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  Una cronologia dello scisma in Africa

di Jesse Dominick

Estratto da Orthochristian.com, 24 gennaio 2022

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1985-1990 [1]

Il patriarca Theodoros, allora sacerdote, presta servizio come esarca del Patriarcato d'Alessandria presso la Chiesa ortodossa russa, con sede a Odessa, in Ucraina. Durante questa sua permanenza, studia storia dell'arte, letteratura e filosofia all'Università di Odessa e fonda l'Istituzione della cultura ellenica e il Museo Philiki Eteria dove si insegna a 600 bambini una conoscenza approfondita del greco.

Iniziano a formarsi scismi nella Chiesa ucraina già durante la sua permanenza.

Da allora, ha spesso parlato di quanto ama i popoli e le Chiese dell'Ucraina e della Russia. Ha anche parlato di come ha sperimentato in prima persona la natura violenta degli scismatici ucraini e di come è stato costretto a difendere fisicamente la sua chiesa da loro.

2011

1 marzo: Incontrando un gruppo di studenti, il metropolita Ilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa russa, sottolinea il rispetto dei limiti canonici delle Chiese locali come principio importante delle relazioni inter-ortodosse.

Afferma: "Tutta l'Africa è territorio canonico del Patriarcato d'Alessandria. Pertanto, possiamo aiutare il patriarca d'Alessandria nel suo lavoro missionario, ma non fissiamo sul luogo le nostre strutture, anche se ci vivono molti dei nostri connazionali".

2012

21 gennaio : Il patriarca Kirill dà al patriarca Theodoros il premio dedicato al patriarca Alessio II "Per l'eccezionale lavoro per rafforzare l'unità dei popoli ortodossi" alla 12a cerimonia di premiazione annuale della Fondazione pubblica internazionale per l'unità dei popoli ortodossi a Mosca.

2013

Luglio: Il patriarca Theodoros visita Russia, Ucraina e Bielorussia per la celebrazione del 1.025° anniversario del Battesimo della Rus'.

In un'intervista, dice: "Quando studiavo teologia all'Università di Salonicco, ho letto un libro sul santo russo, Serafino di Sarov. E per sette anni di fila, ho pregato ogni sera san Serafino di farmi conoscere la terra russa. E da allora, ho sempre detto che il mio cuore ora e per sempre appartiene alla Russia. Dio finalmente mi ha ascoltato e ho vissuto a Odessa per dieci anni...

Sono contento che tra gli antichi patriarcati, il nostro sia forse l'unico con cui la Russia ha sempre avuto rapporti molto stretti e amichevoli".

2015

28 agosto: In un incontro con il patriarca Kirill a Mosca, il patriarca Theodoros dice al primate russo:

"Conosco bene il popolo ucraino e l'Ucraina, perché sono stato molte volte in città diverse, comprese quelle in cui è in corso la guerra. Ho mangiato lo stesso pane che mangiano queste persone, ho fatto visita alle loro modeste case. Sono stato nei monasteri, ho parlato con i loro abitanti, ho cantato con loro. Mi creda, Santità, il mio cuore è pieno di dolore. Conosco il vero popolo ucraino: aderisce fermamente all'Ortodossia e rimane fedele alla sua Madre, la Chiesa russa...

Vorrei assicurarvi che l'antico Patriarcato d'Alessandria, la Chiesa d'Alessandria, segue l'antico ordine stabilito: Sosteniamo sempre il primate canonico, sua Beatitudine il metropolita Onufrij. E se in futuro avrete bisogno del nostro aiuto, lo riceverete sicuramente, perché nella nostra Chiesa aderiamo all'ordine canonico. Dobbiamo rispettare e mantenere questo ordine se vogliamo che il Signore riversi il Suo amore su di noi. I politici vanno e vengono, ma l'Ortodossia e la nostra fede restano. Stiamo scrivendo la storia.

2016

1 dicembre: Commentando gli sforzi per creare una chiesa ucraina indipendente, il patriarca Theodoros afferma che per il Patriarcato d'Alessandria l'Ucraina è parte integrante della Chiesa ortodossa russa.

