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  Colpi di anatema: cosa implica l'alleanza di Filaret con i vecchi calendaristi greci

di Nazar Golovko

Unione dei giornalisti ortodossi, 1 novembre 2021

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Filaret "canonico" ha aperto il vaso di Pandora per la legalizzazione degli scismatici. Cosa dirà il Fanar? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Una "diocesi" scismatica greca è entrata nel "patriarcato di Kiev". I vecchi calendaristi della Grecia possono essere considerati canonici ora che Filaret è un vescovo canonico per il Fanar?

Il 23 ottobre 2021, il "concilio episcopale" del "patriarcato di Kiev", presieduto da Filaret Denisenko , ha incorporato nella sua giurisdizione il "metropolita" Auxentios di Egina e Poros insieme alla sua diocesi della Chiesa greca del Vecchio Calendario. La decisione "sinodale" del "patriarcato di Kiev" afferma che "questa diocesi non appartiene alla Chiesa greco-ortodossa ma è una "Chiesa del Vecchio Calendario" separata e ha 70 sacerdoti e 50 monaci che operano in 10 monasteri". Il "metropolita" Auxentios ha ricevuto il titolo di Chersoneso ed Egina, e il giorno successivo "concelebrava" con Filaret e con il suo "episcopato" del "patriarcato di Kiev" nel suo nuovo status.

Questa notizia ha causato enormi riverberi. Per noi ortodossi, tutto è chiaro su questo argomento: gli scismatici ucraini hanno abbracciato le loro controparti greche. Tuttavia, non è così chiaro per i fanarioti, dal momento che Filaret Denisenko dal punto di vista del Fanar è un membro della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e un "vescovo canonico". Ciò significa che la sua decisione, in varia misura, influenzerà senza ambiguità il destino sia del Fanar che dell'intera Chiesa, non solo il destino delle varie strutture scismatiche. Come mai? Scopriamolo.

Divisione al quadrato

Allora, chi sono i vecchi calendaristi greci, ammessi nel "patriarcato di Kiev" da Filaret Denisenko?

Il 10 marzo 1924, l'arcivescovo Chrysostomos I (Papadopoulos) di Atene introdusse nella Chiesa di Grecia il nuovo calendario giuliano o il cosiddetto "nuovo stile". Questa decisione fu respinta da un numero abbastanza elevato di vescovi, sacerdoti e laici greci. Alcuni di loro (i più radicali) credevano che i "nuovi calendarsti" fossero caduti in una scissione. Altri ipotizzavano che il "nuovo stile" fosse una violazione dei canoni della Chiesa. Entrambe le parti si fusero nella "vera Chiesa ortodossa", solo per dividersi di nuovo in due rami nel 1937: i floriniti (dal nome del fondatore del ramo, il metropolita Chrysostomos Kavouridis di Florina) e i matteiti (dal nome del fondatore del ramo, l'arcivescovo Matthaios Karpafakis di Atene).

I floriniti non dicevano che i "nuovi calendaristi" non avevano la grazia, ma i matteiti non riconoscevano alcun sacramento della Chiesa ortodossa di Grecia, e consideravano tutti i suoi vescovi come caduti dall'Ortodossia.

Più tardi, come è comune tra gli scismatici, i floriniti si divisero in diverse nuove strutture.

In particolare, il 22 ottobre 1985, dal "sinodo" florinita nacque il cosiddetto "Sinodo di Auxentios" a causa della scomunica del "vescovo" Auxentios Pastras, e poiché Auxentios era stato ordinato dai vescovi della ROCOR, molto presto parrocchie di espatriati russi iniziarono a trasferirsi sotto di lui. Per esempio, nel 1986, 30 parrocchie e monasteri negli Stati Uniti e in Francia passarono dalla giurisdizione della ROCOR sotto Auxentios.

Il Sinodo di Auxentios fu scosso da faide interne per diversi decenni. In particolare, negli anni '90 del secolo scorso, ha affrontato il problema acuto della mancanza di "vescovi". Tuttavia, non c'era nessuno a "ordinarli", poiché i "vescovi" del "Sinodo di Auxentios", che non vivevano in Grecia, si rifiutarono di approvare e "consacrare" i candidati proposti dal loro "arcivescovo" Maximos (Vallianatos, allora a capo della struttura).

