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  Stabilite le relazioni Chiesa-stato in Montenegro. Sul recente accordo tra il Montenegro e la Chiesa ortodossa serba

dello ieromonaco Ignatij (Shestakov)

Orthochristian.com, 17 agosto 2022

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L'autore, lo ieromonaco Ignatij (Shestakov), fratello del monastero Sretenskij di Mosca, è uno specialista in studi balcanici e parla correntemente la lingua serba.

All'inizio di agosto è avvenuta la tanto attesa firma dell'Accordo di base tra il governo del Montenegro e la Chiesa ortodossa serba. La cerimonia ufficiale si è tenuta la mattina del 3 agosto presso la villa "Gorica" non lontano dalla capitale montenegrina.

Il patriarca Porfirije di Serbia, a nome della Chiesa serba, e Dritan Abazović, primo ministro del paese a nome del governo del Montenegro, hanno firmato l'Accordo. Alla cerimonia della firma hanno partecipato delegazioni piuttosto numerose della Chiesa e del governo. Nella delegazione ecclesiastica vi erano membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa serba, tra cui il metropolita Joanikije del Montenegro e del litorale, il vescovo Vasilije di Srem e il vescovo Fotije di Zvornik-Tuzla, così come tutti i vescovi le cui diocesi si trovano in tutto o in parte sul territorio del Montenegro: il vescovo Atanasije di Mileševa, il vescovo Metodije di Budimlja-Niksic e il vescovo Dimitrije di Zahumlje ed Erzegovina. L'archimandrita Nektarije, segretario capo del Santo Sinodo, e alcuni altri sacerdoti facevano parte della delegazione.

A nome del governo, il ministro della Giustizia Marko Kovač, che ha svolto un ruolo significativo nella stesura del documento finale, è arrivato alla cerimonia della firma accompagnato dal vicepremier Vladimir Joković e dai ministri dei diritti umani e delle minoranze Fatmir Gjeka, della salute Dragoslav Šćekić e della finanza Aleksandar Damjanović.

Al termine della cerimonia, il patriarca Porfirije ha ringraziato i membri del governo e tutti coloro che hanno preso parte alla stesura del testo e, di conseguenza, ha ottenuto la firma del tanto atteso documento. Si è congratulato con tutti i cittadini del Montenegro indipendentemente dalla loro fede e identità politica o nazionale. Il patriarca ha rivolto parole di particolare gratitudine al metropolita Amfilohije del Montenegro e al Litorale, di beata memoria, che ha dato un enorme contributo alla realizzazione di questo accordo.

Le dichiarazioni ufficiali sui siti web del governo e della Chiesa serba, così come su altri mass media, non riflettono l'atmosfera tesa e carica che ha circondato il processo di pianificazione e decisione della firma dell'Accordo. Per quanto riguarda il significato della sua firma, sarebbe difficile trovare in Montenegro un evento più atteso e discusso negli ultimi anni. Le lotte politiche che circondano questo documento sono continuate fino all'ultimo momento e generalmente non si sono placate nemmeno dopo la firma dell'Accordo.

Il significato dell'Accordo

Tuttavia, mettendo da parte la controversia politica e la perenne turbolenza della politica montenegrina, ha senso elaborare in modo più dettagliato il lato contenuto del documento firmato.

Dobbiamo dire subito che l'Accordo di base contiene una serie di affermazioni che incidono positivamente sulla futura missione della Chiesa in Montenegro e regolano in generale il suo status giuridico. Nel complesso, la vita della Chiesa ortodossa serba in Montenegro ha una distinzione speciale. Da un lato, le diocesi sul suo territorio sono state tra le più attive nella Chiesa serba. A partire dagli anni '90, sta crescendo nel paese il numero di monaci e nuove chiese, l'alto livello della sua attività editoriale è notevole in tutta la Chiesa e vi operano alcune delle principali fonti di informazione ecclesiastiche. D'altra parte, l'atteggiamento ostile di alcuni importanti politici ha portato a una situazione in cui le attività della Chiesa sono state lasciate praticamente non regolamentate su questioni riguardanti la sua opera nell'esercito, nelle forze di polizia, nei centri di detenzione e strutture sanitarie. Il tema delle proprietà della chiesa e dei luoghi santi rimane una questione dolorosa e non esiste una base legale per insegnare i fondamenti della fede nelle istituzioni educative primarie e secondarie, ecc. Insomma, tutte le questioni chiave delle relazioni Chiesa-Stato sono bloccate al livello in cui erano nei primi anni '90: "Niente è proibito, ma allo stesso tempo nessuno permette nulla".

