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  Recensione cinematografica: "Oltre le colline" (Una prospettiva cristiana ortodossa)

Dal blog Mystagogy, 8 aprile 2013

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Di John Sanidopoulos

Avvertenza: Contiene spoiler

Oltre le colline (in romeno: După dealuri) è un film romeno uscito nell'ottobre del 2012, ed è stato ispirato dai saggi di Tatiana Niculescu Bran, che ha indagato nel 2005 sulla morte di una novizia durante un esorcismo rituale in un monastero moldavo. Il film è diretto da Cristian Mungiu e intepretato da Cosmina Stratan e Cristina Flutur. Il film ha ricevuto attenzione in tutto il mondo quando ha debuttato al Festival cinematografico di Cannes del 2012, dove Mungiu ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, e Stratan e Flutur hanno condiviso il premio per la migliore attrice. È stato anche selezionato come candidatura romena per il miglior Oscar in lingua straniera agli ottantacinquesimi Academy Awards, entrando in lista a gennaio.

Il film non è uscito in America fino all'8 marzo del 2013, ma si è limitato solo a New York e Los Angeles. È arrivato qui a Boston lo scorso fine settimana, e se lo avessi visto prima di fare la mia top ten dei film del 2012, sarebbe stato sicuramente incluso tra i miei primi dieci film del 2012. Il film è quasi impeccabile, con piccole critiche. Per esempio, a volte ci sono conversazioni ripetute sullo stesso tema, cosa che diventa un po' fastidiosa, ma che allo stesso tempo accresce la sensazione claustrofobica del film, che a mio avviso è necessaria per dare un impatto emotivo, anche se questo impatto, al termine del film, potrebbe farci sentire sollevati che tutto sia finito. Inoltre non mostra alcuna fase del rituale dell'esorcismo, anche se se ne possono sentire alcune parti, ma è lasciato all'immaginazione, in modo probabilmente intenzionale. D'altra parte, la regia dettagliata e l'interpretazione robusta nel film sono cose che si distinguono in modo straordinario, e ci collegano immediatamente con le persone e con l'impostazione della storia.

Questo è in primo luogo un film sulla Romania di oggi, sulle sue relazioni e sulle sue superstizioni. C'è una cosa che non è, tuttavia: non è un film cristiano ortodosso. L'Ortodossia romena è solo lo sfondo su cui tutto si svolge. Né è troppo sensazionale per un film che si concentra su un una ragazza posseduta da un demonio. Se desiderate il sensazionalismo, allora potete vedere il remake di Evil Dead, anch'esso uscito lo scorso fine settimana e a cui ho dato 3,5 stelle su 5.

Sinossi

"In un isolato convento ortodosso in Romania, Alina (Cristina Flutur) ha appena ritrovato Voichiţa (Cosmina Stratan) dopo aver trascorso diversi anni in Germania. Le due giovani donne si sono sostenute e amate da quando si erano incontrate da bambine in un orfanotrofio. Alina vuole che Voichiţa se ne vada e torni con lei in Germania, ma Voichiţa ha trovato rifugio nella fede e una famiglia tra le suore e il loro sacerdote, e si rifiuta. Alina non riesce a capire la scelta della sua amica. Nel suo tentativo di riconquistare l'affetto di Voichiţa, contesta il sacerdote e le suore con comportamenti violenti. È portata in ospedale, dove si sospetta che possa essere schizofrenica, ma la gente del monastero inizia a sospettare che sia posseduta. Quando i medici la rimandandano al monastero per riposare, Alina è inclusa nella routine monastica nella speranza che trovi la pace. Ma la sua condizione peggiora e infine devono legarla a un asse di legno per impedirle di farsi male. Dopo aver escluso tutte le altre opzioni, il sacerdote e le suore decidono di leggere su di lei le preghiere di liberazione dei posseduti dal maligno. Svolgono un esorcismo, ma il risultato non è quello che avevano sperato, e Voichiţa comincia a dubitare della scelta religiosa che ha fatto. Decide di liberare Alina - ma la sua decisione arriva troppo tardi". (Rotten Tomatoes)

La Romania di oggi e lo scenario del film

Quando sono usciti i libri di Tatiana Niculescu Bran e poi il film l'anno scorso, ci sono state risposte contrastanti da parte del popolo romeno. Alcuni sono stati molto entusiasti che il film abbia rivelato al mondo una parte della Romania che rimane un po' arretrata rispetto al resto del mondo, soprattutto per gli standard occidentali, e altri di mentalità più tradizionale, come la Chiesa ortodossa romena e il governo romeno, lo hanno criticato per aver sfruttato un piccolo segmento della Romania di oggi come se questo riflettesse l'intero paese.

