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  La Jihad smascherata in America

Conversazione di padre Josiah Trenham con Robert Spencer

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Padre Josiah Trenham: È un grandissimo onore ospitare questa sera il signor Robert Spencer. Robert è il direttore del Jihad Watch, un programma del David Horowitz Freedom Center, e autore di 15 libri, tra cui i bestseller del New York Times, The Truth about Muhammad e The Politically Incorrect Guide to Islam (and the Crusades); il suo ultimo libro è The Complete Infidels' Guide to Iran. Spencer ha condotto seminari sull'islam e sulla jihad per l'FBI, il comando centrale degli Stati Uniti, il comando dell'esercito e il college generale del personale degli Stati Uniti, il gruppo di guerra asimmetrica dell'esercito degli Stati Uniti, la task force congiunta contro il terrorismo e la comunità dell'intelligence degli Stati Uniti. Robert ha discusso la jihad, l'islam e il terrorismo in un seminario promosso dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dal Ministero degli esteri tedesco. Offre un enorme contributo alla formazione degli americani circa la minaccia della jihad e quello che mi piace di più è che è nato nel sud ed è stato battezzato nella Chiesa ortodossa da giovane, e sta facendo il suo lavoro con cura, per amor di Dio e la sua gloria. Robert, grazie mille per quest'intervista.

Robert Spencer: L'onore è tutto mio. Grazie.

Padre Josiah Trenham: Vuole raccontare a noi e ai nostri ascoltatori la concezione del suo lavoro? Come ha iniziato Jihad Watch? Qual è il suo scopo e che cosa sta cercando di insegnare?

Robert Spencer: Ho cominciato Jihad Watch nell'ottobre 2003 perché volevo leggerlo e non esisteva. J. D. Salinger, il romanziere, ha detto che i libri che scriveva sempre erano quelli che voleva leggere, ma che non esistevano, e così ha dovuto crearli, e per me è stata la stessa cosa: volevo un singolo deposito di notizie a proposito della jihad, un unico sito dove potessi trovare le notizie assieme a commenti che potessero dare un senso a tutto questo, e non esisteva una cosa del genere, così l'ho avviata io stesso.

Padre Josiah Trenham: Assolutamente niente?

Robert Spencer: No, non c'era niente: c'erano molti siti che contenevano notizie sulla jihad, ma che le mescolavano con altre cose e non coprivano tutto. Quello che cercavo era qualcosa che potesse dare la portata e la grandezza della minaccia della jihad e spiegare l'ideologia che la guida e la motiva e che le sta dietro, e così è nato il sito Jihad Watch. Credo che non ci fosse nient'altro di simile al momento e in realtà, in un senso molto reale, non c'è nemmeno ora.

Padre Josiah Trenham: Per i nostri ascoltatori, potrebbe dirci come accedere al suo sito?

Robert Spencer: Il sito è jihadwatch.org; funziona anche l'indirizzo jihadwatch.com, ed è aggiornato più volte al giorno con notizie e commenti in merito alla minaccia della Jihad in tutto il mondo.

Padre Josiah Trenham: Cosa vi troveranno i lettori?

Robert Spencer: Storie dai media principali, per lo più da AP, Reuters, New York Times, CNN, Washington Post, che spiegano varie attività della jihad in tutto il mondo e negli Stati Uniti, ma che spiegano anche i pregiudizi di tali fonti quando queste omettono dettagli cruciali e offuscano l'ideologia, in particolare dietro l'attacco in questione; inoltre, spiegano qual è la fonte all'interno del Corano, il libro sacro dell'islam, o della vita di Mohammed, il profeta dell'Islam, che ha fatto pensare ai musulmani che questo tipo di comportamento dovrebbe essere compiuto e che è davvero encomiabile.

Padre Josiah Trenham: Robert, ho visto molte volte sul sito un contatore: Penso che sia arrivato a circa 30.000; che cos'è?

Robert Spencer: In relatà è un contatore gestito da un sito che ammiro molto, thereligionofpeace.com, un contatore degli attacchi letali della jihad dall'11 settembre 2001, e che, come dice lei, è giunto quasi 30.000 attacchi della jihad; questo non è il numero delle vittime, questo è il numero degli attacchi della jihad che hanno fatto più di vittime in tutto il mondo, in modo che il numero di persone uccise dalla jihad dall'11 settembre 2001 è salitè bel al di sopra dei 30.000 attacchi separati negli ultimi 15 anni.

Padre Josiah Trenham: 30.000 attacchi separati negli ultimi 15 anni?

Robert Spencer: Nel nome di Allah e dell'islam e di Mohammad.

Padre Josiah Trenham: Cinque o sei o più ogni giorno di ogni anno per gli ultimi 15 o 16 anni?

Robert Spencer: Sì, è così.

Padre Josiah Trenham: E questo non è un resoconto completo della jihad, questo è quello che sappiamo?

Robert Spencer: Esattamente, ci sono alcuni attacchi, naturalmente, dei quali non verremo mai a sapere, alcuni che inevitabilmente potrebbero sfuggire ai bravi collaboratori di thereligionofpeace.com, che pure fanno un lavoro enorme, perché non si può raccogliere tutto, ma comunque fanno un lavoro molto grande, tenendo questa traccia: per esempio durante il Ramadan, il mese islamico del digiuno e devozione, poiché la jihad è considerata devozione a una legge, credo che durante il Ramadan sono state uccise fino a 1.200 persone in attacchi della jihad, perché gli autori pensano che stanno servendo Dio quando fanno così.

Padre Josiah Trenham: Può dirci un po' di più sulla jihad? Credo che gli americani sono abituati a sentire (se mai hanno sentito qualcosa sulla jihad) il tipo ufficiale di spiegazione che sentiamo dai musulmani e che i media sembrano aver raccolto, che la jihad è la lotta spirituale a un livello interiore, qualcosa di simile a ciò che farebbe un cristiano che cerca di lottare contro il peccato: che cos'è la jihad?

