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  I russi in America: storia di un fallimento coloniale

dal blog Russian Colonies in America

16 giugno 2012    

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I RUSSI IN AMERICA: UNA STORIA DI SPERIMENTAZIONE E FALLIMENTO COLONIALE

INTRODUZIONE

La colonizzazione russa dell'America è un aspetto spesso trascurato nello studio delle colonie dell'America del Nord. La maggior parte dei lavori su questo tema è stata fatta da storici russi, a partire dalla seconda metà del XX secolo, e, nel contesto delle colonie russe in America diverse dall'Alaska, le fonti primarie di prima mano di un certo valore in lingua inglese sono molto rare. Questa carenza deriva soprattutto dai luoghi isolati in cui sono state stabilite le colonie russe in America, con l'Alaska nel lontano nord-ovest, Fort Ross in Alta California, e Fort Elizabeth alle Hawaii. Stabilitisi in regioni remote, molto scarsamente abitate nel tardo XVIII secolo e nel XIX secolo, i russi furano in grado di evitare gravi conflitti armati con le potenze europee che avevano una presenza in Nord America, come la Francia, l'Inghilterra, i giovani Stati Uniti, e il Messico, fino al sorgere del Teatro del Pacifico della guerra di Crimea. Tuttavia, non furono in grado di evitare le battaglie con i tlingit, che opposero una fiera resistenza all'invasione russa sulla loro terra.

Lo studio dell'America russa è stato ostacolato dalla guerra fredda e continua a essere ostacolato dalle barriere linguistiche, dato che una valutazione delle fonti primarie russe del XIX secolo è spesso indispensabile, a causa della scarsità di fonti inglesi a cui si è accennato sopra. Inoltre, molti documenti negli archivi sovietici erano praticamente introvabili per gli studiosi non russi. Il presente documento non è solo un tentativo di fornire un'ampia introduzione al soggetto trascurato dell'America Russa. Sulla base di informazioni che si trovano in fonti primarie russe e inglesi, esaminando le implicazioni geopolitiche e sociopolitiche della spinta russa verso l'America, come pure le carenze amministrative e organizzative del dominio russo, è possibile concludere che l'America russa dovrebbe essere considerata come una colonia fallita.

Sitka (Novo-Arkhangelsk), 1827, autore ignoto

DALLA SIBERIA VERSO LA FRONTIERA AMERICANA

Il completo accesso alla Kamchatka in qualche punto tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII secolo ha aperto la strada per l'avanzata russa verso il continente americano. Una delle pochissime opere in lingua inglese sugli sforzi di colonizzazione russa, il Resoconto delle scoperte russe tra l'Asia e l'America di William Coxe, pubblicato nel 1780, fornisce un quadro abbastanza dettagliato della realizzazione di questi sforzi. Coxe osserva che "[...] con l'accesso alla [...] Siberia, i russi hanno acquistato l'estensione di un impero mai raggiunta da qualsiasi altra nazione." [1] Ora, l'impero russo si estendeva dal cuore dell'Europa alla penisola di Kamchatka, da quando la Russia aveva ottenuto l'accesso sull'Oceano Pacifico. Secondo Coxe, le Isole Aleutine erano state scoperte accidentalmente nel 1745 da mercanti russi di pellicce (promyshlenniki) dalla Kamchatka, che avevano intrapreso tentativi di trovare una maggiore popolazione di animali da pelliccia e altre risorse naturali sulle isole del Commodoro, recentemente scoperte a est della Kamchatka. Già nel 1750, il primo lotto di pellicce dalle Isole Aleutine era stato consegnato in Kamchatka. [2] Coxe afferma inoltre che la corte imperiale russa non fu a conoscenza dell'esistenza delle Isole Aleutine fino almeno dieci anni dopo la loro scoperta iniziale, cosa certamente dovuta all'enorme distanza, e a una rete di comunicazione povera tra il cuore dell'impero a Pietroburgo e i territori dell'Estremo Oriente russo. [3]