Cosa c'è di nuovo?

Quanto al contenuto del documento, va subito notato che l'inizio dell'Accordo contiene un preambolo storico davvero importante che, in realtà, conferma l'eredità storica e la presenza della Chiesa serba in Montenegro, e il legame storico tra tutte le diocesi sul territorio del moderno Montenegro e della Chiesa serba autocefala. Questa questione è infatti estremamente importante, perché nel corso di molti anni, il regime politico al potere ha imposto pressioni sulla Chiesa e ha costantemente cercato di portare avanti l'idea di un certo isolamento della Chiesa sul territorio del Montenegro dalla Serbia per quanto riguarda la storia, la giurisdizione e i beni culturali della Chiesa. Secondo molti, il regime di Đukanović avrebbe sollevato la pressione sulle diocesi molto tempo fa, se queste avessero seguito la strada della ricerca dell'autonomia ecclesiale o di una qualche secessione culturale e storica, come sta accadendo sul territorio dell'Ucraina a partire dagli anni '90.

Firmando l'Accordo di base, il governo riconosce "il contributo della Chiesa ortodossa serba allo sviluppo sociale, culturale ed educativo del Montenegro, il ruolo storico della Metropolia del Montenegro e del Litorale al tempo dei metropoliti montenegrini", e a allo stesso tempo afferma che "la Chiesa ortodossa serba in Montenegro è una parte organica della Metropolia del Montenegro e del Litorale e delle diocesi di Budva-Niksić, Mileševo e Zahumlje-Herzegovina e Primorska (o: Zahumlje-Herzegovina)".

Lo Stato garantisce l'autonomia e l'indipendenza della Chiesa nella sua organizzazione, nella vita interna e nelle libertà di mantenere i legami con i suoi più alti organi ecclesiastici (cioè il Patriarcato serbo), così come con le altre Chiese ortodosse locali. Tutte le questioni di amministrazione ecclesiastica sono interamente di competenza della Chiesa.

Uno degli articoli più importanti dell'accordo riguarda i beni ecclesiastici e i luoghi santi: "Lo Stato garantisce alla Chiesa l'inviolabilità del diritto di proprietà e statualità su monasteri, templi, edifici e altri beni immobili e spazi di sua proprietà, secondo l'ordinamento giuridico dello Stato". Ciò premesso, lo Stato si impegna, a norma di legge, ad effettuare la registrazione di tutti i beni immobili non registrati nella proprietà delle diocesi e delle loro persone giuridiche ecclesiastiche.

Vale la pena ripetere che è stato proprio il tentativo dello Stato di intromettersi brutalmente nella questione della proprietà dei luoghi santi, dei monasteri e delle chiese ortodosse che ha scatenato un'ondata di proteste pubbliche in Montenegro due anni fa. La Chiesa è stata costretta a scendere in piazza a seguito di un attacco frontale del presidente Milo Đukanović e del governo sotto il suo controllo, quando hanno tentato di dichiarare proprietà statale tutti i monasteri e le chiese del paese costruiti prima del 1918. Queste folli azioni delle autorità hanno letteralmente destabilizzato il paese; e un anno dopo, sono costate a Đukanović il potere illimitato a cui era così abituato e che aveva esercitato liberamente nel paese per quasi tre decenni. Inoltre, le successive elezioni hanno portato cambiamenti nel parlamento e nel governo.

