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  Quo Vadis, signor Johnson?

di un prete ortodosso per il Saker Blog, 1 giugno 2022

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Io... credo che... i nostri figli (saranno) un giorno cittadini dello stesso paese mondiale sotto una bandiera che avrà nei suoi quarti la Union Jack e il drappo a stelle e strisce'.

Sir Arthur Conan Doyle, Il nobile scapolo, 1887

Alexander Johnson, o per dargli il suo nome completo, Alexander Boris de Pfeffel Johnson, è nato da ricchi genitori britannici a New York nel giugno 1964, cinquant'anni dopo l'assassinio di Sarajevo nel giugno 1914. Dal 2019 Johnson è primo ministro del Regno Unito. Dando l'impressione di un aristocratico elitario e snob e lontanamente imparentato con la regina Elisabetta II, ha lavorato come giornalista di destra ma è soprattutto un noto opportunista politico. Di certo, non è un uomo del popolo. Come tanti altri politici, crede davvero in qualcosa, a parte se stesso?

Johnson è un biografo del suo idolo, il mezzo americano Winston Churchill, che sembra imitare nella sua andatura. Il suo servile libro The Churchill Factor indica chiaramente chi è il suo modello. Ha cinque o sei o sette figli (lui stesso non sembra essere troppo sicuro di quanti ne abbia generati da varie madri) e tra un lockdown e un altro si diverte a fare feste da ubriaco a Downing Street. Una figura altamente divisiva e controversa all'interno del Regno Unito, amato da pochi e odiato dalla maggior parte, su di lui si fa la seguente battuta:

Qual è la differenza tra Zelenskij e Johnson?

Zelenskij è un buffone che è diventato un politico, mentre Johnson è un politico che è diventato un buffone.

I commentatori più seri pongono la domanda: Johnson è un buffone naturale o finge semplicemente di essere un buffone? O, forse molto probabilmente, è un buffone naturale che finge di essere un buffone ancora più grande?

Naturalmente, la maggior parte delle persone ammetterà che Zelenskij non è mai diventato un politico, ma è rimasto un buffone. Ma questa è un'altra storia.

Nonostante il suo secondo nome di Boris, [1] Johnson è un russofobo fino in fondo, prevenuto come lo era Sir Arthur Conan Doyle (che si guadagnò il suo titolo difendendo l'indifendibile guerra boera – vedi sopra) o qualsiasi altro vecchio imperialista. Come altri rappresentanti con il paraocchi dell'establishment normanno-britannico, Johnson rigurgita i vecchi miti anti-russi vittoriani [2] del "grande gioco", così come quelli nuovi.

Questi ultimi miti includono l'avvelenamento nel 2006 della spia e traditore Aleksandr Litvinenko (chiaramente non un atto dei servizi segreti russi, che avrebbero agito in modo da non essere identificati) e gli avvelenamenti della famiglia Skripal del 2018 nel centro militare dell'establishment britannico a Salisbury (e la successiva censura del caso e i rapimenti del padre e della figlia effettuati dall'MI5). Questi avvelenamenti erano dovuti a un'orrenda sostanza che si trovava, forse unicamente sulla terra, nell'impianto altamente segreto di armi chimiche di Porton Down, a sole sei miglia da Salisbury. Che l'MI5 e il suo braccio assassino del SIS (100 omicidi in media all'anno) con i suoi numerosi mercenari sudafricani ne potessero essere i responsabili non sarebbe mai stato ammesso dalla piccola mente di Johnson.

Johnson non sa che l'MI5 e l'MI6 sono noti per le loro risorse (...o pesi morti?) sottopagati e non troppo brillanti, con i loro secondi lavori come corrispondenti della BBC. Sono perfettamente in grado di fare fiasco con qualsiasi operazione di insabbiamento, imbiancatura o false flag, come la recente farsa britannico-ucraina a Bucha (un luogo scelto solo perché suona molto simile alla parola inglese 'butcher', ovvero macellaio). Lì un cadavere si è miracolosamente alzato e se ne è andato non appena ha pensato che la telecamera fosse passata. Solo che non era così.

