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  La leadership e la Chiesa tra cinquant'anni

dal blog del sito Orthodox England, 2 giugno 2020

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Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e del santo Spirito (Mt 28:19)

Non spegnete lo Spirito (I Ts 5:19)

La verità vi farà liberi (Gv 8:32)

Per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l'unione di tutto preghiamo il Signore (Grande ectenia).

Ho letto il Vangelo per la prima volta poco più di cinquant'anni fa. È arrivato come una rivelazione poiché alla fine ha dato un senso al mondo che mi circonda. Quindi ho iniziato a cercare quella Chiesa misteriosa che Cristo aveva fondato nei Vangeli e contro la quale "le porte dell'inferno non prevarranno". Mi sono reso conto che questa poteva essere solo una Chiesa storica, le cui radici risalgono a queste stesse parole di Cristo nel primo secolo. Chiaramente, ciò escludeva tutti i gruppi protestanti inventati dall'uomo, compresa la Chiesa d'Inghilterra, i quali risalivano, nella migliore delle ipotesi, solo al XVI secolo. Mi sono anche reso conto che questa Chiesa deve essere sia universale che locale, in altre parole, aperta a tutti i popoli, lingue, nazionalità e culture, cioè una Chiesa locale nella sua diversità, e al tempo stesso anche universale.

Chiaramente, ciò significava anche l'esclusione di qualsiasi cosa strettamente etnica, come per esempio, ancora una volta, l'anglicanesimo (la chiesa di stato dell'Impero britannico, un impero che era iniziato con Elisabetta I e suo padre ed era finito con Elisabetta II e suo padre, e che ora è un anacronismo). Ciò escludeva anche tutte le Chiese ortodosse locali mononazionali, per non parlare dei piccoli rami nazionalistici o scismatici, come i gruppi ucraini, bielorussi e vecchio-calendaristi. Pertanto, l'unica scelta poteva essere tra il cattolicesimo romano centralizzato e la Chiesa ortodossa russa perseguitata. Dato che il primo era chiaramente un costrutto dell'imperialismo europeo barbaro che aveva finalmente assunto una forma riconoscibile solo nell'undicesimo secolo, io dovevo essere un ortodosso russo.

La sua eredità e il suo spirito erano ciò di cui Cristo aveva parlato: il semplice fatto che fosse perseguitata era una prova sufficiente. Pertanto, ho iniziato a guardare al giorno in cui la Chiesa russa avrebbe dato alla luce una Chiesa ortodossa locale in Europa occidentale. Non desideravo vedere una chiesa nazionale, semplicemente inglese, perché non c'era mai stata una cosa del genere nella storia, a parte l'anglicanesimo a gestione statale. (La varietà nazionalistica della cultura dell'Establishment britannico temporaneo non mi interessava, anzi mi era abbastanza estranea e in ogni caso si stava rapidamente estinguendo). L'autentico cristianesimo inglese era arrivato dall'Egitto attraverso la Gallia e l'Irlanda e dall'Italia e dall'Europa occidentale e aveva convertito i Paesi Bassi, la Germania e la Scandinavia – era sempre stato multinazionale.

L'Europa occidentale aveva bisogno di una Chiesa multinazionale per tutti quello che si sentono in penitenza e in ricerca di una zona culturale comune dell'Europa post-cattolica e post-protestante. Questa sarebbe stata sia universale (multinazionale) che locale, sia ortodossa che, nel mio caso, locale, inglese e non anglicana. A quel tempo la Chiesa madre russa all'interno della Russia si trovava in una tragica prigionia politica. Per questo era respinta dal 95% degli ortodossi russi di tutte le nazionalità che vivevano nell'Europa occidentale come una Chiesa evidentemente non libera, ridotta in schiavitù da uno Stato ateo. Da quando ho capito questo ho aspettato che una parte o l'altra della Chiesa ortodossa russa fondasse un esarcato dell'Europa occidentale, che sarebbe servito da base per questa Chiesa locale multinazionale.

