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  Il Concilio curioso

dal blog del sito Orthodox England

10 dicembre 2015

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Il Concilio inter-ortodosso, con un numero simbolico di vescovi da ciascuna delle quattordici Chiese locali e che dovrebbe aver luogo nel maggio 2016 per discutere di questioni amministrative, sembra sempre più travagliato. In primo luogo, vi è lo scisma tra i patriarcati di Gerusalemme e di Antiochia. Poi ci sono state voci, dopo contatti con alti funzionari degli Stati Uniti, che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti abbia cercato di definire l'ordine del giorno del Concilio, in particolare per quanto riguarda l'omosessualità. Poi c'è stata la notizia dalla Chiesa ortodossa russa che i delegati di diversa Chiese locali, in particolare quella russa, quella romena (la seconda più grande) e quella georgiana, non avevano concordato sui contenuti di diversi punti dell'ordine del giorno, apparentemente determinato dagli USA.

I vescovi della Chiesa ortodossa ucraina hanno poi espresso una preoccupazione popolare per il fatto stesso che si tenga il Concilio. Dopo tutto Costantinopoli non molto tempo prima aveva inviato rappresentanti scismatici della Chiesa ucraina in Canada (la frazione sotto Costantinopoli) a Kiev per ragioni che la Chiesa ucraina ha naturalmente trovato sinistre. Dopo questo è arrivata la notizia che l'anziano patriarca Bartolomeo aveva fatto erigere una statua a se stesso e che non avrebbe mai riconosciuto il metropolita carpato-russo Rastislav come rappresentante della Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia. Poi è arrivata la visita del patriarca in Bulgaria, dove ha insultato il popolo bulgaro e ha creato un incidente diplomatico in cui il primo ministro bulgaro ha rifiutato di incontrare il patriarca. Alcuni si sono addirittura chiesti se il comportamento del patriarca Bartolomeo fosse stato progettato per sabotare il suo stesso Concilio.

In seguito, il Sinodo di Costantinopoli ha licenziato l'esarca nominato solo due anni prima per la giurisdizione modernista di Parigi, l'arcivescovo Job. Poi è venuto l'abbattimento da parte della Turchia – alcuni dicono, su istigazione statunitense – di un aereo russo. Il risultato di ciò è che la delegazione russa non si è sentita in grado di partecipare alla prossima riunione preparatoria a Istanbul per il futuro Concilio. In effetti, ci si è chiesto se il Concilio possa addirittura svolgersi a Istanbul, come era stato proposto. Alcuni hanno suggerito, come avevamo suggerito noi nel nostro opuscolo, 'The World Council of Orthodoxy' nel maggio 2007, che ogni futuro Concilio avesse luogo presso il monastero di Nuova Gerusalemme fuori Mosca, unico luogo in cui si può tenere un Concilio politicamente libero.

Poi è giunto il benvenuto del papa al Concilio – che di fatto lo ha compromesso, facendolo apparire solo una copia a buon mercato del Concilio Vaticano di 50 anni fa, disastrosamente divisivo e in stile protestante americano. Poi è venuto il saluto del papa al patriarca Bartolomeo il giorno della festa cattolica di sant'Andrea, con un messaggio che guardava con ansia al giorno in cui i cattolici, senza pentimento, sarebbero stati in piena comunione con Costantinopoli. Poi è arrivata la notizia che una commissione congiunta delle Chiese russa e bulgara ha convenuto che non vi sono obiezioni alla canonizzazione del molto venerato arcivescovo Serafim (Sobolev), l'arcivescovo di Sofia della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, che è stato l'eroe del Concilio di Mosca del 1948, che aveva denunciato l'ecumenismo.

Ora è giunta notizia che l'arcivescovo Girolamo di Atene, capo della Chiesa di Grecia, non sarà presente alla prossima riunione preparatoria a Istanbul. Si ipotizza che ciò sia collegato alle pretese imperialistiche e all'ingerenza del patriarca Bartolomeo nel territorio greco. E non ha aiutato la notizia che Roma e Costantinopoli stanno celebrando (!) Il 50° anniversario della revoca molto controversa (e alcuni direbbero insensata) degli anatemi del 1054 tra Roma e Costantinopoli. Come il patriarca Alessio I di Mosca aveva fatto notare a suo tempo, questo evento non ha alcuna importanza per la massa della Chiesa ortodossa nel suo insieme, in quanto si tratta di un evento che riguarda solo la minuscola Chiesa locale di Costantinopoli e il cattolicesimo romano. Anche così l'evento è stato respinto a suo tempo ed è ancora oggi respinto dai membri devoti e politicamente liberi del patriarcato di Costantinopoli.

Si può concludere senza esitazione che il patriarcato di Costantinopoli appare sempre più isolato dalla corrente principale della Chiesa ortodossa e il suo progetto di Concilio, almeno nella sua vecchia forma, è sempre più in dubbio. Come è stato detto nel corso di tutta la storia cristiana: l'uomo propone, ma Dio dispone.

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