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  Pensieri sul rito occidentale nella Chiesa ortodossa

1 - Intervista del diacono Andrej Psarjov, curatore del sito ROCOR Studies, al vescovo Jerome (Shaw) di Manhattan sul rito occidentale nella ROCOR (22 febbraio 2013)

http://www.rocorstudies.org/interviews/2013/06/17/bishop-jerome-of-manhatan-on-western-rite-in-the-rocor/

2 - Articolo dell’arciprete Andrew Phillips sul sito Orthodox England (2009)

http://www.events.orthodoxengland.org.uk/thoughts-on-western-rite/

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Sua Grazia il vescovo Jerome di Manhattan sul rito occidentale nella ROCOR

New York, 22 febbraio 2013

Diacono Andrej: Vostra Grazia, qual è l'importanza del rito occidentale oggi?

Vescovo Jerome: L'importanza è il fatto che oggi nella Chiesa ortodossa ci sono molti convertiti. Io sono uno di loro, naturalmente. E noi sentiamo che, anche se i nostri genitori, nonni, e antenati più recenti non erano ortodossi, mille anni fa i nostri antenati erano ortodossi. Questa era la loro tradizione liturgica, e noi, per questo motivo l'amiamo, desideriamo tornare ad essa, ricostruirla di nuovo come parte del patrimonio generale della Chiesa ortodossa.

Qual è il posto del rito occidentale nella storia della Chiesa ortodossa?

La Chiesa ortodossa ha molte antiche tradizioni liturgiche. Naturalmente abbiamo la tradizione greca, la tradizione russa, e ce ne sono altre. Abbiamo la tradizione alessandrina con la liturgia di san Marco, la tradizione di Gerusalemme con la liturgia di san Giacomo, e, naturalmente, c'è anche la tradizione occidentale. L'importanza di questo non è solo per chi ama una particolare tradizione, ma anche per gli studenti di teologia e gli studenti che si preparano al sacerdozio, perché, proprio come conoscere una lingua straniera rende facile impararne altre, allo stesso modo conoscere più di una forma della divina liturgia e di altri servizi rende più facile capire le altre forme.

Quando e come la Chiesa ortodossa russa permise per la prima volta l'uso del rito occidentale?

Il Rito Occidentale fu ammesso ufficialmente nel 1878, quando il Santo Sinodo in Russia approvò una forma del rito romano noto come la Liturgia di Overbeck, in latino, per coloro che si erano uniti alla Chiesa ortodossa da una tradizione occidentale, anche se per lungo tempo non ebbe un grande sviluppo. Ma all'inizio del XX secolo, quando il santo patriarca Tichon era qui a New York e costruì la cattedrale di san Nicola sulla 97a strada, c'era una congregazione di rito occidentale che serviva nella cappella di sinistra di quella cattedrale fino al momento in cui la rivoluzione interruppe la vita della chiesa e la "Chiesa vivente" sequestrò l'edificio. Quella cappella fu utilizzata di nuovo per il rito occidentale a partire dal 1962, nello stesso tempo in cui la Chiesa all'estero, sotto la direzione di san Giovanni Maksimovich riceveva un gruppo di parrocchie di rito occidentale in Francia. Esse avevano fatto parte della Chiesa russa dal 1936, ma nel 1962 un gran numero di loro si unì alla Chiesa russa all'Estero. San Giovanni Maksimovich era il loro grande sostenitore e difensore.

Lei ha menzionato, vladyka, lo sviluppo del rito occidentale sulla 97a strada. Forse questo in qualche modo ha provocato la Chiesa Russa all'Estero ad accettare il rito occidentale, dal momento che il Patriarcato di Mosca aveva già la propria comunità di rito occidentale? O non c'è alcuna relazione tra i due sviluppi?

Penso che ci possa essere stato qualche rapporto, perché proprio come il Patriarcato di Mosca ha sollevato l'anatema sul vecchio rito, così la Chiesa all'Estero ha fatto la stessa cosa un anno o due più tardi.

Per quanto capisco la storia del Rito Occidentale è stata un po' problematica. Può per favore sottolineare un rappresentante di questa tradizione che si è mantenuto stabile e fedele alla Chiesa ortodossa?