Sottolinea che: "Non c'è posto per la politica nelle questioni della Chiesa".

Ricorda anche quando dovette difendere dagli scismatici la chiesa alessandrina a Odessa: "Quando gli scismatici tentarono di entrare con la forza, senza invito, nella chiesa della santissima Trinità che allora era una rappresentanza della Chiesa d'Alessandria a Odessa, sono stato alla porta e ho detto: 'Questo non accadrà'."

2017

23 maggio: Il patriarca Theodoros scrive al patriarca Kirill, esprimendo il suo sostegno alla Chiesa canonica ucraina sotto sua Beatitudine il metropolita Onufrij contro i tentativi del parlamento ucraino di legalizzare i sequestri di chiese e di dare voce al governo nelle nomine episcopali.

"Lo Stato non può adottare da solo leggi sulla Chiesa senza la partecipazione della Chiesa stessa, soprattutto in un Paese che pretende di rispettare i valori europei", scrive il patriarca. A suo avviso, la leadership ucraina deve "prendere una posizione neutrale e non essere controllata da circoli nazionalisti irresponsabili".

2018

29 giugno: Il patriarca Theodoros concelebra con il metropolita Luka di Zaporozh'e della Chiesa ucraina a Veria, in Grecia, e i due vescovi parlano del movimento per creare una chiesa ucraina autocefala.

Il patriarca Theodoros sottolinea che la questione ucraina deve essere risolta in via conciliare, poiché solo un sostegno generale può contribuire alla sua soluzione.

Insiste anche sul fatto che Filaret Denisenko, ex metropolita canonico di Kiev, allora leader ideologico deposto e anatemizzato del movimento scismatico ucraino, debba tornare alla Chiesa canonica ucraina: "Preghiamo Dio, che fa tutto per il nostro bene, che ci istruisca tutti a trovare una soluzione a questi problemi. Se lo scismatico Denisenko vuole tornare in seno alla Chiesa, allora deve tornare da dove è partito. Ciò che è caduto deve tornare da dove è caduto. Dio è misericordioso con coloro che si pentono, e la Chiesa perdona e accoglie nel suo materno abbraccio tutti coloro che si pentono".

28 luglio: Il metropolita Dimitrios di Irinoupolis rappresenta il patriarca Theodoros alle celebrazioni del Battesimo della Rus' a Kiev, esprimendo sostegno alla Chiesa canonica ucraina e a Sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina.

30 luglio: il patriarca Theodoros celebra il 1.030° anniversario del Battesimo della Rus' a Mosca con il patriarca Kirill e rappresentanti di numerose altre Chiese locali.

Durante la sua permanenza a Mosca, commenta a RIA-Novosti che la Chiesa deve essere governata dai santi canoni. "In questo senso, il Patriarcato d'Alessandria è d'accordo con l'opinione della Chiesa russa secondo cui non dovrebbero essere ammesse pressioni politiche. Quando gli Stati sono divisi, e di conseguenza la Chiesa, questo è sbagliato".

19-23 settembre: Il patriarca Theodoros visita la Chiesa di Polonia. Lui e metropolita Sawa della Polonia rilasciano una dichiarazione congiunta sulla crisi ucraina (poiché Costantinopoli ha già iniziato a prepararsi per il suo cosiddetto "concilio d'unificazione"), invitando tutte le parti coinvolte a fare tutto il possibile per ristabilire la pace e l'ordine ecclesiale.

28 settembre: Il patriarca Theodoros continua la sua visita in Ucraina in segno di solidarietà con la Chiesa canonica ucraina sotto il metropolita Onufrij. Mentre celebra a Odessa, dove aveva servito per molti anni, incoraggia i fedeli a rimanere fedeli alla Chiesa canonica, dicendo: "Rimanete nella fede ortodossa, nella Chiesa canonica… In questi giorni difficili in Ucraina c'è una Chiesa canonica, guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij, un uomo benedetto di Dio e un vero monaco... Saremo insieme a chi vuole l'unità dell'Ortodossia in Ucraina, perché il mio amore è sempre con voi".

