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  Carismatici e ortodossi di fronte ai miracoli

Un confronto tra le attitudini dei carismatici (il televangelista Kenneth Copeland) e degli ortodossi (il metropolita Athanasios Fahd di Latakia del Patriarcato di Antiochia)

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Trascrizione del discorso del metropolita Athanasios (dal minuto 1:15)

Il nostro Signore è colui che determina chi sarà guarito da lui e chi no

È il nostro Signore che determina quando farà un miracolo, non noi

Non sta a noi uomini sfidare tutto questo, dicendo "accadrà un miracolo".

Dio nella sua sapienza, e solo lui, sa quando compirà un miracolo. E noi ci sottomettiamo.

Che cosa significa questo?

Il Vangelo dice: "non mettere Dio alla prova" (Mt 4:7)

In questi giorni si parla molto del coronavirus, e noi, i credenti, a causa della nostra pietà e della nostra fede, vogliamo sfidare la malattia dicendo: "Gesù non ci farà del male! Gesù ci proteggerà! Noi assumiamo il virus e non moriremo!" Ma questo non è un comportamento saggio.

Permettetemi di farvi qualche esempio.

Santa Tecla, che noi amiamo, è stata gettata ai leoni, che si sono inginocchiati ai suoi piedi e non l'hanno mangiata, mentre sant'Ignazio d'Antiochia è stato gettato ai leoni, che l'hanno mangiato.

Perché Dio ha permesso ai leoni di mangiarlo, mentre nell'altro caso ha compiuto un miracolo e i leoni non hanno mangiato santa Tecla?

Dio lo sa, io no.

I tre giovani sono stati gettati i una fornace e il fuoco non li ha bruciati, ma ha bruciato san Policarpo, e molti altri santi e martiri.

I santi non hanno detto: "Io sono un cristiano, e pertanto il fuoco non mi brucerà". È Dio che determina quando il fuoco ci danneggia e quando no. E solo Dio determina quando la natura si sottomette a noi e quando no. È solo Dio, non spetta a me metterlo in discussione

Su san Giorgio, il patrono di questa chiesa, il veleno non aveva effetto, mentre molti altri santi morirono avvelenati. Quel che voglio dire è il credente non è uno che lancia sfide dicendo: "O Dio, ora fai un miracolo! Ora il fuoco non mi brucerà! Ora il serpente non mi porterà danni! Ora la bomba non mi ucciderà!" Questa è follia, non è un comportamento saggio. Al contrario, il Signore ci ha insegnato che chi ha fede ha consapevolezza e non dovrebbe lanciare sfide. Non sono io che forzo Dio a stabilire se muoio o sopravvivo: questo spetta a lui.

Dio mostra i suoi miracoli e la sua potenza come vuole lui; così, miei cari, non entusiasmiamoci troppo, travisando il significato della fede. Non confondiamo la magia con la fede: Dio non è un mago. Non lanciamo sfide da persone folli dicendo: "Sono cristiano, mi faccio il segno della Croce e non morirò!" Che parole sciocche... questo non è ciò che il nostro Signore ci insegna. Io resto fedele e continuo a farmi il segno della Croce, ma se morirò o no, se mi ammalerò o no, è Dio che determina queste cose. Se metto Dio alla prova significa che sono orgoglioso. Noi ci accostiamo alla fede con umiltà. Il fedele è una persona umile, che non sfida Dio. Il fedele è chi dice: "Signore, sia fatta la tua volontà, la tua e non la mia". E questo è il momento in cui la porta dei miracoli si apre di fronte a noi, e vediamo miracoli nella vita. Questo è il momento in cui vediamo la luce del Signore nelle nostre vite.

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