Uno degli aspetti interessanti dell'Accordo è stata l'adozione di giorni non lavorativi ufficiali per le feste ortodosse. Questi includono la vigilia di Natale (o Badni dan), conosciuta sia nella tradizione locale che in quella generale della Chiesa serba come un giorno di festa speciale con le sue usanze; la Natività di Cristo; e la Sinassi della santissima Madre di Dio, il giorno successivo. In sostanza, ci sono tre giorni non lavorativi: il giorno prima di Natale, il giorno di Natale e il giorno dopo. Anche il Venerdì Santo e il Lunedì Luminoso, oltre alla Krsna Slava, il giorno del santo patrono di ogni famiglia, sono stati dichiarati giorni non lavorativi. Inoltre, i fedeli hanno diritto a un giorno di riposo nella festa di san Sava, primo arcivescovo di Serbia (14 gennaio/27 gennaio), del santo ierarca Vasilije di Ostrog (29 aprile/12 maggio) e di san Pietro di Cetinje (18 ottobre/31 ottobre): i santi più significativi del Montenegro. Tuttavia, questi giorni di riposo dipenderanno dal contratto con il datore di lavoro. La questione delle festività della Chiesa lascia ancora molto spazio per ulteriori aggiunte e modifiche.

L'accordo disciplina i beni e le attività economiche della Chiesa, comprese le materie relative ai luoghi santi e ai beni culturali. In effetti, sono state poste le basi per risolvere la questione della restituzione. Numerosi articoli dell'accordo riguardano questioni importanti come l'insegnamento della religione (la Legge di Dio) nelle scuole pubbliche, l'educazione dei credenti che sono membri della polizia e delle forze armate, il ministero della Chiesa nelle istituzioni sanitarie e nelle carceri, nonché una questione sulla costituzione da parte della Chiesa di fondazioni e organizzazioni sociali e caritative.

Senza dubbio, l'Accordo di base nella sua forma attuale è un documento che pone le basi per la soluzione di tutta una serie di questioni finora irrisolte nei rapporti Chiesa-Stato.

Chiaramente, non è solo presto, ma anche ingenuo affermare che con la firma dell'accordo in Montenegro tutti i problemi in questo ambito siano stati risolti. Ciò è già diventato chiaro sulla base delle dichiarazioni negative di alcuni importanti politici fino alle loro minacce di sciogliere il governo. Tuttavia, la firma dell'Accordo di base rafforza la posizione della Chiesa ortodossa serba nella regione e sposta la discussione sul suo status giuridico e sulla partecipazione alla vita pubblica in Montenegro a un livello completamente diverso.

Ieromonaco Ignatij (Shestakov)

* * *

Per una revisione più dettagliata, includiamo di seguito il testo completo dell'accordo di base tra il governo del Montenegro e la Chiesa ortodossa serba (traduzione da Srbin.info).

* * *

Accordo di base (fondamentale) tra il Montenegro e la Chiesa ortodossa serba

Il Montenegro, rappresentato dal governo del Montenegro e la Chiesa ortodossa serba, rappresentata dal Santo Sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa serba (di seguito: le parti contraenti),

Al fine di regolare il quadro giuridico delle relazioni reciproche,

Facendo riferimento al diritto internazionale e alla Costituzione del Montenegro, alla libertà di religione garantita e al principio di separazione tra Stato e Chiesa, al diritto canonico ortodosso, alla Costituzione della Chiesa ortodossa serba (di seguito: Costituzione della COS) e alla struttura ecclesiastica sin dal fondazione dell'Arcivescovado di Žiča, del Patriarcato di Peć, e quindi della Chiesa Ortodossa Serba,

Partendo dal fatto che la Chiesa cristiana è presente in Montenegro fin dai tempi apostolici e dalla sua continuità-missione attraverso la struttura storica ortodossa e ecclesiastica sin dalla fondazione degli episcopati di Zeta, Budimlja e Hum dell'Arcivescovado di Žiča (1219-1220),

Riconoscendo il contributo della Chiesa ortodossa serba nello sviluppo sociale, culturale ed educativo del Montenegro e il ruolo storico della Metropolia del Montenegro e del Litorale durante il periodo dei metropoliti/sovrani montenegrini.

Notando che la Chiesa ortodossa serba in Montenegro è costituita, come sua parte organica, dalla Metropolia del Montenegro e del Litorale e dalle diocesi di Budva-Niksić, Mileševo e Zahumlje-Herzegovina e Primorska (o: Zahumlje-Herzegovina)

Hanno concordato quanto segue:

Articolo 1

Le parti contraenti confermano che la Chiesa ortodossa serba (di seguito: la Chiesa ) e il Montenegro (di seguito: lo Stato) sono ciascuno nel proprio campo di attività, indipendenti e autonomi, e si impegnano a rispettare pienamente questo principio nelle loro relazioni reciproche.