Ce ne sono diversi, ovviamente. Il più stabile è stato il defunto abate Augustine (Whitfield), che era entrato nella Chiesa ortodossa nel 1962 e nel 1975 è passato dal Patriarcato di Mosca alla Chiesa all'Estero. Non era solo fedele ma molto ostinato. Non voleva cedere ad alcuna pressione, ma ha insistito sulla continuità nel rito occidentale, per la quale aveva ricevuto una benedizione. Come risultato della sua stabilità - era un monaco benedettino - l'idea del rito occidentale è stata sempre conservata dal 1962 fino ad oggi.

Da quanto capisco, negli anni '70 la Chiesa russa all'Estero ha deciso di non accettare più alcuna parrocchia di rito occidentale. Può commentare questo fatto?

Prima di tutto, quando è stata fatta questa decisione si erano dimenticati di padre Augustine. A quel tempo ho scritto una lettera al riguardo a Vladyka Laurus e lui mi ha risposto che in quel caso la decisione non era valida perché a padre Augustine era permesso di continuare con il rito occidentale.

Capisco che fu deciso di non elencare informazioni su padre Augustine nelle liste. Così, mentre continuava nella Chiesa russa all'estero come unica comunità di rito occidentale, il suo indirizzo non fu pubblicato.

In realtà, fu lui stesso a chiederlo. Il motivo era che i russi stavano cominciando a trovarlo e lui poteva solo parlare qualche parola di russo, e ne aveva una sorta di imbarazzo.

Quindi, è stato per ragioni molto diverse rispetto a quello che pensavo che fosse. Vuole parlarci dell'atteggiamento del suo padre spirituale, vladyka Nikon, verso il rito occidentale?

Vladyka Nikon (Rklitskij) era molto favorevole al rito occidentale. Mi ha detto che il metropolita Anthony (Khrapovitskij), che era stato suo il padre spirituale, ne era molto fortemente a favore. Anche se non ha lasciato scritto nulla a riguardo, vladyka Nikon lo conosceva da vicino e personalmente ha detto che lo sosteneva. Così pure il patriarca Tichon, così san Giovanni Maksimovich e altri studenti del metropolita Anthony, come il metropolita Sergei (Stragorodskij). Avevano tutti la stessa opinione, che avevano imparato dal metropolita Anthony. Vladyka Nikon è stato anche colui che, attraverso la sua amicizia personale con p. Augustine, lo incoraggiò a entrare nella Chiesa all'estero in un momento in cui c'erano problemi con il Patriarcato di Mosca. Quindi è grazie a vladyka Nikon che il rito occidentale ha continuato.

Grazie, vladyka. Com'è cambiata la situazione della nostra Chiesa dalla decisione nel 1978?

Nel 1991 vladyka Hilarion, che allora era vescovo di Manhattan, ha ricevuto padre James (Deschene), che ora è archimandrita. Vive in Canada e ha un monastero di rito occidentale con alcuni monaci.

Il suo predecessore.

Sì.

Ho capito dalla mia conversazione di oggi con sua Eminenza che la nostra Chiesa ha recentemente modificato il nostro approccio verso il rito occidentale, in modo che questo è ora ufficialmente parte della Chiesa russa all'Estero.

Sì. È stato in un primo momento una decisione del metropolita, poi il Sinodo ha deciso nel 2010. C'è stata una decisione sinodale di creare un vicariato di rito occidentale. Il Concilio del 2011 ha confermato la decisione e ha ufficialmente istituito il vicariato di rito occidentale e me ne ha fatto vescovo vicario. Il metropolita è il vescovo ordinario per tutte le chiese di rito occidentale, e io servo come suo vicario.

Può spiegare se i servizi di rito occidentale che sono stati in uso nella Chiesa russa all'Estero trovano le loro radici nella pratica anglicana?

No, non nella pratica anglicana. Le radici sono nella pratica romana. Uno dei gruppi nello Iowa utilizza il rito gallicano restaurato che è stato approvato da san Giovanni Maksimovich.

Capisco che alcune parrocchie celebrano feste stabilite molto tempo dopo lo scisma, come il Corpus Domini, le Sette Piaghe della Beata Vergine Maria, e la festa di Cristo Re. Può commentare su questo?

Quanto alla festa di Cristo Re - abbiamo una chiesa dedicata a questa festa, e quindi c'è una tradizione di celebrarla l'ultima domenica di ottobre. Questa l'abbiamo. Ma le altre non sono celebrate nel nostro rito occidentale. Le feste del Corpus Domini e delle Sette Piaghe sono nel rito occidentale antiocheno. Noi non le abbiamo.

