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  Gli afroamericani devono guardare all'Ortodossia per la pace in un'America violenta

di Kaleb di Atlanta

medium.com, 27 agosto 2020

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Gloria a Gesù Cristo!

Qualcuno potrebbe sentirmi esprimere questa frase oggi e pensare: "Come può costui essere felice? Questa nazione sta cadendo a pezzi! Ci sono rivolte e una pestilenza, e non viene fatto nulla per combattere il razzismo questo paese!"

Forse hanno ragione, forse la nazione sta cadendo a pezzi, eppure glorifichiamo ancora il nostro Grande Dio e Salvatore Gesù Cristo, colui che calma le rivolte (Fil 2:10) e guarisce la peste (Mt 8:4). Ma per quanto riguarda la guarigione delle relazioni razziali?

Come cristiani, sappiamo che siamo tutti uno in Cristo indipendentemente dalla razza o dall'identità (Gal 3:28), eppure nonostante ciò siamo ancora divisi tra noi da barriere etniche. Questo verso è spirituale, siamo tutti spiritualmente uno in Cristo e niente può essere abbastanza elevato da dividerci in lui, ma ciò non significa che le nostre interazioni terrene non si manifestino sempre in accordo con le nostre identità e classificazioni intrinseche. Tutto questo è per dire che i neri, anche come cristiani, avranno quasi universalmente interazioni uniche con altri neri che non si manifesteranno nelle interazioni con i bianchi. Allo stesso modo, i bianchi, anche come cristiani, avranno quasi universalmente interazioni uniche con altri bianchi che non si manifesteranno nelle interazioni con i neri.

il vescovo Neophytos Kongai del Kenya (al centro) con il vescovo Paul di Chicago (a sinistra) e padre Alexander Koranda (a destra) nella cattedrale della santa Trinità (2018)

Come conciliare questo fatto con lo stato attuale delle relazioni razziali in America? Si potrebbe pensare che la mia soluzione proposta sia quella di enfatizzare eccessivamente la nostra unità in Cristo e minimizzare le nostre differenze etniche, ma questa affermazione implica che lo stato attuale delle relazioni razziali sia effettivamente normale e che dovremmo usare la fede come una sorta di collante estraneo per mantenere insieme una nazione morente. Queste rivolte e conflitti razziali NON sono normali nelle interazioni umane. Non è assolutamente giusto che i popoli del mondo o anche all'interno di una nazione combattano per ciò che non salva. Propongo di tornare alla normalità. Questo non vuol dire tornare a un certo punto nel tempo, poiché tutti i periodi di tempo sono pieni dello stesso conflitto. Né vuol dire tornare a un'idea di normalità decisa dalla popolazione generale.

Come raggiungiamo questa presunta normalità? Mi sembra di pensare che essa sia un'utopia sulla terra, ma ovviamente dobbiamo essere realisti nel capire che ci sarà sempre qualcuno abbastanza ostinato da impedire al bene comune di prosperare. POSSIAMO ancora trovare una certa pace divina in questo mondo duro, tuttavia, tutto dipende dal nostro pentimento. Dobbiamo assolutamente fuggire dagli stessi mali che perpetuano i tempi pericolosi in cui stiamo vivendo.

In un'epoca di uccisioni ingiuste e di rivolte, gli afroamericani cercano speranze dove sembra che non ce ne siano. La Chiesa ortodossa ha prodotto santi neri africani le cui vite sono meravigliosi esempi che ci aiutano a vedere come possiamo camminare in Cristo e come possiamo acquisire lo Spirito di pace che calma l'eterna tempesta di un mondo corrotto. La nostra lotta principale non è fisica, ma spirituale. I demoni attaccano l'uomo ogni giorno, inducendo alcuni a commettere il male, e noi rispondiamo allo stesso modo con il male. Dobbiamo essere come i nostri santi ortodossi, che hanno combattuto il male e l'ingiustizia con l'amore, assicurandosi come risultato il regno dei cieli.

san Kaleb, re di Axum; san Maurizio, comandante della legione tebea; san Fulviano Matteo, principe e vescovo d'Etiopia; san Djan Darada, l'eunuco etiope

San Mosè il Nero (330–405 d.C.) era schiavo di un funzionario del governo egiziano. Era stato licenziato dopo essere stato accusato di rapina e omicidio. Dopo questo, deluso e impoverito, aveva cercato una vita di criminalità, diventando un capobanda di un famigerato gruppo di banditi. Questo non è diverso dalla storia di molti afroamericani di oggi. Una volta Mosè cercò di rapinare un proprietario terriero locale, ma il proprietario fu allertato dal cane. In preda alla rabbia, Mosè cercò di uccidere sia il proprietario che il cane prima di rapinare la tenuta. Mosè tentò di nuovo e di nuovo il proprietario fu allertato. Con rabbia, Mosè rubò e macellò le pecore del paese, ma a questo punto le autorità cercarono di arrestarlo.