29 settembre: Continuando la sua visita a Odessa, il patriarca Theodoros promette di parlare a tutte le Chiese locali per la protezione della Chiesa canonica: "Farò del mio meglio per informare tutti sulla situazione in Ucraina, tutti i primati delle Chiese locali, in modo che la Chiesa canonica rimanga l'unica Chiesa ortodossa canonica, e che il Signore le conceda sempre le sue benedizioni".

Il primate alessandrino aggiunge anche che "sarà un grande peccato al Secondo Giudizio se sarà versata anche una sola goccia di sangue".

30 settembre: Il patriarca Theodoros concelebra alla consacrazione della ricostruita cattedrale della santa Trasfigurazione a Bolgrad insieme al metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina. "Qui ho vissuto e ho versato lacrime per questo Paese", dice il patriarca. "Sono venuto qui per dire che sono sempre con voi".

Ribadendo la sua dichiarazione del 2016, sottolinea che nella Chiesa non c'è spazio per la politica: "Dirò anche a tutti i patriarchi che la Chiesa non si piega ai politici. La Chiesa ha i canoni apostolici… La Chiesa canonica è guidata dai canoni. Vive e vivrà secondo i canoni".

15 ottobre: Un sacerdote in Egitto rivela in un'intervista che "c'è un'iniziativa del patriarca Theodoros II d'Alessandria per intervenire e porre fine al conflitto e mantenere la Chiesa ucraina nel seno del Patriarcato di Mosca".

26 novembre: I media greci riferiscono che si prevede che il Sinodo d'Alessandria discuterà la questione ucraina e possibilmente adotterà una dichiarazione al riguardo. Tuttavia, nessuna dichiarazione viene mai dal Sinodo alessandrino.

15 dicembre: La "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" viene creata nel cosiddetto "concilio d'unificazione" a Kiev.

24 dicembre: Il patriarca Bartolomeo scrive ai primati delle Chiese locali, invitandoli a riconoscere la neonata "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" ed Epifanij Dumenko come suo primate. Nessun primate, incluso il patriarca Theodoros, risponde positivamente a questa chiamata.

2019

18 aprile: Il patriarca Theodoros si incontra a Cipro con i primati di Antiochia, Gerusalemme e Cipro per discutere la questione ucraina. I quattro primati rilasciano una dichiarazione che invita tutti i soggetti coinvolti a lavorare per la piena unità eucaristica nella Chiesa, e affermano la loro intenzione di continuare a lavorare per il bene della Chiesa.

14 giugno: Il metropolita Seraphim dello Zimbabwe diventa forse il primo vescovo alessandrino oltre al patriarca Theodoros ad affrontare pubblicamente la crisi ucraina, con un articolo intitolato "The Issue of Ukraine and the Conciliar Institution", in cui afferma che Costantinopoli avrebbe dovuto raggiungere un'intesa con Mosca prima di agire.

Scrive che la storia considererà i Patriarcati di Costantinopoli e di Russia responsabili di aver minacciato l'unità della Chiesa, ma "soprattutto il Protos [il patriarca di Costantinopoli, ndc] e i suoi santi fratelli i primati che non sono riusciti a persuadere il primo tra loro che ci dovrebbe essere un'intesa preliminare tra il Fanar e Mosca sulla questione ucraina".

Chiede un ritorno al funzionamento conciliare della Chiesa, come avvenuto a Ginevra nel 2016, con la partecipazione di tutte le Chiese locali.

15 giugno: In un'intervista a Romfea, il patriarca Theodoros dice che mentre crede che Costantinopoli abbia il diritto di concedere l'autocefalia, quest'ultima è stata data alle persone sbagliate: "Queste persone che hanno ricevuto l'autocefalia sono ciò che divide la Chiesa".

"I legami tra il Patriarcato d'Alessandria e la Chiesa russa sono grandi ed è impossibile spezzarli", dice.