Mi sembra che il Corpus Domini sia stato probabilmente introdotto durante il Concilio di Lione nel 1274.

Sì, molto probabile.

E le Sette Piaghe anche più tardi, all'inizio del XIX secolo, da parte di papa Pio.

Beh, sicuramente non abbiamo nessuno che festeggia le Sette Piaghe, e non sono sicuro che le festeggino gli antiocheni, ma noi non lo facciamo.

Grazie, vladyka. Il clero indossa paramenti liturgici e abbigliamento ecclesiastico quotidiano di rito occidentale?

Penso che i nostri sacerdoti di rito occidentale per la maggior parte utilizzino in strada lo stesso abbigliamento del clero russo. Molti di loro portano la barba e hanno un aspetto russo. So che in Germania, dove abbiamo appena ricevuto un monastero, l'abate indossa un abbigliamento clericale occidentale, ma penso che usi l'abbigliamento clericale russo quando va a incontri con il clero russo. Io ho una tonaca da vescovo occidentale, ma è quasi identica alla tonaca episcopale di vecchio rito che indossava il vescovo Daniil.

Può paragonare gli uniati cattolici con i parrocchiani ortodossi di rito occidentale? La loro dinamica è simile? Si può chiamarli "i nostri uniati di rito occidentale"?

No. Prima di tutto, gli uniati nella Chiesa cattolica romana non si unirono per convinzione. Quelli iniziali in Europa si unirono per pressione delle autorità civili. Quelli in Medio Oriente sono stati condotti a unirsi per altri motivi. Ebbero promesse di istruzione o di protezione politica o qualcosa di simile, mentre il clero di rito occidentale e tutti i parrocchiani si sono uniti per propria volontà e convinzione. Direi che la maggior parte dei parrocchiani di rito occidentale aveva già aderito alla Chiesa Ortodossa prima di interessarsi al rito occidentale. Quindi, anche se si tratta di un rito di minoranza nella Chiesa ortodossa, ha una storia completamente diversa.

Così, mentre nella Chiesa cattolica romana l'intento finale era quello di avvicinarli al rito latino (era solo una fase di transizione), da noi questo non è un obiettivo.

No. Tutti i nostri chierici di rito occidentale sono autorizzati a servire in rito bizantino se lo conoscono, ma devono sapere come celebrarlo correttamente.

I cristiani ortodossi di tradizione occidentale hanno rapporti fraterni con i cristiani ortodossi di tradizione liturgica bizantina?

Sì. Sono accolti da molti.

Non è che sono evitati?

No. Alcuni di coloro che hanno avuto esperienze negative diventano esitanti. Ma quando sono accolti tutto va bene.

Quindi ci sono casi di cooperazione.

Sì, molti casi.

Lei ha servito in parrocchie nel Mid-West, così ha avuto anche rapporti con i fedeli locali.

Abbiamo una parrocchia abbastanza grande nello Iowa. È quella che utilizza il rito occidentale di san Giovanni Maksimovich. Vi ho servito l'anno scorso. Hanno molti fedeli, ma non hanno il proprio luogo di culto. È venuto il prete greco. Aveva già celebrato la Liturgia quella mattina, ma è stato alla nostra funzione ed è stato molto cordiale.

I sacerdoti di rito occidentale sanno come servire le liturgie bizantine?

Molti di loro lo sanno.

Abbiamo bisogno di consultare altre Chiese ortodosse in materia di accoglienza di chierici e parrocchie di rito occidentale, perché non tutti nel mondo ortodosso si trovano sulle stesse posizioni per quanto riguarda il rito occidentale? Stiamo creando un precedente, aprendo una porta, quando altre Chiese non hanno alcuna intenzione di riceverli.

Ebbene, ora abbiamo relazioni molto fraterne con il vicariato antiocheno di rito occidentale. Alcuni del loro clero si sono incontrati con noi a un congresso due anni fa, e solo pochi mesi fa, quando ho fatto alcune ordinazioni per il rito occidentale, il Vescovo antiocheno Thomas e il sacerdote che lo accompagnava sono venutio da noi. Il vescovo ha ricevuto la comunione al servizio di rito occidentale e il suo sacerdote ha concelebrato. Dove è possibile abbiamo ottimi rapporti.

