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  L'etnofiletismo e il patriarca di Costantinopoli

di Anna Stickles

Orthochristian.com, 6 dicembre 2018

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foto: regnum.ru

In questo testo, l'autrice, Anna Stickles, fa riferimento all'archimandrita Grigorios D. Papathomas, che è uno dei principali canonisti che sostengono il Patriarcato ecumenico nella crisi ucraina e di cui trova particolarmente utile la definizione di etnofiletismo nella valutazione della situazione ucraina. Padre Grigorios è docente di diritto canonico presso l'Istituto ortodosso Saint Serge a Parigi e docente di diritto canonico presso la Facoltà di Teologia dell'Università di Atene.

***

L'archimandrita Grigorios D. Papathomas descrive l'etnofiletismo in questo modo:

"L'etnofiletismo costituisce... una confusione tra la Chiesa e la razza o nazione, un'assimilazione – e perfino, a volte, un'identificazione – della Chiesa con la nazione... Il filetismo "tribalizza" la Chiesa e la subordina agli obiettivi storici endo-creati della razza e della nazione o, peggio ancora, sfrutta la Chiesa per discriminare quelli di altre razze e nazioni unicamente a beneficio della razza e della nazione". [1]

Ora, se osserviamo queste parole alla luce delle parti coinvolte in Ucraina, dobbiamo chiederci: quale parte – la Chiesa ucraina canonica, oppure Poroshenko insieme alle chiese scismatiche – mostra questa eresia? La Chiesa canonica riconosce che ci sono varie opinioni politiche nel paese – coloro che hanno una visione degli ucraini come una sola razza con i russi, coloro che hanno una visione storica in cui ci sono sempre state due nazioni / popoli separati, e molte variazioni lungo lo spettro. La Chiesa canonica non tenta di sopprimere la diversità di questi punti di vista, ma semplicemente sostiene l'integrità territoriale della nazione e incoraggia le persone a trovare l'unità in Cristo anche in mezzo a differenti opinioni politiche.

D'altra parte, Poroshenko e gli scismatici hanno costantemente mostrato discriminazioni contro quelli di altre razze; cioè, quelli di lingua e d'etnia russa, e lo fanno sotto gli auspici del bene della nazione. Un'atmosfera politica "noi contro loro" piena di sospetto e sfiducia costruisce davvero una nazione forte o lo sforzo per vivere insieme nella fiducia e nella cooperazione costruisce una società forte? Poroshenko ha calunniato i suoi stessi concittadini, con accuse che chiunque parli russo o simpatizzi con la cultura tradizionale russa (piuttosto che con la cultura dell'Europa occidentale che Poroshenko vorrebbe introdurre in Ucraina) debba essere necessariamente antipatriottico e volere che la nazione dell'Ucraina venga assorbita nella Russia. Non è disposto a riconoscere la distinzione tra razza e nazione, o permettere che ci possano essere quelli che parlano russo o che sono culturalmente più russi che sostengono anche l'integrità dello stato ucraino e in realtà sono patriottici.

Ciò non significa negare che vi siano diversi individui che potrebbero non essere patriottici, ma questo dovrebbe essere determinato in base a qualche tipo di prova d'azione, non universalmente e pregiudizialmente applicata secondo affinità culturali. Per guidare le sue opinioni, Poroshenko e i suoi alleati predicano un programma politico di paura e sospetto. E questa è la persona con cui si è alleato il patriarca Bartolomeo.

L'archimandrita Grigorios continua:

"L'eresia ecclesiologica è apparsa per la prima volta nel cuore della Chiesa ortodossa nel 1870, con l'arbitraria istituzione dell'Esarcato bulgaro a Costantinopoli, secondo cui la Chiesa è organizzata non su base territoriale, ma piuttosto su base razziale, nazionale, o – per essere più precisi – culturalistica, in modo che, in un modo di co-territorialità, due o più entità ecclesiali e giurisdizioni ecclesiastiche possano coesistere nello stesso territorio".