Il problema della distanza non era solo un dato di fatto, ma risultò essere un fattore importante che contribuì al fallimento delle colonie russe in America. Mentre la steppa eurasiatica rappresentava un'area contigua alla Russia centrale, una frontiera naturale storica e geografica della Russia, l'Alaska, essendo il solo territorio d'oltremare della Russia, potrebbe essere descritta come una "anomalia all'interno dell'Impero Russo", così come formulata dallo storico Ilya Vinkovetsky nel suo libro Russian America. [4] Così, si può sostenere che la frontiera russo-americana non è emersa né come conseguenza di un'espansione sequenziale verso un particolare vettore, come era il caso dell'espansione verso ovest degli Stati Uniti nel XIX secolo spinta dalla convinzione del "destino manifesto" di Turner, né a seguito di una guerra imperiale, come nel caso della frontiera ispano-portoghese in Sud America durante la Guerra dei Sette Anni. Invece, i russi, o più precisamente, i promyshlenniki della Kamchatka, si sono virtualmente "inciampati" sulle Isole Aleutine, che, essendo una catena di isole, hanno successivamente portato i russi verso la terraferma dell'Alaska. L'Alaska era quindi anche senza dubbio un peso che i russi non potevano permettersi di non sopportare, visto che l'impero russo sotto Pietro il Grande era determinato a tenere il passo con gli imperi dell'Europa occidentale, ricchi di possedimenti d'oltremare che ai russi finora mancavano.

Aleksandr Baranov, governatore dell'Alaska, capo della Colonia Russa in America (CRA); ritratto preso dal resoconto di Tykhmenev sulla CRA, pubblicato nel 1863

I CAPISALDI DEL FALLIMENTO DELL'AMERICA RUSSA

Fin da quando le ambizioni russe in America cominciarono a materializzarsi, l'Alaska russa fu vista come un esperimento coloniale. [4] Per quanto riguarda l'amministrazione coloniale dell'Alaska di tipo occidentale, un tale punto di vista sperimentale verso l'unico territorio d'oltremare della Russia diventa particolarmente degno di nota. Fondata nel 1799, la Compagnia Russa in America (CRA), l'attore principale negli sforzi della colonizzazione russa in America, è stata una risposta notevolmente in ritardo alle imprese coloniali occidentali, visto che anche il Regno di Scozia, comparativamente molto meno significativo, aveva una compagnia coloniale strutturata come società per azioni, la Darien, un centinaio di anni prima. In una mossa che riflette l'adozione della Russia di un sistema di commercio di tipo occidentale sotto il regno di Pietro il Grande, alla CRA è fu dato pieno controllo amministrativo sull'Alaska russa da parte della corte russa. [5] In questo modo, il governo russo ha avuto l'opportunità di sperimentare una forma in stile britannico di colonizzazione in Alaska, e in caso di fallimento, la maggior parte della responsabilità sarebbe ricaduta sulla compagnia, piuttosto che sulla corte imperiale.

Una biografia russa del 1835 di Aleksandr Baranov, che fu il capo della CRA dal 1799 al 1818, è sopravvissuta fino a oggi. In un'occasione, il suo autore Kirill Khlebnykov segnala come in data 24 aprile 1800 la nave americana "Enterprise" (probabilmente la stessa nave diventata famosa per la lotta contro i pirati nel Mediterraneo), salpata da New York, arrivò a Kodiak Island, dove il capitano James Scott propose a Baranov il commercio alcuni dei suoi beni in cambio di pellicce dell'Alaska. Secondo Khlebnykov, Baranov meditò la proposta a lungo, nonostante la "carenza completa di tutti i beni nelle colonie (russe)." Il motivo per cui Baranov esitò è riferito: un accordo tra la CRA e i promyshlenniki, secondo la quale i promyshlenniki avevano diritti a una certa quota delle pellicce. Tuttavia, Baranov infine accettò di negoziare con gli americani, considerando la carenza di beni (si racconta che le colonie erano anche a corto di abiti) e di soldi per pagare gli stipendi per i cacciatori aleutini che portavano le pellicce agli insediamenti russi. Inoltre, ottene da Scott informazioni sullo stato della guerra (Baranov probabilmente voleva sapere della quasi-guerra tra la Francia e l'America, che ebbe luogo tra il 1799 e il 1800), e Scott avvertì Baranov che una forza navale franco-spagnola avrebbe potuto essere pronta ad attaccare le colonie russe, e propose anche una contro-alleanza contro i nemici comuni (tuttavia, l'offensiva franco-spagnola probabilmente non ebbe luogo). [6]

