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  Gli scismatici ucraini fanno pressioni sui fedeli di lingua romena perché si uniscano a loro

Orthochristian.com, 25 settembre 2019

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foto: spzh.news

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena si è riunito il 21 febbraio, discutendo, tra l'altro, dell'attuale crisi della Chiesa ucraina. Nel loro rapporto, i vescovi hanno notato di essere particolarmente preoccupati per le 127 parrocchie di lingua romena della Bucovina ucraina, vicina alla Romania, e per la conservazione della loro etnia e lingua.

A tal fine, il Sinodo ha deciso che "è necessario ottenere garanzie scritte dalle autorità della Chiesa che... avranno l'opportunità di organizzarsi in un vicariato romeno e di coltivare la loro connessione spirituale con il patriarcato romeno", rilevando che un vicariato ucraino opera in Romania dal 1990.

Il Sinodo non ha dichiarato esplicitamente se si riferiva alle autorità della Chiesa canonica ucraina sotto sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, o quelle della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica sotto il "metropolita" Epifanij Dumenko, o entrambe, ma gli scismatici si sono affrettati a cogliere l'occasione, annunciando ai primi di marzo che erano pronti a creare un tale vicariato.

Il Sinodo dei vescovi della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" ha deciso il 27 luglio di creare questo vicariato, sebbene, fino a oggi, non includa una sola delle 127 parrocchie romene. Gli scismatici stanno pianificando di cambiare le cose, tuttavia, con l'aiuto delle loro solite tattiche.

Una fonte della Chiesa ortodossa romena ha dichiarato all'agenzia ucraina Vesti che "la "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" sta esercitando una forte pressione sui sacerdoti e sui laici affinché entrino nel loro vicariato romeno, e questo potrebbe portare alla creazione di strutture rivali di lingua romena in Ucraina".

Il movimento scismatico ucraino esiste da 30 anni come gruppo rivale della Chiesa, e solo l'anno scorso ha ottenuto la benedizione del Patriarcato di Costantinopoli per questa controversa esistenza. Dato che i vescovi, il clero e i fedeli della Chiesa ucraina hanno attestato molte volte che la "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" non può costringere le persone e le parrocchie a unirsi, gli scismatici ricorrono spesso a sequestri violenti di chiese o a registrarle nuovamente in modo illegale.

Secondo la fonte romena, la diaspora di lingua romena prevede di fare appello a Bucarest e alla Chiesa ortodossa romena per sostegno e di dichiarare la sua lealtà alla Chiesa canonica ucraina.

Dopo la sessione del Sinodo romeno di febbraio, singole parrocchie romene in Ucraina hanno iniziato a dichiarare la loro lealtà a Cristo nella Chiesa ucraina e al suo primate il metropolita Onufrij.

Il servizio stampa della diocesi di Chernovtsy della Chiesa ucraina ha anche riferito che la Romania ha paura delle azioni aggressive della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" contro la diaspora romena in Ucraina.

Come ha spiegato il portavoce della diocesi, romeni e ucraini vivono insieme in armonia in Bucovina e spesso si aiutano reciprocamente come fratelli ortodossi, quando gli scismatici lanciano attacchi fisici contro le loro chiese. Ha notato in particolare il recente esempio nel villaggio di Mikhalcha nella regione di Storozhinets nella provincia di Chernovtsi, dove i fedeli romeni sono venuti in aiuto ai loro fratelli ucraini, aiutandoli a proteggere la chiesa parrocchiale locale.

Ha inoltre ricordato il triste incidente di fine marzo nel villaggio di Tovtry nella provincia di Chernovtsiy, dove "sacerdoti" della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" e attivisti ubriachi hanno tentato di impadronirsi di una chiesa e hanno attaccato fisicamente il prete, urlandogli contro di tornare a casa in Romania. Questo non solo dimostra l'odio etnico tra alcuni nella "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", ma rivela anche la sua completa assurdità, dato che gli scismatici non sono stati nemmeno in grado di capire che il prete era, in effetti, un ucraino etnico.

Sorprendentemente, un "sacerdote" della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" non si è nemmeno vergognato di accusare i romeni della Bucovina di incitare all'inimicizia etnica.

"Epifanij e Zorja [il portavoce della "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", ndc] mostrano intenzioni di creare un vicariato romeno, ma di fatto ci sono esempi di amore inverso", ha commentato il portavoce.

Inoltre, come osserva Vesti, i media romeni sono in subbuglio per la questione.

"La comunità romena sa che nello stato ucraino esiste una politica di assimilazione forzata delle minoranze, che è culminata nella legge sull'istruzione del 2018 e nella legge sulla lingua statale del 2019... Nessun prete romeno è andato tra gli scismatici, anche se questi hanno annunciato che avrebbero permesso loro di servire in romeno. Come si può credere loro dopo decenni di affermazioni contrarie?" Si chiede Iosif Mihaileanu, che scrive per l'agenzia romena Active News.

I fedeli della Bucovina ora temono che la "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" e il suo zelante sostenitore, il governatore ad interim di Chernovtsy Mikhail Pavlyuk, inizieranno semplicemente a registrare nuovamente le parrocchie romene nella "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", come hanno fatto più volte con le parrocchie ucraine.

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