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  Cane mangia cane, o come gli scismatici destituiscono gli scismatici

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 4 febbraio 2022

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la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ora chiama Filaret "sua Grazia". Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Sinodo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha sospeso dal sacerdozio i "vescovi" del "patriarcato di Kiev" che in precedenza erano stati "espulsi dall'episcopato" da Dumenko. Analizziamo la situazione.

Il 2 febbraio 2022 il "santo sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha deciso di deporre i "vescovi" del "patriarcato di Kiev" "ordinati" da Filaret Denisenko dopo il mese di giugno del 2019 e ha sospeso dal sacerdozio (con la prospettiva di deporli) tre "vescovi" che hanno lasciato insieme a Filaret la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Allo stesso tempo, i seguaci di Dumenko credono che tutti coloro sui quali il "patriarca onorario" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha imposto le mani dopo la ricostituzione del "patriarcato di Kiev" "in realtà non hanno ordinazione né rango gerarchico" e se ne sono appropriati in modo "predatorio". Ma non considerano lo stesso Filaret un predone e non gli impongono alcuna forma di rappresaglia.

Queste decisioni del "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono così incoerenti e assurde che dovrebbero essere analizzate in modo più dettagliato.

Gli "ex" sono dei "non ex"?

La decisione del "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" afferma: "L'ex metropolita Ioasaf (Shibaev) di Belgorod e Obojan, l'ex vescovo di Belgorod-Dnistrovskij Filaret (Panku) e l'ex vescovo Petr (Moskalev) di Valujsk sono stati convocati presso il tribunale del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa dell'Ucraina per gravi violazioni dell'ordine canonico, per partecipazioni a riunioni illegali e per le cosiddette ordinazioni gerarchiche a Kiev, accuse per le quali rischiano di essere deposti. Se assenti, devono essere processati in contumacia".

Nella Chiesa ortodossa, la parola "ex" è usata in relazione a un chierico solo se costui è stato deposto. Ciò non è stato fatto nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in relazione alle persone in questione. Ma c'era qualcos'altro, che non aveva nulla a che fare con il diritto canonico.

Già il 24 giugno 2019 il "santo sinodo" dell'organizzazione di Dumenko ha "espulso dall'episcopato" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Ioasaf Shibaev, Filaret Panku e Petr Moskalev "per la partecipazione attiva ad azioni volte a incitare al confronto nell'ambiente ecclesiale, per consapevole opposizione alle decisioni conciliari, per violazioni del Canone apostolico 34, per partecipazioni all'attuazione di ordinazioni in una diocesi straniera, contrariamente allo Statuto e alle norme canoniche".

Che norma canonica è questa: l'espulsione dall'episcopato? Dove, in quali canoni è scritta? E l'espulsione dall'episcopato permette di considerare i vescovi espulsi come degli "ex"? Non esiste una cosa del genere nel diritto canonico ortodosso. Solo un vescovo che è stato deposto da un Santo Sinodo o da un Concilio dei Vescovi può essere considerato un "ex". Ma non no che sia stato "espulso dall'episcopato".

In altre parole, Dumenko non ha sospeso queste persone dal ministero né le ha deposte, ma le ha espulse, proprio come una donna offesa scaccia un convivente colpevole. Pertanto, la parola "ex" in questo caso ha lo stesso significato che ha in una coppia in lite, quando le parti si riferiscono ai loro precedenti partner come "il mio/la mia ex".

Ma con quale diritto vengono giudicati se, almeno dal giugno 2019, non hanno più nulla a che fare con la leadership della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? Ancora una volta, difficilmente otterremo una risposta a questa domanda.

L'assurdità della situazione è che Dumenko non poteva nemmeno espellere i "vescovi" colpevoli per il semplice motivo che essi non potevano essere membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", secondo le disposizioni del Tomos.