Rivela che nell'incontro con gli altri primati ad aprile, essi hanno implorato l'arcivescovo Chrysostomos di Cipro di incontrare il patriarca Bartolomeo e di chiedergli di incontrare il patriarca Kirill per cercare una soluzione alla crisi in corso. Allora tutti i primati delle Chiese locali potrebbero incontrarsi per approvare la soluzione raggiunta dai patriarchi Kirill e Bartolomeo, dice il patriarca Theodoros. Nessun incontro del genere tra i patriarchi di Costantinopoli e Mosca si è mai materializzato.

25 giugno: Il metropolita Meletios di Cartagine del Patriarcato d'Alessandria si reca in Ucraina per celebrare l'onomastico del metropolita Onufrij.

"La nostra presenza qui non significa altro che sostegno alla vostra Chiesa canonica, che si manifesterà con la nostra unità al Calice eucaristico durante la Divina Liturgia", dice.

12 settembre: Il metropolita Chrysostomos del Mozambico, vescovo del Patriarcato d'Alessandria, concelebra con un "vescovo" scismatico ucraino in Grecia, sebbene la sua Chiesa non sia entrata in comunione con gli scismatici.

Il Patriarcato non fa alcuna dichiarazione pubblica su questa concelebrazione, e il metropolita Crisostomo non ne è mai rimproverato.

16 settembre: La "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina" dichiara sul suo sito ufficiale che la concelebrazione in Grecia "ha confermato l'unità eucaristica e, di conseguenza, il riconoscimento de facto della Chiesa ortodossa ucraina da parte di un'altra Chiesa locale, il Patriarcato d'Alessandria e di tutta l'Africa".

17 settembre: Il metropolita Ilarion, capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa russa, scrive al metropolita Chrysostomos del Mozambico, esprimendo grande delusione per la sua concelebrazione con uno scismatico, sottolineando che tali azioni confondono solo i fedeli e non fanno nulla per facilitare una soluzione allo scisma.

Diversi vescovi del Patriarcato d'Alessandria rispondono duramente al metropolita Ilarion, definendolo "totalmente incapace di intervenire in questo stile" e rimproverandolo per la "magnitudine della sua audacia".

3 ottobre: In un'intervista a Romfea, il metropolita Seraphim dello Zimbabwe avverte di cosa potrebbe accadere se le Chiese ortodosse locali non si uniranno in un dialogo per risolvere la questione, che porta la minaccia del "più grande scisma che la Chiesa ortodossa conoscerà nel corso della sua storia".

Avverte anche che la Chiesa russa potrebbe inviare il suo clero nella giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli e di qualsiasi Chiesa che alla fine riconosca gli scismatici.

* * *

8 novembre: Il patriarca Theodoros cambia radicalmente la sua posizione sugli scismatici ucraini e commemora per la prima volta il "metropolita" Epifanij Dumenko nella Divina Liturgia, nel senso che lo riconosce come primate di una vera Chiesa locale.

La sua decisione è presa unilateralmente, senza alcuna decisione rilevante da parte del Santo Sinodo d'Alessandria.

* * *

In un comunicato stampa diffuso lo stesso giorno, il patriarca Theodoros osserva che la Chiesa ortodossa "funziona attraverso un sistema conciliare". In una lettera ai suoi vescovi, afferma di aver commemorato Dumenko dopo una discussione con loro e un momento di preghiera.

9 novembre: Il giorno dopo aver commemorato per la prima volta Dumenko, il patriarca Theodoros arriva a Cipro per una visita precedentemente programmata. I vescovi ciprioti gli chiedono espressamente di non commemorare Dumenko nelle loro chiese, nelle loro diocesi.

10 novembre: Per la prima volta in assoluto, il patriarca Theodoros non è commemorato alla liturgia domenicale nella chiesa della rappresentanza alessandrina a Mosca. Il suo rappresentante, il metropolita Athansios di Cirene, non serve e non è neppure lui commemorato.

11 novembre: Il patriarca Theodoros dice a Romfea che la sua decisione improvvisa di commemorare Dumenko non porterà ad alcuna divisione nella Chiesa, ma in realtà a una soluzione alla crisi ucraina in corso.

Esprime inoltre la convinzione che il patriarca Krill non smetterà di commemorarlo ai servizi divini, anche se aveva già smesso di commemorare il patriarca Bartolomeo e l'arcivescovo Hieronymos di Atene.