Quindi Maximos risolse il problema senza il loro aiuto, vale a dire, ricevette un certo Demetrios, che si autodefiniva "vescovo" del Patriarcato di Alessandria, insieme al quale "consacrò" 10 nuovi "vescovi" per la Grecia. Questos Demetrio è morto in circostanze oscure (proprio su una strada), e ciò che è strano è che ciò è successo quasi il giorno successivo all'ultima delle suddette "consacrazioni".

I "vescovi" occidentali non riconobbero queste "consacrazioni", quindi si separarono da Maximos e crearono la propria "chiesa", mentre Maximos aumentò il numero dei suoi "vescovi" a 16 per creare il più grande sinodo in Grecia in quel momento. È vero però che, a parte i "vescovi", non aveva un solo "sacerdote" e quasi nessun "laico". La situazione si è stabilizzata solo all'inizio degli anni 2000, quando ogni "vescovo" del "Sinodo di Auxentios" aveva diverse parrocchie nella propria diocesi.

Il 6 dicembre 2002, dopo la morte dell' "arcivescovo" Maximos Vallianatos, il "metropolita" Auxentios Martinis di Egina divenne il capo di questa struttura scismatica (presidente del suo sinodo). Dopo 8 anni è stato elevato al rango di arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, e più tardi, pochi mesi dopo, Auxentios ha presentato una petizione per il pensionamento, che è stata approvata dal suo "sinodo". È questo "ierarca" che Filaret Denisenko ha accettato nella sua struttura il 23 ottobre 2021.

Cos'è Filaret per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e per il Fanar?

Questo salto indietro nella storia è stato necessario per farci capire che Auxentios non ha nulla a che fare con la Chiesa canonica. È uno scismatico della prima acqua, alla cui "consacrazione", tra l'altro, hanno partecipato il suddetto Maximos e altri "vescovi" con una dubbia biografia canonica.

Fino a poco tempo, Filaret Denisenko era nella stessa situazione da scismatico agli occhi dell'intero mondo ortodosso. Dopo aver lasciato la Chiesa ortodossa ucraina, ha organizzato la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kiev ("patriarcato di Kiev") e nel 1997 è stato anatemizzato dalla Chiesa russa, decisione riconosciuta da tutte le Chiese locali, Fanar compreso. Tuttavia, nel 2018, il patriarca Bartolomeo ha "cancellato" unilateralmente questo anatema e Filaret è entrato a far parte della neonata "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con l'assurdo titolo di "patriarca onorario" (titolo che, tra l'altro, rifiuta). In altre parole, agli occhi del Fanar e di quelle Chiese che sono entrate in comunione con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Denisenko è un vescovo canonico. E anche le sue azioni successive (la ri-creazione dello scismatico "patriarcato di Kiev") non hanno scosso questa relazione. Nessuna censura è stata imposta a Filaret,

Per esempio, dopo che Filaret ha organizzato un'iniziativa contro la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha dichiarato di non essere più un "vescovo" di questa struttura, Dumenko lo ha ancora definito membro della sua organizzazione. A dire il vero, però, ha tetto che si trova in uno stato di "autoisolamento", poiché "non c'è bisogno di parlare dell'esistenza di una struttura separata del Patriarcato di Kiev, perché questa chiesa non esiste più, né de jurede facto, ma ha formato il base dell'unica Chiesa ortodossa riconosciuta". Così Sergej Dumenko ha spiegato la situazione.

Poco dopo, Dumenko ha confermato che Denisenko "è un vescovo della Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e "tutte le condizioni necessarie per la sua ulteriore esistenza come vescovo sono state create per lui". Allo stesso tempo, Dumenko ha affermato che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non presta attenzione a "quelle azioni anticanoniche e insignificanti" eseguite dal "patriarca onorario" Filaret. Vuol dire che non prestano attenzione a tutta la serie di "ordinazioni" che a quel tempo erano già state eseguite da Denisenko per il "patriarcato di Kiev" da lui reincarnato. A loro non interessa perché per loro è un "vescovo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", mentre il "patriarcato di Kiev" non esiste. Il fatto che Filaret sia un vescovo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dal punto di vista di quest'ultima è confermato anche sul sito ufficiale degli adepti di Dumenko, dove la foto del leader della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è seguita dalla fotografia di Denisenko con la didascalia "patriarca onorario".

