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  La Chiesa e il Simulacro – parte 2: che cosa attende coloro che obbediranno all'autorità del Fanar

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 6 dicembre 2019

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i capi delle Chiese di Roma e di Costantinopoli si stanno muovendo verso l'unificazione. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Quanto è probabile la fusione di Costantinopoli con Roma e come ciò minaccia l'Ortodossia mondiale.

Di recente, l'attività del patriarca Bartolomeo nel promuovere l'idea dell'unificazione con i latini è notevolmente aumentata.

Il 12 novembre 2019, il patriarca Bartolomeo, insieme all'abate del monastero Xenophontos sul monte Athos, l'archimandrita Alexios, allo ieromonaco Theophilos del monastero Pantokratoros e ad altri fratelli athoniti, ha partecipato ai Vespri congiunti nel monastero cattolico di Notre Dame de Saint-Remy a Rochefort.

il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli con i fratelli dell'Athos alla funzione presso l'abbazia di Notre Dame de Saint-Remy a Rochefort. Foto: triklopodia.gr

Durante la sua visita all'Athos il 19-22 ottobre, il capo del Fanar ha detto che cattolici e ortodossi sono separati solo da alcune differenze storiche piuttosto che dai dogmi, quindi l'unità tra loro è inevitabile.

Il 23 novembre, il patriarca Bartolomeo ha ospitato una delegazione dell'Università Sulhan Saba Orbeliani di Tbilisi, guidata dal vescovo cattolico del Caucaso, Giuseppe Pasotto. Durante l'incontro, il patriarca ha affermato che il dialogo con la Chiesa cattolica romana è una delle priorità per il Patriarcato di Costantinopoli.

E nell'estate del 2019, l'arcivescovo Job (Getcha) di Telmessos, come capo della delegazione del Fanar, ha portato in Vaticano una lettera del patriarca Bartolomeo con le seguenti parole: "Il ristabilimento della comunione (eucaristica, ndt) tra le nostre Chiese rimane la nostra sincera speranza, l'oggetto principale delle nostre preghiere e l'obiettivo di un dialogo di verità stabilito tra le nostre Chiese".

papa Francesco e l'arcivescovo Job (Getcha). Foto: vaticannews.va

In risposta, papa Francesco ha detto: "Come vescovo di Roma, vorrei sottolineare ancora una volta che per noi, cattolici, l'obiettivo del dialogo è la completa unità nelle diversità autorizzate piuttosto che un allineamento unificante, e ancor meno un assorbimento". E poi, inaspettatamente (secondo la versione ufficiale), ha presentato una teca con le reliquie di san Pietro Apostolo alla delegazione del Fanar.

È molto probabile che papa Francesco e il patriarca Bartolomeo non mancheranno di approfittare di una occasione ideale per adempiere ai loro piani di unire le loro strutture subordinate, vale a dire – il 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico (niceno), che cadrà nel 2025.

Questa non è solo una bella data. Durante il primo Concilio, la questione dell'origine dello Spirito Santo, il cosiddetto filioque, non era ancora sorta. Pertanto, è molto conveniente lasciare questo importante disaccordo tra ortodossi e latini tra parentesi e dire che oggi né il credo della Chiesa ortodossa né quello della Chiesa cattolica è diverso da quello del Concilio di Nicea.

Certo, questa sarà una bugia, ma una bugia bella e del tutto accettabile per i sostenitori dell'unione. Nonostante il fatto che prima di quella data ci siano ancora più di cinque anni, il tempo sta per scadere. Sia il papa che il patriarca Bartolomeo hanno designato per se stessi un programma strategico: la completa unità delle loro fedi. Il tempo è davvero breve per raggiungere questo obiettivo e non si tratta solo di tenere un'altra preghiera ecumenica.

Il primo compito nella preparazione di questa nuova unione viene risolto sotto i nostri occhi. Questo compito è quello di creare un'organizzazione religiosa che il patriarca Bartolomeo offrirà per l'unificazione con i cattolici. Infatti, ora le Chiese ortodosse locali sono divise non solo in quelle che riconoscono e quelle che non riconoscono la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma in quelle che riconoscono la supremazia del Patriarca di Costantinopoli su se stesse e quelle che attribuiscono questa supremazia esclusivamente a Cristo.

C'è un altro criterio per la separazione, che non è così evidente a prima vista. Il riconoscimento da parte del Fanar degli scismatici e la celebrazione congiunta della Liturgia con persone che non hanno un vero rango gerarchico sono atti tanto palesemente illegali che il riconoscimento da parte di altre Chiese locali può avvenire solo sotto una forte pressione esterna.