Per mettere queste cose in prospettiva, qualcosa deve essere detto a proposito dei film romeni di oggi. Per chi non lo sapesse, alcuni dei film più vivaci e coinvolgenti che escono dal mercato del cinema internazionale di oggi sono noti come la New Wave romena. Film e registi romeni, come La morte del signor Lazarescu (Cristi Puiu, 2005), Habemus papam (Corneliu Porumboiu, 2009) e, naturalmente, il "film sull'aborto" di Cristian Mungiu 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni sono i più rappresentativi di questo movimento. "Alcune persone sostengono che questi film distorcono e offuscano l'immagine della Romania all'estero con 'vergognose' rappresentazioni di ospedali maligni, funzionari statali corrotti, giovani donne che abortiscono e solitari taciturni che comprano fucili e sparano loro senza una ragione apparente". Questo è anche nel cuore del film Oltre le colline. Si tratta di una critica di opposizione del governo romeno a film di questo tipo, che hanno ricevuto molta attenzione in Occidente, e del suo rifiuto di vedere l'arte come arte.

Si può vedere come Mungiu cattura questo senso in modo nemmeno tanto sottile in Oltre le colline. Alina arriva dall'ovest, dalla Germania, ed è considerata indemoniata per la sua malattia. Il sacerdote, interpretato da Valeriu Andriuţă, quando Voichiţa gli chiede se Alina può rimanere nel monastero finché la sua situazione si rimette a posto, ha dei dubbi e dice che non avrebbe mai lasciato la Romania per andare nel corrotto Occidente, dove gli omosessuali provano perfino a ottenere il diritto al matrimonio. Non sa, tuttavia, che Voichiţa e Alina, interpretate da due attrici attraenti, e che da bambine orfane avevano entrambe sofferto abusi in un orfanotrofio, avevano avuto tra loro una relazione prima che una andasse a farsi monaca e l'altra partisse per l'Occidente. La sola intenzione di Alina è di riportare Voichiţa con sé in Germania e riaccendere la propria passione reciproca.

Oltre il lesbismo e la seduzione, altri elementi "vergognosi" in Oltre le colline sono "la masturbazione ('auto-abuso', la cui menzione scatena violenza fisica in Alina); l'autismo del fratello di Alina (la Romania non riconosce ufficialmente l'autismo dopo l'età di 18 anni), la schizofrenia paranoide (mai discussa come una malattia, ma implicita nei farmaci specifici che il medico prescrive ad Alina), e la sfida alla presunta benevolenza e all'autorità della Chiesa ortodossa, a cui più dell'86% della popolazione della Romania dichiara di appartenere attivamente. Le giovani donne sono, tra l'altro, poco più che ventenni, il che significa che rappresentano anche i tanti bambini abbandonati e trascurati che hanno fatto notizia nei primi anni '90 - anche questo è stato considerato un momento di 'vergogna' per la Romania".

I nuovi film romeni sono difficili da vedere, sia per i vecchi romeni che hanno vissuto la maggior parte della loro vita sotto il comunismo e ora si trovano di fronte a una vecchiaia triste, sia per le giovani generazioni che stanno cercando di superare la recessione, perché sono film troppo lunghi, troppo silenziosi, troppo intellettuali, e non abbastanza divertenti. Questi film parlano però di come gli artisti romeni sono stati spogliati dei loro diritti di esprimere ciò che vogliono esprimere, ed è per questo che in Occidente sono visti come capolavori. Alla fin fine, è tutta questione di politica.

La risposta ortodossa

Come ho detto prima, questo non è un film sull'Ortodossia, ma l'Ortodossia romena fornisce un contesto fondamentale per il film. I cristiani ortodossi sarebbero felici di vedere alcuni degli elementi della vita monastica ortodossa e della cultura romena nel film. È anche un eccellente strumento didattico per clero e seminaristi su questioni quali la guida spirituale, la demonologia e la superstizione. Tuttavia, alcuni possono anche essere scandalizzati per l'elemento superstizioso in tutto il film, anche se la maggior parte del film si basa su eventi reali. Molta attenzione è dedicata al moralismo, al punto in cui diventa quasi soffocante. C'è una scena nel film in cui le suore stanno aiutando Alina a prepararsi per la sua prima confessione, e il sacerdote dà loro un manuale di istruzioni con un elenco di peccati che devono essere confessati. Ci sono oltre 400 peccati in questo elenco, e si procede ad andare ad uno ad uno in fondo alla lista, mentre Alina si riconosce in quasi tutto l'elenco. Si sente un senso di disperazione in Alina. La sua intenzione di andare alla confessione è quella di conquistare il cuore di Voichiţa, ma la sua mentalità doppia che cerca anche l'approvazione da Dio, dal sacerdote e dalle monache la porta alla disperazione e quindi all'odio per il sacerdote, le suore e la Chiesa in generale. Un altro aspetto del film che può scandalizzare è l'enfasi sulla sulla relazione tra Alina e Voichiţa, in particolare una scena di seduzione nella cella monastica di Voichiţa quando Alina si presenta in topless durante un massaggio per sedurre Voichiţa, e l'insistenza di Alina a dormire insieme nello stesso letto.