Quante comunità di rito occidentale abbiamo in questo momento?

Abbiamo una trentina di comunità in tutto l'emisfero occidentale, incluso il Canada. Abbiamo appena ricevuto un monastero in Germania. C'è un gruppo in Italia che sta cercando di unirsi a noi ora. Ma saranno sotto l'arcivescovo Mikhail di Ginevra. Tutti gli altri sono sotto il metropolita. Mi sembra di capire che abbiamo un certo numero di chierici che si preparano per l'ordinazione in rito occidentale. Abbiamo già una cinquantina di chierici, e ci sono altri undici candidati.

Quali documenti regolano la loro vita interiore? Usano i normale statuti parrocchiali, tutto ciò che una regolare parrocchia della ROCOR usa per regolare la sua vita?

Abbiamo una grande parrocchia vicino a Philadelphia, la parrocchia di Cristo il Salvatore, e credo che abbia lo stesso statuto delle altre parrocchie. Ma la maggior parte di queste sono piccole missioni e non sono abbastanza ampie per avere tutte le cose descritte negli statuti. Alcune di loro sono composte da cinque, dieci, quindici persone. Così tutti sono nel consiglio parrocchiale. Non è ancora pratico, ma man mano che cresceranno, seguiranno gli stessi statuti parrocchiali come tutti gli altri.

Quali sono le sue responsabilità in materia di rito occidentale?

La mia responsabilità è, ovviamente, in primo luogo compiere le ordinazioni secondo il rito occidentale, non secondo il rito bizantino. Visito le parrocchie, naturalmente, così come le parrocchie russe. Do dei consigli. Sono abbastanza spesso consultato sui dettagli e così via. Più o meno come con le parrocchie russe.

Che cosa direbbe alle parrocchie russe che non sono mai stati esposte al rito occidentale? Perché la Chiesa russa all'Estero dovrebbe averne bisogno? Molti diranno: "Perché non appena li prendiamo alle nostre condizioni, in modo che accettino il rito bizantino?"

I russi che sono state esposti al rito occidentale di solito non hanno alcun problema con esso. Ho incontrato un gruppo di russi quando ho servito in Virginia in una delle nostre chiese. Naturalmente, ho usato per loro un po' di slavonico. Abbiamo alcuni russi che sono entrati a far parte delle parrocchie di rito occidentale. C'è un uomo di nome Victor a Philadelphia che va alla chiesa di rito occidentale e ha insegnato nella sua scuola domenica. Quella parrocchia ha un direttore di coro dalla Lituania. Quando ero in Germania c'era una signora ucraina che andava alla chiesa di rito occidentale. C'è una signora tedesca che sta per convertirsi all'Ortodossia e sposare un russo, ma nella chiesa tedesca di rito occidentale.

Vladyka, ha avuto la possibilità di sollevare la questione del rito occidentale di Mosca? Sanno del nostro decanato di rito occidentale e, se lo sanno, qual'è il loro atteggiamento verso il nostro rito occidentale?

Lo conoscono certamente. Non ho sentito nulla di negativo quando ero là. Ma ho avuto un colloquio con il patriarca sulle antiche liturgie in generale, e mi ha detto che quando insegnava al seminario, trovava molto utile per i suoi studenti quando si celebravano lì queste antiche liturgie, perché li aiutavano a capire la liturgia consueta.

Non solo lei ha tradotto queste liturgie ma le ha anche servite. Questo è parte dell'antica diversità che ha citato?

Sì. C'è un collegamento diretto. Una delle antiche liturgie è la Liturgia di san Pietro, che è una forma di rito occidentale che è conservata, tra tutti i luoghi, sul monte Athos. Esiste in greco, in slavonico e in georgiano. Ho tradotto la forma slavonica, che è conservata nei manoscritti del monastero di Hilandar, in inglese. A tre delle nostre parrocchie di rito occidentale è piaciuta così tanto che hanno iniziato a usare quel servizio come la loro liturgia normale. Ciò in qualche modo colma il divario. Quello stesso manoscritto nel monastero di Hilandar contiene anche la più antica versione conosciuta della liturgia di san Giacomo.

La ringrazio molto per il suo tempo, vladyka. I suoi commenti sono stati molto istruttivi.