12 novembre: Il patriarca Theodoros ignora la richiesta dei vescovi ciprioti, in particolare del metropolita Athanasios di Limassol, e commemora lo scismatico Dumenko in una chiesa della diocesi di Limassol.

Pochi giorni dopo, il metropolita Athanasios rivela che il patriarca Theodoros, di fatto, gli aveva promesso che non avrebbe commemorato Dumenko, ma poi ha infranto la sua promessa.

19 novembre: Il patriarca Theodoros spiega in un'intervista di aver iniziato a commemorare Dumenko "per rispetto del Patriarcato ecumenico e della sua storia".

21 novembre: Dopo la sua elezione e intronizzazione a primate a gennaio, Dumenko ha inviato lettere ireniche a tutti i primati delle Chiese locali. Quasi un anno dopo, il patriarca Theodoros risponde a questa lettera, cementando così il suo riconoscimento degli scismatici.

Dimostrando il suo completo cambiamento di posizione, scrive del "cuore sacrificale" di Dumenko e che il suo ministero "contribuirà il più possibile all'unità della pienezza della Chiesa ucraina e delle relazioni fraterne in Cristo di tutti i cristiani che vivono nella vostra sfera ecclesiale".

30 novembre: Il patriarca Theodoros concelebra per la prima volta con vescovi scismatici a Costantinopoli nella festa di sant'Andrea il Primo Chiamato.

17 dicembre: Ventisette sacerdoti provenienti da Kenya, Tanzania, Uganda e Zambia pubblicano una lettera aperta per protestare contro il riconoscimento degli scismatici da parte del patriarca.

Notano che "una tale decisione è stata presa senza chiedere il parere del clero africano, sebbene siano gli africani a costituire la maggioranza del clero e dei parrocchiani del Patriarcato d'Alessandria".

26 dicembre: Si riferisce che i sacerdoti che hanno firmato la lettera aperta sono minacciati dai loro vescovi alessandrini. Viene chiesto loro di firmare una dichiarazione a sostegno degli scismatici e, quando rifiutano, sono sospesi e minacciati di deposizione.

Tra questi vescovi c'è il metropolita Dimitrios di Irinoupolis, che proprio l'anno prima aveva celebrato il Battesimo della Rus' con la Chiesa canonica ucraina, dichiarando come si sentiva a casa con loro.

26 deicembre: Il Sinodo russo conferma che il patriarca Kirill non può più commemorare il patriarca Theodoros per il fatto che quest'ultimo è entrato in comunione con gli scismatici.

Tuttavia, dato che la decisione di riconoscere gli scismatici è stata unilaterale, non sinodale, il Sinodo russo decide anche "di mantenere la comunione ecclesiale con i vescovi della Chiesa ortodossa alessandrina, ad eccezione di coloro che hanno sostenuto o sosterranno la legalizzazione dello scisma ucraino in futuro".

Così, non è interrotta la comunione con l'intero Patriarcato d'Alessandria.

Il Sinodo decide inoltre di sospendere l'attività della chiesa di rappresentanza alessandrina a Mosca, di convertire parimenti la chiesa di rappresentanza russa al Cairo in parrocchia della Chiesa russa e di ritirare le chiese russe in Africa dalla giurisdizione del Patriarcato d'Alessandria.

2020

11 marzo: il metropolita Seraphim dello Zimbabwe pubblica un testo che ribadisce che "coloro che non hanno l'ordinazione canonica semplicemente non hanno la grazia dello Spirito Santo e quindi ci portano a scismi ed eresie".

Scrive anche che la questione ucraina ha portato all'abuso dell'eucaristia "come ricatto mondano per questioni di giurisdizione ecclesiastica".

La Chiesa deve tornare al processo conciliare sviluppato nel secolo scorso, afferma.