Robert Spencer: Jihad significa appunto sforzo in arabo, e ci sono molti tipi di sforzo: proprio come ci sono molti tipi di sforzo in italiano, ci sono molti tipi di jihad, tanto da poter usare la parola più o meno in ogni modo in cui si utilizza la parola italiana sforzo; la Repubblica islamica dell'Iran ha un Dipartimento della jihad agricola, che non ha nulla a che fare con le bombe o la guerra, che solo con gli sforzi per aumentare le rese del raccolto, ma nella teologia islamica il significato principale di jihad è una guerra contro gli infedeli al fine di sottometterli al dominio della legge islamica. C'è una jihad spirituale, che è conosciuta in teologia islamica come la jihad maggiore, e la guerra come jihad minore. Tuttavia, nonostante questi nomi, la jihad minore, cioè la guerra contro gli infedeli, è in realtà la principale e fondamentale jihad. C'è per esempio un manuale molto utile di legge islamica in lingua inglese, chiamato Reliance of the Traveller (Sostegno del viaggiatore), un compendio in un volume del contenuto della legge islamica certificata da Al Azhar, la principale istituzione nell'islam sunnita, come un'affidabile guida per l'ortodossia sunnita, che dedica mezzo paragrafo alla jihad come lotta spirituale, e poi circa 12 pagine alla jihad come guerra, a come distribuire il bottino di guerra, alle regole per i popoli soggiogati che sono conquistati nella jihad, e così via, e quindi è molto chiaro che la jihad come guerra è la comprensione primaria del termine jihad nell'islam.

Padre Josiah Trenham: Vorrei che ci parlasse un po' del rapporto tra islam e cristianesimo. La mia sensazione è che nella nostra nazione, qui in America, non abbiamo una grande comprensione di ciò che è l'islam. Me ne sono ricordato poco tempo fa, quando stavo discutendo dell'islam con un certo tipo, e costui era a conoscenza del fatto che avevo nella mia chiesa un contingente abbastanza ampio di cristiani ortodossi arabi, e lui mi ha detto: oh, devono essersi tutti convertiti dall'islam al cristianesimo, e credo di avergli detto: sa, mi perdoni, ma l'islam è l'ultimo arrivato, ci sono stati cristiani per 600 anni prima che l'islam comparisse sulla scena... credo comunque che questo tipo di ignoranza storica sia abbastanza comune e mi chiedo se ci può aiutare. So che abbiamo avuto quattordici secoli di relazioni tra cristiani e musulmani fin da quando i musulmani hanno fatto irruzione fuori dalla penisola arabica, poco dopo la morte di Mohammed, e hanno invaso l'Impero cristiano e senza essere invitati si sono fatti strada uccidendo e saccheggiando più della metà dell'Impero Romano in un periodo di tempo molto, molto breve. Come ha reagito inizialmente la Chiesa cristiana alla presenza islamica?

Robert Spencer: Trovandosi in guerra: Voglio dire, questo è stato qualcosa che è venuto come sorpresa totale nel VII secolo, negli anni dopo il 630; poco dopo la data tradizionale attribuita alla morte di Mohammed, il 632, l'esercito arabo fece irruzione fuori dall'Arabia e conquistò le terre cristiane: l'Egitto, che era completamente cristiano, il Nord Africa, la Siria e fino alla Persia zoroastriana e all'India; Sofronio, il patriarca di Gerusalemme, in realtà scrive abbastanza diffusamente degli invasori e quanto erano rapaci e brutali e violenti, come avevano devastato e spogliato chiese, e, cosa abbastanza interessante, non dice assolutamente nulla circa il fatto che avessero una nuova religione o un nuovo profeta o un nuovo libro sacro, e sembra che ci sia un bel po' di motivi per mettere in discussione la storicità del resoconto standard delle origini dell'islam, ma entro l'inizio dell'VIII secolo l'islam cominciava a essere conosciuto e san Giovanni Damasceno ha scritto su di esso abbastanza estesamente come eresia cristiana, perché il Corano parla un po' di Gesù, ma in verità solo di Gesù come profeta musulmano che testimonia la venuta di Mohammed e nega l'incarnazione, nega la divinità di Cristo, nega la Trinità, nega la crocifissione e quindi anche, naturalmente, la risurrezione, e Giovanni Damasceno osserva tutto questo, ma osserva che la presenza di Gesù e della sua santa Madre nel Corano è un'indicazione che si trattava di una eresia cristiana, e io penso che si sia sviluppata a partire da alcune eresie cristiane, in particolare il nestorianesimo e lo gnosticismo cristiano.

Padre Josiah Trenham: Per i nostri ascoltatori voglio ribadire qualcosa di ciò che ha appena detto. Ha citato due figure importanti nel mondo ortodosso: il primo è il grande patriarca san Sofronio di Gerusalemme che, se non sbaglio, in realtà ha offerto la chiave di Gerusalemme al califfo quando invase la città.

Robert Spencer: Sa, padre, quella storia è molto famosa, ma è quasi certamente storicamente imprecisa.

Padre Josiah Trenham: È proprio così?

Robert Spencer: Sì, potrebbe non esserci mai stato un califfo Omar; Sofronio, nei suoi scritti, un ben po' dei quali sono disponibili adesso, non menziona mai Omar; si tratta di un argomento a partire dal silenzio, ma sembra un'omissione strana dal momento che parlava in modo così esteso degli invasori.

Padre Josiah Trenham: Ed era molto influente: era il propagatore della vita di santa Maria Egiziaca, era uno scrittore di consigli spirituali nel Prato spirituale di san Giovanni Moschos, era un vescovo tremendamente influente e istruito, il santo patriarca Sofronio, e i nostri ascoltatori possono essere interessati a sapere che è anche il santo patrono di uno dei grandi anziani contemporanei dell'Ortodossia, padre Sofronio dell'Essex, il biografo e figlio spirituale di san Silvano dell'Athos. Così il suo parere sul primo islam sarà estremamente influente, credo, nel mondo ortodosso. Lei ha parlato anche di san Giovanni Damasceno, che era bilingue in greco e in arabo: mi ricordo di aver letto nel suo commento sulle forze musulmane: era molto caustico, diceva che Muhammad era l'Anticristo e che le Sure erano stupide.

Robert Spencer: Sì era molto, assolutamente inflessibile ed era molto chiaro sul fatto che questa non fosse, come si direbbe nel linguaggio moderno, una delle nostri tre grandi fedi abramitiche. Né san Giovanni Damasceno né san Sofronio danno alcun suggerimento che fosse vista in questo modo: pensavano che si trattasse di una forza tremendamente malvagia, che causava gravi danni alla Chiesa.