 

 

Pensieri sul 'rito occidentale'

Testo pubblicato sul sito Orthodox England nel 2009

Introduzione

Tutte le religioni hanno riti. I riti sono necessari perché siamo incarnati. Gli angeli incorporei non hanno bisogno di riti, ma noi sì. In altre parole, le strutture esteriori dei riti sono necessarie al fine di mantenere il contenuto spirituale della religione, così come i nostri corpi sono necessari al fine di contenere le nostre anime immortali. Si può dire che un rito è un bicchiere; il contenuto è il vino. È chiaro quale dei due sia il più importante.

Ma quale rito o riti dovremmo usare per contenere questo vino? Chiaramente, devono essere degni. Nella Chiesa ortodossa abbiamo quattro riti eucaristici molto antichi: quelli di san Giovanni Crisostomo, di san Basilio il Grande, di san Giacomo di Gerusalemme (il più antico di tutti) e il rito dei Presantificati attribuito a san Gregorio il Dialogo. Risalgono tutti al primo secolo, ma non furono veramente stabiliti fino al IV secolo, e vi furono fatte alcune modifiche anche dopo questo secolo. Ma al di là di questi, abbiamo i riti connessi con i molti altri servizi dei cicli liturgici dell'anno. I riti eucaristici sono solo una parte dei riti che usiamo. Per quanto importante, l'eucaristia è solo una parte della vita della Chiesa.

La questione di un rito occidentale nell'Ortodossia risale a generazioni addietro e ha tutta una storia in Europa occidentale, in Nord America e altrove. Tale questione di un 'rito occidentale' sembra essere sollevata a intervalli regolari, ogni dieci anni o giù di lì, e ogni volta sono presentati a favore di esso argomenti ben studiati. Per il bene di chi è nuovo alla Chiesa, sarebbe anche utile parlare degli argomenti contrari. Questi non sono espressi frequentemente, tanto più quando gli argomenti vengono dall'esperienza e dall'osservazione della realtà. Quali sono questi argomenti?

1. Perché?

Il primo argomento contro un rito occidentale è 'perché?' Perché avere un rito 'occidentale'? I riti non salvano le anime, è il contenuto spirituale dei riti che salva le anime. Così, i riti ortodossi non salvano in se stessi: il caso dell'uniatismo, che imita i riti ortodossi, lo dimostra. Inoltre, se si dà una grande attenzione ai riti, questo porta al ritualismo, un particolare pericolo nella Chiesa alta anglicana o nell'anglo-cattolicesimo. Dopo che l'anglicanesimo aveva perso la continuità con i riti liturgici cattolici romani, questo movimento aveva cercato di ricrearli nel XIX secolo.

Inevitabilmente, ciò ha condotto al ritualismo, lo studio dei riti morti e i tentativi di farli rivivere attraverso una sorta di respirazione artificiale. La maggior parte delle persone trova ogni ritualismo irrilevante per la propria vita quotidiana e noioso. Essi dicono: perché avere un altro rito nell'Ortodossia, quando ne abbiamo già di perfettamente buoni? Perché cercare di dare vita a quello che è stato morto a lungo? Perché tanto interesse per il bicchiere, quando è solo il vino che è interessante?

2. Sciovinismo?

In risposta a questa ultima domanda, arriviamo a un secondo argomento. Questo è l'argomento che i 'ritualisti occidentali' stanno dando alla loro cultura locale un posto superiore a quello della cultura della Chiesa. Così, il concetto di un rito occidentale prolunga semplicemente il mito Est-Ovest, amato dalla teoria anglicana dei rami, che dichiara ereticamente che la Chiesa ortodossa è una Chiesa meramente 'orientale' (e i suoi riti 'orientali' e non universali) e che 'l'altra metà della Chiesa' è 'occidentale'. Il fatto è che tutti i riti vengono a noi da 'oriente', ovvero dal tempio di Gerusalemme attraverso il Nuovo Testamento e le Vite dei Santi. In altre parole, i nostri riti vengono dallo Spirito Santo, in cui non c'è né Oriente né Occidente.