Speravo che i frammenti degli emigrati della Chiesa russa in Europa occidentale, la cui esistenza temporanea era giustificata dall'esistenza dell'Unione Sovietica, avrebbero fondato questo esarcato. Ciò era sicuramente la loro responsabilità e il loro destino. Nell'aprile 1988 ho scritto per la prima volta della necessità di una Chiesa ortodossa dell'Europa occidentale fondata in Russia e di come potesse essere strutturata. Ho scritto il testo in francese e l'ho sottotitolato "Vision ou rêve" (Visione o sogno) [1]. Il testo è stato gettato in un cestino della carta straccia a Parigi da un arcivescovo privo di visione. In realtà, nel 1990 alcune chiese di emigrati in Europa occidentale stavano morendo. Se diventi sempre più piccolo, sempre più rivolto all'interno e al passato, sempre più nazionalista e senza uno scopo missionario, morirai.

E così, alcuni hanno perso l'autorità spirituale e morale a causa di compromessi deboli e conformisti con i valori laicisti occidentali oppure rimanendo bloccati nel passato. L'esarcato è stato finalmente fondato da una Chiesa liberata dall'interno della Russia nel dicembre 2018. L'esarcato, senza dubbio da modificare e rimodellare nei prossimi cinquant'anni con il nostro contributo, diventerà il futuro. È chiaro che, proprio perché manteniamo la Tradizione vivente, non possiamo vivere nel passato. Nel corso dei prossimi cinquant'anni l'esarcato diventerà la base per la nuova Chiesa locale dell'Europa occidentale. La Chiesa madre può fornire la leadership, la visione, l'infrastruttura episcopale e la buona volontà necessari per costruire questo futuro, insieme con l'aiuto degli altri.

La Chiesa ortodossa russa è canonicamente la Chiesa settentrionale ("iperborea") dell'Eurasia, a parte i piccoli territori delle Chiese mononazionali. La stessa Russia è eurasiatica, con decine di milioni di ortodossi russi di molte lingue che vivono a ovest e ad est degli Urali, oltre che in Europa occidentale e in Asia, in Giappone e Cina e nell'esarcato del sud-est asiatico, che si estende da ciò che fu l'Indocina a Singapore e a Taiwan fino alle Filippine. Questo destino missionario eurasiatico è dimostrato dalla consegna delle parrocchie indonesiane all'esarcato locale. (Solo l'Africa rimane eredità dell'Ortodossia greca. Tuttavia, se quest'ultima dovesse fallire in tale responsabilità attraverso il nazionalismo, la Chiesa russa dovrebbe istituire un esarcato anche in Africa).

Qualcuno potrebbe chiedersi: cosa succederà tra cinquant'anni dei frammenti rimanenti del mondo ortodosso russo, a quelli che avranno vissuto tanto a lungo e che sono nati nelle Americhe e in Oceania? Man mano che gli elementi polarizzati e polarizzanti del passato, i laicisti estremisti e i settari estremisti si estingueranno, cosa accadrà? La loro enorme responsabilità e il loro destino saranno sicuramente, entro cinquant'anni da ora, quelli di unirsi per formare le basi di tre future Chiese ortodosse locali autocefale nei tre continenti del Nuovo Mondo: Nord America, Sud America e Oceania, usando inglese, spagnolo, portoghese e francese, insieme all'olandese e alle lingue native, unendo tutti gli ortodossi locali di ogni provenienza.

Ecco il futuro mondo ortodosso che ci chiama a fare progressi. Non nascondiamoci dietro gli anacronismi, dietro la burocrazia, dietro riflessi imperialisti e provincialismi nazionalisti. Guardiamo e andiamo avanti e non indietro. Mostriamo leadership e non ostacoliamo il futuro.

Giorno dell'Ascensione, 28 maggio 2020

Nota

[1] Pubblicato dodici anni dopo in 'Orthodox England', Vol. 4, n. 1, settembre 2000.

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