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  Infelice celebrazione del 30° anniversario del patriarcato del patriarca Bartolomeo

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 28 ottobre 2021

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il patriarca Bartolomeo ha celebrato il 30° anniversario della sua ascesa al trono ecumenico. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Bartolomeo ha celebrato il 30° anniversario della sua elezione a patriarca ecumenico. Offriamo una breve analisi dei risultati del suo ministero patriarcale.

Il 22 ottobre 2021, "sua Tutta Santità" (titolo ufficiale del capo del Fanar) il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha celebrato il 30° anniversario della sua ascesa al trono patriarcale. In questo giorno al Fanar è stata celebrata la Divina Liturgia, durante la quale gli ospiti si sono congratulati con il patriarca Bartolomeo per questo rispettabile anniversario. Ma c'erano solo alcuni ospiti: il metropolita Gheorghios della Guinea (Patriarcato di Alessandria), il metropolita Chrysostomos di Kyrenia (Chiesa di Cipro), il metropolita Nifon di Târgoviște (Chiesa di Romania) e "l'arcivescovo" Nestor (Pysyk) di Ternopil e Kremenets dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Il resto dei presenti erano i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli, il suo clero e i laici.

Nestor Pysyk (a sinistra) e il metropolita Nifon (a destra). Foto: facebook.com / Patriarcato ecumenico

Non è difficile vedere come, tranne il metropolita Nifon, tutti i pochi ospiti sono rappresentanti di quelle Chiese ortodosse locali che, sotto la pressione del Fanar e dei diplomatici americani, hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". La loro presenza alle celebrazioni non è sorprendente. Quanto al metropolita Nifon, il suo arrivo al Fanar desta qualche perplessità.

La biografia del metropolita Nifon di Târgoviște è piuttosto notevole. Oltre al Seminario teologico di Bucarest e all'Istituto teologico dell'Università di Bucarest, ha studiato presso l'Università di Oxford, l'Anglican College di Gerusalemme (Israele), l'Università di Ginevra (Svizzera) e l'Università cattolica di san Nicola a Ottawa (Canada). È un sostenitore del movimento ecumenico e un partecipante attivo a molti eventi ecumenici, principalmente come capo della delegazione della Chiesa ortodossa romena. Vladyka Nifon è stato nominato alla cattedra di Târgoviște quasi 22 anni fa.

È interessante che questo vescovo abbia rappresentato la Chiesa romena all'incontro di Amman. Inoltre, dopo Amman, ha indetto i preparativi per l'incontro panortodosso. Ricordiamo che l'incontro dei primati e delle delegazioni delle Chiese ortodosse locali, avviato dal patriarca Teofilo III di Gerusalemme, si è svolto nella capitale della Giordania, Amman, il 26 febbraio 2020. All'incontro hanno partecipato il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', il patriarca Irinej di Serbia, il metropolita Rastislav delle Terre Ceche e della Slovacchia, nonché una delegazione della Chiesa ortodossa romena guidata dal metropolita Nifon di Târgoviște e una delegazione della Chiesa ortodossa polacca guidata dall'arcivescovo Abel di Lublino e Chełm. L'incontro ha discusso la ricerca di modi per superare la crisi dell'Ortodossia causata dall'intervento del patriarca Bartolomeo negli affari ecclesiali in Ucraina. Poiché il capo del Fanar era nettamente contrario a tenere un tale incontro, tutti coloro che vi hanno partecipato, incluso il metropolita Nifon, potevano essere considerati da lui oppositori alla politica del Fanar. Non si sa ancora perché in questa situazione lui, unico vescovo di tutte quelle Chiese locali, sia andato a salutare il patriarca Bartolomeo.

In ogni caso, è abbastanza indicativo che siano venuti rappresentanti di pochissime Chiese locali a congratularsi con il capo del Fanar per un evento così significativo come il 30° anniversario del suo patriarcato. Non un solo primate ha visitato il patriarca Bartolomeo, che sostiene di essere il leader di tutta l'Ortodossia. Oltre ai suddetti ospiti che sono venuti personalmente al Fanar, è stata inviata una lettera di congratulazioni dall'arcivescovo Anastasios di Tirana e di tutta l'Albania.

Ma l'anniversario è un'ottima occasione per organizzare magnifiche celebrazioni, per invitare delegazioni rappresentative della maggior parte delle Chiese locali e dimostrare così che il patriarca di Costantinopoli è il capo del mondo ortodosso, il suo ierarca più autorevole. Non c'è dubbio che sarebbe così se l'autorità del patriarca Bartolomeo fosse davvero alta tra le Chiese locali. Ma non se ne parla più. Il patriarca Bartolomeo parla molto dell'isolamento della Chiesa ortodossa russa, ma la celebrazione del 30° anniversario del ministero patriarcale parla molto dell'isolamento dello stesso patriarca Bartolomeo.