Il concetto di un rito occidentale suggerisce ereticamente che la Chiesa ortodossa universale è incompleta. Il rito occidentale pone una cultura locale, in particolare una occidentale, che mille anni fa si allontanò dalla Chiesa, al di sopra della cattolicità e dell'universalità della Chiesa. Dobbiamo quindi rigettare Cristo, perché anch'egli è venuto dal Tempio di Gerusalemme, perché era 'orientale', asiatico, e cercare di sostituirlo con un Cristo 'occidentale' o 'europeo'? Questo parlare di 'rito occidentale' non è semplicemente sciovinismo occidentale, razzismo, la solita sensazione occidentale di 'superiorità' sul resto dell'umanità? I popoli siberiani, cinesi, aleuti, giapponesi, kikuyu, indonesiani e thai utilizzano tutti i riti della Chiesa ortodossa. Che cosa c'è di così speciale tra gli 'occidentali' perché abbiano bisogno di qualche rito particolare?

La pienezza dei riti viventi

In terzo luogo, ogni rito è molto più di ciò che si trova sulla carta. Così, un testo della liturgia di san Giovanni Crisostomo non dà alcuna idea della ricchezza e della bellezza di questo rito nella pratica. Dà ancora meno idea dei cicli liturgici giornalieri, settimanali, mensili e annuali. Il testo sulla carta di una liturgia eucaristica non dà alcuna idea dello schema dei Vespri ortodossi o del Mattutino, delle Ore, del santorale (i servizi ai santi), della Settimana Santa, della Pasqua, del Natale, ecc.

Inoltre, i testi non danno alcuna idea della bellezza esteriore dell'edificio della chiesa, del canto, dei paramenti, delle azioni rituali e, soprattutto, dell'atmosfera di preghiera che un rito degno crea. Il cristianesimo ortodosso è un intero modo di vita, non un rito tratto da un manoscritto celebrato all'interno di un edificio ecclesiastico per due ore alla settimana. Il cristianesimo ortodosso deve essere trasmesso di generazione in generazione nel corso dei secoli da parte di famiglie e di monasteri, non può essere inventato da studi sui manoscritti di un 'rito' morto.

Quale rito occidentale?

In quarto luogo, quando si usa il termine 'rito occidentale', di quale rito occidentale si desidera la rinascita? Il rito romano? Gallicano? Ambrosiano? Mozarabico? O qualche versione successiva sulla base del Book of Common Prayer anglicano? Il problema è che i riti antichi sopravvivono solo sotto forma di manoscritti incompleti. Possono mai essere ripristinati?

Sicuramente, ogni rinnovamento sarebbe solo parziale, lasciando un pericolo di fantasia e di mancanza di autenticità, come fu il caso con il tanto contestato rito 'gallicano' rinato utilizzato dal gruppo conosciuto come l'ECOF ('L'Eglise Catholique Orthodoxe de France') in Francia. Come può un rito essere ripristinato in ogni caso? Sicuramente un rito deve essere vivo, praticato in continuità? Un rito ripristinato non sarebbe artificiale, introverso, innaturale?

E per chi, poi?

In quinto luogo, anche se fosse possibile ripristinare un rito, per chi sarebbe? Nel 2009, la maggioranza degli europei occidentali non ha mai messo piede in una chiesa e il 99% dei praticanti non ortodossi non ha più alcun rito storico. Il rito cattolico romano della Controriforma è stato quasi del tutto abolito dal Concilio Vaticano II a favore di un rito protestantizzato. Dagli anni '60 gli anglicani hanno utilizzato solo molto raramente i loro Libri di preghiere, che conservano vestigia del rito cattolico precedente alla riforma e li hanno sostituiti con riti ingenui, improvvisati sul momento. Anche il canto gregoriano è in gran parte un'invenzione del mondo benedettino del XIX secolo. (E c’è qualche ortodosso radicato nella sua tradizione che si sente davvero a suo agio con questo?)

Per me, come per il 99,99% degli europei occidentali, anche se per ragioni diverse, il termine 'rito occidentale' è privo di significato. Non ho mai conosciuto altri riti che quelli usati dalla Chiesa ortodossa, dal momento che non sono mai stato anglicano né cattolico romano. Se mi si chiedesse di celebrare un servizio secondo il 'rito occidentale', prima di tutto, anche prima di considerare se lo voglio davvero e di chiedere al mio vescovo una benedizione per farlo, dovrei sapere di che cosa si tratta. Non avrei alcuna idea circa la sua attuazione pratica. Gli ortodossi occidentali come noi hanno già riti 'occidentali'. Questi sono i riti universali della Chiesa ortodossa, utilizzati nelle lingue dell'Europa occidentale e anche con la venerazione dei santi occidentali locali. Non abbiamo bisogno di niente di più, per noi il 'rito occidentale' è già qui ed è in uso regolare.

