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  Istruzioni per l'elemosina

Un'omelia per la diciottesima domenica dopo la Pentecoste

di san Macario (Nevskij), metropolita di Mosca e Kolomna

Orthochristian.com, 9 ottobre 2022

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2 Cor 9:6 – Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché 'Dio' ama 'chi dona con gioia'. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, come sta scritto: 'ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno'. Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro.

Dopo l'ascensione del Signore al Cielo, predicando prima il Vangelo in Giudea e poi tra le altre nazioni, i santi apostoli ricordarono fermamente il comandamento del Signore sull'amore come primo segno della sua sequela: Da questo sapranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri (Gv 13:35). Osservando fermamente questo comandamento del Signore tra di loro, gli apostoli cercarono di instillarlo in tutti coloro che credevano in Cristo attraverso la loro predicazione. La prima manifestazione di questo amore fu l'unità dello spirito e l'unità dei beni. Per servire i poveri, gli apostoli scelsero sette diaconi (At 6:5). Nessuno allora considerava proprio nulla, ma tutto era in comune (At 4:32). Così è stato prima con la Chiesa madre – la Chiesa di Gerusalemme – e poi in altre Chiese.

Quando mandarono san Paolo a predicare tra i pagani, gli apostoli gli chiesero di non dimenticare i fratelli cristiani di Gerusalemme che soffrivano a causa dell'oppressione degli ebrei non credenti e della carestia che aveva colpito il loro paese. L'apostolo Paolo cercò con cura di adempiere la promessa del Signore Gesù Cristo. Tra le sue fatiche apostoliche, si assunse la responsabilità di raccogliere l'elemosina. Tornato a Gerusalemme, invitò coloro che si erano convertiti alla fede, compresi i cristiani di Corinto, a prendersi cura prima del suo arrivo di raccogliere l'elemosina per i fratelli di Gerusalemme e, quando sarebbe venuto, a inviare con lui ciò che avevano raccolto.

Nella sua epistola ai Corinzi, che leggiamo oggi, l'Apostolo li istruisce su come fare l'elemosina perché sia gradita a Dio e fruttuosa per coloro che fanno l'elemosina, e che un sentimento di gratitudine a Dio nasca in coloro che ricevono l'elemosina. L'Apostolo paragona l'elemosina e la carità in genere, come opere di amore cristiano, con la semina e dice: Chi semina scarsamente mieterà anche scarsamente; e chi semina con abbondanza mieterà anche con abbondanza (2 Cor 9:6). Ciò significa: chi fa l'elemosina, lo faccia senza avarizia, generosamente, sapendo che più dà, più riceve, proprio come un contadino, più semina, più miete; ma chi semina poco, raccoglie poco.

La carità è un dono di Dio. Chi vuole che il suo dono sia accolto da Dio deve sacrificare secondo la disposizione del suo cuore, non di malavoglia, né di necessità: perché Dio ama chi dona con gioia (2 Cor 9:7). Alcuni si astengono dal fare l'elemosina ai poveri, dal partecipare alla carità pubblica, giustificandosi con se stessi dicendo che si preoccupano di diventare loro stessi poveri facendo l'elemosina in modo generoso. Come per prevenire tali scuse, l'Apostolo dice: Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene (2 Corinzi 9:8). La gente non diventa povera per essere stata generosa con l'elemosina, ma per essere stata troppo avara per dare anche poco a chi è nel bisogno mentre è troppo generosa con se stessa, soddisfacendo i propri capricci.

Come è scritto, 'ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno'. (2 Cor 9:9). L'Apostolo porta una testimonianza della verità di ciò che è stato detto: il detto profetico che chi distribuisce l'elemosina con mano generosa non si impoverirà mai (Sal 111:9). Anche se i suoi mezzi per una vita lussuosa temporanea diventano scarsi, la sua verità e rettitudine non diventeranno mai scarse. A volte, nei suoi modi incomprensibili, il Signore qui non dà una ricompensa per aver fatto l'elemosina. A volte anche chi offre elemosine può aver bisogno dell'aiuto degli uomini, ma ciò non significa che Dio abbia dimenticato l'elemosina, perché egli ha preparato misericordia e ricompensa per i misericordiosi. Il misericordioso riceverà misericordia (Mt 5:7). La loro giustizia durerà per sempre: saranno con i giusti nell'eternità.