Il testo del documento dice che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non può avere parrocchie né diocesi al di fuori dell'Ucraina. Tutte le parrocchie e le diocesi d'oltremare della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", secondo il documento emesso dal Fanar nel 2019, sono trasferite alla giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli. E la diocesi di Shibaev, come quella di Panku, è fuori dai confini dell'Ucraina (sono rispettivamente in Russia e in Moldova). Ciò significa che né il primo né il secondo "vescovo" sono mai appartenuti all' "episcopato" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dopo la concessione del Tomos, cosa che, in effetti, Shibaev ha ricordato al "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nel 2019. Secondo la clausola 4 dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la giurisdizione di questa struttura si estende solo al territorio dell'Ucraina, e poiché lui e Petr Moskalev sono al di fuori del territorio dell'Ucraina, "ciò significa che sono fuori della giurisdizione della Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Già ora, commentando la decisione del "sinodo" sulla sua "sospensione", Shibaev ha sottolineato di non essere mai stato membro della "banda" di Dumenko e ha osservato che "il buon senso, per non parlare del lato morale e dei Canoni, è per loro qualcosa di estraneo e vago". "Un gruppo di storpi morali può comportarsi proprio come una banda di pazzi, meschina e ingannevole. Questo è ciò che accade quando gli ignoranti e le persone immorali sono al timone di quella che chiamano una chiesa", ha scritto Shibaev sulla sua pagina Facebook.

La sospensione dei sospesi

Nella sua pubblicazione, Ioasaf si è rivolto a Dumenko con una frase molto interessante. "Dato che non mi avete dato tale dignità, non spetta a voi rimuoverla", ha scritto Shibaev aggiungendo: "In primo luogo, voi stessi dovreste essere deposti per la più grossolana violazione non solo dei Canoni della Chiesa, ma anche delle stesse norme morali della Legge di Dio".

C'è un'altra sfumatura qui. Lo stesso Ioasaf Shibaev è già stato stato considerato tra i deposti, e non tra gli scismatici. Lo ha annunciato... lo stesso patriarca Bartolomeo.

In una lettera al patriarca Alessio nell'aprile 1997, questi scriveva: "Riguardo alla decisione del Sinodo della Chiesa ortodossa russa di anatematizzare Mikhail Denisenko e di deporre e di relegare Ioasaf Shibaev tra i laici <...>. Lo abbiamo segnalato alla gerarchia della nostra Sede ecumenica chiedendole di non avere alcuna comunione ecclesiastica con queste persone".

una lettera del patriarca Bartolomeo al patriarca Alessio, in cui si conferma l'anatema di Filaret e la deposizione di Ioasaf Shibaev

Si scopre che il laico Dumenko vuole deporre il laico Shibaev. Ecco come appaiono le loro "rese dei conti" dal punto di vista della Chiesa.

"Economia estrema" per Filaret

Dumenko e i suoi compagni applicano un linguaggio duro alle persone che Filaret ha ordinato, ai suoi compagni, ma non allo stesso Filaret. Il "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha ricordato che in precedenza aveva vietato a Filaret "di convocare e condurre riunioni per risolvere questioni di amministrazione della chiesa, di svolgere ordinazioni, ecc". Ciononostante, i sodali di Dumenko hanno deciso "solo per rispetto dei precedenti meriti" di Filaret e "considerando la sua età e il suo stato di salute" di applicare "un'economia estrema senza adottare misure più severe di risposta canonica alle violazioni da lui commesse".

L'unica cosa che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha deciso di fare è di non chiamare più Filaret "sua Santità", ma "sua Grazia" (il titolo di un vescovo). Inoltre, la sua foto sulla lista dei vescovi è stata spostata dal primo posto (subito dopo Dumenko) alla penultima posizione con la didascalia "patriarca onorario emerito". Inutile dire che la storia dell'Ortodossia non ha mai conosciuto simili formulazioni.

Un'altra cosa non è chiara – in base a cosa il "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non riconosce gli "ordini sacri" dei "sacerdoti" ordinati da Filaret dopo il 2019? Del resto, se Filaret non è uno scismatico (nessuno di loro lo ha dichiarato tale) ma un "patriarca onorario", allora con quale diritto vengono dichiarate invalide le "ordinazioni" da lui compiute?