Teoria e Pratica

Per quanto il concetto di un 'rito occidentale' restaurato suoni bene in teoria, sembra non funzionare nella pratica. Certo, l'esempio della ECOF, la cosiddetta 'Chiesa cattolica ortodossa francese', fondata sotto Mons. Jean (Kovalevskij) e una volta forte di centinaia di aderenti, manda brividi giù per la schiena degli ortodossi canonici che ne hanno avuto esperienza. Non può essere che il 'rito occidentale' semplicemente non funzioni in pratica?

Sicuramente un rito occidentale attirerebbe sempre e solo una piccola minoranza di cattolici romani o di anglicani di vecchio stampo? Essi sarebbero incapaci di integrarsi organicamente nell'Ortodossia e non sarebbero in grado di trasmettere qualsiasi cosa alla prossima generazione o a chiunque altro al di fuori del loro gruppo 'rituale' chiuso. Questi sarebbero inevitabilmente tagliati fuori dalla maggioranza degli ortodossi, che ignorerebbero le loro funzioni, come se appartenessero a una setta non canonica.

San Tikhon e san Giovanni

Tuttavia, vi è un forte argomento a favore del 'rito occidentale'. Una forma del rito anglicano fu approvata dal Santo Sinodo della Chiesa russa pre-rivoluzionaria e sponsorizzata nientemeno che dal vescovo (poi patriarca e santo) Tikhon, all'inizio del XX secolo. E 50 anni fa, il vescovo (poi arcivescovo e santo) Giovanni di Shanghai aiutò il passaggio di ex cattolici romani all'Ortodossia attraverso padre Evgraf Kovalevskij, che poi consacrò vescovo, a lanciare una 'Chiesa ortodossa francese' missionaria, consentendole un 'rito occidentale' e il nuovo calendario per le feste fisse.

Tuttavia, il fatto che questo piccolo gruppo in seguito ha lasciato la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia al fine di celebrare la Pasqua cattolica romana, ha vagato attraverso molte giurisdizioni, causando molti scandali, è degenerato nell'ECOF ed era praticamente estinto alla fine del XX secolo, offre pensieri che fanno riflettere. Soprattutto, si deve ammettere che un secolo fa gli anglicani avevano ancora un rito e un senso della Tradizione. E mezzo secolo fa, nella Francia degli anni '50, li avevano ancora anche i cattolici romani. Pertanto, pastoralmente, si può vedere ciò che è stato fatto allora come giustificato, persino eroico. Ma sicuramente i tempi sono cambiati. Oggi i cattolici e gli anglicani non hanno seri riti storici. Più e più volte mi capita di incontrare cattolici romani che vengono alla Liturgia ortodossa e dicono: 'Almeno voi avete 'una vera Messa', quella che abbiamo noi è un insulto'. C'è quindi una reale necessità o un interesse a far rivivere un 'rito occidentale', anche se è possibile?

Conclusione

Qualunque riserva possa avere la maggioranza degli ortodossi, va detto che i vescovi possono dare la loro benedizione per la formazione e la pratica di un rito occidentale nelle Chiese ortodosse, se lo ritengono pastoralmente necessario; se, in altre parole, ci sono persone che possono essere introdotte attraverso questo rito alla genuina Ortodossia.

Può essere che con la dissoluzione dell'anglicanesimo in particolare, vi sia ora un posto per un 'rito occidentale' nell'Ortodossia. Nonostante ogni sorta di inconvenienti e difficoltà, un 'rito occidentale' potrebbe forse riempire un bisogno pastorale temporaneo per alcuni piccoli gruppi specifici.

Tuttavia, è dubbio che questa esigenza vada oltre una manciata di individui. In ogni caso, sia che siamo a favore o contro, interessati o annoiati dalla questione del 'rito occidentale', questa non dipende da noi. Spetta in ultima analisi a coloro che hanno una supervisione pastorale, i nostri vescovi, di incoraggiare o scoraggiare un 'rito occidentale', a seconda che trovino qualcuno che ne abbia bisogno oppure no.

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