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  "Il patriarca di Costantinopoli non ha alcun diritto canonico di indire alcuna assemblea in Ucraina"

Orthochristian.com, 10 dicembre 2018

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Risoluzioni del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, 7 dicembre 2018

Il 7 dicembre 2018, una sessione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina si è svolta nella residenza del suo primate sul territorio della Lavra della santa Dormizione delle Grotte di Kiev. I vescovi hanno discusso il prossimo cosiddetto "concilio di unificazione" e la crescente ingerenza dello stato ucraino nella vita e nella persecuzione contro la Chiesa. Le parti del rapporto sinodale che riguardano l'Ucraina sono presentate qui:

foto: news.church.ua

VERBALE No. 41

All'incontro del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, sotto la presidenza di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina:

È STATA GIUDICATA l'interferenza delle autorità statali nella vita ecclesiale in Ucraina, nonché e l'organizzazione del cosiddetto concilio di unificazione.

Riferimento:

Il 5 dicembre 2018, il presidente dell'Ucraina P. A. Poroshenko ha annunciato la convocazione del cosiddetto concilio di unificazione il 15 dicembre 2018 a Kiev. I vescovi della Chiesa ortodossa ucraina ricevono inviti firmati dal patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Questi fogli vengono consegnati ai vescovi della Chiesa ortodossa ucraina dai rappresentanti dello stato ucraino.

SI È DELIBERATO:

1. Di rilevare che nonostante i numerosi appelli della Chiesa ortodossa ucraina, le autorità statali in Ucraina continuano a interferire gravemente nella vita della Chiesa.

2. Di affermare che sulla base delle risoluzioni del Concilio episcopale della Chiesa ortodossa ucraina del 13 novembre 2018, la Chiesa ortodossa ucraina, come altre Chiese locali ortodosse, [1] non riconosce le decisioni del Patriarcato di Costantinopoli dell'11 ottobre 2018, in particolare sull'estensione della giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli sul territorio dell'Ucraina e la revoca degli anatemi e delle censure ecclesiastiche e il ripristino del grado gerarchico e sacerdotale ai leader degli scismi ecclesiastici in Ucraina.

3. Di sottolineare che il Patriarca di Costantinopoli non ha alcun diritto canonico di convocare alcuna assemblea in Ucraina e di convocarvi i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina.

4. Di considerare come un'assemblea illegale il previsto "concilio di unificazione", in cui saranno presenti rappresentanti dei gruppi scismatici.

5. A tale riguardo e sulla base delle risoluzioni del Concilio episcopale della Chiesa ortodossa ucraina del 13 novembre 2018, l'episcopato, il clero, i monaci e i laici della Chiesa ortodossa ucraina non hanno la benedizione di partecipare al codiddetto concilio di unificazione.

6. Di esprimere preoccupazione per i numerosi casi di pressioni esercitate sui vescovi della Chiesa ortodossa ucraina per costringerli a prendere parte al cosiddetto concilio di unificazione, che è una spinta diretta alla violazione del giuramento gerarchico che i vescovi si sono impegnati a osservare anche sotto minaccia di morte.

7. Di notare che la Chiesa ortodossa ucraina non autorizza nessuno dei vescovi, sacerdoti, monaci o laici a rappresentare la Chiesa ortodossa ucraina nel cosiddetto concilio di unificazione.

8. Di sottolineare che, in conformità con gli statuti sul governo della Chiesa ortodossa ucraina, un concilio della Chiesa ortodossa ucraina è convocato dal primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina.

9. Di sottolineare che oggi non è stata presa alcuna decisione di convocare un concilio della Chiesa ortodossa ucraina.

10. La Chiesa ortodossa ucraina considererà le decisioni del cosiddetto concilio di unificazione invalide e prive di qualsiasi forza legale o canonica.

VERBALE No. 42

All'incontro del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina sotto la presidenza di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina:

È STATA GIUDICATA la pressione e la persecuzione legale dell'episcopato, del clero e dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina.

Riferimenti:

Dopo il Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, svoltosi il 13 novembre 2018, l'episcopato, il clero e i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina sono stati sottoposti a pressioni e persecuzioni legali prive di fondamento.

In particolare, i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina vengono convocati a "conversazioni" con il Servizio di sicurezza ucraino e si stanno creando per loro ostacoli nell'attraversare i confini dello stato ucraino. [2]

Il 23 novembre 2018, il Ministero della Giustizia ucraino ha annullato la decisione sulla registrazione statale del diritto di utilizzo del complesso di edifici della Lavra della santa Dormizione di Pochaev.

Il 28 novembre 2018, il Gabinetto dei Ministri ucraino ha annullato il suo ordine del 17 luglio 2003, "Sull'esclusione degli edifici della Lavra della santa Dormizione di Pochaev dalla composizione della riserva storico-architettonica statale di Kremenets-Pochaev".

Il 28 novembre 2018, per la prima volta in trent'anni, una commissione del Ministero della Cultura ucraino ha ispezionato gli oggetti di valore culturale situati nella Lavra della santa Dormizione delle Grotte di Kiev.

Il 30 novembre 2018, le forze dell'ordine hanno condotto una ricerca sul territorio della fattoria sussidiaria della Lavra delle Grotte di Kiev nel villaggio di Voronkov nella regione di Borispol' della provincia di Kiev.

Il 1 dicembre 2018, venti sacerdoti delle diocesi di Rovno e Sarny della Chiesa ortodossa ucraina hanno ricevuto un invito a un interrogatorio da parte del servizio di sicurezza ucraino.

Il 3 dicembre 2018, sono state condotte ricerche in cattedrali, uffici diocesani, chiese e persino nelle case private dei sacerdoti della Chiesa ortodossa ucraina a Zhitomir, Ovruch e Korosten.

Il 5 dicembre 2018, dodici sacerdoti delle diocesi di Rovno e Sarny della Chiesa ortodossa ucraina sono stati interrogati nel corso di procedimenti penali ai sensi dell'articolo 111 del codice penale ucraino (tradimento) e dell'articolo 161 del codice penale ucraino (incitamento all'odio religioso) .

Il 5 dicembre 2018, la riserva di Kremenets-Pochaev ha condotto un controllo sulla presenza di oggetti ecclesiastici di valore nella Lavra della santa Dormizione a Pochaev.

SI È DELIBERATO:

1. Di affermare che le autorità governative stanno commettendo una persecuzione legale senza fondamento e stanno esercitando pressioni sull'episcopato, sul clero e sui fedeli della Chiesa ortodossa ucraina per costringerli a partecipare al cosiddetto concilio di unificazione; di considerare tali azioni come una violazione del diritto costituzionale dei cittadini dell'Ucraina alla libertà di religione.

2. Di chiedere a sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina di informare le Chiese ortodosse locali, il Commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada dell'Ucraina, le organizzazioni internazionali per i diritti umani e le istituzioni diplomatiche riguardo alla pressione e alla persecuzione legale del clero e dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina.

Note

[1] Finora, le Chiese serba e polacca hanno ufficialmente respinto le decisioni di Costantinopoli.

[2] Dopo la sessione, le autorità di Kiev hanno vietato a sua Eminenza il metropolita Ilarion di Donetsk e Mariupol' di passare da Donetsk al territorio ucraino controllati da Kiev.

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