Padre Josiah Trenham: L'opinione di san Sofronio e di san Giovanni Damasceno è stata scartata o c'è una coerenza nell'approccio che la Chiesa cristiana ha avuto verso l'islam nei secoli successivi?

Robert Spencer: La chiesa è stata completamente coerente nella sua reazione all'islam; dopo tutto, con tutte quelle negazioni della fede cristiana, imponeva anche una guerra contro i cristiani e la loro sottomissione, e la Chiesa ha dovuto combattere guerre per difendersi. Costantinopoli fu messa sotto assedio per la prima volta nell'anno 711 e la Chiesa ha dovuto difendersi dall'islam per secoli e non ha mai pensato che fosse altro che una forza dell'Anticristo, come diceva san Giovanni Damasceno, ma in tempi moderni tutto è cambiato; ora chiunque osi pensare che ci potrebbe essere qualcosa di negativo nell'islam è in rotta con porzioni significative della Chiesa.

Padre Josiah Trenham: Potrebbe parlarci un po' di più anche di questo? Quando è avvenuto questo cambiamento nella valutazione cristiana dell'islam si svolgono? Io, per esempio, sono stato abbastanza stupito di alcuni dei commenti che ho sentito e visto fare da papa Francesco. Mi ricordo di aver visto anche molti anni fa, il defunto papa Giovanni Paolo II entrare di fatto in una moschea e baciare una copia del Corano, cosa che è stata, mi perdoni, un atto molto offensivo per me e per i nostri antenati ortodossi. Si tratta di un fenomeno della metà del XX secolo proveniente dal movimento ecumenico? Quando ha avuto luogo questo cambiamento?

Robert Spencer: È stato avviato negli anni sessanta; certo, ha avuto precedenti, perché gli anni sessanta da soli non avrebbero fatto esplodere tanta stupidità in tutto il mondo, ma di certo è stato quello il momento in cui tutto è esploso; il Concilio Vaticano II nella Chiesa cattolica è stato l'occasione per il documento Nostra Aetate; il Concilio Vaticano II è stato un tentativo di dare un volto positivo sulle relazioni ecumeniche, evidenziando tutto quello che avevamo in comune con i non cristiani di fedi diverse e ha detto che stima i musulmani, che adorano con noi l'unico vero Dio e professano di avere la fede di Abramo; e sulla base di quest'affermazione si sono sviluppate tutte queste dichiarazioni papali recenti. Credo che si sia detto molto, forse più di quanto fosse giustificato, sull'idea che insieme a noi i musulmani adorano l'unico vero Dio, e credo che anche questo sia molto discutibile alla luce del fatto che Allah nel Corano dice, per esempio, nel capitolo 32, verso 13, Se avessimo voluto (parla sempre di se stesso con il plurale regale) li avremmo portati alla verità, ma invece riempiremo l'inferno di jinn e di uomini: questo non è il Dio della Bibbia che desidera tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità e, naturalmente, il Nuovo Testamento ci dice anche che chi non ha il Figlio non ha il Padre e il Corano ci ricorda molte volte che Gesù non è il Figlio di Dio e in realtà è un insulto alla maestà trascendente di Dio dire che egli ha un figlio, e poi ci sono molte, molte altre cose: il capitolo 91, versetto 7 del Corano dice che Allah ha posto sia il bene sia il male nel cuore, una dipartita completa dall'idea cristiana che le persone sono buone fino a quando non si allontanano da Dio, e che il male non è qualcosa che Dio ci dà, ma qualcosa che abbiamo per il rifiuto di Dio, e così, in ogni caso tutto questo è stato spazzato via, e l'idea che la Chiesa cattolica ha detto che abbiamo lo stesso Dio è stata presa in qualche modo in molti ambienti della Chiesa cattolica nel senso che non dobbiamo evangelizzare tra i musulmani, non dobbiamo criticarli quando uccidono i cristiani, dovremmo perseguire un dialogo perseguito dalla parte cristiana risolutamente con gli occhi chiusi; io una volta in realtà sono stato anche cancellato dal parlare a una conferenza cattolica dove era programmato un mio intervento, per opera del vescovo locale che ha detto che parlare di persecuzione musulmana dei cristiani danneggerebbe il dialogo che stiamo tenendo: in altre parole è stato l'equivalente di dire che il dialogo non deve toccare le questioni che dovrebbero essere toccate; si tratta solo di tenere una bella festa dove stare insieme a mangiare pollo e pita e hummus e a parlare di quanto ci piace l'altro, e questo è tutto; ma questo dialogo non ha salvato un solo cristiano dalla persecuzione; non ha salvato una sola chiesa dalla distruzione, ed è drasticamente fuorviante ed è stato solo peggiorato da queste dichiarazioni papali; il bacio del Corano e la recente dichiarazione di papa Francesco, che l'autentico islam e la corretta comprensione del Corano rifiutano ogni sorta di violenza, sono cose categoricamente false e fuorvianti, e sviano le persone in modo dannoso.

Padre Josiah Trenham: Mi chiedo, ho spesso pensato che i nostri popoli, i nostri cristiani ortodossi in Occidente, abbiano un ruolo unico da svolgere nel contribuire alla formazione degli occidentali sulla convivenza con l'islam. L'islam è sorto in Oriente, i suoi primi contatti sono stati con i cristiani ortodossi, abbiamo vissuto per 14 secoli a volte meglio a volte peggio con i nostri vicini islamici e ora ci sono molti cristiani ortodossi qui in America che possono testimoniare una realtà autentica di ciò che è possibile e ciò che non è possibile per quanto riguarda la convivenza cristiana con l'islam. Mi chiedo se può parlare un po' di questo e di questa idea, di ciò che è stato per i cristiani vivere sotto il dominio musulmano per gli ultimi 14 secoli, poiché l'islam, almeno fino alla metà del XIX secolo, ha avuto un tasso di successo filo-occidentale piuttosto forte nella conquista dei paesi occidentali, specialmente gli ottomani attraverso i Balcani, minacciando più volte l'Europa occidentale: qual è stato, Robert, il momento migliore in questa storia di 14 secoli? Dove vorrebbe situare il momento migliore per i cristiani, qual è stato e quali sono stati alcuni degli scenari peggiori?