Tuttavia, Johnson è probabilmente meglio conosciuto per la Brexit. Dal momento che i grandi del partito Tory, sostenuti da avidi industriali e mercenari dei media, avevano costretto in modo antidemocratico il Regno Unito alla camicia di forza della Comunità Economica Europea nel 1973, presumibilmente era giusto che fossero loro a liberarne il Regno Unito nel 2020. L'Unione Europea è comunque un'organizzazione fallimentare. Ma dove va il Regno Unito dopo l'Unione Europea? Tutti ricordano le sinistre parole di Dean Acheson nel 1962 secondo cui "La Gran Bretagna ha perso un impero e non ha ancora trovato un ruolo". Sessant'anni dopo, nel 2022, la risposta iniziale e molto tardiva di Johnson dopo il divorzio disfunzionale tra Regno Unito e Unione Europea è stata la "Global Britain". Dopo la sua recente umiliazione in tentativi di trattative commerciali nell'India (che, cosa non sorprendente, è anti-colonialista e, altra cosa non sorprendente, è filo-russa), forse anche lui si è finalmente reso conto che la "Gran Bretagna Globale", meglio conosciuta nella storia come "Impero Britannico", è finita... e, tra l'altro, neppure quella aveva funzionato...

Così, reduce dal suo fiasco indiano, Johnson ha annunciato la sua ultima fantasia, segnalata in Italia il 27 maggio, che è un'alternativa all'UE. (Non ha mai sentito parlare dell'alternativa britannica al Mercato Comune di sessant'anni fa – l'EFTA? Anche quella era stata un fallimento). Ad ogni modo, il suo ultimo piano stravagante è un'alleanza militare e commerciale, guidata ovviamente dal Regno Unito, con l'Ucraina, la Polonia, i Paesi baltici e "forse più tardi la Turchia". Come la maggior parte dei concetti di Johnson, il concetto è ridicolo. (Forse è stata quell'altro famoso genio, Liz Truss, che vuole che l'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico venga estesa al Pacifico – un oceano è molto simile a un altro, dopotutto – ad aiutarlo a tirar fuori quest'idea?).

Qualcuno dovrebbe dire a Johnson che l'Ucraina è in bancarotta e non esiste più in quanto tale e che la popolazione complessiva dei Paesi baltici è solo di quattro milioni. Questo perché la maggior parte dei lettoni e lituani sotto i 40 anni è stata obbligata a emigrare nell'Unione Europea per lavorare come schiavi retribuiti per sopravvivere, dopo che la Germania aveva comprato per quattro soldi e poi chiuso le loro industrie. (A proposito, dal momento che i tre Paesi baltici non hanno aerei da combattimento, la NATO vi staziona un numero tra i quattro e gli otto caccia ma, cosa più terrificante di tutte, la Gran Bretagna ora ha 1.700 soldati e non meno di 18 carri armati per proteggere l'Estonia; chiaramente una minaccia enorme all'esercito russo forte di un milione di effettivi, di due milioni di riservisti e di 15.398 carri armati). Per quanto riguarda i polacchi, che ricordano sempre come la Gran Bretagna svendette la Cecoslovacchia nel 1938, e poi ha declinato galantemente di inviare le sue forze armate per proteggerli dalle orde naziste nel 1939, questi hanno comunque già fatto del polacco la seconda lingua parlata nella Gran Bretagna. [3] Cosa c'è ancora da guadagnare lì? Per quanto riguarda il 'forse più tardi la Turchia', il sultano ottomano Erdoğan ha idee diverse...

Johnson è nella migliore delle ipotesi un buffone impacciato e balbettante in uno spettacolo comico interpretato da un primo ministro temporaneo di quello che nella migliore delle ipotesi può essere chiamato DK, o il Regno Disunito. Disunito perché la trentennale guerra coloniale contro l'unità nell'Irlanda del Nord, con i suoi 3.500 morti, si è conclusa quasi 25 anni fa, perché chiaramente ci sarà finalmente un ritorno a lungo ritardato all'Irlanda Unita e alla giustizia. E la Scozia tornerà ad essere un paese indipendente, come lo era prima che la sua élite dominante fosse corrotta dalla City di Londra per unirsi all'Inghilterra e al Galles nel 1707. Il Galles potrebbe quindi seguire la stessa strada della Scozia.

Da qui in poi, il governo interno e quindi la libertà per i tanto provati 56 milioni di persone dell'Inghilterra, che vedranno la tanto attesa fine dell'establishment britannico imposto dal 1066, con la sua millenaria perfidia normanna e, finalmente, un Parlamento nazionale inglese democratico. Allora un'Inghilterra sovrana potrebbe finalmente prendere il suo posto come un'altra delle 200 nazioni abbastanza ordinarie del mondo, e tutte le pretese imperiali britanniche del tutto superflue potrebbero essere rimesse al loro posto, nella pattumiera della storia.