Se le Chiese locali lo avessero fatto in base alla loro convinzione interiore o, come ha affermato il patriarca Theodoros d'Alessandria, dopo sincere preghiere, non avrebbero procrastinato il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" per quasi un anno intero.

E così i viaggi dei rappresentanti del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e le loro forzature per ottenere il riconoscimento sono stati così espliciti che non ci sono dubbi: tutti coloro che hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in termini approssimativi, lo hanno fatto piegati sulle ginocchia dei funzionari americani.

Pertanto, ora esiste un nuovo criterio per la divisione delle Chiese locali: quelli che possono essere piegati sulle ginocchia e quelli che non possono. E per coloro che sono stati costretti una volta a commettere illegalità, non sarà difficile continuare a commettere illegalità...

Ci si può sinceramente dispiacere per il patriarca alessandrino Theodoros, per l'arcivescovo della Grecia Hieronymos, per l'abate del monastero Xenophontos dell'Athos, l'archimandrita Alexios e per molti altri che si sono arresi al Dipartimento di Stato. "Uno è schiavo di ciò che lo ha vinto" (2 Pt 2:19). Avendo riconosciuto la supremazia del patriarca di Costantinopoli in termini di riconoscimento illegale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", saranno costretti a riconoscere altre decisioni illegali del Fanar, inclusa la decisione di fondersi con il Vaticano.

Che cosa ha fatto il Fanar? Ha preso la sua decisione sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e costringe gli altri a riconoscere questa decisione. Dopotutto, il Fanar non ha presentato tale decisione per una discussione conciliare.

Così sarà in materia di unione con i latini. Il Fanar deciderà – e tutti gli altri obbediranno. In caso di emergenza, si uniranno i dipendenti del Dipartimento di Stato per sensibilizzare sulla "linea politica". In questo momento, si sta formando una struttura formata dalle vittime del lavaggio del cervello, sottomesse e pronte a obbedire.

Abbiamo già scritto in che modo il Simulacro differisce dalla vera Chiesa di Cristo :

  • riconoscimento nella Chiesa della supremazia del Patriarcato di Costantinopoli piuttosto che di quella di Cristo;
  • riconoscimento delle false consacrazioni della "gerarchia" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ovvero riconoscimento dell'azione dello Spirito Santo laddove non esiste.

Le chiese greca e alessandrina si sono già unite a questo Simulacro. È vero tuttavia che non vi si sono unite pienamente. In queste Chiese ci sono dei vescovi che resistono a oltranza contro il Simulacro. Ce ne sono solo alcuni finora, ed è ancora sconosciuto fino a che punto la loro determinazione riuscirà a sostenere le loro opinioni. Lasceranno la subordinazione canonica alla loro gerarchia o rimarranno parte delle loro Chiese locali?

Quali altre Chiese riconosceranno la supremazia del patriarca Bartolomeo è sconosciuto. Ma non importa quante ce ne possano essere, accederanno precisamente all'organizzazione religiosa, per conto della quale il patriarca parlerà d'unificazione nei negoziati con il Vaticano.

Papa Francesco, a proposito, non ha problemi del genere: è un capo indiscutibile del suo Simulacro.

I santi Padri hanno riconosciuto che la Chiesa è una e singola nel mondo. Gesù Cristo non ha creato due o più Chiese. Ha creato una Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa.

La teoria che questa Chiesa una sia stata divisa in rami nel tempo è insostenibile. In questo caso, si dovrebbe riconoscere che la Chiesa in quanto tale sulla terra non esiste, ma esiste un certo numero di "semi-chiese". Eppure, l'apostolo Paolo disse: "Che non sia così!"

E qui ci stiamo avvicinando a chiederci perché non dovremmo unirci davvero ai cattolici. Dopo tutto, il Signore ha esortato: "perché tutti siano una cosa sola" (Gv 17:21). Ma il fatto è che il Signore ci ha chiamati a essere una cosa sola nella Verità, non in una bugia: "perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17:21).

A sua volta, il patriarca Bartolomeo ci chiama a essere uniti in una bugia. Ciò è dimostrato dalle sue parole sull'Athos, che tra ortodossi e cattolici non ci sono differenze dogmatiche ma solo storiche. "Più orribile è la tua bugia, prima ti crederanno" è la frase attribuita a Goebbels, che in realtà appartiene a Hitler. Le discrepanze tra ortodossi e latini sono precisamente dogmatiche. Queste sono temi di salvezza dell'anima umana e non solo, come pensano le persone comuni, che gli ortodossi si segnano da destra a sinistra, mentre i cattolici lo fanno da sinistra a destra.