 

Robert Spencer: Il momento migliore è stato il 1856; l'anno 1856, quando i governi britannico e francese hanno fatto pressione sull'Impero Ottomano (che aveva bisogno del loro aiuto nel conflitto con la Russia per la Crimea), perché fosse abolita la dhimma. La dhimma è il contratto di protezione, come è noto, che stabilisce che i cristiani sono autorizzati a vivere in uno stato islamico, purché accettino vari regolamenti umilianti e discriminatori: pagano una tassa; non possono avere autorità sui musulmani, in modo da poter fare solo i lavori più umili; non possono costruire nuove chiese o riparare quelle vecchie, così le loro comunità sono sempre in calo; devono scendere dal marciapiede se un musulmano sta arrivando; non possono costruire i loro edifici più alti di quelli dei musulmani e ogni sorta di cose; in alcuni casi dovevano anche indossare un'insegna come gli ebrei nella Germania nazista, in modo che i musulmani avrebbero saputo che dovevano salutarli come fratelli musulmani con "la pace sia su di voi", ma con "la pace sia su quelli che sono ben diretti", o in altre parole, "la pace sia solo sui musulmani"; poteva anche essere un segnale per vari altri tipi di abusi; queste cose sono stati tutte abolite sotto pressione occidentale nel 1856. L'idea che i cristiani non dovevano essere cittadini con uguali diritti era ancora molto presente nella società e anche nei paesi dove la legge islamica non viene applicata, fino ad oggi non vi è nessun paese a maggioranza musulmana dove i cristiani abbiano uguali diritti, ma dopo l'abolizione del contratto di protezione, la dhimma, nel 1856, i cristiani in Turchia hanno di fatto raggiunto una misura, come ho detto, nemmeno vicina alla parità, ma di condizioni certamente migliorate, e ciò ha quindi portato all'abolizione della dhimma anche in Egitto e in tutto il mondo islamico. Poi i regimi nazionalisti arabi laici che sono seguiti al crollo dell'impero sono stati generalmente migliori per i cristiani, ma ogni volta che la legge islamica viene applicata, quelle stesse disposizioni riprendono di nuovo vigore e ora l'Isis, lo stato islamico che sostiene di essere il nuovo califfato, le ha ripristinate e ha ucciso o esiliato i cristiani, e quelli che rimangono nei suoi domini stanno pagando questa tassa e accettano lo status servile.

Padre Josiah Trenham: Quindi, se ho capito bene, sta affermando che la dhimmitudine è una realtà coerente laddove la legge islamica è prevalente, e la migliore delle ipotesi che mi sta offrendo è la metà del XIX secolo, quando a causa della pressione occidentale i cristiani sono stati in grado di uscire da alcune delle legislazioni oppressive associate alla loro dhimma.

Robert Spencer: Esattamente. Dovunque viene applicata la legge islamica tutti quei regolamenti sono ancora parte dell'islam.

Padre Josiah Trenham: E anche nel caso dell'Impero Ottomano, anche nel caso della Turchia questo non è durato; se non mi sbaglio, la sua stessa famiglia ha subito un contraccolpo neppure un secolo più tardi. Può dirci di più su questo?

Robert Spencer: Assolutamente. Dopo l'indipendenza della Grecia nel 1821 l'Impero Ottomano era sotto tremenda pressione da parte delle minoranze cristiane, greci e armeni e altri, ma soprattutto greci e armeni, in Turchia, in Anatolia o Asia Minore. I Greci nell'Asia Minore occidentale (che è il luogo da dove proviene la mia famiglia: Çeşme, nei pressi di Smirne) volevano l'indipendenza, o addirittura unirsi con la Grecia indipendente, e così sono stati considerati kufar harbi, infedeli in guerra con l'islam; così erano gli armeni perché volevano uno stato armeno, e così quando l'Impero Ottomano cadde, anche i turchi laici pensavano che essi fossero incompatibili con la loro idea di una Turchia laica in cui un'identità islamica politicizzata fosse ancora parte del segno distintivo della nazionalità turca, e quindi, in entrambi i casi, i religiosi musulmani dicevano che erano kufar harbi e i turchi laici dicevano che non erano parte del nuovo stato turco e non ne avevano parte, così era in corso una persecuzione sporadica; naturalmente c'è stato il terribile massacro di Smirne nel 1923; la mia famiglia in realtà ha lasciato l'area cinque anni prima, quando sono stati invitati ad accettare l'islam e hanno declinato l'invito e quindi rimanevano loro solo le opzioni di emigrare o di essere uccisi. Hanno ucciso il mio bisnonno mentre usciva dal paese, ma il resto della famiglia è stato in grado di fuggire.

Padre Josiah Trenham: Questa è una storia comune per noi ortodossi. Ha menzionato la dhimma e lo stato di dhimmitudine. Si sente parlare molto in questi giorni anche della sharia e soprattutto di immigrati musulmani che sono venuti in Europa occidentale e negli Stati Uniti, che sono molto attaccati alla sharia e sono in agitazione politica per avere tribunali indipendenti della sharia, per avere un sistema giudiziario biforcato che permetta loro di seguire la legge islamica. Cos'è la sharia? Ci dica di cosa si tratta.

Robert Spencer: La sharia è la legge islamica. È considerata la legge immutabile e perfetta di Allah e quindi non è solo la legge religiosa, non è solo la legge che regola varie osservanze cerimoniali o rituali o di pietà personale: si tratta di un sistema politico e sociale che governa ogni aspetto della vita; non vi è alcun sforzo umano concepibile che non ha una legge della sharia che lo governa e questo significa che è una legge per la società; perché è perfetta e divina è considerata preferibile e superiore a tutti i sistemi politici dall'uomo e i musulmani hanno la responsabilità di intraprendere la jihad per sostituire i sistemi politici non musulmani con lo stato di diritto islamico. Questo è l'imperativo della jihad: l'obiettivo della jihad non è solo di uccidere la gente o di far esplodere le cose, ma di indebolire i sistemi politici infedeli modo che un giorno vengano meno e possano essere sostituiti con la sharia.

