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  Metropolita Ioane di Rustavi: "L'unità della Chiesa ortodossa si basa non su un principio papista, ma sulla conciliarità"

Orthochristian.com, 23 gennaio 2019

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il metropolita Ioane di Rustavi. Foto: Facebook

Lo sviluppo degli eventi in Ucraina è "un acuto problema che è sorto nella Chiesa ortodossa mondiale", con la Chiesa canonica e maggioritaria ignorata e la situazione esacerbata dalle dichiarazioni e dalle interferenze di personaggi politici, ha scritto sulla sua pagina Facebook sua Eminenza il metropolita Ioane di Rustavi della Chiesa ortodossa georgiana. I suoi commenti sono stati anche tradotti e pubblicati sul sito del Dipartimento per gli affari ecclesiastici esterni della Chiesa ortodossa ucraina.

"Lo scontro militare tra le regioni dell'Ucraina, che è già in corso da più di 3 anni, non dovrebbe trasformarsi in uno scontro religioso di persone che confessano una sola fede. La preoccupazione comune della Chiesa ortodossa mondiale è la preservazione dell'unità dei popoli della stessa fede. Le dichiarazioni e le affermazioni di opinioni private di persone politicamente discriminate rendono difficile mantenere una posizione salutare", scrive il metropolitaa georgiano.

Il capo del servizio stampa del Patriarcato georgiano, l'arciprete Andria Dzhagmaidze, ha espresso le stesse preoccupazioni ieri, sottolineando che ci sono crescenti pressioni sulla Chiesa da parte di fazioni governative e non governative per riconoscere la nuova chiesa nazionalista ucraina.

Il metropolita ricorda anche che il quadro canonico della Chiesa ortodossa è stato formulato dai grandi Concili ecumenici e locali tra il IV e l'VIII secolo: "Le risoluzioni di questi Concili definiscono chiaramente il rapporto con i gruppi scismatici e con quelli scomunicati dalla Chiesa. Vengono anche definite le norme del loro ritorno in seno alla Chiesa. Questi canoni sono basati sul santo Vangelo e sulla tradizione apostolica".

Il metropolita Ioane continua: "I vescovi della Chiesa globale ricordano come negli anni '90 hanno valutato negativamente la separazione dalla Chiesa Madre dell'ex esarca dell'Ucraina, il metropolita Filaret".

La storia ufficiale documenta la riduzione allo stato laicale e la scomunica di Filaret, inclusa l'accettazione da parte del patriarca Bartolomeo della sua riduzione allo stato laicale. Nel 1997, il patriarca Bartolomeo accettò anche l'anatema di Filaret Denisenko, riconoscendo che la Chiesa ortodossa russa aveva "competenza esclusiva" per affrontare la questione. È solo nell'aprile dell'anno scorso che il patriarca Bartolomeo ha cambiato idea e ha deciso di avere una competenza esclusiva. Di conseguenza, il Santo Sinodo di Costantinopoli ha sollevato unilateralmente l'anatema contro Filaret in ottobre.

Sfortunatamente però, come osserva il metropolita georgiano, "il Patriarcato di Costantinopoli, unilateralmente e da solo, ha deciso di concedere lo status di chiesa autocefala a un clero che era stato in scisma per anni".

Sua eminenza il metropolita Nikoloz (Pachuashvili) di Akhalkalaki, Kumurdo e Kari ha anche affermato di recente che, mentre la Chiesa georgiana è in linea di principio favorevole all'autocefalia ucraina, non possono servire con vescovi anatematizzati e autoconsacrati. Le chiese serba e polacca hanno espresso le stesse convinzioni.

Caratterizzando le azioni del patriarca Bartolomeo come tanti altri, il metropolita Ioane aggiunge: "L'unità della Chiesa ortodossa non è basata su un principio singolo, papista, ma sulla conciliarità, che si riflette nel Credo niceno".

La Chiesa georgiana ha rilasciato una dichiarazione a fine settembre affermando che la situazione in Ucraina è molto delicata e che quindi doveva essere elaborata tra i Patriarcati di Mosca e Costantinopoli, non unilateralmente.

Il metropolita Ioane nota, ancora, come tanti altri, che le condizioni stipulate nel tomos concesso alla nuova chiesa ucraina dal Patriarca Bartolomeo il 6 gennaio sono in realtà più coerenti con l'autonomia che con l'autocefalia.

Si lamenta inoltre che il tomos tace sul fatto che la maggioranza degli ucraini ortodossi rimane nella Chiesa ortodossa ucraina che è autonoma sotto la Chiesa ortodossa russa e che quindi rappresenta parte della pienezza della Chiesa ortodossa mondiale.

"Pertanto, siamo guidati dai principi della legge e dell'economia, così che lo spirito di scisma non regni tra noi", afferma il metropolita georgiano.

Conclude con un appello alla preghiera: "Preghiamo per il ripristino dell'unità nel popolo ucraino, con il quale condividiamo la stessa fede".

Il Santo Sinodo georgiano ha ripetutamente affermato che avrebbe atteso di vedere come si fossero sviluppate le cose riguardo all'Ucraina prima di prendere posizione. Più di recente, ha annunciato a dicembre che avrebbe rilasciato in questo mese una dichiarazione a tale proposito. L'outlet ucraino Cerkvarium ha riferito lunedì che 10 dei 46 vescovi hanno dichiarato apertamente il loro sostegno all'autocefalia ucraina, anche se non è chiaro se tutti stiano parlando in linea di principio o specificamente della nuova chiesa.

Mentre il Sinodo georgiano non ha preso una posizione formale sulla questione, è noto che sua Santità il catholicos-patriarca Ilia II si oppone fermamente all'interferenza di Costantinopoli in Ucraina.

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