disunito, una serie di piccole chiese mono-nazionali balcanizzate, semplici dipartimenti sdentati di assortiti stati sdentati dell'Unione Europea, per i consumatori di pietismo individualista e di folklore, sul modello disincarnato dei protestanti occidentali.

È chiaro che nel 2014 siamo di fronte ad un punto di svolta sulla strada della storia del mondo. Da un lato, abbiamo le quattro nazioni della neo-costituita Unione Eurasiatica (la Federazione Russa, il Kazakistan, la Belarus' e l'Armenia) con la sua base originaria di unità cristiana ortodossa nella diversità e l'ideale della sinfonia tra Chiesa e Stato; dall'altro, abbiamo gli anti-cristiani Stati Uniti e Unione Europea, molto imitati dal resto del mondo, in gran parte costituito da colonie, un tempo dell'Unione Europea e ora americane, anche se sono diversi decenni indietro rispetto ai loro padroni coloniali. Pertanto, ci sono oggi solo due scelte. Quello che è incerto è se questa sia la fine o solo l'ultima scossa prima del restauro dell'Ortosfera e del governo ortodosso, che è l'unica cosa che ora si trova tra Cristo e Anticristo, tra la Chiesa ortodossa e i suoi fedeli e il mondo occidentale ateo militante. Il tempo ci mostrerà da che parte ci accingiamo ad andare.

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