Padre Josiah Trenham: Quindi questo non è un interesse occasionale: questo è il cuore dell'islam, ed è naturale, potremmo anche dire, per l'islam. Gli immigrati islamici, se vengono in un paese, e non sono ispirati a venirci a causa di un sistema politico, ma stanno arrivando forse a causa di qualche altra intenzione meno grandiosa come la prosperità finanziaria o per sfuggire alla violenza nei loro paesi d'origine, sarebbe comprensibile il motivo per cui si starebbero agitando per la sharia nei paesi occidentali.

Robert Spencer: Vede, il Corano dice: voi siete il migliore dei popoli sulla terra, dice ai musulmani, voi siete il migliore dei popoli che ingiunge ciò che è giusto e proibisce ciò che è sbagliato, in modo l'idea che i musulmani siano il meglio tra i popoli è indissolubilmente legato a quel verso, che è nel capitolo 3, versetto 110, per l'idea che ingiungono ciò che è giusto e proibiscono ciò che è sbagliato, in altre parole, i musulmani sono il migliore dei popoli perché conoscono il codice giuridico attraverso il quale tutti noi dobbiamo vivere, e noi non lo conosciamo; i non credenti, d'altra parte, sono come animali, questo è il capitolo 8, versetto 55, i più vili degli esseri creati, capitolo 98, versetto 6, tutte queste sono citazioni dal Corano, in modo che un gruppo immigrato sta arrivando negli Stati Uniti, per la prima volta nella storia americana, con un modello pre-definito di società e di governo che considerano superiore a quello in cui stanno venendo, e molti di loro sono determinati a sostituire l'uno con l'altro. Questo è aggravato dal concetto di immigrazione nell'islam: il capitolo 4, versetto 100 del Corano promette ricompensa da Allah per chi è immigrato per la causa di Allah, il che significherebbe andare in un posto nuovo e morire lì, ma emigrare non solo per la prosperità materiale, ma per portare l'islam nella nuova terra, e questo è un grande atto meritorio nell'Islam.

Padre Josiah Trenham: Non sono rimasto sorpreso quando nei tristi eventi del ​​2 dicembre a San Bernardino, non lontano da dove vivo, abbiamo avuto il secondo più violento attacco terroristico in America, quando due giovani musulmani hanno attaccato e ucciso e ferito molte persone. Non sono stato sorpreso di trovare nell'inchiesta successiva che la madre di Rizwan Farook, la madre del killer, aveva appena ricevuto il suo certificato dal califfato; aveva fatto una classe di studi del califfato e aveva appena ricevuto il suo certificato, e ho pensato tra me: che cosa ci fa questa donna qui negli Stati Uniti, se crede nel califfato e vuole il califfato? Cosa sta facendo?

Robert Spencer: Vuole portarlo qui.

Padre Josiah Trenham: Sì, evidentemente. Uno dei suoi libri affronta le crociate, ed è una moda oggi, in particolare nei nostri campus americani, criticare il cristianesimo a gran voce, in particolare la colonizzazione in Nord Africa e nel Medio Oriente e criticare la fede cristiana per le crociate. Ho sempre trovato che questo sia estremamente sconvolgente, dal momento che le crociate furono un tentativo molto limitato di riconquista per cercare di riprendere le più preziose terre dei cristiani, la Terra Santa dove Gesù è nato, ha operato i suoi miracoli, è morto per la salvezza del mondo, è risorto ed è asceso al cielo, e quando quelle terre sono state rubate dall'aggressione violenta dell'islam nel VII secolo, che i cristiani le volessero indietro e tentassero di riprenderle con le crociate a me sembra una cosa ragionevole; mi perdoni, non intendo giustificare le atrocità violente che sono state scritte su entrambe le parti che hanno lottato ai tempi delle crociate, ma aiutare a capire. Dal momento che sa molto sulle crociate, perché i cristiani sono così criticati per le crociate, che sono state, direi, un progetto aberrante di breve durata, comprensibile politicamente, poiché le nostre terre ci sono state rubate e queste sono le nostre terre più preziose; perché noi siamo così strenuamente criticati, mentre l'islam è impegnato in una perpetua crociata da 14 secoli per prendere terre che non sono loro e noi non li critichiamo?

Robert Spencer: Beh, l'islam è anche l'unica religione che è attivamente impegnata in tattiche ingannevoli per promuovere la jihad contro l'Occidente. Si sta attivamente imbellettando la storia dell'islam nel frattempo si cerca di infangare la storia del cristianesimo in modo che gli occidentali, in particolare i giovani, siano demoralizzati e pensino: wow, non c'è ragione per difendere queste cose; è tutto marcio; e gli invasori sono nobili e dovremmo abbracciarli; in realtà, naturalmente, le crociate, come dice, sono state una risposta tardiva e su piccola scala a 450 anni di jihad che fino ad allora aveva distrutto, conquistato e islamizzato quella che era stata la metà del mondo cristiano, e tuttavia se si dovesse chiedere a uno studente universitario medio, tutto ciò che saprebbe delle crociate è che furono un terribile atto di rapacità e di colonialismo e d'oppressione, ma probabilmente non avrebbe mai sentito parlare della jihad e magari non saprebbe nemmeno che l'Egitto e la Siria e tutte quelle zone erano cristiane; o se lo sa, gli sarebbe stato insegnato che questi popoli hanno abbracciato l'islam volentieri, quando in realtà l'islam ha un tasso molto povero di convinzione delle persone alla luce della sua verità e bontà. Il modo in cui è stato islamizzato l'Egitto è stato di rendere la vita così miserabile per i cristiani che alla fine la maggior parte di loro si è convertita perché era l'unica cosa necessaria da fare per allontanarsi dal pagamento della tassa e dal soffrire tutti gli altri principi sistematici che opprimevano i cristiani e che ho descritto prima.

