Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=34&id=205  Mirrors.php?cat_id=34&id=602  Mirrors.php?cat_id=34&id=646  Mirrors.php?cat_id=34&id=647  Mirrors.php?cat_id=34&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=34&id=2779  Mirrors.php?cat_id=34&id=204  Mirrors.php?cat_id=34&id=206  Mirrors.php?cat_id=34&id=207  Mirrors.php?cat_id=34&id=208 
Mirrors.php?cat_id=34&id=3944  Mirrors.php?cat_id=34&id=7999  Mirrors.php?cat_id=34&id=8801  Mirrors.php?cat_id=34&id=9731  Mirrors.php?cat_id=34&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=34&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 10
  Quando la fine si avvicina – il silenzio

di padre Stephen Freeman

Orthochristian.com, 14 gennaio 2022

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

San Giovanni Battista ha detto di Cristo che "il ventilabro è nella sua mano". (Lc 3,17) Si tratta di un attrezzo agricolo, uno strumento per separare il grano dal loglio, cioè per separare la parte commestibile del grano dalla buccia che deve essere scartata. In questo senso, è uno strumento di giudizio. Il carattere di Cristo, che è l'immagine secondo la quale siamo creati, è tale che l'essere umano rivela più pienamente ciò che è quando si avvicina a Cristo (o quando Cristo stesso si avvicina a noi). C'è stato un momento in cui gli undici discepoli non sapevano che Giuda era potenzialmente un traditore. In effetti, si fidavano abbastanza di lui da lasciarlo servire come loro tesoriere. Cristo, ci viene detto, ha sempre saputo che Giuda era quello che era, ma lo ha sopportato pazientemente fino a quando non si è rivelato un traditore.

In modo simile, credo, ci sono prove che Cristo vedeva anche negli altri discepoli ciò che dovevano diventare. Simone fu chiamato "Pietro" molto prima che mettesse in evidenza qualcosa di un personaggio "simile a una roccia". Era rumoroso, supponente, capace di cercare di correggere Cristo in qualsiasi numero di punti. Non c'è niente di simile a una roccia in un simile comportamento. Tuttavia, ho il sospetto che, alla presenza di Cristo, Pietro abbia sentito un qualche movimento della roccia dentro di sé. Alla sua presenza, quelli che non riuscivano a camminare sentivano un'agitazione di forza nelle loro membra, proprio come gli occhi ciechi tendevano verso la luce della vista. Individui non credenti hanno scoperto una capacità di credere che avrebbero ritenuto impossibile. La presenza di Cristo ci rivela.

Che i venti e i mari obbedissero alla voce di Cristo non era contrario alla loro natura – era il compimento della loro natura – come finalmente udirono di nuovo la voce di Adamo (ora il secondo Adamo, invece del primo) comandare loro. Erano vissuti tra gemiti e travagli attraverso i secoli, aspettando la gloriosa libertà dell'obbedienza. Alla voce di Cristo, i venti e il mare sono diventati i loro veri sé.

Non ho parole di saggezza per parlare di coloro che si rivelano in qualche modo "perduti", coloro per i quali la presenza di Cristo sembra rivelare la loro alienazione da Dio. Nella mia esperienza, questa non è una cosa comune. La bontà, sebbene sembri fragile, è, infatti, abbastanza forte e spesso vittoriosa. Ciò che è stato alienato da Dio non ha la grazia di sostenersi. Niente lo "energizza". Tuttavia, c'è qualche forma di entropia ontologica che di tanto in tanto si instaura, un "cadere" nel nulla. Ricordo, di fronte a ciò, la discesa di Cristo nelle profondità dell'Ade, così che negli angoli più remoti di quell'oscura entropia risplendesse una luce redentrice.

In un dato giorno, non oso pensare a lungo o intensamente a questa entropia. Il suo stesso ricordo può venire come un invito a unirsi alla sua spirale discendente. Cristo avverte nella Scrittura che gli "ultimi giorni" saranno così difficili che pochissimi rimarranno fedeli. Sospetto che il colpevole non sarà il dolore o la sofferenza, ma la semplice disperazione. Anche adesso sento la sua voce paurosa e stanca nelle lamentele di molti.

Siamo agli "ultimi giorni"? Nella prima settimana della Grande Quaresima cantiamo:

Anima mia, anima mia, alzati! Perché stai dormendo?

La fine si avvicina e rimarrai confusa.

Svegliati, dunque, e veglia, perché ti risparmi Cristo nostro Dio,

che è ovunque presente e riempie ogni cosa.