Cercò rifugio in un monastero cristiano ortodosso locale. Mentre era lì, sentì la chiamata del Signore al pentimento e chiese di essere tonsurato come monaco ortodosso, ma inizialmente fu respinto per il suo passato criminale. I monaci non erano convinti della sincerità del suo pentimento, ma l'ex rapinatore non fu scacciato né messo a tacere. Continuò a chiedere che lo accettassero. San Mosè si sottomise alle più dure regole di preghiera e digiuno, dimostrandosi sincero ai monaci e, soprattutto, a Dio. Fu sottoposto a continui attacchi di tentazione verso la violenza e la lussuria, eppure con Dio, attraverso la preghiera, vinse e alla fine fu tonsurato monaco. Dopo anni di servizio, il vescovo locale ritenne giusto e corretto ordinare san Mosè come sacerdote. Nel metterlo alla prova, il vescovo proclamò "Cosa ci fa qui questo uomo nero?" A una prima dimostrazione di discriminazione sulla base della razza, san Mosè dimostrò un rifiuto dell'ira e scelse invece di allontanarsi silenziosamente dalla situazione. Il vescovo lo vide, rimase colpito dal pentimento di san Mosè e lo ordinò. San Mosè ci mostra che non dobbiamo lasciare che la criminalità ci definisca. Non dobbiamo giocare al gioco che cerca di trasformarci in criminali. Con Cristo possiamo vincere ciò che ci danneggia. La vittoria non verrà dall'ascolto del diavolo e dei suoi appelli alla violenza.

il vescovo Sylvestros di Gulu e dell'Uganda orientale, il metropolita Innokentios del Ruanda, il metropolita Jonah di tutta l'Uganda, il vescovo Neophytos Kongai del Kenya

Le rivolte nascono dalla rabbia e dall'odio. I movimenti moderni tentano di sbarazzarsi di questo odio verso i propri simili promuovendo invece l'odio contro gli altri. La violenza è la conclusione logica dell'odio e quando alla nostra cultura viene insegnato a odiare, il conflitto è inevitabile. Sono sempre le organizzazioni create dall'uomo che cadono in trappole come queste, poiché ripongono la loro fiducia nella fallibilità dell'uomo nella speranza che in qualche modo i loro tormenti in questa vita cesseranno. Le Sacre Scritture ci mettono in guardia dal riporre la nostra fiducia nei principi, in cui non c'è salvezza (Ps 146:3). Organizzazioni come "Black Lives Matter" sono davvero un termine improprio, perché nella loro ricerca di tentare di convincere la propria gente, hanno rimosso il valore dei neri e li hanno resi pedine in un gioco più grande che cerca solo la distruzione. Si sono convinti in modo idiota che i neri non usciranno mai dalle loro lotte, così hanno scelto invece di costringere tutti a soffermarsi in tali  lotte. "Black Lives Matter" non sarà mai in grado di convincere le persone della loro posizione perché la filosofia che sta alla base del loro processo di pensiero non può spiegare perché le vite contano, per non parlare delle vite nere. Senza Cristo, la regola oggettiva della moralità, non c'è motivo di presumere che le vite dei neri contino davvero, poiché senza Cristo nulla conta. Vediamo i nostri santi ortodossi combattere per le vite nere in un modo a cui non può essere paragonato nulla nel mondo moderno, perché hanno fondato la loro difesa delle vite nere su Cristo nostro vero Dio e sulla sua Chiesa ortodossa una, santa, universale e apostolica.