Le parti contraenti si impegnano a cooperare tra loro al fine del completo sviluppo spirituale e materiale dell'uomo e della società e del progresso del bene comune.

Articolo 2

Lo Stato riconosce la continuità della soggettività giuridica e secondo la sua Costituzione garantisce alla Chiesa e ai suoi enti ecclesiastici-giuridici (diocesi, comuni ecclesiastici, monasteri, dotazioni* [in un determinato contesto le istituzioni sociali e i fondi della Chiesa ecc.], organizzazioni e fondi indipendenti e singoli luoghi di culto) l'esercizio dei poteri di diritto pubblico in Montenegro in conformità con il diritto canonico ortodosso e la Costituzione della Chiesa ortodossa serba.

L'autorità ecclesiastica competente ha il diritto di regolare in modo indipendente la sua organizzazione interna e di stabilire, modificare, abolire o riconoscere entità ecclesiastiche secondo le disposizioni del diritto canonico ortodosso e della Costituzione della COS.

L'autorità ecclesiastica competente informa l'amministrazione statale di queste decisioni al fine di registrare le persone giuridiche ecclesiastiche secondo le normative statali.

L'ente statale competente è obbligato ad agire su segnalazione delle autorità ecclesiastiche competenti.

Articolo 3

Lo Stato garantisce alla Chiesa, agli enti ecclesiastici, al clero, ai monaci e ai credenti la libertà di mantenere i legami spirituali e amministrativi, in conformità con il diritto canonico ortodosso e la Costituzione della COS, con i suoi più alti organi ecclesiastici, con le altre Chiese ortodosse locali, nonché con le comunità religiose.

Articolo 4

Nel rispetto della libertà di religione, lo Stato riconosce alla Chiesa la libertà di svolgere la sua missione evangelica apostolica, soprattutto per quanto riguarda il culto, l'organizzazione, l'amministrazione ecclesiastica, l'educazione e la predicazione religiosa.

Articolo 5

La Chiesa ha il diritto esclusivo e inalienabile di regolare liberamente, in conformità con le esigenze e sulla base del diritto canonico ortodosso e della Costituzione della Chiesa ortodossa serba, in Montenegro la propria struttura ecclesiastica, nonché di stabilire, modificare e abolire governatorati gerarchici, comunità ecclesiastiche, parrocchie, monasteri e altre unità organizzative.

Articolo 6

La Chiesa è responsabile di tutte le nomine, i trasferimenti, le rimozioni, gli incarichi e le revoche dei servizi religiosi, in conformità con il diritto canonico ortodosso e la Costituzione della Chiesa ortodossa serba.

Il Santo Sinodo dei vescovi della Chiesa ortodossa serba, in quanto massima autorità ecclesiastica, ha competenza esclusiva nell'elezione, ordinazione e nomina dei vescovi nelle diocesi del Montenegro, nonché nell'istituzione, cambiamento e abolizione delle diocesi secondo il diritto canonico ortodosso e la Costituzione della COS.

Le autorità ecclesiastiche competenti hanno il diritto di prendere decisioni di natura spirituale e disciplinare secondo l'ordine canonico ortodosso e le relative norme ecclesiastiche, senza alcuna interferenza da parte delle autorità statali.

Articolo 7

Lo Stato garantisce alla Chiesa la libertà di culto, di riti religiosi e di altre attività religiose e umanitarie.

Culto, riti religiosi e altre attività religiose si svolgono in templi, altri edifici, cimiteri e aree di proprietà della Chiesa, nonché in luoghi pubblici, spazi aperti e luoghi legati a eventi storici o personaggi significativi.

Lo Stato garantisce alla Chiesa l'inviolabilità del diritto di proprietà e statualità su monasteri, templi, edifici e altri beni immobili e spazi di sua proprietà, secondo l'ordinamento giuridico dello Stato.

Lo Stato si impegna, in conformità con il proprio ordinamento giuridico, a registrare tutti i beni immobili non registrati di proprietà della Metropolia del Montenegro e del Litorale, della Diocesi di Budva-Niksić, della Diocesi di Mileševo, della Diocesi di Zahumlje-Herzegovina e delle loro chiese o persone giuridiche di appartenenza.