Perciò non siamo avari, piuttosto disperdiamo i nostri beni con mano generosa. San Giovanni Crisostomo dice:

Non vedi quanto danno gli altri ai comici e alle donne dissolute? Dai a Cristo almeno la metà di quanto gli altri danno ai comici e alle donne dissolute. Dai a Cristo almeno la metà di quanto danno ai ballerini; dai almeno agli affamati tanto quanto loro, nella loro vanità, danno agli artisti negli spettacoli pubblici. Ornano i corpi dei dissoluti di molto oro, e tu non vuoi rivestire la carne di Cristo di vesti anche semplici, anche quando lo vedi nudo. Spendi volentieri in cose vuote, ma quando hai bisogno di vestire la povertà di qualcuno, ti consideri il più povero di tutti.

Tale istruzione di questo santo Padre non è meno pertinente per il nostro tempo che per la società del suo tempo.

Continuiamo la spiegazione della lettura apostolica. Per rendere ancora più disponibili i cristiani di Corinto all'elemosina volontaria e generosa, previene il timore di alcuni che, se doniamo generosamente agli altri, noi stessi potremmo impoverirci e trovarci bisognosi dell'aiuto di qualcun altro. L'Apostolo li persuade ad abbandonare questi timori e a coniugare questa convinzione con la preghiera, affinché Dio, che dà seme al seminatore e pane per nutrimento, dia abbondanza a ciò che hanno seminato e moltiplichi i frutti della loro giustizia (2 Cor 9:10). Con queste parole di preghiera esprime il desiderio che Dio ci ricompensi generosamente per le nostre elemosine con la moltiplicazione dei beni terreni e materiali, tanto che non ci manchi nulla; e inoltre, che moltiplichi i frutti della giustizia, quella giustizia che si manifesta attraverso la carità, perché è detto che i misericordiosi riceveranno misericordia (Mt 5:7). Questo è il primo frutto della giustizia.

Inoltre, la giustizia di coloro che disperdono i loro beni per fare elemosina ai poveri rimane per sempre (2 Cor 9:9). Cioè, anche se hanno una temporanea scarsità di beni terreni, tuttavia, la loro bontà rimarrà per sempre nella memoria di Dio e riceveranno da lui una ricompensa centuplicata. Questo è un altro frutto della giustizia.

Perciò, conclude l'Apostolo, non siate avari, non temete l'impoverimento, ma siate ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro (2 Cor 9:11). Aggiungiamo un altro incentivo per i cristiani: l'elemosina generosa opera la stessa gratitudine verso Dio in coloro che la ricevono; e ciò significa che, facendo l'elemosina, glorifichiamo Dio, ispirando gratitudine verso di lui in coloro che aiutiamo generosamente. E se glorifichiamo Dio, allora Dio ci glorificherà secondo la sua immutabile promessa: io onorerò quelli che mi onorano (1 Re 2:30).

Tutta la lettura apostolica di oggi comprende dunque un'istruzione sull'elemosina. Ci sono lezioni qui per molti di noi, o meglio, per tutti noi. La lezione per chi ama fare l'elemosina senza riserve nel nome di Cristo è che chi semina generosamente mieterà anche generosamente; coloro che danno nel nome di Dio riceveranno anche una ricompensa da Dio: la moltiplicazione dei frutti della giustizia: la vita eterna. La lezione per i vanagloriosi, per coloro che amano fare l'elemosina e si fanno pubblicità per essere glorificati dalla gente, è che hanno già ricevuto qui il loro salario e quindi non riceveranno alcuna ricompensa celeste (Mt 6:2). Questa lezione è anche per coloro che si allontanano dal mendicante che tende loro la mano, ma quando c'è una causa pubblica per aiutare chi è nel bisogno, cercano di superare gli altri offrendo di più, o almeno non rimanendo indietro, spesso lo fanno a malincuore, tristemente, mormorando contro coloro che hanno proposto la causa. Questi non sono donatori volontari. L'ispirazione principale per tali elemosine è la vanagloria. Queste persone non meritano l'amore di Dio.

Facciamo dunque l'elemosina con generosità nell'attesa di una generosa ricompensa da Dio; o meglio, semplicemente per amore di chi è nel bisogno, come per i nostri fratelli in Cristo, senza aspettarci alcun tipo di ricompensa. Non diamo né per vanagloria né per ostentazione, ma per amore di Dio, secondo il comandamento di Cristo, facendo in modo che la mano sinistra non sappia cosa fa la destra (Mt 6:3). E Dio, che vede nel segreto, ci ricompenserà apertamente (Mt 6:4).

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