Ricordiamo brevemente queste discrepanze.

In primo luogo, il filioque nel Credo. I latini decisero che lo Spirito Santo veniva non solo da Dio Padre, ma anche da Dio Figlio. Oltre al fatto che questa affermazione è contraria alle Scritture, porta all'effettiva negazione della divinità dello Spirito Santo, e quindi dell'intera santa Trinità. Dio è essenzialmente uno e triplice nelle persone. Significa che ogni persona della santa Trinità può possedere o le proprietà generali del Divino – esistenza eterna, onniscienza, onnipresenza, ecc. – o proprietà personali che sono uniche per quella persona della santa Trinità: il Padre genera il Figlio e fa procedere lo Spirito Santo, il Figlio nasce dal Padre, lo Spirito Santo procede dal Padre.

Con l'adozione del filioque, fu accettata la dottrina della santa Trinità, per cui il Padre e il Figlio possedevano una proprietà che lo Spirito Santo non possedeva. Pertanto, il fatto che vi sia una certa inferiorità dello Spirito Santo rispetto al Padre e al Figlio penetra nel dogma della Trinità. E poiché Dio, per definizione, non può essere imperfetto, il filioque porta alla negazione della divinità dello Spirito Santo. Ancora una volta, nelle parole del santo apostolo Paolo: "Che non sia così!"

Oltre a una distorsione puramente speculativa del dogma della santa Trinità, la dottrina del filioque porta a una conseguenza più pratica. Se lo Spirito Santo non è Dio, allora chi santifica i santi doni durante la Liturgia? Dopotutto, solo Dio, Dio senza la minima inferiorità (che è dedotta dal filioque) può trasformare i santi doni nel corpo e nel sangue di Cristo. "Avendo invocato il tuo santo Spirito sui doni ..." (preghiera del sacerdote alla Liturgia).

Se non è così, allora a cosa prendiamo parte? E abbiamo speranza di salvezza senza ricevere il vero corpo e sangue di Cristo? Dopotutto, il Vangelo testimonia molto chiaramente: "Gesù disse loro: In verità, in verità, io vi dico, a meno che non mangiate la carne del Figlio dell'Uomo e beviate il suo sangue, non avrete la vita in voi" (Gv 6:53).

In realtà, i cattolici stessi lo sentono, perché hanno trascurato la preghiera di invocazione allo Spirito Santo nella Liturgia.

In secondo luogo, il dogma del primato del papa. "Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami" (Rm 11:16). Se il capo del corpo della Chiesa è Cristo, siamo salvati. E il papa?

Sant'Ignazio Brjanchaninov ha descritto questo dogma con le seguenti parole: "Il papismo arroga al papa gli attributi di Cristo e quindi rifiuta Cristo. Alcuni scrittori occidentali hanno pronunciato quasi esplicitamente questa rinuncia, dicendo che è molto meno peccato rinunciare a Cristo che rinunciare al papa. Il pontefice è un idolo dei papisti, è la loro divinità. A causa di questo terribile errore, la grazia di Dio si è allontanata dai papisti, che sono devoti a se stessi e a Satana – l'inventore e il padre di tutte le eresie, il papismo tra le altre... Nessuna eresia esprime il suo esorbitante orgoglio, il crudele disprezzo e odio per le persone in modo così aperto e arrogante.

Con la rimozione di Cristo da una posizione dominante nella Chiesa, la Chiesa cessa di esistere. "Non hanno una Chiesa (i latini, ndc), perché l'unione con il capo si è interrotta" (Archimandrita Ioann (Krestjankin)).

Non c'è bisogno di dire che questo dogma è contrario alle Sacre Scritture, con abbondanza di prove.

In terzo luogo, il dogma dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. I cattolici, ovviamente, non sostengono che la Madre di Dio sia stata concepita, come Cristo, dallo Spirito Santo. Ma dicono che proprio nel momento del suo concepimento, fu liberata dal peccato originale di Adamo. Oltre al fatto che ciò contraddice le Scritture ("Pertanto, come da un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e la morte per mezzo del peccato; e così la morte è passata su tutti gli uomini, poiché tutti hanno peccato": Rm 5:12), il dogma dell'Immacolata Concezione porta al fatto che il sacrificio della Croce di Cristo sia inutile in relazione alla Madre di Dio. Non ne avrebbe avuto bisogno in questo caso. Cos'è questo se non una bestemmia contro il Salvatore?