Solo per motivi eccezionali e con l'espresso consenso delle autorità ecclesiastiche, le strutture e i locali di cui al comma 3 del presente articolo possono essere utilizzati per altri scopi.

Nelle strutture e nei locali di cui al comma 3 del presente articolo, gli enti statali non possono adottare misure di sicurezza senza la preventiva approvazione delle autorità ecclesiastiche competenti, salvo i casi in cui ciò sia richiesto da ragioni di urgenza a tutela della vita e della salute umana.

Quando si svolgono funzioni di culto o riti religiosi in luoghi pubblici e spazi aperti (processioni ecclesiastiche, pellegrinaggi e riti religiosi simili), le autorità ecclesiastiche competenti informeranno tempestivamente le autorità statali che garantiranno l'ordine pubblico e l'incolumità delle persone e dei beni.

Articolo 8

In caso di avvio di un procedimento penale o per delitto contro il clero o funzionari religiosi della Chiesa, l'organo statale che conduce il procedimento ne informa l'arcivescovo competente.

Articolo 9

Il sigillo della confessione è completamente e sempre inviolabile.

Articolo 10

La domenica e le seguenti festività religiose sono giorni non lavorativi per i cristiani ortodossi in Montenegro:

Badni Dan (la vigilia della Natività) (24 dicembre / 6 gennaio),

La Natività di Cristo e la Sinassi della Santissima Madre di Dio (25 e 26 dicembre / 7 e 8 gennaio),

Grande e Santo Venerdì,

Lunedì Luminoso,

Il primo giorno della Krsna Slava.

Le parti contraenti convengono che, in conformità con gli atti del datore di lavoro, consentiranno ai dipendenti del datore di lavoro di usufruire del congedo durante l'orario di lavoro nei giorni di festività religiose: San Sava, primo arcivescovo di Serbia (14 gennaio / 27 gennaio), San Basilio di Ostrog (29 aprile / 12 maggio) e San Pietro di Cetinje (18 ottobre / 31 ottobre), per partecipare ai riti religiosi.

Le parti contraenti possono concordare eventuali modifiche in giorni non lavorativi se si manifesta la reciproca necessità.

Articolo 11

La Chiesa e gli enti ecclesiastici hanno il diritto di ereditare, acquistare, possedere, utilizzare e alienare beni mobili e immobili, nonché di acquistare e alienare beni, svolgere attività economiche e di altro tipo secondo le disposizioni del diritto canonico ortodosso e della Costituzione della COS, e secondo l'ordinamento giuridico dello Stato.

Nei casi di trasferimento, sottrazione dallo Stato o alienazione di beni che rappresentano un patrimonio culturale dello Stato, e nei quali la Chiesa ha diritto di proprietà, si applicano le disposizioni della legge sulla tutela dei beni culturali.

La Chiesa può stabilire dotazioni e fondazioni in conformità con le disposizioni del diritto canonico ortodosso e della Costituzione della Chiesa ortodossa serba e in conformità con l'ordinamento giuridico dello Stato.

Articolo 12

La restituzione dei beni ecclesiastici mobili e immobili, confiscati o nazionalizzati senza equo compenso, sarà effettuata secondo la legge che regola le materie della restituzione in Montenegro, previo accordo con le autorità ecclesiastiche competenti.

Le parti contraenti convengono che la questione di cui al paragrafo 1 del presente articolo deve essere risolta entro un termine ragionevole.

I beni immobili e mobili da restituire alla proprietà della Chiesa o per i quali lo Stato provvederà a un equo compenso sono determinati da una Commissione mista composta da rappresentanti delle parti contraenti.

Articolo 13

La Chiesa ha il diritto di costruire templi ed edifici ecclesiastici, nonché di ampliare e risistemare quelli esistenti, secondo l'ordinamento giuridico dello Stato.

Lo Stato ha l'obbligo di consentire alla Chiesa di collaborare con gli organi statali competenti nella redazione dei documenti di pianificazione territoriale al fine di creare le condizioni per la costruzione di edifici religiosi.

Il vescovo competente prende una decisione sulla costruzione di un edificio ecclesiastico in conformità con il diritto canonico ortodosso e la Costituzione della COS e propone un luogo per la costruzione di edifici, e le autorità montenegrine competenti accetteranno la proposta a meno che non vi siano ragioni oggettive contrarie di pubblico interesse.