Dal racconto di Khlebnykov di questa prima interazione Russia-USA è possibile individuare almeno due informazioni estremamente preziose: in primo luogo, le colonie russi soffrivano enormemente di forniture insufficienti; e in secondo luogo, gli Stati Uniti si ponevano come un partner commerciale amichevole e un potenziale alleato per la Russia già nel 1800. È importante notare il primo punto, anche se le carenze materiali possono essere viste come una cosa per nulla sorprendente per una regione remota e aspra come l'Alaska. Ma l'esistenza di un tale problema mostra anche che i russi erano costretti a trovare nuovi modi per garantire le forniture per l'America russa, cosa che alla fine portò nel 1812 alla costituzione di Fort Ross in Alta California. Per quanto riguarda il secondo punto, la rapida istituzione di contatto amichevole con gli Stati Uniti fatta da Baranov potrebbe aver facilitato la vendita futura dell'Alaska.

Disegno dal resoconto di Tykhmenev, che contiene prosa che glorifica la colonizzazione russa dell'America

Totem dei tlingit, Alaska (Fonte: Bob e Ira Spring)

Una rappresentazione artistica di un attacco dei tlingit

RAPPORTI DEI RUSSI CON I NATIVI AMERICANI

I russi hanno seguito un approccio piuttosto tollerante verso i nativi americani, avendo incontrato prima numerosi popoli indigeni, come chukchi e coriachi, durante la loro conquista della Siberia, e ne hanno seguito una politica di assimilazione nell'impero fin dall'inizio. La voce per "Oonalashka" (Unalaska) in un primo almanacco di geografica americana, pubblicato 1797, afferma: "Oonalashka, una delle isole dell'arcipelago settentrionale, nella costa nord-occidentale americana, i cui indigeni hanno l'apparenza di essere un popolo pacifico, essendo molto ben trattati dai russi, che li hanno anche in soggezione. [7] Il "buon trattamento" potrebbe suggerire la conversione dei nativi dell'Alaska al cristianesimo, che fu di grande successo, in quanto i discendenti dei nativi dell'Alaska seguonon per la maggior parte ancora oggi la fede russo-ortodossa. [8] Di tutti i nativi che i russi avevano incontrato in Alaska, i tlingit erano i più numerosi, e i più pericolosi. Quando i russi stabilirono Sitka (o Novo-Arkhangelsk, come era stata chiamata inizialmente) nel 1804, invadendo il territorio tlingit, i tlingit li combatterono ferocemente, infliggendo ai russi un alto numero di morti. La battaglia di Sitka del 1804, nota anche come l'ultimo conflitto armato su grande scala tra un popolo di nativi americani e i coloni europei, deve essere stata una scena raccapricciante. Si racconta che il bellicoso popolo tlingit indossava in battaglia maschere e caschi in legno o pelle di animale, raffiguranti animali inquietanti, mentre emettevano suoni terrificanti, imitando grida di animali. [9]

I russi ottennero una vittoria decisiva. Ma in generale, l'approccio russo verso i nativi non era pieno di odio e di pregiudizio. Ciò era dovuto in particolare alla necessità russa delle abilità di caccia dei nativi, soprattutto per quanto riguarda la caccia alle lontre marine. La lontra marina era una delle più importanti risorse della CRA, e senza il coinvolgimento attivo dei nativi nella sua caccia, la sopravvivenza a lungo termine non sarebbe stata possibile. Inoltre, il numero dei coloni russi in Alaska era sempre troppo piccolo per resistere a una forza combinata di guerrieri indiani. Così, i russi erano praticamente dipendenti da relazioni amichevoli con i nativi.

Mappa che raffigura gli insediamenti russi in Alaska e in California; i siti di battaglia con i tlingit sono indicati nel rettangolo