6 novembre: L'arcivescovo Leonid, allora di Vladikavkaz e poi esarca russo in Africa, afferma in un'intervista che la Chiesa russa ha ricevuto più di 100 appelli di chierici africani che chiedono di essere accolti nella sua giurisdizione. Spiega che la Chiesa russa aderisce alle "regole dei rapporti che sono stati stabiliti tra le Chiese" e non cerca di espandersi nel territorio di nessun'altra Chiesa. Quindi, cerca di frenare i chierici africani nel loro desiderio di unirsi alla Chiesa russa e informano il Patriarcato d'Alessandria che stanno sorgendo difficoltà nei suoi ranghi clericali.

L'arcivescovo Leonid rivela anche che il patriarca Theodoros aveva promesso alla Chiesa russa nell'autunno del 2019 che non avrebbe riconosciuto gli scismatici. Un mese dopo, ha infranto quella promessa, sotto la pressione del ministero degli Esteri greco e del Dipartimento di Stato americano, dice l'arcivescovo.

2021

 

13 agosto: Il patriarca Theodoros celebra con il patriarca Bartolomeo e lo scismatico Dumenko in Turchia. Questa è la prima volta che concelebra con il primate della chiesa scismatica, ed è vista come un punto di non ritorno nelle relazioni russo-alessandrine.

23-24 settembre: A seguito della concelebrazione del patriarca Theodoros con Dumenko, il Sinodo russo decide di considerare gli appelli provenienti dal clero africano. Incarica l'arcivescovo Leonid di studiarli a fondo e di presentare una proposta al Santo Sinodo.

"La Chiesa ortodossa russa si è astenuta dal rispondere positivamente a tali petizioni nella speranza che il patriarca Theodoros avrebbe cambiato la sua decisione e i vescovi della Chiesa d'Alessandria non avrebbero sostenuto la legalizzazione dello scisma ucraino. Sfortunatamente, ciò non è avvenuto", si legge nel rapporto sinodale.

Novembre: L'arcivescovo Leonid visita l'Africa e incontra un certo numero di sacerdoti che desiderano unirsi alla Chiesa russa. Successivamente è stato rivelato che ai chierici è stato chiesto di firmare giuramenti in cui dichiaravano che sarebbero passati volontariamente alla Chiesa russa, "non per perseguire un beneficio finanziario personale, ma al solo scopo di salvare la mia anima dal pericolo spirituale di associarmi allo scisma in Ucraina". Il giuramento afferma anche: "Mi impegno a rimanere fedele al patriarca di Mosca e a un vescovo da lui nominato fino alla mia morte, rimanendo in obbedienza, come richiesto dai canoni della Chiesa ortodossa".

21 dicembre: Vladimir Legojda, capo del Dipartimento sinodale per i rapporti della Chiesa con la società e i media, spiega in un'intervista che mentre la Chiesa russa ha rotto completamente la comunione con il Patriarcato di Costantinopoli, lo stesso non si può dire delle Chiese d'Alessandria, Grecia e Cipro, dove i primati hanno scelto di entrare in comunione con gli scismatici senza l'appoggio dei loro sinodi.

"Ecco perché è stata preservata la comunione eucaristica con alcuni vescovi e chierici di queste Chiese", ha spiegato Legoida.

29 dicembre: Il Sinodo russo decide di accogliere 102 sacerdoti africani e di creare un Esarcato composto da due diocesi che coprano l'intero continente africano, compreso l'Egitto. L'arcivescovo Leonid, che ha visitato l'Africa il mese prima, è nominato esarca patriarcale in Africa.

30 dicembre: Il Patriarcato d'Alessandria rilascia una breve dichiarazione in cui esprime il proprio dolore per la decisione del Sinodo russo e annuncia che risponderà in modo più completo nella sessione sinodale di gennaio.

Il Patriarcato proseguirà nei suoi doveri pastorali, "che ricadono sotto l'eredità spirituale dei grandi Padri della Chiesa greci, i quali, secondo il teologo russo moderno, il compianto padre Georgij Florovskij, hanno lasciato un segno indelebile sulla teologia ortodossa e sulla Chiesa", si legge nella nota.

30 dicembre: L'arcivescovo Leonid afferma in un'intervista radiofonica che 102 sacerdoti africani sono già stati ricevuti nella Chiesa russa, anche se se ne aspettano molti di più. La Chiesa russa non si tirerà indietro dal suo Esarcato, anche se il patriarca Theodoros si pente, dice, ma piuttosto andrà avanti.