E la domanda più importante è: perché i "vescovi" da lui "ordinati" DOPO il 2019 non hanno "dignità episcopale", mentre quelli "ordinati" PRIMA del 2019 hanno tale dignità? E qui si parla di Dumenko, di Zorja e della stragrande maggioranza degli altri "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che Filaret ha "ordinato".

Non a caso la stessa domanda viene posta dalla pubblicazione greca vimaorthodoxias.gr: "Diteci, perché le ordinazioni di Filaret non sono valide a partire dal giugno del 2019, e non a partire dal giugno del 1992, quando fu deposto e scomunicato dal Sinodo della Chiesa russa?"

I greci sottolineano che gli associati di Dumenko sono in una situazione di stallo con la "questione Filaret" perché capiscono perfettamente che "deponendo Filaret una seconda volta, si condanneranno da soli". Ed è proprio per questo che "non toccano il loro fondatore e hanno deciso di perdonarlo 'per economia', senza applicare misure canoniche più severe alle violazioni da lui commesse...".

La conclusione a cui sono giunti i greci è ovvia: "Gli auto-consacrati, scomunicati e anatematizzati, che compongono il cosiddetto 'sinodo' della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", non solo sono sopravvissuti al crollo della loro struttura scismatica, ma sono anche completamente ignoranti in materia di ecclesiologia ortodossa". Non possiamo che essere d'accordo con questo.

L'anatemizzazione degli anatemizzati

Non meno strana è la richiesta del "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" rivolta alla Chiesa greco-ortodossa – di anatemizzare i vecchi calendaristi greci che sono passati sotto a Filaret.

Qui dovremmo ricordare ai "sinodali" di Dumenko che l'anatema non è una maledizione ma un'affermazione del fatto che una persona che afferma (o che crede) di essere affiliata alla Chiesa, di fatto, non appartiene alla Chiesa ortodossa. In questo senso, ad esempio, si poteva anatemizzare Tolstoj ma non Gorkij. Perché Tolstoj (almeno inizialmente) si considerava un cristiano ortodosso, e Gorkij no. In altre parole, non si può anatemizzare qualcuno che non appartiene alla Chiesa.

Inoltre, qui va sottolineato che:

  • I vecchi calendaristi greci non si considerano parte della Chiesa ortodossa greca;

  • La Chiesa di Grecia li considera scismatici, il che significa che si sono allontanati dalla Chiesa;

  • I vecchi calendaristi si sono anatemizzati l'un l'altro (hanno correnti diverse e "sinodi" diversi), assieme a tutti coloro che non erano d'accordo con loro.

Quindi, quale anatema sta chiedendo la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? Del resto, lo ripetiamo ancora una volta, è impossibile anatemizzare chi è già fuori dalla Chiesa. Citiamo l'opinione della risorsa greca "Vima orthodoxias": "Il 'sinodo' della 'Chiesa ortodossa dell'Ucraina' chiede alla Chiesa ortodossa canonica di Grecia di scomunicare e anatemizzare chi? Coloro che non appartengono ai suoi ranghi, che non hanno comunione con essa e che, essendo vecchi calendaristi, sono, ovviamente, scismatici e quindi già anatemizzati".

Conclusioni

Come si vede, le decisioni del "sinodo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" contraddicono sia la logica e il buon senso, sia i principi del diritto canonico. La cosa non sorprende affatto. Infatti, una struttura che è apparsa a seguito della violazione dei canoni della Chiesa ortodossa è semplicemente fisicamente incapace di rispettare questi stessi canoni. E non perché non li conosca (anche se questa ignoranza è un dato di fatto), ma perché i canoni sono contrari alla sua natura interiore, che obbedisce solo al "padre della menzogna" e del caos – il diavolo.

L'unico problema è che il suo veleno può infettare tutti coloro che entrano in comunione con questa organizzazione.

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