Sant'Elesbaan d'Etiopia (510–540 dC), noto anche come san Kaleb di Axum, che è il mio santo patrono, ci mostra come vivere una vita divina difendendo le vite nere

Sant'Elesbaan d'Etiopia era un monarca cristiano ortodosso dell'Impero di Axum quando quest'ultimo fu portato alla sua massima estensione, e dedicò tuitto se stesso alla protezione dei suoi cristiani ortodossi. Quando venne a sapere che i signori della guerra ebrei stavano opprimendo i cristiani ortodossi nello Yemen e in Himyaritia, e che le navi degli schiavisti, simili a quelle che sarebbero partite per l'America, erano di proprietà e gestite da ebrei, sant'Elesbaan si mobilitò immediatamente per invadere l'area, perché non poteva sopportare di starsene a guardare la propria gente che veniva massacrata. Dichiarò guerra a Dunaan, ma la sua campagna militare non ebbe successo.

Volendo conoscere il motivo della sua sconfitta, sant'Elesbaan, sollecitato dall'alto, si rivolse a un certo eremita. Questi rivelò all'imperatore che aveva proceduto in modo ingiusto nel decidere di vendicarsi contro Dunaan, poiché il Signore aveva detto: "La vendetta è mia, io ricompenserò!" (Eb 10:30). L'eremita consigliò a sant'Elesbaan di fare voto di dedicare i suoi ultimi giorni di vita a Dio, di sfuggire all'ira di Dio per la sua vendetta ostinata, e poi di sconfiggere Dunaan. Sant'Elesbaan fece un voto al Signore e, partendo con il suo esercito contro il nemico, lo sconfisse, lo catturò e lo giustiziò. Dopo la vittoria il santo si dimise da imperatore, si isolò all'interno di un monastero e per quindici anni visse in rigoroso digiuno e ascetismo.

Cosa vediamo qui? Questo pio re lasciò che la rabbia e la vendetta ingiusta sopraffacessero la sua mente e, di conseguenza, perse la sua battaglia in difesa delle vite nere. Questo riflette molto il conflitto moderno in America, che porta solo a più sofferenze per gli afroamericani a causa del rifiuto del nostro popolo di pentirsi davanti a Dio e cercare il giusto superamento di ogni male che ci mette in pericolo. Gli afroamericani sono un gregge diviso. Non siamo soddisfatti delle nostre chiese moderne, che hanno tutte deviato dalla Fede ortodossa originale. Combattiamo noi stessi, degradando entrambi i sessi per stereotipi infondati, uccidiamo i nostri figli non nati nel grembo materno, ci lasciamo influenzare dalla propaganda semplicistica dei media mainstream che mentono per istigarci alla violenza. Facciamo tutte queste cose quando potremmo salvare noi stessi e gli altri attraverso il nostro Signore Gesù Cristo.

E se siamo già afflitti dai peccati? Certamente lo siamo tutti. In molti frequentiamo ipocritamente la Chiesa mentre a casa manteniamo le nostre iniquità: fornicazione e adulterio, le cause principali della mancanza di padri neri in America. L'aborto, che ci uccide più di qualsiasi gruppo esterno o malattia. Ragazzi e ragazze innocenti derubati della loro vita solo perché sarebbero poco convenienti per noi. Perché non ci ribelliamo contro la distruzione delle vite nere nel grembo materno tanto quanto quando queste vite vengono distrutte per strada? Tutte queste rivolte e nessuna ha distrutto Planned Parenthood! Questo mostra dove sono le nostre priorità come popolo in America. Le nostre chiese ci hanno lasciato insoddisfatti perché anche loro si sottomettono alla mondanità. È una testimonianza della loro deviazione dalla fede degli apostoli. Giovanni 5:39–40 [Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.]

Nonostante tutti i nostri peccati, il nostro Dio è un Dio amorevole e misericordioso, che cerca la salvezza di tutti coloro che si pentono e si rivolgono a lui. Proprio come le Scritture dicono che un omicida non ha vita in se stesso (1 Gv 3:15), a noi viene ancora offerta la vita eterna dal nostro Signore Gesù Cristo (1 Tim 6:12, Rm 6:23, Gal 6: 8) attraverso la su Chiesa ortodossa (Mt 16:18). I nostri santi ortodossi sono il modello del pentimento.