In quarto luogo, la dottrina cattolica della salvezza. Anselmo di Canterbury la inventò poco dopo che i latini si staccarono dalla Chiesa nel 1054. Questo insegnamento è espresso in categorie puramente legali. Adamo violò il comandamento e quindi offese Dio. Una soddisfazione deve essere pagata per l'insulto. Ma poiché Dio è infinito, lo è anche l'insulto, e quindi la soddisfazione deve essere infinita. E una soddisfazione così infinita poteva essere pagata solo dall'infinito Dio Gesù Cristo.

Pertanto, il rapporto tra Dio e l'uomo appare come causa: chi deve cosa a chi. Non c'è posto per l'amore, così come non c'è posto per la correzione della natura caduta dell'uomo. Per gli ortodossi, la salvezza è un ritorno al Padre celeste che ci ama, mentre per i cattolici è il pagamento di un debito.

Dalla suddetta dottrina, che pone il rapporto tra Dio e l'uomo in un quadro giuridico, sorse la dottrina dei meriti supererogatori dei santi, delle indulgenze, ecc. Le indulgenze, tra l'altro, esistono ancor oggi, l'attuale "Guida alle indulgenze" (Enchiridion Indulgentiarum) è stata adottata dal Vaticano nel 1967.

Differenze non meno significative nell'immagine della santità e della preghiera esistono accanto alle differenze dogmatiche. Mentre nell'Ortodossia una corretta vita spirituale conduce a una visione dei propri peccati, nel cattolicesimo una vita che conduce alla consapevolezza della propria santità è considerata corretta.

Il venerabile san Sisoe il Grande (V secolo) prima della sua morte disse: "In verità non so se ho nemmeno iniziato a pentirmi". Tutti i santi ortodossi hanno sperimentato un'umiltà simile, la consapevolezza della loro peccaminosità e della fiducia in Dio. Ma i "santi" nel cattolicesimo riconoscono l'esatto contrario. "Non riconosco in me alcun peccato che non avrei potuto espiare per confessione e pentimento" (Francesco d'Assisi, XIII secolo).

La modalità di lavoro spirituale che è coltivata nel cattolicesimo, è chiamata direttamente e chiaramente nell'Ortodossia – delusione.

Il fondatore dell'ordine dei gesuiti Ignazio di Loyola (XVI secolo) nel libro "Esercizi spirituali" invita all'immaginazione di Dio, di Cristo crocifisso, degli angeli, della santa Theotokos, dei santi, ecc.

I santi Padri ortodossi proibiscono rigorosamente una cosa del genere come una cosa che porta all'illusione. Per esempio, il monaco Gregorio del Sinai (XIV secolo) scrive: "Dicono che il delirio si manifesta in due forme, o meglio, si trova sotto forma di fantasie e impatti, sebbene sia originato e causato solo dall'orgoglio e dall'orgoglio . <...> La prima immagine dell'illusione viene dai sogni. La seconda immagine <...> ha inizio <...> nella voluttà, nata dalla lussuria naturale. In questo stato, una persona tentata osa profetizzare, dare false previsioni. <...> Il demone dell'indecenza, annebbiando le loro menti con un fuoco voluttuoso, li fa impazzire, mostra loro dei santi nelle loro fantasie, fa sentire loro le loro parole e vedere i loro volti".

Tutte queste discrepanze dei latini con gli insegnamenti della Chiesa di Cristo, che sono state stabilite nel cattolicesimo per quasi mille anni, non lasciano dubbi: il latinismo si è da tempo trasformato in Simulacro, che oggi sta perdendo anche i segni esteriori della Chiesa di Cristo, per non parlare dell'essenza. E questo Simulacro è ciò a cui il patriarca Bartolomeo propone di unirsi.

Indubbiamente, alla vigilia dell'emergente unificazione di questi due Simulacri, coloro che sono stati costretti a riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", avendo chiuso un occhio sulla sfortuna della loro "gerarchia", saranno anche costretti a chiudere un occhio su tutti questi errori dei cattolici sopra citati.

L'unica cosa che può in qualche modo influenzare il corso degli eventi è il rifiuto del resto delle Chiese locali, che non hanno ancora riconosciuto la supremazia del Fanar, di partecipare a tale illegalità, nonché la ferma confessione di fede da parte di quei vescovi delle chiese greca e alessandrina che sono consapevoli di ciò a cui sono guidati dal patriarca Bartolomeo.

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