+ Prima settimana della Grande Quaresima, Contacio, Tono 6°

La "fine" che si avvicina è Cristo stesso. Non sono le macchinazioni dei governi e le cospirazioni nascoste a segnare gli ultimi giorni. Che il male diventi più manifesto è un effetto secondario di Cristo che "si avvicina". Gli eventi umani non determinano in alcun modo i tempi di Dio. Se stiamo guardando tali eventi, i nostri occhi sono distratti e probabilmente viviamo nell'illusione. Gli scritti su queste cose sono generalmente accompagnati dall'ammonimento a prendersi cura della nostra anima.

L'ultima lettera di san Paolo è stata scritta ai Filippesi dal carcere. Spera di essere rilasciato, ma è anche incerto sull'esito che lo attende (sarebbe stato giustiziato). (Fil 1:20) È degno di nota che questa sia chiamata la sua "epistola della gioia". Mentre la fine si avvicina, la luminosità della sua anima aumenta. Offre questo consiglio:

In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. (Fil 4:8)

Questo ammonimento è molto più di un invito dell'Apostolo verso cose piacevoli. Non c'è niente di ingenuo nella sua vita spirituale. Questa è una direzione per il cuore, un'istruzione specifica che ci permette di prepararci alla fine. Chi pensa alla bruttezza del mondo, o a voci di cose e intenzioni terribili, di fatto, dorme. È un sonno che ci culla in una disperazione che farà naufragare la nostra fede in modi che non possiamo immaginare.

C'è una grande battaglia spirituale che viene condotta nel cuore umano. È la battaglia del vero, del nobile, del giusto, del puro, del bello, del buon rapporto, delle virtù e del degno di lode, che hanno tutti un vero essere e sono sostenuti dalla mano di Dio, contro le bugie, le paure, il pericolo immaginario, il brutto e l'oscuro, che alla fine non hanno sostanza e passeranno come il vento. Questa battaglia è la vera lotta del nostro tempo. Questi avversari sono gli "spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" che san Paolo descrive in Efesini 6.

C'è una ragione per cui san Serafino di Sarov dice: "Acquisisci lo Spirito della pace e migliaia di persone intorno a te saranno salvate". Abbiamo, in gran parte, scambiato la vera guerra spirituale del cuore con le lotte ideologiche della nostra epoca. In quanto tali, ci poniamo su un piano di parità con ogni argomentazione o azione secolare. Le tentazioni politiche abbondano perché rimaniamo nell'illusione che in quel processo vengano stabilite cose di grande valore. L'illusione è che fintanto che i nostri obiettivi sono nobili e dichiarati correttamente, il risultato sarà ugualmente nobile e corretto. San Paolo avverte: "Poiché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza" (1 Cor 4:20) La potenza (chiaramente identificata da san Serafino) non è nelle nostre argomentazioni, ma nella tranquilla vittoria ottenuta mediante l'unione con il Cristo che dimora in noi.

È stata questa stessa potenza a risuscitare Cristo dai morti.

E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Rom 8:11)

Questa è la vita che salva migliaia di persone intorno a noi. Trovo che ogni volta che scrivo in questo modo, c'è un respingimento da parte di alcuni che mi accusano di "quietismo", che è una strana critica da parte degli ortodossi. "Esicasmo" è la forma greca della stessa parola, ed è visto come il cuore stesso della fede – nella fede e nella pratica. La storia del "quietismo" in Occidente non è la stessa dell'esicasmo in Oriente. Tuttavia, sembra essere un facile bersaglio per le critiche. Noi crediamo nella nostra politica.

Ecco una parola su cui vale la pena riflettere. È di Alexander Kalomiros, l'autore dell'articolo "Il fiume di fuoco".

L'esicasmo è la caratteristica più profonda della vita ortodossa, il segno della genuinità ortodossa, il presupposto del retto pensiero e del giusto credo e gloria, il paradigma della fede e dell'Ortodossia. In tutte le battaglie interne ed esterne della Chiesa, abbiamo avuto gli esicasti da una parte e gli antiesicasti dall'altra.

Il tessuto stesso dell'eresia è antiesicastico.

Anche in questo caso, l'esicasmo si trova nella pratica, non nella retorica. Credo che sia stato l'esicasmo ad aprire le acque del Mar Rosso. Ha causato la caduta delle mura di Gerico. Ha risuscitato i morti e purificato i lebbrosi. I demoni tremano in sua presenza.

Il Signore è nel suo santo tempio. Che tutta la terra taccia davanti a lui.

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 10