Inoltre, non solo la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma anche il Fanar lo tratta come un vescovo legittimo. Per esempio, durante un incontro con l'ex esarca del Patriarcato di Costantinopoli, il metropolita Emmanuel di Gallia, Filaret Denisenko è stato rispettosamente chiamato "ierarca della Chiesa dell'Ucraina" (Ιεράρχης της Εκκλησίας Ουκρανίας) ed "ex metropolita di Kiev".

il metropolita Emmanuel e Filaret. Foto: Romfea

In altre parole, Filaret è il "patriarca onorario" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" per Dumenko e i suoi associati. Per il Fanar è in tutto e per tutto un "vescovo canonico". Per loro il "patriarcato di Kiev" non esiste affatto.

Quindi sorge la domanda: a chi il "patriarca onorario" ed "ex metropolita di Kiev" Filaret avrebbe annessa l'intera diocesi scismatica della Chiesa greca del Vecchio Calendario?

Come gli scismatici greci sono diventati membri "canonici" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Logicamente, se Filaret è un vescovo canonico, allora non abbiamo motivo di considerare non canonici coloro che egli ha accolto nella "comunione eucaristica". Cioè, d'ora in poi i fanarioti e l'arcivescovo Hieronymos di Grecia sono semplicemente obbligati a considerare canonico e in comunione con la Chiesa almeno un gruppo di scismatici dalla Grecia.

Infatti, dal punto di vista del diritto canonico pervertito dal Fanar, le azioni di Filaret sono praticamente impossibili da contestare. Per il Patriarcato di Costantinopoli, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", parti delle Chiese ellenica, cipriota e alessandrina, Denisenko non è né deposto né anatemizzato. Allora su quale base canonica i fanarioti e gli altri come loro possono considerare "non valida" la sua concelebrazione con Auxentios? Nessuna.

Chi sarà responsabile di Filaret?

Se Filaret, come sostiene Epifanij, è un membro della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", allora chi dovrebbe essere responsabile delle sue azioni? Logicamente, dovrebbe esserlo Dumenko. Prima di tutto, costui deve spiegare al primate della Chiesa di Grecia, l'arcivescovo Hieronymos, come è avvenuto che degli scismatici dalla Grecia concelebrassero con un vescovo della sua struttura. A questo proposito ci sono precedenti di spiegazioni.

Per esempio, quando "l'archimandrita" Bojan Bojovic della cosiddetta Chiesa montenegrina ha preso parte al "servizio divino" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" il 26 maggio 2019 presso la cattedrale di san Michele dalle cupole dorate, Epifanij si è scusato personalmente con la Chiesa serba per aver concelebrato con uno scismatico. Poi, due anni fa, ha mandato in Montenegro il suo più stretto collaboratore Evstratij Zorja con una lettera al metropolita Anfilochio. Tutto è stato fatto in modo che le scuse apparissero sincere e non formali. Inoltre, anche i fanarioti hanno scritto scuse per la concelebrazione con uno scismatico (c'era anche Emmanuel di Gallia), e la lettera "penitenziale" di Dumenko alla Chiesa serba è stata scritta su istruzioni dirette del Fanar. Questa "danza delle scuse" si spiega con il fatto che i fanarioti non avevano ancora pero le speranze per il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte della Chiesa serba.

Perché Dumenko tace ora, quando un suo "vescovo" concelebra con degli scismatici dalla Grecia? Perché non corre dall'arcivescovo Hieronymos con spiegazioni e scuse? Perché la questione del riconoscimento è stata "risolta" con i greci, e non c'è bisogno di preoccuparsi di "alcuni" canoni o tradizioni ecclesiastiche, così possono evitarsi lo sforzo.

Cosa accadrà in seguito?

