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  "Il patriarca di Costantinopoli ha fatto il più grande errore nella storia del Trono ecumenico"

di Emma Cazabonne

Orthodoxie.com, 3 dicembre 2018

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In un episodio del programma televisivo "L'arcipastore" (Ekaterinburg), il vescovo Irinej di Bačka, portavoce del Sinodo della Chiesa ortodossa serba, ha parlato di vari argomenti.

Ecco cosa ha da dire sulla questione ucraina:

"Ci rammarichiamo profondamente che il patriarca ecumenico, a titolo personale, e il Patriarcato ecumenico nel suo insieme, abbia commesso (secondo me e secondo l'opinione della maggioranza dei nostri teologi e vescovi) il più grande errore nell'intera storia del Trono ecumenico del Patriarcato di Costantinopoli.

Lo dico qui per la prima volta, non l'ho mai detto prima ai media: dieci anni fa, forse di più, ho esortato in privato il patriarca ecumenico a non interferire nella questione ucraina, perché ciò avrebbe provocato un'immensa tragedia, non solo in Ucraina, ma in tutto il mondo ortodosso.

Non sono un profeta, ma ne sapevo abbastanza della situazione e della storia, che era facilmente prevedibile. Sfortunatamente, ha fatto proprio così.

È difficile dire per quali ragioni. Alcuni ritengono che potrebbe essere a causa di qualche rancore, un sentimento amaro contro il patriarca di Mosca e contro la Chiesa russa, a causa della loro assenza al Concilio di Creta, ma molti pensano anche che sia il risultato della pressione da parte dell'Occidente, specialmente degli americani, e che è solo una parte nel corso generale della politica occidentale nei confronti dell'Ucraina, e un tentativo di approfondire ulteriormente il divario, di spezzare il mondo russo, e di assicurare che l'Ucraina e la Russia non siano solo separate, ma stati nemici.

Temo che questo possa essere vero, almeno in parte. È interessante che questa opinione sia condivisa anche da alcuni dei miei amici greci, che non hanno motivo di essere al servizio della Chiesa di Mosca.

Il Patriarcato ecumenico ha quindi preso una decisione assolutamente non canonica – o almeno una decisione che non si basa sui canoni: entrare nel territorio di una Chiesa già esistente, la Chiesa ortodossa autonoma ucraina, attraverso negoziati con il potere politico ucraino.

Come sapete, i leader politici ucraini non sono molto ortodossi: ci sono ortodossi in parlamento, ma anche uniati e scismatici.

La linea d'azione è piuttosto strana: la delegazione del Patriarcato ecumenico non discute con la legittima Chiesa locale, che è la maggioranza in Ucraina. Per la Chiesa legittima, la nazionalità dei propri membri (siano essi ucraini, russi, ecc.) non è importante. Non esiste alcuna connessione nazionale o politica, ma solo il sentimento del popolo ecclesiale di essere un'unica chiesa, come è stato nel corso di secoli. Non si impedisce a nessuno di essere ucraino o altro – è difficile dire quante nazioni sono presenti nella Chiesa russa, cento, centocinquanta.

[I delegati di Costantinopoli] non hanno visitato il metropolita Onufrij nemmeno una volta. Tutte le loro discussioni hanno avuto luogo con politici e scismatici. E non stiamo parlando di scismatici occasionali, ma di persone come Filaret Denisenko, che una volta era candidato per diventare il nuovo patriarca di Mosca. Ma non è diventato un patriarca, per ragioni note – la sua vita personale e morale, e altri fattori.

All'inizio era contrario al separatismo ucraino (a livello ecclesiale e ad altri livelli), molto più di molti in Ucraina. Ma poi, quando non fu eletto patriarca, si ricordò di essere ucraino. E naturalmente, ruppe il suo giuramento al patriarca di non creare uno scisma, e ne creò uno comunque. Fu quindi ridotto allo stato laicale, scomunicato e anatematizzato.

 E ora, la gente del Fanar viene e dice che tutto questo è spazzatura: "Avevamo riconosciuto la decisione di Mosca, ​​ma ora non la riconosciamo più".

Avevo letto una lettera del patriarca ecumenico che scriveva al patriarca di Mosca di riconoscere e sostenere la sua decisione, e che non poteva essere altrimenti. E ora dice ora che il suo atto non è valido. Questo impossibile nella nostra Chiesa. Questo è il motivo per cui la nostra Chiesa ha preso la decisione di sostenere la Chiesa ortodossa russa, specialmente per quanto riguarda la questione ucraina.

Sfortunatamente, a Costantinopoli e in alcuni ambienti, pensano che ciò sia strano. Dicono che i serbi che erano sempre stati devoti a loro e che avevano rapporti fraterni con loro ora li hanno traditi e sono andati con i russi.

 Ciò riflette un sentimento molto malsano di vita ecclesiale. La Chiesa è una, è il corpo divino e umano di Cristo, è il tempio dello Spirito Santo e la casa del Padre celeste. Non è un'organizzazione ideologica, politica o sociale. L'autocefalia non è un concetto ontologico, ma amministrativo. È un modo di organizzazione per le Chiese nel mondo. Le Chiese autocefale non sono Chiese separate: è un modo di organizzazione dell'unica Chiesa.

In questo senso, non possiamo accettare questo approccio, in cui ci vediamo come ortodossi greci, fanarioti, e che dall'altera parte ci sono moscoviti, slavi, ecc. No: la Chiesa è una. Non ci sono né elleni, né greci, né russi, né serbi; siamo tutti uno, se siamo ortodossi. Se non lo comprendiamo, non siamo abbastanza ortodossi.

Quando siamo accusati di essere diventati russi, o servitori dei russi, ritengo che questo non sia salutare, né ecclesiale. Non siamo l'uno contro l'altro, né l'uno per l'altro. Prendiamo in considerazione l'ordine canonico. Una vita ecclesiale sana, questo è ciò a cui siamo interessati.

Se ciò che Costantinopoli sta facendo ora fosse stato fatto da Mosca o da Kiev, avremmo reagito anche contro di loro. Non possiamo essere contro gli altri per motivi egoistici o obiettivi. Le cose che possono accadere, a noi o ad altre Chiese, sono cose che esistono.

Ma qui, noi consideriamo che Costantinopoli abbia agito in modo ingiusto e, sfortunatamente, irresponsabile. Hanno ferito non solo la Chiesa russa o quella ucraina, ma anche loro stessi e l'intera Ortodossia. E ora siamo umiliati e ridicolizzati, dai cattolici e dai seguaci di altre religioni, e persino da persone senza religione.

Sfortunatamente, questo è stato causato da azioni unilaterali di Costantinopoli.

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