Padre Josiah Trenham: Mi piacerebbe parlare della nostra nazione oggi, e del senso di insicurezza che penso che sia comune oggi nel nostro paese. Fin dagli anni sessanta, quando, a mio parere, come espressione di una religione presa meno sul serio, in particolare la religione nella sfera pubblica, abbiamo modificato le nostre leggi sull'immigrazione e le abbiamo spogliate del loro mordente religioso, come se la religione di una persona non sia intimamente connessi con la sua politica; come conseguenza di ciò, negli Stati Uniti si è visto un aumento del numero di immigrati non cristiani, anche se a causa della nostra geografia la maggior parte dei nostri immigrati proviene ancora da paesi cristiani (i paesi latino-americani e i paesi del Sudest asiatico), e così gli immigrati di questi ultimi 40/50 anni non sono stati così violentemente dannosi per la vita americana come forse lo sono stati gli immigrati in Francia, Germania, Inghilterra, dove una grande percentuale di questi immigrati è musulmana, e ora abbiamo in tutti quei paesi grandi enclavi prevalentemente musulmane, dove molta gente non entra nemmeno, le forze di polizia le evitano e sono in vigore ordinamenti separati; Londra sta diventando un Londonistan; non è così ancora in America, ma in questi giorni ci sentiamo diversi dall'11 settembre 2001. Non credo che ci siano molti americani che pensano che oggi sono più sicuri di quanto non lo erano prima dell'11 settembre 2011, nonostante tutti gli sforzi che abbiamo fatto, come nazione, per cercare di proteggere il nostro popolo; 15 anni dopo è peggio che mai. Abbiamo terroristi in mezzo a noi, che stanno colpendo su tutte le coste e la nostra attuale leadership non sembra più, credo, avere un piano sostenibile, un piano realizzabile di successo per riottenere sicurezza per gli americani, e la mia domanda a lei è pratica: voglio che immagini di essere il presidente degli Stati Uniti. Cosa farebbe in termini di iniziative politiche concrete per proteggere la nostra nazione contro il terrorismo, proteggendo le nostre libertà civili?

Robert Spencer: Riporterei alcune delle vecchie leggi sull'immigrazione che facevano riferimento alla religione e alla pratica religiosa. Theodore Roosevelt ha limitato l'immigrazione dei poligami e delle persone che sostenevano o che credevano nella poligamia, cosa che vieterebbe l'immigrazione dei musulmani negli Stati Uniti. Ora non sto parlando di evitare ai musulmani di entrare negli Stati Uniti, ma certamente, in un momento in cui non vi è alcun modo per distinguere un rifugiato pacifico da un potenziale jihadista, non è assolutamente saggio far entrare un gran numero di musulmani, e quindi chiuderei l'immigrazione dai paesi islamici, in particolare quelli come l'Arabia Saudita e il Pakistan, dove ci sono un gran numero di jihadisti; riconfigurerei le nostre alleanze internazionali, perché le alleanze farsa che abbiamo con paesi come il Pakistan e la Turchia sono un residuo della guerra fredda. Le farei finire: stiamo dando miliardi di dollari al Pakistan; oltre un miliardo ogni anno dall'11 settembre 2001 perché combattessero Al-Qaeda e i talebani, e il governo pakistano ha dato la maggior parte di quel denaro ad Al-Qaeda e ai talebani! Questa è una situazione ridicola, avrebbe dovuto essere interrotta anni fa; la Turchia è sulla stessa strada, si sta rapidamente re-islamizzando, scartando il suo governo secolare...

Padre Josiah Trenham: Sostenendo l'Isis...

Robert Spencer: Sostenendo l'Isis; non è uno stato amico degli Stati Uniti; ha rifiutato la richiesta di John Kerry di fermare le vendite di petrolio dell'Isis, e così via, e non c'è ragione per cui dovremmo considerare la Turchia un alleato a questo punto. Abbiamo bisogno di nuove alleanze con le nazioni che si battono contro la stessa Jihad, e questo significa l'India, anche la Russia; anche se l'alleanza della Russia con l'Iran è molto preoccupante; La Cina, sicuramente, e alcuni direbbero, come potremmo alleati con questi stati terribili? Ebbene, il Pakistan è altrettanto oppressivo a suo modo con le espressioni religiosa non musulmane di quanto la Cina lo è con i cristiani; e poi, quando si parla di essere presidente degli Stati Uniti non possiamo sempre allearci con quelli che sono senza peccato in questo mondo; ci siamo alleati con Stalin per lottare contro Hitler e non capisco perché non potremmo convivere con Putin per la lotta contro la jihad, ma costui dovrebbe essere coerenti con una lotta contro la Repubblica islamica dell'Iran; a livello nazionale, abbiamo bisogno...

Padre Josiah Trenham: Parlando della scena nazionale, per quanto riguarda i nostri vicini, che dire dei buoni musulmani americani che sono qui e si sentono molto lacerati? Che dire di loro? Cosa fare?

Robert Spencer: Nell'ottanta per cento delle moschee negli Stati Uniti, come dimostrato da quattro sondaggi separati e indipendenti fin dal 1998, si insegna l'odio per gli ebrei e i cristiani e la necessità, in ultima analisi, di sostituire la Costituzione con la legge islamica; questi posti hanno bisogno di essere monitorati; hanno bisogno di essere tenuti a istituire programmi che insegnano qualcosa contro la comprensione dell'islam offerte da Al-Qaeda e dall'Isis; non ci dovrebbe essere alcun problema con questo, perché tutti condannano Al-Qaeda e l'Isis, e dicono che non hanno nulla a che fare con loro; quindi, sostenete le parole con i fatti e insegnate ai vostri giovani che tutto questo è sbagliato e che non devono farlo e qualsiasi attività di mettere in atto qualsiasi aspetto della sharia è in contraddizione con i principi costituzionali degli Stati Uniti, e dovrebbe essere considerata un atto criminale; e poi penso che vedremmo il problema significativamente ridotto; gran parte di ciò che sta accadendo ora sta accadendo perché i nostri leader lo stanno permettendo e consentendo, e se solo avessimo dei leader che si impongono, troveremmo, come spesso accade con il male, che questo non è così formidabile come sembra essere.

