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  300 anni di Ortodossia russa nelle Isole Britanniche e in Irlanda

dal blog Orthodox England

10 ottobre 2016

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La presenza ortodossa russa nelle Isole Britanniche e in Irlanda ha compiuto 300 anni, ma per 200 di questi anni è stata limitata a una chiesa di ambasciata a Londra. Anche se vi sono stati individui che hanno mostrato interesse occasionale, oppure dei matrimoni anglo-russi, i non russi, soprattutto al di fuori di Londra, non sapevano dell'esistenza di una tale chiesa. Tuttavia, con l'alleanza anglo-franco-russa della prima guerra mondiale, sempre più russi vennero a lavorare a Londra per lo sforzo bellico. Nel 1916 il metropolita Pitirim (Oknov) di San Pietroburgo, che era allora responsabile per le chiese al di fuori della Russia, stava elaborando piani per la costruzione di una chiesa ortodossa russa a Londra. Erano già state fatte le traduzioni di alcuni libri di servizio ortodossi in inglese da parte di Orlov e, negli Stati Uniti, di Isabel Hapgood. Questo progresso fu del tutto interrotto dalla rivoluzione del 1917, ma quest'ultima a sua volta portò circa 2.000 rifugiati ed emigrati russi a Londra e nei dintorni.

Questo portò alla consacrazione di un vescovo per la comunità russa a Londra, il vescovo Nikolaj (Karpov), che purtroppo si ammalò quando era molto giovane e dopo soli tre anni di episcopato, si addormentò nel Signore nel 1932. Le speranze del primo ierarca della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, il metropolita Antonij (Khrapovitskij), che il vescovo Nikolaj sarebbe stato in grado di presentare la fede ortodossa russa agli inglesi, non si realizzarono. Nel 1937 l'ex tutore inglese dello tsarevich Aleksej, Sidney Gibbes, nativo dello Yorkshire, ritornò in Inghilterra dall'Estremo Oriente. A quel punto non soltanto si era unito alla Chiesa ortodossa, ma era stato ordinato come padre Nicholas Gibbes (+ 1963), il primo prete ortodosso inglese del XX secolo, che portava il nome dello tsar martire. Accademico per temperamento, aprì una cappella ortodossa a Oxford. Dopo il 1945 diverse migliaia di russi, provenienti soprattutto dalla Polonia ante-bellica, oggi è in Ucraina occidentale e in Bielorussia, giunsero in Inghilterra e molti si stabilirono nel nord dell'Inghilterra. Era cominciato un nuovo capitolo nella nostra storia.

L'arcivescovo (poi santo) John (Maximovich) (+ 1966), che aveva la sua sede sul continente, si prendeva cura della maggior parte dei fedeli, ma entro il 1954 quelli del Nord ebbero il proprio vescovo, Nikodim (Nagaev) di Preston, che in seguito divenne arcivescovo di Londra (+ 1976). Nel frattempo, nel 1957, la piccola parrocchia patriarcale di Londra ottenne un vescovo, il futuro metropolita Antony (Bloom) (+ 2003), che sarebbe diventato ben noto agli anglicani e ad altri attraverso i suoi colloqui e libri e anche in apparizioni televisive e radiofoniche. Dagli anni '60, con la fine delle vecchie certezze e con dubbi su tutto, un certo numero di persone inglesi, per lo più anglicani, ha cominciato a mostrare interesse per la Chiesa ortodossa russa. Questa ai loro occhi sembrava avere molto più continuità della tradizione, rispetto alle varietà di protestantesimo più recentemente apparse (compreso l'anglicanesimo) o al cattolicesimo romano. Molti anglicani erano attratti dalla personalità del metropolita Antony, che parlava bene inglese e che aveva istituito una piccola rete di comunità, chiamata diocesi di Sourozh. La testimonianza fu molto aiutata dal fatto che le chiese allora stavano cominciando a condurre i servizi in lingua inglese. In un primo momento questo ebbe luogo solo a Londra e Oxford, dove esistevano le uniche chiese e cappelle permanenti, ma da allora si è diffuso.

Oggi, dopo cinquant'anni, ci sono chiese ortodosse russe in tutto il Regno Unito e in Irlanda, anche se poche sono in edifici permanenti che appartengono alla Chiesa russa e celebrano servizi regolari. Inoltre, la maggior parte del clero ortodosso russo è composta da nativi delle Isole Britanniche. Sono lontani i giorni in cui solo per assistere a una funzione ortodossa russa si doveva andare a una delle due chiese di Londra o alla cappella di Oxford, e anzi, il più grande edificio di una chiesa ortodossa russa nel paese è altrove. Con l'immigrazione degli ortodossi russi, soprattutto dai paesi dell'ex Unione Sovietica, e l'immigrazione di altri ortodossi provenienti dall'Europa orientale nel corso degli ultimi quindici anni in particolare, ora abbiamo bisogno di espanderci rapidamente. Rimane una quantità enorme di lavoro da fare. Nel frattempo, un piccolo ma costante flusso di persone locali provenienti da tutti e quattro i paesi delle Isole Britanniche e dell'Irlanda  continua a venire alle nostre funzioni e alcuni si unircono alla Chiesa, attratti dalla nostra fedeltà alla tradizione cristiana ortodossa bimillenaria.

Quindi, possiamo vedere che i nostri 300 anni di storia possono essere divisi in tre periodi distinti. Il primo è durato 200 anni – il periodo della chiesa dell'ambasciata a Londra. Il secondo, che è durato 50 anni, è stato un periodo centrato su Londra, di sopravvivenza, di consolidamento e di cura pastorale dei russofoni. Il terzo, che ha avuto inizio dopo 250 anni di presenza e che dura da 50 anni fino a ora, è stato un periodo di apertura al mondo circostante, un periodo di testimonianza e di espansione in queste isole. Il nostro futuro e il nostro ruolo in queste isole è proprio quello di continuare ad espanderci e a testimoniare la tradizione e la fede ortodossa, non solo per i nostri fedeli, i cui figli e discendenti sono di lingua inglese e hanno un'istruzione locale, ma per coloro che cercano – e trovano – conforto spirituale nel prendere parte alle radici e alle origini del cristianesimo nella fede e nella tradizione della nostra Chiesa ortodossa russa, diffusa in tutto il mondo, multinazionale e multilingue.

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