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  I due poli della religione occidentale dopo il 1054

di Walt Garlington per il Saker blog, 22 marzo 2022

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Un modo in cui possiamo essere abbastanza certi che l'Occidente abbia perso il contatto con la grazia increata della santissima Trinità è considerare le linee guida di coloro che in Occidente sono ritenuti i campioni del cristianesimo tradizionale. I nomi che emergono più spesso dai cattolici romani sono Tommaso d'Aquino e J.R.R. Tolkien; per i protestanti, il punto di riferimento è C.S. Lewis. Tutti e tre rappresentano gli stessi due poli della dialettica successiva al grande scisma in Occidente: Tommaso d'Aquino è il polo del razionalismo freddo e asciutto; Tolkien, il calore e le emozioni dell'immaginazione sensuale. Lewis incarna entrambi gli elementi per i protestanti con la sua saggistica (ragione) e la sua narrativa (immaginazione).

Mentre l'Occidente ha percorso la propria strada dopo essere stato strappato alla Fede ortodossa per opera dei vescovi di Roma, si è spostato da un polo all'altro: dall'aridità scolastica alla carnalità rinascimentale; da qui al deismo meccanicistico e alla sua reazione, quel vulcano di passioni umane che fu il romanticismo; seguito dal gelido scientismo, che a sua volta comincia a cedere nuovamente al desiderio dell'uomo di qualcosa di vivo e di spirituale.

Tali cambiamenti regolari e bruschi, tendenti al disordine nella società, sono stati generalmente sconosciuti nella Chiesa ortodossa, poiché in essa si trova la pienezza della grazia di Dio (questo è leggermente cambiato dalla caduta del protettore della Chiesa, l'Impero romano cristiano, con il martirio di san Nicola II e della sua famiglia, che ha reso la Chiesa più suscettibile agli attacchi mondani). Ma da quando l'Occidente ha perso quella grazia, ha cercato disperatamente un sostituto. Da qui le incessanti oscillazioni dialettiche tra ragione e immaginazione; quando l'Occidente è saturo di una delle due, inizia ad abbuffarsi dell'altra.

Padre Seraphim Rose, di beata memoria, spiega il movimento d'allontanamento dell'Occidente dalla fede ortodossa verso questi due poli nel suo Corso di sopravvivenza ortodossa:

'Quindi possiamo vedere che qui – e [Tommaso d'Aquino, nda] è l'apice della scolastica – c'è una sistematizzazione dell'insegnamento cristiano, che in realtà subordina l'insegnamento cristiano alla logica. Ma la logica stessa, ovviamente, dipende dal punto di partenza. Ed essi pensavano di partire dalla rivelazione cristiana di base. Vedremo presto che entrano in gioco altre cose d'ogni genere, che influiscono sulla ragione. In questo sistema scolastico la logicità diventa la prima prova della verità, e la sorgente viva della fede è posta in secondo piano. Ed è per questo che i successori hanno odiato così tanto la scolastica, perché la percepivano come una struttura completamente morta in cui non c'è più vita, una pigra discussione su questioni di cui nessuno si preoccupa, e quando discuti di domande vere, le appiattisci e le smorzi. E un uomo occidentale, sotto questa influenza, comincia a perdere la sua relazione vivente con la Verità. E così il cristianesimo si riduce a un sistema, al livello umano. E questa è una delle radici principali degli ultimi errori in Occidente, che si possono in effetti riassumere nel tentativo di creare con sforzi umani qualcosa di meglio del cristianesimo.

È successo anche qualcos'altro: la tradizione ortodossa non è stata solo razionalizzata, ma anche mescolata con il romanticismo. L'elemento delle leggende pagane che entrano nelle Vite dei santi ortodosse in questo periodo ha fatto sì che se alcune Vite dei santi che abbiamo nelle nostre fonti ortodosse sono lette in una fonte latina medievale, si rimane completamente stupiti.

Si può ovviamente vedere che si tratta di favole assolute introdotte nella vita di un santo, per ragioni che non sappiamo, forse ci sono influenze pagane, frutto di un'ottima immaginazione. Ebbene, comunque, questo elemento di romanticismo entra anche in una cosa come la Vita di un santo, facendola diventare una fiaba totalmente inventata.