Un'altra mappa

IL FALLIMENTO DI FORT ROSS E FORT ELISABETH

Una vasta cronaca sulla CRA fu pubblicata nel 1863 da Pjotr Tykhmenev, contenente un resoconto dettagliato delle ambizioni russe in California. Secondo Tykhmenev, la terra fertile della California e la sua relativa vicinanza alle colonie russe in Alaska incuriosì Baranov a chiedere agli spagnoli, a cui la terra apparteneva, un accordo commerciale e indennità per costruire un avamposto, al fine di fornire all'Alaska russa prodotti agricoli californiani, in particolare pane. Gli spagnoli furono esitanti ad approvare una simile mossa, sostenendo che ai soggetti spagnoli in California era vietato commerciare con gli stranieri. Tuttavia, 1812, Baranov era già troppo determinato a stabilire tali relazioni commerciali e manò il suo assistente Ivan Kuzkov (che più tardi divenne il governatore di Fort Ross) su una nave carica di beni commerciali a San Francisco, per aumentare la pressione sugli spagnoli a fornire ai russi un permesso di soggiorno e di commercio. Allo stesso tempo, i russi sapevano che la presa spagnola sulla scarsamente popolata Alta California era debole. Alla regione dove i russi cercarono di stabilire il loro insediamento, un altopiano a poca distanza a nord di Bodega Bay (che durante il periodo russo si chiamava "Baia di Rumjantsev", da un nobile russo che aveva fortemente promosso le aspirazioni coloniali russe), mancava qualsiasi accordo con qualsiasi potenza europea, ed era quindi tecnicamente una terra di nessuno. Così, i russi procedettero con i loro piani per stabilire un insediamento ignorando la "traballante" autorità spagnola in California. [10] È importante notare che Tykhmenev costantemente richiama il sito un insediamento, più che una fortezza. Questo evidenzia il fatto che Fort Ross era soprattutto una fattoria, che forniva cibo all'Alaska russa, non un avamposto militare. Le vicine isole Farallon fornirono ai russi possibilità di caccia alle foche, e vi fu costruito un pontile per le ambizioni di costruzioni navali. [11] Fort Ross non vide mai una battaglia, e non aveva prospettive di vederne mai una, e dal momento che la costruzione navale, l'agricoltura, la pesca e l'allevamento dimostrarono di essere poco redditizi (il commercio locale era ostacolato da richieste di forniture alimentari provenienti dall'Alaska), fu vendutoal pioniere della corsa all'oro californiana John Sutter nel 1841, e successivamente cessò di essere una colonia russa. [12]

Fort Elisabeth alle Hawaii ebbe un carattere leggermente diverso. Costruito nel 1817, cinque anni dopo la creazione di Fort Ross, Fort Elisabeth fu un progetto particolarmente sfortunato, derivato dalla vicende di Schaeffer. Georg Anton Schaeffer, un medico tedesco, impiegato della CRA dal 1815 al 1818, divenne una figura infame nella storia a causa di una sua alquanto megalomania affascinante e del suo distacco dalla realtà, che alla fine portaronoo a notevoli perdite finanziarie per la CRA. La storia inizia con una nave russa arenata a terra e catturata sull'isola hawaiana di Kauai dal re locale Kaumalii. Kaumalii era il rivale di re Kamehameha, che governava su una parte molto più grande delle isole hawaiane. [13] In queste circostanze, Schaeffer fu inviato alle Hawaii nel 1815, presumibilmente per convincere re Kamehameha a lanciare un'offensiva contro Kaumalii, al fine di recuperare in ultima analisi il carico della nave russa catturata (per ragioni sconosciute, Baranov decise per una spedizione disarmata). Ma Kamehameha mostrò poco interesse a fare così, e Schaeffer fine decise di avventurarsi a Kauai per negoziare invece con il re Kaumalii. Presentando a Kaumalii un trattato, che, nel caso Kaumalii avesse firmato, avrebbe portato le sue isole in possesso della Russia, Schaeffer non aveva alcuna aspettativa. Ma con sua grande sorpresa, Kaumalii firmò il trattato, e Schaeffer cominciò a perdere la presa sulla realtà. Offrì a Kaumalii un altro trattato "segreto", secondo la quale il re avrebbe permesso Schaeffer di condurre una forza armata di 500 uomini per conquistare le restanti isole Hawaii, e una "completa assistenza nella costruzione di fortezze su tutte le isole". [14] Schaeffer non riuscì a rendersi conto che Kaumalii aveva firmato i trattati per la sua rivalità con Kamehameha, e, quindi, cercò di garantire l'assistenza dei russi. Alla fine, lo tsar Alessandro non approvò l'integrazione delle Hawaii nell'Impero Russo, in quanto ciò avrebbe sconvolto le potenze europee, le cui navi regolarmente utilizzavano le Hawaii come porto franco e stazione di scambio. Schaeffer fu espulso dall'isola, e Fort Elisabeth, e le altre fortezze russe alla fine costruite alle Hawaii, rimasero prive di alcuna utilità e furono sciolte. Per concludere, le colonie russe nelle Hawaii furono prodotte da un individuo squilibrato: né approvate da eventuali sedi ufficiali, nè di alcun uso pratico o considerazione razionale per la CRA.