Afferma anche che l'intera crisi ucraina è stata pianificata da politici che non sanno nulla dell'Ortodossia, e che il patriarca Theodoros ha agito sotto la pressione del Ministero degli Affari Esteri greco.

In un'intervista a RIA-Novosti, afferma che "la questione della reazione dei vertici della Chiesa d'Alessandria non esiste più per noi". Rivela anche che sta progettando un altro viaggio in Africa.

2022

2 gennaio: Il metropolita Hilarion di Volokolamsk spiega in un'intervista che mentre il Sinodo russo in precedenza aveva sottolineato il carattere non conciliare della decisione del patriarca Theodoros, ora ritiene che tutti i vescovi alessandrini siano d'accordo con essa, dato che non hanno protestato pubblicamente o affrontato la questione in modo sinodale.

Osserva che dopo la visita dell'arcivescovo Leonid in Africa, la Chiesa russa ha ricevuto diverse lettere maleducate dai vescovi alessandrini, in cui si affermava che "i nostri sacerdoti non sanno nemmeno dove sia l'Ucraina".

Afferma inoltre che "non possiamo negare la cura pastorale ai credenti ortodossi della Turchia nelle condizioni in cui il patriarca di Costantinopoli si è schierato dalla parte dello scisma", che i media pro-Costantinopoli considerano una dichiarazione dell'intenzione di creare un esarcato turco.

La mente conciliare della Chiesa può sanare lo scisma, dice, "Ma dobbiamo guardare le cose in modo realistico: in condizioni in cui i meccanismi conciliari a livello inter-ortodosso vengono distrutti, è difficile aspettarselo".

Parlando al programma La Chiesa e il mondo, afferma che la Chiesa russa ha pazientemente atteso per due anni uno sviluppo positivo nel Patriarcato d'Alessandria, ma il patriarca Theodoros, concelebrando con Dumenko, ha dimostrato che non ha intenzione di cambiare posizione.

Afferma inoltre che dal punto di vista del Sinodo russo, la creazione dell'Esarcato non costituisce né un'invasione del territorio alessandrino né un tentativo di indebolire il Patriarcato alessandrino, ma un'opportunità per i credenti ortodossi di ricevere i sacramenti da sacerdoti canonici.

3 gennaio: I vescovi africani iniziano a far circolare lettere in cui invitano i sacerdoti a riconsiderare la loro decisione di unirsi alla Chiesa russa.

La lettera della diocesi di Gulu e dell'Uganda orientale recita: "Conservo la mia promessa di continuare a servire come sacerdote devoto, umile, obbediente, onesto, disciplinato e felice della nostra metropolia/diocesi di _____ sotto il Patriarcato greco-ortodosso d'Alessandria e tutta l'Africa".

La lettera del vescovo Markos di Kisumu afferma che coloro che passano alla Chiesa russa mettono a rischio il loro sacerdozio.

6-14 gennaio: Rispondendo alla creazione dell'Esarcato africano della Chiesa russa, i vescovi di varie Chiese locali sottolineano nuovamente il pericolo che le Chiese agiscano unilateralmente e la grande necessità di un Concilio pan-ortodosso.

Il Sinodo di Costantinopoli emette anche una breve dichiarazione a sostegno del Patriarcato d'Alessandria contro la decisione del Sinodo russo.

10-12 gennaio: Il Santo Sinodo d'Alessandria risponde alla creazione dell'Esarcato russo, dicendo che una tale mossa dalla Chiesa russa era "inaspettata". Inoltre caratterizza le azioni del Sinodo russo come "rappresaglia diretta", "ricatto" e "vendetta" e afferma che la Chiesa russa sta distorcendo l'ecclesiologia e l'amore evangelico sotto l'influenza dell'etnofiletismo e del "neocolonialismo".

I confini di ogni Chiesa locale sono chiari e il Patriarcato d'Alessandria non ha mai invaso il territorio di un'altra Chiesa, afferma il Sinodo.