Padre Josiah Trenham: Sono rimasto scioccato lo scorso dicembre dopo questo terribile attacco terroristico qui nel sud della California: sono rimasto scioccato che il nostro presidente non sia venuto qui quando eravamo in attesa di lui. Mi aspettavo di vederlo il giorno dopo o almeno un giorno o due più tardi; solo dopo alcune settimane è arrivato sulla strada di una vacanza alle Hawaii e ha tenuto un incontro segreto o silenzioso, fuori dalla scena pubblica, con un certo numero di famiglie; invece, ha scelto il giorno successivo alla strage per andare in una moschea a Baltimora e per incontrare i musulmani e per rassicurarli; è stata un'esperienza surreale: è stato come se dei musulmani fossero stati attaccati dai terroristi americani, al posto di americani uccisi da terroristi islamici. È stata un'inversione completa: mi ha lasciato assolutamente in uno stato alterato. Uno dei presupposti della nostra elite secolare, ripetuto fino alla nausea, è che ogni religione si equivale; ogni religione promuove la pace, ogni religione è per la bontà e il conforto, così come non importa se il fondatore della religione ha pregato per il perdono dei suoi nemici mentre gli stavano piantando chiodi nelle mani e nei piedi, o se il fondatore della religione è morto dopo aver contribuito a decapitare 800 uomini con le proprie mani. Ma davvero? Siamo proprio così stupidi, Robert? Ma è fantastico! Siamo tanto stupidi? Perché così tanti leader americani, non solo politici e leader religiosi da cui potremmo aspettarci cose simili, sono così impegnati a dire sciocchezze quando si tratta dell'islam? Che cosa li fa parlare in questo modo? Perché vogliono parlare in questo modo? Perché galleggiare in questo costrutto totalmente falso chiamato islamofobia e dare credito a una falsa narrazione che minimizza l'associazione musulmana con il terrorismo e trasforma la comunità che produce questi terroristi in vittime?

Robert Spencer: Penso che ci siano diversi motivi. Uno è che per davvero sottovalutano il problema; essi non possono veramente credere alle sciocchezze sull'islam come religione di pace, ma penso che in generale siamo governati oggi da materialisti secolari post-religiosi, che non solo non sono essi stessi religiosi, ma non capiscono nemmeno il potere dell'impulso religioso, e così, quando vedono dei musulmani che dicono che fanno queste cose per Allah e per l'islam, pensano, beh, devono davvero avere qualche altro motivo, perché nessuno vuole davvero quel genere di cose sul serio; davvero, è solo una copertura per la loro povertà, e se diamo loro dei soldi, allora questo problema andrà via. Credo che molti di loro ci credano in realtà, e anche altri, credo, sanno benissimo che quello che stanno dicendo è falso, ma in realtà vogliono incoraggiare l'immigrazione musulmana e il concomitante terrorismo negli Stati Uniti; ora, questa è un'accusa molto grave, ma va insieme al fatto che vi è un imperativo globalista, un tentativo di abbattere i confini nazionali e di incoraggiare una massiccia immigrazione, in sostanza, con l'obiettivo di rendere ogni data area uniforme a tutte le altre aree, e quindi l'idea piuttosto utopica è che non ci saranno più guerre, perché non ci sarà alcun motivo per una guerra, perché i beni materiali saranno distribuiti più o meno uniformemente; ogni luogo sarà tanto pericoloso e tanto sporco come ogni altro luogo; nessuno avrà alcun motivo di combattere; Credo che ci siano persone che credono in tal modo, che sono molto potenti e molto influenti, e così ci sono alcuni che a mio parere sono irrimediabilmente ingenui e davvero credono che l'islam sia una religione di pace, ma ci sono altri che hanno un ordine del giorno un bel po' più sinistro.

Padre Josiah Trenham: Che cosa dire della lobby musulmana in sé? Qui in America, dopo l'attacco terroristico a San Bernardino scorso dicembre, il CAIR [Council on American-Islamic Relations] è arrivato immediatamente sulla scena e ha istruito quasi tutti coloro che dovevano parlare a nome della comunità musulmana, e abbiamo sentito la stessa retorica e CAIR sembra così preso da tutta questa storia dell'islamofobia. Che dire dei musulmani stessi? Perché stanno facendo così?

Robert Spencer: Il CAIR, ricordiamoci che significa Council on American-Islamic Relations, è un gruppo che è stato identificato dal Dipartimento di Giustizia, o meglio, il Dipartimento di Giustizia ha certificato i legami che il CAIR ha con Hamas e la Fratellanza Musulmana, secondo un documento interno catturato, scoperto qualche anno fa durante il processo della Holy Land Foundation, che fino a quel momento era il più grande fondo di carità islamica negli Stati Uniti, ma poi è stato chiuso perché convogliava i contributi di beneficenza al gruppo terrorista di Hamas. Il processo della Holy Land Foundation ha portato alla pubblicazione di un gran numero di documenti che avevano nei loro uffici e uno di loro era un documento interno della Confraternita che delinea l'obiettivo della Fratellanza per gli Stati Uniti: un obiettivo strategico per la conquista degli Stati Uniti, che diceva i fratelli devono capire, e cito, i fratelli devono capire, che il loro lavoro in America è una sorta di jihad su larga scala per eliminare e distruggere la civiltà occidentale dal di dentro, e sabotando la sua miserabile casa con le loro mani e con le mani dei credenti (vale a dire, dalle mani degli occidentali stessi e le mani dei musulmani) in modo che questa casa cada e che la religione di Allah sia vittoriosa sulle altre religioni, e così la loro campagna, la loro opera in America, è un'opera di sovversione e sabotaggio per mettere gli americani stessi a lavorare contro i propri interessi; ora guardate quel documento e leggetelo, e poi vedete che cosa fa il CAIR nell'opporsi a ogni misura di contro-terrorismo che sia mai stata proposta e realizzata, e nel coprire di vergogna gli americani che si oppongono a una jihad di terrore, stigmatizzandoli come bigotti e razzisti e islamofobi; stanno molto, molto abilmente portando avanti esattamente quel programma di sabotaggio degli Stati Uniti e lo fanno fare dalle mani degli americani stessi; le persone illuminate che pensano che l'islam sia una religione di pace e che pensare il contrario sia islamofobia e che per resistere a una jihad di terrore sia islamofobia. C'è stato un complotto di qualche anno fa a Fort Dix, nel New Jersey, ed è stato sventato da un giovane che lavorava in un negozio di video: i jihadisti sono entrati e gli hanno chiesto di trasferire i propri video sulla jihad a da VHS a DVD; mentre faceva questo lavoro ha visto tutto questo sangue e atrocità e lussuria si sangue e violenza e odio e si è molto allarmato, e ha pensato: questi uomini potrebbero essere essere coinvolto con qualcosa di terribile (naturalmente aveva ragione) ed è andato dal suo capo e gli ha detto, vedo delle cose molto strane in questi video: dovrei andare alla polizia o sarebbe razzista? E anche se ha anche esitato abbastanza a lungo, alla fine è andato alla polizia e il complotto è stato sventato. Gli uomini sono stati incarcerati, ma il fatto che il giovane abbia esitato pensando che fosse una cosa razzista è un'indicazione di quanto sia stato efficace il CAIR con i suoi gruppi alleati e questo è il loro lavoro di sabotaggio, che ha funzionato.