Pittura di Fort Ross nel 1841; fotografia dal museo Fort Ross

CONCLUSIONI

Dopo essere capitati quasi per caso in Alaska, i russi trasformarono il territorio in un esperimento coloniale. La corte russa diede alla prima azienda commerciale coloniale della Russia il diritto di governare e una vasta terra, il primo e unico territorio d'oltremare dell'impero, prima di allora quasi mai penetrato da qualsiasi europeo. L'esperimento durò più di mezzo secolo, quando venne finalmente portato a termine dalla vendita dell'Alaska agli Stati Uniti nel 1867. I motivi per la vendita sono abbastanza chiari: l'America russa era improduttiva. Troppo lontana, troppo estesa, e più tardi, quando le foche e le lontre marine furono cacciate quasi fino all'estinzione, anche improduttiva. Parlare di un completo fallimento sarebbe un equivoco. Ma comunque l'America russa aveva un carattere più simile al disastro scozzese Darien piuttosto che alla Nuova Olanda. Per esempio, la miopia russa sui piani per costruire moli, fattorie e fortezze su un terreno appena popolata e in gran parte ignorato da altri poteri, è sorprendente.

Come uno degli studiosi più prolifici dell'America russa, Nikolaj Bolkhovitinov, ha dichiarato: "La storia dell'America russa è ricca di eventi eclatanti, viaggi coraggiosi, progetti grandiosi, e risultati concreti piuttosto modesti". [15] I russi vollero dimenticare l'esperimento, fino all'arrivo della guerra fredda. A quel punto, i russi hanno guadagnato un potente strumento di guerra psicologica. L'americano medio dei primi anni dell'era Reagan poteva provare solo disagio quando sentiva che i russi si erano stabilti non solo in Alaska, ma anche in California e perfino alle Hawaii (cosa che ovviamente è piuttosto una commedia storica). In URSS tuttavia, sono stati orgogliosamente fatti circolare francobolli con immagini di Baranov, Sitka e Fort Ross. L'approccio degli USA verso il passato russo di alcuni dei loro territori può generalmente essere riassunto come negligente. Soprattutto nella cultura popolare degli Stati Uniti, l'America russa è un terreno inesplorato. Per esempio, è piuttosto indicativo che finora non sia stato fatto alcun film di Hollywood che parli della battaglia di Sitka del 1804, mentre questo evento potrebbe offrire da solo un materiale cinematografico per lo meno interessante, non solo a causa degli intriganti abiti da battaglia dei nativi dell'Alaska.

Francobollo dell'URSS del 1991, dal titolo "America russa" e raffigurante A. Baranov e Sitka sullo sfondo

Immagine del conte Rumjantsev, uno dei principali sponsor della CRA, dal resoconto di Tykhmenev sulla CRA, pubblicato nel 1863

NOTE

 [1] Coxe, William. Account of the Russian discoveries between Asia and America. To which are added, the conquest of Siberia, and the history of the transactions and commerce between Russia and China. By William Coxe, A. M. F. R. S. One of the Senior Fellows of King’s College, Cambridge; Member of the Imperial Oeconomical Society at St. Petersburg, of the Royal Academy of Sciences at Copenhagen; and Chaplain to his Grace the Duke of Marlborough. The third edition, revised and corrected. (London, 1787), 20. Eighteenth Century Collections Online. Gale. University of Groningen. 11 June 2012.

[2] Ibid., 22.

[3] Ibid., 23

[4] Vinkovetsky, Ilya. "The Paradox of Overseas Colonialism for a Continental Empire", in Russian America (New York, NY: Oxford University Press, Inc., 2011), 5. (Consultato l'11 giugno 2012).

[5] Ibid., 2

[6] Khlebnikov, Kirill. Biografia di Aleksander Andreevich Baranov, il governatore delle colonie russe in America (San Pietroburgo: Tipografia navale, 1835), 63-64. (Consultato l'11 giugno 2012).