Nei panni del barboncino biondo, spettinato e sovrappeso di Washington, Johnson, nato a Manhattan, abbaia a favore degli Stati Uniti, che lo tengono debitamente impegnato lanciandogli dei bastoncini dietro a cui correre, cosa che è felice di fare. Ma niente di nuovo qui, i primi ministri del Regno Unito hanno corso con entusiasmo, ansimando, scodinzolando e riportando bastoncini ricoperti di saliva ai loro padroni statunitensi. È stato così da quando ebbe inizio l'occupazione statunitense del Regno Unito, sette settimane dopo Pearl Harbor (potrebbe essere un indizio sul perché ciò sia davvero successo?), ottant'anni fa, nel gennaio 1942, con il primo di due milioni di truppe statunitensi di occupazione. Subito dopo, molti britannici furono manipolati per comportarsi come cowboy, guardare film americani, masticare gomme, bere coca-cola, mangiare cibo spazzatura, indossare jeans, ballare e cantare canzoni con accenti americani. Era chiaramente l'inizio della fine, se possiamo contraddire l'osservazione di Churchill del novembre 1942.

Ma non abbiamo ancora risposto alla nostra domanda: dove sta andando, signor Johnson?

Con il Regno Unito che crolla (non una questione di se, ma di quando), con l'Unione Europea che crolla (non una questione di se, ma di quando), con gli USA che crollano (non una questione di se, ma di quando), tra le doglie del parto nuovo mondo multipolare, creato dall'Occidente attraverso il suo tragico zampino di gatta dell'Ucraina che crolla, ci chiediamo: Quo vadis, mondo occidentale?

Quali che siano le sue spacconate, signor Johnson, il fatto è che ci stiamo dirigendo tutti verso un Nuovo Ordine Mondiale, e non è quello che lei e la sua élite avete sognato. È quello che era nei suoi incubi, quelli in cui lei non è più un barboncino, ma dove il barboncino è il suo padrone. E quanto a lei, forse ha più cose in comune con Zelenskij di quanto pensasse: un invito all'esilio in una gabbia dorata per buffoni in Florida. Yankees e risorse della CIA, tornatevene a casa. E prendetevi con voi tutti gli aspiranti yankees, i traditori e le armi nucleari, non vogliamo che sporchino e inquinino le nostre coste.

Oh, e non si preoccupi di lasciarci il suo numero. L'Europa appena liberata, dall'Atlantico agli Urali, non la chiamerà. Saremo impegnati in un caffè a Vienna a pianificare la nostra futura casa europea comune, il commercio e la sicurezza nella nuova Confederazione dell'Europa Sovrana, Mosca, San Pietroburgo, Helsinki, Stoccolma, Varsavia, Praga, Vienna, Budapest, Bucarest, Atene, Berlino, Parigi, Londra, Madrid e Roma, quell'Europa che abbiamo perso nel 1914, ricorda? Addio per sempre, signor Johnson. Si goda i gangster di Miami.

Note

[1] A Johnson è stato dato il secondo nome di Boris a causa di un amico di famiglia, un emigrato russo.

[2] C'è una curiosa connessione di denominazione russa tra Alexander Boris Johnson e la regina Vittoria. Il nome di battesimo della regina Vittoria era in realtà Alexandrina, così chiamata in onore del suo padrino, il vincitore di Napoleone, lo tsar Alessandro I di Russia. Tuttavia, a causa della sua acuta russofobia, preferì usare il suo secondo nome, Victoria. Pertanto, l'età vittoriana avrebbe dovuto essere chiamata l'età alessandrina, dal nome dello tsar russo. Inoltre, per una curiosa svolta del destino, anche la nipote prediletta di Vittoria si chiamava Aleksandra. Fu la tsaritsa Aleksandra, l'ultima imperatrice di Russia, uccisa dopo che "andò storto" lo spettacolo orchestrato dagli inglesi, la rivolta di palazzo del febbraio 1917 a San Pietroburgo, e dopo che marxisti sionisti come Lenin e Trotskij furono inviati dal mondo occidentale e subentrarono agli aristocratici russi pasticcioni e anglofili. Grazie ancora all'MI6 per la sua brillante ingerenza, pianificazione e lungimiranza.

[3] https://www.ukpopulation.org/england-population/. A proposito, la seconda lingua dell'Ucraina è l'ucraino.

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