E in molti altri casi vediamo che nelle fonti cattoliche romane già dall'alto Medioevo fino al XIII secolo, moltissimi di questi elementi romantici entrano in gioco. Non possiamo fidarci di quelle fonti. E questo fu il motivo per cui gli studiosi successivi arrivarono a diffidare delle fonti. Inoltre, ci sono, naturalmente, cose come le leggende del Graal, che derivano da leggende celtiche, leggende pagane, la Legenda Aurea...'

La menzione del Graal da parte di padre Seraphim è la chiave per capire cosa è successo in Occidente. Nella loro conversazione sulle leggende del Graal (andate agli ultimi dieci minuti), Jonathan Pageau e Richard Rohlin sottolineano che questa storia entra nella tradizione occidentale molto rapidamente dopo la rottura dell'Occidente con la Chiesa ortodossa, come se tale tradizione stesse già ammettendo che è scomparso qualcosa di essenziale (cioè, la grazia di Dio), e che non si dovrebbe risparmiare alcuno sforzo per ritrovarlo. Tutta la successiva storia dell'Occidente è semplicemente una ripetizione della storia del Graal: l'uomo occidentale cerca di soddisfare l'abisso che si è aperto nella sua anima ora che la grazia di Dio nella Chiesa ortodossa gli è stata strappata via.

Per la sua sostituzione, l'Occidente ha tentato molti esperimenti della ragione e dell'immaginazione, ma sono stati e saranno sempre destinati al fallimento, come spiega abilmente il metropolita Hierotheos di Nafpaktos:

Credo che, al contrario, la teologia contemporanea sia congetturale, razionalistica. Si basa sulla "ricchezza" che è la ragione. Ciò che dice l'archimandrita Sophrony è caratteristico: "Un altro tipo di immaginazione di cui vogliamo parlare è il tentativo dell'intelligenza di penetrare il mistero dell'essere e di apprendere il mondo divino. Tali sforzi coinvolgono inevitabilmente l'immaginazione, a cui molti sono inclini a dare un'etichetta altisonante: ispirazione divina. L'asceta, dedicandosi al silenzio interiore attivo e alla preghiera pura, combatte risolutamente dentro di sé questo impulso "creativo" perché vi vede un "processus" contrario al vero ordine dell'essere, con l'uomo che "crea" Dio a sua immagine e somiglianza.

L'archimandrita Sophrony scrive anche: "Il teologo che è un intellettuale [logico] costruisce il suo sistema come un architetto costruisce un palazzo o una chiesa. I concetti empirici e metafisici sono il materiale che usa, e si preoccupa più della magnificenza e della simmetria logica del suo edificio ideale che del fatto che debba conformarsi all'ordine reale delle cose.

Per quanto strano possa sembrare, molti grandi uomini non sono stati in grado di resistere a questo [razionalismo], in effetti, una tentazione ingenua, la cui causa nascosta è l'orgoglio.

Ci si attacca ai frutti della propria intelligenza [razionalismo] come una madre al proprio figlio. L'intellettuale [logico] ama la sua creazione come se stesso, si identifica con essa, si chiude in essa. Quando ciò accade nessun intervento umano può aiutarlo: se non rinuncia a ciò che crede essere ricchezza, non raggiungerà mai la pura preghiera e la vera theoria.

Poiché l'Occidente ha deformato la santissima Trinità con le sue dottrine dell'assoluta semplicità divina e del filioque nel Credo niceno (un dio che somiglia molto al dio dei neoplatonici), e anche l'umanità stessa attraverso l'oblio del nous, essa non può raggiungere 'vera theoria', la visione e l'unione con la Luce increata di Dio; la visione dei logoi delle cose create; né conversare con i santi e gli angeli: molto di questo è stato elaborato da san Gregorio Palamas e da tutti gli altri esicasti che vennero prima e dopo di lui. Il meglio che i tradizionalisti in Occidente possono fare a questo punto è creare mondi immaginari, un regno celeste immaginario, nel vano tentativo di afferrare ciò da cui sono stati tagliati fuori. Così si spiega la servile adorazione per il Legendarium de Il Signore degli Anelli di Tolkien da parte dei cattolici romani; e la stessa attitudine per l'universo di Narnia di Lewis da parte dei protestanti. Purtroppo, questo è l'apice della civiltà cristiana per l'Occidente apostata, falsi regni sostitutivi della mente in cui essi abitano con figure immaginarie che non possono aiutarli affatto: Sam, Frodo, Galadriel, Aslan, Puddleglum, le grandi aquile della Terra di Mezzo NON salveranno l'Occidente.