Le autorità competenti in Montenegro non prenderanno in considerazione le richieste per la costruzione di edifici religiosi della Chiesa che non abbiano l'approvazione scritta del vescovo diocesano competente.

Lo Stato aiuta finanziariamente la Chiesa, in primo luogo, nel restauro e nella conservazione degli edifici religiosi ortodossi che hanno valore culturale e storico.

Articolo 14

Lo Stato garantisce alla Chiesa la libertà di svolgere attività educative, culturali, scientifiche, informative, editoriali e altre attività connesse alla sua missione spirituale, secondo l'ordinamento giuridico dello Stato.

Lo Stato garantisce alla Chiesa il diritto di possedere, stampare e pubblicare libri, giornali, riviste e materiale audiovisivo di contenuto religioso, educativo, culturale e scientifico.

La Chiesa ha anche accesso ai media (giornali, radio, televisione, Internet).

La Chiesa ha il diritto di fondare e modificare emittenti radiofoniche e televisive, in conformità con l'attuale legislazione del Montenegro.

Articolo 15

In conformità con la Costituzione della Chiesa ortodossa serba, la Chiesa ha il diritto di istituire istituzioni educative religiose per l'istruzione secondaria e superiore di sacerdoti e funzionari religiosi.

L'istituzione di altre istituzioni educative da parte della Chiesa è regolata dalla legge.

La Chiesa ha il diritto di stabilire e regolare istituzioni culturali in conformità con la Costituzione della Chiesa ortodossa serba e l'ordinamento giuridico dello Stato.

Il finanziamento delle istituzioni educative e culturali in Montenegro, fondate dalla Chiesa, così come lo status del loro personale e dei beneficiari (persone che le frequentano), sarà regolato in modo più rigoroso e più dettagliato da un'apposita convenzione secondo l'ordinamento giuridico del lo Stato.

Articolo 16

Lo Stato garantisce il diritto dei genitori e dei tutori di fornire ai propri figli un'educazione religiosa secondo le proprie convinzioni.

L'istruzione religiosa ortodossa nelle scuole pubbliche può essere regolata secondo l'ordinamento giuridico dello Stato.

Articolo 17

Il Montenegro garantisce alla Chiesa il diritto alla pastorale per i credenti ortodossi nelle forze armate e nei servizi di polizia, così come nelle carceri, nelle istituzioni sanitarie pubbliche, negli orfanotrofi e in tutte le istituzioni sanitarie e sociali pubbliche e private.

Gli organi statali competenti, d'intesa con le autorità ecclesiastiche competenti, forniscono condizioni per consentire ai credenti ortodossi di esercitare la libertà di religione, nonché spazi di culto e pasti per i credenti ortodossi negli ospedali, nelle carceri, nell'esercito, nella polizia, nella scuola, negli studenti e case di cura.

Articolo 18

La Chiesa ha il diritto di istituire istituzioni e organizzazioni caritative e sociali secondo l'ordinamento giuridico dello Stato.

Gli enti di cui al comma 1 del presente articolo ne disciplinano l'organizzazione interna e le modalità di attività mediante statuti approvati dalla competente autorità ecclesiastica, e hanno lo stesso statuto giuridico degli enti statali aventi lo stesso scopo.

Le parti contraenti possono concludere accordi speciali di mutua cooperazione tra enti caritativi statali e ecclesiastici, istituzioni sociali, sanitarie, educative e simili.

Articolo 19

Al fine di monitorare l'attuazione dell'Accordo e migliorare la cooperazione tra le parti contraenti, sarà costituita una commissione mista con un numero uguale di rappresentanti.

La commissione mista si riunisce secondo necessità e non meno di una volta ogni sei mesi.

L'Accordo è concluso a tempo indeterminato e può essere modificato con l'accordo delle parti contraenti.

Articolo 20

L'Accordo è redatto in quattro copie identiche, due delle quali restano a ciascuna delle parti contraenti.

L'Accordo entra in vigore il giorno della firma.

L'Accordo sarà pubblicato sulla "Gazzetta ufficiale del Montenegro" e su "Glasnik" – il periodico ufficiale della Chiesa ortodossa serba.

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