[7] Morse, Jedidiah. The American gazetteer, exhibiting, in alphabetical order, a much more full and accurate account, than has been given, of the states, provinces, counties, cities, towns, villages, rivers, bays, harbours, gulfs, sounds, capes, mountains, forts, Indian tribes, & new discoveries, on the American continent, also of the West-India Islands … with a particular description of the Georgia Western Territory … The whole comprising upwards of seven thousand distinct articles. Collected and compiled from the best authorities, and arranged with great care, by, and under the direction of, Jedidiah Morse, D.D. Author of the American universal geography–Fellow of the American Academy of Arts and Sciences–and member of the Massachusetts Historical Society. Illustrated with seven new and neat maps. Published according to act of Congress. Printed in Boston, 1797. Eighteenth Century Collections Online. Gale. University of Groningen. 14 June 2012.

[8] Vinkovetsky. "The Paradox", 6.

[9] Black, Lydia. "Warriors of Kodiak: Military Traditions of Kodiak Islanders", Arctic Anthropology , Vol. 41, No. 2 (2004), 141. JSTOR.

[10] Tykhmenev, Pjotr. Resoconto sulla creazione della Compagnia Russa in America e delle sue gesta correnti. Parte I (San Pietroburgo: Tipografia di Eduard Weimar), 204-207. (Consultato l'11 giugno 2012).

[11] Ibid., 214

[12] Ibid., 336

[13] Vinkovetsky. "Paradox of Overseas Colonialism", 15.

[14] Bolkhovitinov, N. N. "Adventures of Doctor Schaffer in Hawaii, 1815-1819", Hawaiian Journal of History, Volume 7, 1973, 57.

[15] Ibid., 60

[16] Ibid., 55

BIBLIOGRAFIA

Black, Lydia. "Warriors of Kodiak: Military Traditions of Kodiak Islanders", Arctic Anthropology , Vol. 41, No. 2 (2004), 141. JSTOR.

Bolkhovitinov, N. N. "Adventures of Doctor Schaffer in Hawaii, 1815-1819", Hawaiian Journal of History, Volume 7, 1973, 57-60.

Coxe, William. Account of the Russian discoveries between Asia and America. To which are added, the conquest of Siberia, and the history of the transactions and commerce between Russia and China. By William Coxe, A. M. F. R. S. One of the Senior Fellows of King’s College, Cambridge; Member of the Imperial Oeconomical Society at St. Petersburg, of the Royal Academy of Sciences at Copenhagen; and Chaplain to his Grace the Duke of Marlborough. The third edition, revised and corrected. (London, 1787), 20. Eighteenth Century Collections Online. Gale. University of Groningen. 11 June 2012.

Khlebnikov, Kirill. Biografia di Aleksander Andreevich Baranov, il governatore delle colonie russe in America (San Pietroburgo: Tipografia navale, 1835), 63-64. (Consultato l'11 giugno 2012).

Morse, Jedidiah. The American gazetteer, exhibiting, in alphabetical order, a much more full and accurate account, than has been given, of the states, provinces, counties, cities, towns, villages, rivers, bays, harbours, gulfs, sounds, capes, mountains, forts, Indian tribes, & new discoveries, on the American continent, also of the West-India Islands … with a particular description of the Georgia Western Territory … The whole comprising upwards of seven thousand distinct articles. Collected and compiled from the best authorities, and arranged with great care, by, and under the direction of, Jedidiah Morse, D.D. Author of the American universal geography–Fellow of the American Academy of Arts and Sciences–and member of the Massachusetts Historical Society. Illustrated with seven new and neat maps. Published according to act of Congress. Printed in Boston, 1797. Eighteenth Century Collections Online. Gale. University of Groningen. 14 June 2012,

Tykhmenev, Pjotr. Resoconto sulla creazione della Compagnia Russa in America e delle sue gesta correnti. Parte I (San Pietroburgo: Tipografia di Eduard Weimar), 204-207. (Consultato l'11 giugno 2012).

Vinkovetsky, Ilya. "The Paradox of Overseas Colonialism for a Continental Empire", in Russian America (New York, NY: Oxford University Press, Inc., 2011), 5. (Consultato l'11 giugno 2012).

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