San Fulviano era un principe d'Etiopia all'epoca in cui arrivò nel paese l'apostolo San Matteo. L'apostolo Matteo vi stabilì un'oasi usando un bastone miracoloso donatogli da Dio, e grazie ai miracoli ivi mostrati portò molti neri alla fede cristiana ortodossa. Questo già dissipa il vecchio mito che il cristianesimo sia la religione inventata dall'uomo bianco per opprimere i neri. In verità, l'Ortodossia è la fede cristiana originale, e ha fatto alcuni dei suoi primi passi nelle nazioni africane, ma sto divagando. Il principe Fulviano vide i miracoli e si arrabbiò perché era un fedele pagano. Il principe Fulviano sequestrò san Matteo, ponendogli attorno idoli e legandolo per bruciarlo vivo. San Matteo morì e diede la sua anima al Signore, ma il suo corpo rimase miracolosamente illeso. Il principe Fulviano fu profondamente turbato alla vista di ciò, ma aveva ancora i suoi dubbi sulla vera Fede. Ordinò che il corpo del santo Apostolo fosse gettato in mare in una bara di metallo, chiedendo che il Dio di Matteo proteggesse di nuovo il suo corpo così come la bara lo proteggeva dalle fiamme. Più tardi, l'anima dell'apostolo Matteo apparve alle comunità ortodosse da lui stabilite e disse loro di andare sulla riva, dove trovarono la bara alla deriva e il corpo incorrotto di san Matteo all'interno. San Fulviano implorò disperatamente il perdono per i suoi peccati, ricevette il battesimo e la confessione dal clero ortodosso locale. Il principe abdicò al suo dominio per dedicare la sua vita a Cristo, divenne sacerdote e infine vescovo, e trascorse gli anni rimanenti della sua vita predicando il Vangelo di Gesù Cristo.

Quindi vediamo, per quanto malvagie siano le nostre azioni, Dio ci offre il sacramento della confessione, con il quale i nostri peccati vengono rimessi. Dobbiamo tutti vivere una vita di pentimento in modo che la stessa fine raggiunta dai nostri santi ortodossi sia raggiunta da noi.

Abbiamo già visto che queste organizzazioni mondane non sono il nostro massimo beneficio, ma come possiamo essere così veloci a fidarci della Chiesa ortodossa?

san Djan Darada, noto anche come sant'Ezio, è l'eunuco etiope nel libro degli Atti.

At 8:26–40

[Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: "Alzati, e va' verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta". Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti, e raggiungi quel carro".

Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?". Quegli rispose: "E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?" E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: "Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita". E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: "Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro? " Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: "Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato? " Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa].

Vediamo nella storia di san Djan Darada la necessità di fidarsi dei nostri vescovi, a cui è stata data l'autorità di legare e sciogliere sulla terra come in cielo (Mt 18:18), ed è stato dato il potere di perdonare i peccati da nostro Signore e Dio e Salvatore Gesù Cristo (Gv 20:23). Il regno dei cieli è la nostra gioia eterna (Eb 11:16), libertà dalla schiavitù del peccato (Rm 6:16) e la fine di tutte le lotte terrene (Ap 21:4). Chiunque possa offrirle tutto ciò è degno di fiducia, e solo la Chiesa ortodossa può offrirlo.

Anche se, per qualche strana ragione, non dovessimo cercare il regno dei cieli, possiamo vedere l'adempimento di corrette relazioni razziali solo da parte della Chiesa ortodossa. Come visto prima, nessuna organizzazione creata dall'uomo alla fine ci salverà, ma ci porterà fuori strada. Solo la fede ortodossa è in grado di rendere conto della giustificazione etica del perché le vite contano e di applicarla in modo universale.

"L'Ortodossia è l'unica religione, l'unica visione del mondo, che può applicare correttamente, legittimamente e coerentemente la comprensione della dignità umana rispetto a qualsiasi altra visione del mondo". – David Medwhite

Se mai cerchiamo di porre fine a questo regno di terrore provocato dai nemici dell'umanità, dobbiamo iniziare dall'inizio della saggezza (Pr 9:10): il timore di Nostro Signore Gesù Cristo, l'Unigenito Figlio di Dio.

Incoraggio tutti quelli che mi hanno onorato con la lettura di questo articolo a visitare una chiesa ortodossa vicino a loro.

Possa il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, avere misericordia di tutti noi peccatori.

Kaleb di Atlanta

L'autore, Kaleb di Atlanta, è un cristiano ortodosso sotto la cura spirituale della Chiesa ortodossa in America (OCA). Il suo intento è diffondere la fede ortodossa agli afroamericani.

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