Noi apprezziamo la saggezza e la bellezza che sono presenti nelle opere di scrittori occidentali non ortodossi come Tolkien e Lewis, ma ciò non cambia ciò che sono: sostituti del Regno noetico dei Cieli.

Eppure è proprio quel Regno che può salvare l'Occidente, ma è sepolto – sepolto in profondità sotto gli strati di falsi insegnamenti e pratiche distruttive che si sono accumulati negli ultimi 1.000 anni. È il Regno della Chiesa ortodossa, il Regno dei santi dell'Occidente dei primi 1.000 anni della sua storia cristiana. Se riesce a recuperare questo Regno, l'Occidente vivrà. San Nicola Cabasilas (XIV secolo), scrive a riguardo,

'...la perfetta santità dei santi è il dono più grande di Dio agli uomini... Piuttosto, è tutto il suo dono. Perché il coro dei santi è il completamento e il frutto di tutti i benefici che ha concesso alla nostra stirpe; per essa furono fatti il cielo e la terra e l'intero universo creato; il paradiso, i profeti, lo stesso Dio incarnato e i suoi insegnamenti, le sue opere, la sua passione e morte hanno un solo scopo: che gli uomini possano essere elevati dalla terra al cielo, che possano ereditare il regno' (Commentario sulla Divina Liturgia).

È vero che in Occidente si può vedere ogni tanto una suora eccentrica o un vescovo carismatico che attira in qualche modo l'attenzione, ma questo non basta per salvare l'Occidente. E quei cattolici romani che affermano di essere santi sono a volte uomini e donne in profonda illusione, che seguono pratiche dannose (i tagli sul petto di Margaret Mary Alacoque) o disgustose (la fede nuziale di Caterina da Siena presumibilmente fatta con il prepuzio circonciso di Cristo). La maggior parte dei protestanti ha abolito del tutto la santità affermando che tutti i cristiani sono santi.

Queste persone non possono condurre gli occidentali a una soddisfacente e desiderata unione con Dio, per la quale sono stati creati. Ma il desiderio di un vero incontro con il Divino rimane, e sta portando l'Occidente in due direzioni diverse: una strada torna verso gli antichi dèi precristiani, e l'altra cerca 'nuove rivelazioni' (come Fatima, Lourdes, eccetera.). Considerando ciò che papa Francesco farà questo venerdì in occasione dell'Annunciazione ("consacrando" la Russia secondo i decreti di Fatima), è importante confutare in anticipo la mariolatria e gli altri errori dei cattolici romani che si manifestano in queste "visioni":

Una teologia trinitaria manchevole, e un'indebita enfasi sugli insegnamenti agostiniani sul peccato originale e sulla redenzione, insieme a una gerarchia composta di soli maschi, provocò la perdita dell'elemento femminile nella cristianità occidentale, e creò un "vuoto dalla forma di Dea": la Vergine Maria era la candidata più ovvia per riempire quel vuoto. <...>

Nella Chiesa latina, le esagerazioni mariane hanno raggiunto vette sempre più alte, interrotte solo brevemente dalla Riforma protestante. La Vergine, dandogli una natura umana, avrebbe "reso più perfetto il Creatore dell'universo" – un'idea perfettamente contraria a quella delle Scritture e dell'Ortodossia, in cui l'Incarnazione è vista come una kenosis, uno svuotamento di sé da parte di Cristo – "benché fosse ricco, per noi si è fatto povero". La più strana fantasia di Bernardino da Siena, la "seduzione di Dio", viene descritta in un linguaggio più appropriato a una leggenda greca di Zeus che al grande mistero dell'Incarnazione. La Vergine era più elevata della Chiesa... aveva autorità sul proprio Figlio nei cieli... placava la giustizia divina, e impediva a Dio di punire i peccatori... con lo Spirito Santo, faceva nascere Cristo nelle anime. "Perfino la lingua dello Spirito Santo" era "appena sufficiente a celebrare degnamente le sue lodi"! Sfortunatamente, gli autori e i predicatori di queste sciocchezze blasfeme venivano frequentemente canonizzati, cosa che era considerata come un segno di approvazione ufficiale. Tali distorsioni potrebbero benissimo essere il "materiale" di cui sono fatte le apparizioni mariane. La Dea, o almeno un essere semidivino, è tornata. <...>