Padre Josiah Trenham: Sì, davvero. Sa, nel nostro mondo qui nel sud della California, in seguito all'attacco terroristico di dicembre, ho partecipato a un incontro ecumenico sponsorizzato dalla mia città di Riverside. Era ospitato proprio dalla dirigenza della moschea locale in cui l'assassino aveva pregato per anni, e l'obiettivo era quello di stabilire rapporti, di calmare i risentimenti, e così via; quando sono andato lì ho parlato con il direttore spirituale della moschea, e questi ha iniziato a dirmi le cose che sento spesso dai musulmani, che questo non ha nulla a che fare con l'islam, che la jihad è una questione di guerra interiore, che sono molto dispiaciuti per tutto questo e che sono contro di esso, ecc, e gli ho fatto una domanda. Gli ho detto, guardi, la comunità ortodossa in America è più o meno delle stesse dimensioni della comunità musulmana; forse 2.500 chiese, forse 2.500 moschee, o giù di lì; gli ho detto, guardi, se nelle nostre chiese ortodosse in America avessimo prodotto centinaia di giovani che viaggiano in tutto il mondo per combattere in una delle organizzazioni terroristiche come l'Isis, se numerose delle nostre chiese fossero sotto osservazione dei servizi segreti per la promozione del terrorismo, se ci fossero numerosi attacchi terroristici eseguiti da credenti ortodossi a partire dalle nostre chiese, e infine, se questo fosse continuato da 15 anni, concluderei che o noi non stiamo comunicando il nostro messaggio (ammesso che il nostro messaggio non includa il terrorismo), oppure c'è qualche grave lacuna tra il clero e ciò che stiamo insegnando ai giovani nei banchi (anche se non abbiamo banchi); così gli ho chiesto: dov'è, amico mio, il suo curriculum? E lui mi ha guardato, il direttore spirituale della moschea in cui è stato questo terrorista, e non era il primo terrorista proveniente da questa moschea (due erano già stati arrestati quattro anni prima), e mi ha detto, ebbene, non stiamo avendo un buon successo in questo; e io gli ho detto, perché no? Dov'è il suo curriculum che insegna che il vero islam, da questo passo del Corano, e quest'altro passo nel Corano, e da questi Hadith, dice molto chiaramente che la violenza contro i non musulmani è immorale e peccaminosa e che le persone che attaccano altre persone e uccidono sangue innocente vanno all'inferno? Su quel curriculum non aveva niente da dirmi.

Robert Spencer: Non aveva niente da dirle, perché non vi è un tale insegnamento nel Corano o negli Hadith che sono considerati autentici dai musulmani. L'islam ha dottrine di violenza contro i non credenti; queste cose sono lì, questo è il motivo per cui non esiste un programma in qualsiasi moschea del paese per insegnare contro la comprensione che l'Isis ha dell'islam, perché la comprensione che l'Isis ha dell'islam è basata rigorosamente sul Corano e su Mohammed; l'unico modo in cui i musulmani potrebbero essere pacifici è di essere non devoti, non prestare attenzione a ciò che è nei testi, non leggere i testi e non essere a conoscenza di ciò che è in loro, cosa che è del tutto possibile in quanto la maggior parte dei musulmani non parla l'arabo, si deve pregare e leggere il Corano in arabo, e così molti musulmani... mi ricordo che una volta stavo parlando con un musulmano pakistano e lui ha detto, sono molto orgoglioso della mia religione e ho imparato a memoria quasi tutto il Corano, e un giorno prenderò una di quelle traduzioni per scoprire che cosa significa; quindi è del tutto possibile e, naturalmente, ci sono molti musulmani che sono brava gente e ho il sospetto che la correlazione tra i musulmani che sono brave persone e musulmani che non sanno o non si curano di ciò che c'è nel Corano sia molto alta, perché se sei un credente e leggi il Corano e la vita di Mohammed e il resto degli Hadith, allora finirai per vedere che sei esortato a commettere atti di violenza. C'era un giovane in North Carolina, che non era religioso; era iraniano, ma era cresciuto in una famiglia molto irreligiosa, e quando è andato al college alla University of North Carolina ha passato il tempo a bere e a fumare marijuana e in tutte le cose che gli studenti universitari in genere fanno, e poi ha pensato: sto sprecando la mia vita nella dissipazione e nella depravazione; e si è pentito, e ha pensato, ho intenzione di tornare alla mia religione; e ha ottenuto un Corano e ha cominciato a leggerlo, e dopo averlo letto ha affittato un SUV ed è entrato con questo nel campus per cercare di travolgere il maggior numero di studenti non musulmani che poteva; ne ha feriti nove, non è stato in grado di ucciderne nessuno e a quel punto si è fermato; poi, quando era in carcere, ha scritto una serie di sei lettere al giornale del campus, spiegando in dettagli tremendamente precisi perché ha fatto quello che ha fatto; il suo nome è Mohammad Reza Taheri-Azar, e ha scritto citazioni estese dal Corano spiegando che fino allora non aveva letto il Corano, non sapeva molto dell'islam, ma quando lo ha letto ha visto che il più grande atto era quello di intraprendere la jihad contro i non credenti, e pensava che questo avrebbe compensato tutto il tempo da lui trascorso nel peccato...

Padre Josiah Trenham: Santo cielo.

Robert Spencer: È proprio lì, nel libro.

Padre Josiah Trenham: Il suo lavoro è di estremo valore in America e sono molto, molto orgoglioso del suo lavoro e di conoscerla.

Robert Spencer: Altrettanto.

Padre Josiah Trenham: E ringrazio Dio per la sua diligenza. Ringrazio Dio che si stia facendo questo con amore e che si stia facendo questo con grande devozione e prego che Jihad Watch abbia lo scopo educativo che desidera, in modo che con la conoscenza di ciò che è giusto e ciò che è vero si possano prendere decisioni sagge e garantire per noi una vita pacifica, che è quello che vogliamo qui nella nostra terra. Grazie mille, Robert, per l'intervista.

Robert Spencer: Grazie, padre.

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