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  Tavola rotonda sulla vita dei monasteri nelle città

Pravoslavie.ru

14 agosto 2017

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Il 9 agosto 2017, un forum monastico a tavola rotonda ha terminato la sua seconda e ultima giornata con quattro presentazioni sul tema: "La vita interiore di un monastero cittadino", secondo quanto riferito da Patriarchia.ru. Il forum è stato tenuto nel convento di Novodevichy a San Pietroburgo. Tra i partecipanti al forum erano presenti 5 vescovi, 42 archimandriti e igumeni, 45 badesse, ieromonaci, monaci e rassofori – in totale 160 monaci da 65 diocesi della Chiesa ortodossa russa, in Russia, Ucraina, Belorussia, Kazakistan, Uzbekistan, Tadgikistan, Kirghizistan e dalla Chiesa russa all'estero. C'erano anche monaci delle Chiese locali della Romania e della Grecia.

Nella sua presentazione intitolata "Dalla veglia del mattino fino a notte", lo ieromonaco Iakov (Stepkin) del monastero di san Nilo di Stolbensk nella provincia di Tver' ha parlato di come i monasteri della città di Tver' organizzano le loro funzioni in chiesa per includere laici e pellegrini. Ha fatto notare che il clima spirituale in città è cambiato notevolmente (presumibilmente per il meglio) nella città di Tver' grazie ai tre monasteri che vi operano.

Lo ieromonaco Daniel (Konstantinov) del monastero Zaikonospasskij nel centro di Mosca ha parlato delle realtà della vita monastica per i monaci le cui finestre delle celle si affacciano su una zona pedonale turistica. Un modo perché i fratelli abbiano un poco di solitudine è quello di andare regolarmente agli eremi del monastero situati fuori della città. La maggior parte della loro regola monastica viene letta la mattina, poiché il giorno porta un carico di impressioni che rendono più difficile la preghiera della sera. I fratelli hanno anche una chiesa separata per le proprie funzioni, separata da quella per i parrocchiani. Inoltre cercano di andare spesso alla confessione, per ridurre il danno fatto al loro stato spirituale dalla loro posizione nel centro di un' enorme metropoli.

L'igumena Elisabetta (Pozdnjakova), badessa del convento di Marta e di Maria a Mosca, ha presentato una relazione intitolata "Entra nella tua camera e prega in segreto: creare le condizioni per la preghiera in cella nel monastero". La badessa di questo convento, le cui obbedienze includono attività sociali di misericordia, ha sottolineato l'importanza di fornire condizioni e programmi per consentire alle monache di leggere quotidianamente la loro regola di preghiera, poiché la vita monastica perde il suo significato senza preghiera.

L'igumeno Arsenij (Mosalev), abate del metochio del monastero di Optina a San Pietroburgo, ha fatto nella sua presentazione l'osservazione che i monaci in un metochio spesso hanno più tempo per la preghiera rispetto ai loro fratelli nel monastero principale, dato che il flusso dei pellegrini nei monasteri dura tutto l'anno. Ha osservato che è compito dell'abate del metochio regolare la vita spirituale dei monaci e la quantità di servizio sociale.

Il forum ha prodotto le seguenti conclusioni:

I monasteri cittadini sono profondamente radicati nella tradizione monastica. Già nel IV secolo, san Giovanni Crisostomo iniziò la pratica di aprire monasteri nella capitale. Il santo vedeva il monachesimo come la società cristiana ideale, il cui esempio è potente per ispirare alla gente le fatiche spirituali.

Nei nostri tempi il monastero in città può e deve essere un luogo di salvezza, dove c'è speranza e gioia, lotta con le passioni, preghiera e pentimento.

In tutta la storia della Chiesa ortodossa russa, i monasteri sono sempre stati il ​​"sale della terra", i centri dell'illuminazione spirituale, dell'educazione e della cultura. Mentre si prende cura delle persone afflitte, il monastero deve ricordare anche il pericolo di diventare mondani, che minaccia la vita monastica.

I modi per evitare questo pericolo potrebbero essere:

• Mettere da parte un tempo speciale durante il giorno per la regola delle celle;

• Costruire spazi di chiesa separati per i servizi dei fratelli;

• Posizionare nel territorio dei monasteri confini inaccessibili ai laici;

• Avere funzioni speciali per i fratelli;

• Fornire opportunità di vivere negli eremi per periodi di tempo;

• Osservare i voti di rinuncia al mondo nelle condizioni della nuova tecnologia informatica;

• Avere posti speciali per ricevere i visitatori;

• Non consentire ai monasteri di essere utilizzati come luoghi per la produzione di film, rappresentazioni teatrali e concerti di natura secolare.

L'ospitalità e la cura spirituale dei laici non devono disturbare la vita interiore del monastero e la sua regola.

Bisogna sempre ricordare che qualsiasi laico che visita un monastero cittadino è un pellegrino e non ha il diritto di interferire con la vita interiore dei monaci. Le funzioni e le questioni d'ordine domestico sono responsabilità diretta della fraternità.

I moderni sistemi di trasporto e comunicazione hanno attenuato la differenza essenziale tra i monasteri della città e quelli più lontani dalle metropoli.

Infine sono state citate le parole di san Teodoro lo Studita: "Essendo in città, vivete come nel deserto; dimorando in mezzo al rumore, rispettate la quiete e la pace". San Teodoro ha anche affermato che c'è più gloria nel vivere in città come nel campo e nel rumore come nel deserto che nell'osservare il silenzio nel deserto e la quiete nella solitudine.

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