Chi è questa Signora apparsa migliaia di volte e acclamata da milioni di persone? È la stessa Madre di Dio che nell’Ortodossia conosciamo dalle Scritture, dalle funzioni e dagli insegnamenti della Chiesa? Sembra quasi che il culto delle apparizioni mariane abbia una vita e un ethos propri, come se si trattasse di una religione separata: una specie di Cristanesimo sovrapposto al culto della Dea e allo spiritismo. La Vergine, non il Cristo, è la figura centrale. Il Cielo parla attraverso di lei, non di lui. Nonostante l’insegnamento ufficiale di Roma, che ancora vieta di porre Maria allo stesso livello di suo Figlio, è lei che predomina. Geoffrey Ashe sembra aver colto nel segno quando afferma che "la vitalità della Chiesa di Cristo (la Chiesa Cattolica Romana!) sembra spesso essere dipesa da lei, più che da lui". <...>

Il bisogno dell’eterno femminino giace nelle profondità della psiche umana. Questo bisogno trova piena soddisfazione nella Santa Trinità, il cuore dell’Ortodossia. Laddove l’insegnamento trinitario è privo di equilibrio, e lo Spirito Santo è trascurato, è facile assistere al "ritorno della Dea", sia sotto forma di eccessi mariani che dell’apparizione di correnti gnostiche, con le loro richieste di donne sacerdoti e i loro termini privi di riferimenti al genere quando si parla di Dio.

Miriam Lambouras, 'Le apparizioni mariane: intervento divino o illusione?'

Non dee e sacri cuori; non sillogismi ermetici; non Aragorn, Gimli e Legolas; non Gandalf e i Valar; non computer quantistici e intelligenza artificiale. Ma invece i santi Ambrogio di Milano, Beda e Bonifacio, Cutberto di Lindisfarne, Davide del Galles, Eteldreda di Ely, Felice di Nola, Genoveffa di Parigi, e tanti altri. Dissotterriamoli dai loro depositi nei loro musei vuoti delle cattedrali gotiche (per prendere in prestito una frase da padre Andrew Phillips); prosterniamoci davanti a loro; baciamo i loro reliquiari; portiamoli in processione per città e campagne; andiamo in pellegrinaggio per salutarli; amiamo il Dio che essi hanno amato!

Ma è troppo tardi per l'Occidente, dicono alcuni.

Non è troppo tardi!

Anche una parte di lacrima, come diceva san Simeone il Nuovo Teologo, basta per far scendere su di noi la misericordia di Dio!

Un esempio dalla vita di un santo ortodosso d'Occidente sarà sufficiente per illustrarlo:

Il santo martire Pancario era un amico dell'imperatore Diocleziano. Abbandonò il cristianesimo e divenne pagano. Sua madre e sua sorella gli inviarono una lettera in cui esortavano l'apostata a temere Dio e il terribile Giudizio universale. Pentitosi, san Pancario confessò apertamente la sua fede davanti all'imperatore, e per questo subì torture a Roma. Poi fu mandato a Nicomedia e decapitato nel 303.

Sì, l'Occidente ha peccato gravemente abbandonando la Chiesa ortodossa, ma la misericordia di Dio è illimitata e il pentimento è ancora possibile. Attraverso le preghiere di san Pancario e di tutti i suoi santi ortodossi, veri tesori dell'Occidente perché traboccanti della grazia di Dio, possa fare ancora una volta la buona confessione; vedere il Regno di Dio nel cuore dei suoi popoli; vede nascere dall'Occidente nuove generazioni di santi!

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