Il Patriarcato informerà il patriarca Bartolomeo e gli altri primati sulla situazione in Africa.

12 gennaio: padre Georgij Maksimov, un sacerdote di Mosca che ha viaggiato in Africa e conosce personalmente molti dei sacerdoti che hanno aderito all'Esarcato russo, offre un rapporto a Mosca intitolato "Ortodossia in Africa: problemi e prospettive", in cui spiega che c'erano già Chiese russe in Africa prima che il Patriarcato d'Alessandria estendesse il suo territorio a tutta l'Africa nel 1930.

Osserva anche che molti sacerdoti africani sono pronti a passare alla Chiesa russa a causa "della disposizione estremamente malsana, inadeguata ed erronea della vita della Chiesa, che ha preso forma sotto i greci negli ultimi 10-20 anni".

Il Patriarcato d'Alessandria è dominato dall'ellenismo, dice padre Georgij, e questo fa sì che i sacerdoti africani vengano trascurati e/o maltrattati.

12 gennaio: In risposta alla recente dichiarazione del Sinodo di Costantinopoli, il metropolita Leonid afferma che la Chiesa russa non ha violato l'ordine canonico, ma sta piuttosto ripristinando l'ordine canonico in Africa.

12 gennaio: In un'altra intervista a RIA-Novosti, il metropolita Ilarion afferma che una volta ripristinato l'ordine canonico in Ucraina, possiamo iniziare a parlare di ripristinare l'ordine canonico altrove.

12 gennaio: Si riferisce che una delegazione alessandrina si recherà a Costantinopoli con una richiesta che il patriarca Bartolomeo convochi un incontro dei primati di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e Cipro – le "Chiese antiche" – per affrontare le recenti azioni della Chiesa russa. OrthoChristian ha avuto una conferma di questo dalle proprie fonti. Alcuni media descrivono questo come un tentativo di far rivivere la Pentarchia.

Lo stesso rapporto afferma che la Chiesa russa offre al clero africano quasi quattro volte lo stipendio che ricevono come sacerdoti alessandrini.

14 gennaio: Il patriarca Theodoros pubblica un'enciclica ai sacerdoti e ai fedeli del Patriarcato d'Alessandria, in cui caratterizza il Sinodo russo come "falsi profeti" e "lupi selvaggi" che seminano confusione in Africa con "denaro sporco".

Dice che nel corso della storia, i problemi nella Chiesa sono stati sempre risolti da Costantinopoli insieme ad Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Sostiene che i confini di queste Chiese locali sono chiaramente definiti dai Concili ecumenici.

Il patriarca Theodoros afferma che la Chiesa russa ha violentemente "ridotto in schiavitù" la metropolia di Kiev, che, afferma, è "sempre appartenuta al Patriarcato ecumenico". Ma "i nostri fratelli ucraini" hanno chiesto a Costantinopoli l'autocefalia, concessa nel 2019, scrive il primate alessandrino. (Ciò è in linea con l'affermazione di Costantinopoli – poco prima di concedere un tomos di autocefalia ai vescovi scismatici ucraini – di non aver mai realmente rilasciato la metropolia di Kiev, anche se in realtà fu trasferita al Patriarcato di Mosca nel 1686. [2])

Invita il clero e i fedeli a rimanere fedeli al Patriarcato d'Alessandria.

15 gennaio: Mons. Neophitos di Nyeri e del Monte Kenya cita il patriarca Theodoros, che ha affermato che riconoscendo gli scismatici ucraini, "Pensavo di aiutare a promuovere la pace, l'unità e la riconciliazione. Purtroppo si è rivelato il contrario".

Note

[1] Secondo le informazioni biografiche online, il patriarca Theodoros è stato a Odessa per cinque anni. Tuttavia, afferma ripetutamente nelle interviste di essere stato a Odessa per dieci anni. Pertanto, gli anni esatti della sua permanenza in Ucraina non sono del tutto chiari.

[2] Cfr "Dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa sull'intervento non canonico del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa russa" e "Gli aspetti storici del trasferimento della metropolia di Kiev al Patriarcato di Mosca".

 

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