Se Costantinopoli decide di sottomettersi ai desideri di Poroshenko e fondare una chiesa ortodossa in terra ucraina contro i desideri della Chiesa canonica, non è esattamente questo ciò che apparirà? Sul medesimo territorio ci saranno due entità ecclesiali divise secondo criteri culturali / politici. In America non abbiamo questo tipo di tensioni etniche in politica, ma un'analogia sarebbe l'istituzione di una chiesa ortodossa per i democratici e di una per i repubblicani. Mentre alcune persone con una mentalità molto politicizzata possono scherzare sul fatto che ciò non sarebbe un male, penso che tutti riconosciamo quanto seriamente ciò possa deformare la natura stessa di quel che la Chiesa rappresenta in termini di riunire tutti in uno in Cristo. Ciò nega la missione eucaristica centrale della Chiesa.

Diamo una breve occhiata alla storia del concilio che ha condannato l'etnofiletismo e agli eventi che l'hanno preceduto. [2] Quando i bulgari e il patriarca ecumenico non riuscirono a risolvere il loro problema, intervenne il sultano, e intervenne unilateralmente. Creò una giurisdizione per i bulgari che si sovrapponevano territorialmente a quella del patriarca, e il patriarca si lamentò che il principio ecclesiale di un vescovo per un territorio veniva violato. Si lamentò anche del fatto che il governo turco non doveva interferire nei problemi della Chiesa. Oggi chi sta giocando a fare il sultano?

Quando fu convocato un concilio di laici per eleggere un vescovo bulgaro, il patriarca ecumenico lo depose immediatamente. Ora, tuttavia, questo stesso patriarcato sta restaurando alla comunione vescovi scismatici e deposti senza un pentimento da parte loro.

Per risolvere quella questione bulgara, il patriarca ecumenico convocò nello stesso anno (1872) un concilio generale, che decise che l'etnofiletismo era un'eresia; da allora tutte le chiese hanno accettato la decisione del concilio, anche quelle che non vi parteciparono. Nella situazione attuale la Chiesa russa ha chiesto un concilio pan-ortodosso per risolvere il problema, ma Costantinopoli, che attualmente ha i diritti di convocare un concilio, non risponderà.

Una domanda è: Costantinopoli continuerà semplicemente a rifiutare tutti quelli le cui idee o piani differiscono dai loro come se fossero diffusori di notizie false? O farà uno sforzo per coprire tutto, credere tutto, sperare tutto, sopportare tutto [3] in riferimento ai propri fratelli ortodossi ucraini e russi che vengono calunniati? Persevererà in una mentalità che guarda con sospetto coloro che non sono d'accordo o si trasferirà nel luogo in cui tutte le cose sono pure per i puri?

L'ultima domanda è: sua Santità il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli avrà il coraggio di opporsi all'etnofiletismo e di vivere secondo la verità ecclesiale, o si piegherà alle pressioni? Ora affronta un'ulteriore pressione, in quanto lasciar cadere tutta questa faccenda significherebbe perdere una gran quantità di credibilità pubblica di fronte al mondo secolare, anche se questa mossa gli darebbe una gran quantità di credibilità agli occhi di coloro che hanno fede, che capiscono quale atto di coraggio e santità sia confessare i nostri errori. La metanoia genuina si vede solo nelle persone sante e non nel mondo secolare. Questo tipo di coraggio si ottiene solo con la grazia.

Note

[1] Ethno-phyletism and the [so-called] Ecclesial “Diaspora” (A One-Way Relationship of the Cause and the Effect) (corsivi dell'autrice). Le citazioni che seguono vengono tutte da questo testo, disponibile sul sito di Academia.edu

[2] Il riassunto che segue è per lo più tratto da “The 1872 Council of Constantinople and Phyletism”

https://ocl.org/the-1872-council-of-constantinople-and-phyletism/

[3] I Cor 13:7

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