Quando si vede il film, lo si deve considerare come un resoconto romanzato di un episodio reale e tragico della moderna Romania post-comunista. Anche se il film presenta correttamente la struttura di base della tragedia, esagera l'aspetto relazionale, eppure minimizza anche in qualche modo l'aspetto superstizioso. Infatti, il film sorprendentemente presenta tutti come persone alquanto equilibrate. C'è perfino una scena del film in cui il sacerdote critica le suore perché si concentrano troppo su miracoli e segni, e la sua unica colpa sembra essere che è un po' troppo tradizionale, ma ha ancora compassione e vuole davvero aiutare Alina. Il film non assegna la colpa esclusiva a nessuno, ma mostra la disperazione che ha portato all'azione estrema di legare e imbavagliare una ragazza disturbata a una croce a forma di tavola per giorni al gelo, senza cibo né acqua. In realtà, tuttavia, il prete non ammette mai davvero di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma si esalta nel fatto che la ragazza esorcizzata è stata liberata dall'influenza demoniaca con la sua morte. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che il sacerdote era giovane, al di sotto dei 30 anni, un po' incolto, e forse anche delirante egli stesso.

Padre Constantin Sturzu, un portavoce del metropolita di Moldova e Bucovina, ha fatto una recensione del film e ha detto che non pensava che i cristiani avrebbero trovato nulla di riprovevole nel film. Il film mostra che tutti hanno una parte di colpa nella tragedia, non solo il prete e le suore, ma anche l'ospedale che non ha trattato bene la paziente malata di mente, né cerca di fornire un verdetto sul caso. Egli critica il film perché rappresenta alcuni aspetti della vita monastica come privi di fondamento nella realtà, come per esempio quando le suore chiamano il prete "papà" e la badessa "mamma", per dimostrare che la loro vita monastica è come una nuova famiglia. Critica anche un po' l'elemento superstizioso del film, come se ai cristiani ortodossi venisse insegnato a credere senza mettere in discussione, cosa che non è vera. Trova anche un'opportunità per discutere di come i canoni sono una guida per come la Chiesa deve condurre se stessa, ed è il loro spirito che deve essere colto, più che l'esattezza di applicarli alla lettera. Lo scopo dei canoni è di aiutare il credente nell'unione con Dio attraverso un'applicazione misurata, piuttosto che spingere le persone alla disperazione attraverso la loro rigida applicazione. E conclude dicendo: "Il film può essere un ottimo insegnante, ma non può essere un'icona del cristianesimo ortodosso. Spero che il regista Cristian Mungiu esca dal suo periodo iconoclasta".

Conclusione

La scena finale del film mostra il sacerdote e le suore arrestati e portati via in un furgone della polizia per essere processati per i loro crimini. Due agenti stanno discutendo un altro orribile crimine avvenuto quella mattina, e di come la società si stia degradando con simili tragedie. Improvvisamente un torrente di acqua fangosa colpisce il parabrezza, mentre i tergicristalli lottano per pulirlo. Ciò suggerisce che non vi sia alcuna forza umana abbastanza grande per gestire la miseria del mondo. Né il governo né la Chiesa sono riusciti a rimuovere questa macchia. "Sotto questo aspetto Cristian Mungiu è come Ingmar Bergman, in cui l'umanità è profondamente difettosa, Dio è indifferente e silenzioso, e il paesaggio è perennemente avvolto nell'inverno". Non è un film molto divertente, ma le sue idee fanno presa. È avvincente da guardare e affascinante per pensare.

Consiglio vivamente a tutti di vedere Oltre le colline, soprattutto per l'eccellente cinematografia e interpretazione, e anche i problemi che mette in discussione. Si tratta di un film inquietante che non dà risposte facili, perché, come suggerisce, di risposte facili non se ne trova nessuna.

...o se ne trovano?

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