Ora è il momento di porre la domanda più importante: e dopo? Infatti, se né la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" né il Fanar reagiscono in alcun modo alle azioni di Filaret, facendo finta che "non sia successo nulla", difficilmente le altre Chiese chiuderanno gli occhi su questa storia.

Molto probabilmente, Denisenko non si fermerà e continuerà ad "accogliere" vari scismatici che sono presenti a vari livelli in quasi tutte le Chiese. Può succedere che tutti questi gruppi, attraverso Filaret, cerchino di ottenere almeno una sorta di "status canonico". Ciò significa che nella Chiesa comincerà un vero caos canonico, perché i confini della falsità e della verità saranno semplicemente distrutti. Dopotutto, qualsiasi impostore che abbia addosso una veste e una panaghia e abbia concelebrato con Filaret, richiederà il riconoscimento canonico e la comunione eucaristica.

Oltre all'integrità ecclesiologica, non ci sarà più bisogno di pentimento per gli scismatici che desiderano tornare alla Chiesa. Perché dovrebbero pentirsi ora se c'è Fanaret, pardon, Filaret? Se è così, allora gli scismatici, anche nel tentativo di rientrare nella Chiesa, continueranno a dividersi, ma ora non si tormenteranno più l'un l'altro: ora tormenteranno il corpo di Cristo. La cosa peggiore è che non ci saranno più barriere e restrizioni che possano fermarli. Dopotutto, se non c'è diritto canonico, non ci sono nemmeno regole.

Infatti, dopo aver tolto l'anatema a Denisenko, il patriarca Bartolomeo ha aperto un "vaso di Pandora" e ha diffuso un virus che mina le fondamenta dell'ecclesilità in generale. L'unico modo per uscire da questa situazione per il Fanar è anatemizzare Filaret. Ma il Patriarcato di Costantinopoli farà questo passo? Difficilmente.

Primo, perché il Fanar non è abituato ad ammettere e a correggere i propri errori. Se Denisenko viene anatemizzato, i fanarioti riconosceranno la rettitudine della Chiesa ortodossa russa. Dovranno riconoscere che l'anatema a Mikhail Antonovich è stato pronunciato non per ragioni politiche, ma per violazioni canoniche ed ecclesiologiche. Ciò significa che l'ex metropolita di Kiev potrebbe tornare alla Chiesa solo tramite mezzi canonici, vale a dire il pentimento, piuttosto che con un tratto di penna. Ma se non esiste un percorso canonico, allora ciò che il Fanar ha compiuto non è canonico.

In secondo luogo, anatemizzando Denisenko, il Fanar metterà in discussione l'intero progetto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Si scoprirà infatti che il principale ideologo e iniziatore del Tomos è uno scismatico professionista, che cerca un solo obiettivo: il potere illimitato. Risulterà che è stato accettato in comunione con il Patriarcato di Costantinopoli non sulla base dei canoni, ma per ragioni completamente diverse. Ciò significa che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è una formazione non canonica, perché ha iniziato la sua esistenza con una decisione non canonica: la revoca dell'anatema contro Denisenko.

In terzo luogo, se l'anatema contro Denisenko è stato revocato illegalmente, allora cosa sono Sergej Dumenko, Ivan Zorja e gli altri ragazzi che indossano una panaghia, e che sono stati "ordinati" da una persona scomunicata dalla Chiesa?

In una parola, non importa quale sia ora la situazione, non può essere favorevole né per il Fanar né per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ci sono troppe domande, ma non ci sono ancora risposte. Eppure, ce ne sarebbe una, ma Istanbul è sorda e insensibile al riguardo. Questa risposta sono i canoni della Chiesa. Gli stessi canoni che sono stati calpestati sia da Filaret che dal Fanar. Se non vi ricorrono, disdegnando il loro orgoglio e i loro "privilegi", allora è inevitabile il rischio di scivolare nell'anarchia e nel caos, cosa che porterà non solo alla distruzione del diritto canonico, ma anche all'erosione dei confini della Chiesa.

Tutto ciò può diventare molto sgradevole, in prima istanza per il Patriarcato di Costantinopoli.

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