Per capire perché questo stia accadendo, è necessario guardare i risultati delle attività del patriarca Bartolomeo come primate della Chiesa di Costantinopoli. Bisogna ammettere che non ci sono risultati significativi di questa attività. Il principale evento simbolico del patriarcato di Bartolomeo è la trasformazione della chiesa di Hagia Sophia in una moschea attiva nel 2020, contro la quale "sua Tutta Santità" non ha nemmeno osato protestare. Questo silenzio è stato molto eloquente, perché in quel momento gli Stati Uniti, l'Unione Europea, la Francia e altri stati, così come molte Chiese locali (in primis la Chiesa ortodossa russa), hanno protestato. Tutti hanno aspettato almeno una qualche reazione da parte del patriarca Bartolomeo, ma questi è rimasto in silenzio. Poco prima dell'evento, ha detto di essere "scioccato".

Se parliamo del patriarcato di Bartolomeo in generale, le sue caratteristiche principali sono le seguenti.

In primo luogo, l'ingerenza negli affari di altre Chiese locali. Nel 2008, l'influente quotidiano turco "Cumhuriyet" ha pubblicato un articolo che criticava aspramente il patriarca Bartolomeo per aver interferito negli affari interni di altri paesi – "da Cipro all'Estonia, da Gerusalemme all'Ucraina". L'articolo sosteneva che ciò crea problemi di politica estera per lo stato turco, poiché "lo stato della Turchia non interferisce negli affari interni di altri paesi. Si scopre che il patriarca Bartolomeo ha una posizione, e lo stato della Turchia ne ha un'altra". Questa situazione è infatti molto controversa, dal momento che, secondo la legge turca, il patriarca di Costantinopoli ha il grado di funzionario. L'apogeo della politica di ingerenza del capo del Fanar negli affari delle altre Chiese è la sua decisione sull'Ucraina, nella quale ha legalizzato gli scismatici, e, al contrario, ha considerato come inesistente la Chiesa ortodossa ucraina canonica.

In secondo luogo, nel senso pieno della parola, un ecumenismo rabbioso. Il patriarca Bartolomeo non è solo un partecipante attivo del movimento ecumenico in generale, ma cerca anche di unirsi ai cattolici in un futuro molto prossimo, come ha più volte affermato. Inoltre, il principale ostacolo a tale unione dal punto di vista del capo del Fanar non sono tanto le differenze dogmatiche tra Ortodossia e cattolicesimo, quanto la questione del cosiddetto "primato". È questo problema che occupa il posto più significativo nel processo di negoziazione. La quintessenza delle aspirazioni ecumeniche del patriarca Bartolomeo si può vedere nelle sue parole pronunciate nel giorno della commemorazione del santo apostolo Andrea il Primo Chiamato nel 2020. Nella sua predica, ha detto che l'unificazione dei cristiani ortodossi con i cattolici avverrà "nonostante le obiezioni di chi o sminuisce il valore della teologia o considera l'ecumenismo un'utopia".

In terzo luogo, l'avanzamento della teoria, o per meglio dire l'eresia, del "papismo di Costantinopoli", secondo cui il patriarca di Costantinopoli è il vero e proprio capo della Chiesa, il primo senza eguali, dotato di prerogative speciali ed esclusive.

In quarto luogo, il rafforzamento del proprio potere personale all'interno del Patriarcato di Costantinopoli. Dal 2008 al 2011, all'incirca, il patriarca Bartolomeo ha fatto una vera e propria rivoluzione del personale nel Patriarcato di Costantinopoli, costringendo a dimettersi dai loro incarichi tutti i vescovi e i rappresentanti del clero che potevano almeno in qualche modo far notare al patriarca che si sbagliava. Al loro posto sono state nominate persone giovani, ambiziose e personalmente devote al patriarca Ecumenico. Una delle carriere più vertiginose in questo periodo è stata quella dell'attuale capo dell'arcidiocesi americana, Elpidophoros (Lambriniadis), autore della frase "il primo senza eguali" e attivo lobbista per l'ascesa del Patriarcato di Costantinopoli.

In quinto luogo, una dipendenza chiara, del tutto palese, dall'establishment americano, un'adesione all'intero corso politico dell'amministrazione statunitense. Tutte le decisioni e i passi importanti del patriarca di Costantinopoli sono stati avviati dai rappresentanti delle autorità americane o sono stati concordati con loro. Le più importanti sono le decisioni sull'Ucraina e sull'unificazione con i cattolici. Non è un segreto che le azioni del patriarca Bartolomeo in Ucraina siano state interamente avviate, controllate e sostenute dal rappresentante ufficiale degli Stati Uniti per la libertà religiosa Sam Brownback e da altri funzionari del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Per assicurarsi di ciò, è sufficiente confrontare il programma degli incontri di queste persone con i partecipanti al progetto ucraino del Fanar e le date delle decisioni e degli eventi nell'ambito di questo progetto.

uno screenshot della pubblicazione dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina su Twitter

Il messaggio afferma direttamente che l'argomento dei negoziati era l'autocefalia. Allo stesso tempo, due cosiddetti esarchi del Fanar operavano a Kiev, preparando anche loro l'autocefalia, e l'11 ottobre 2018 il Patriarcato di Costantinopoli ha adottato le decisioni criminali di legalizzare gli scismatici e di concedere loro "l'autocefalia".

Dopo l'incontro del patriarca Bartolomeo con l'allora vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden nel 2014, in cui si è discusso del dialogo Fanar-Vaticano, il capo del Fanar ha firmato una Dichiarazione congiunta con papa Francesco, che ha dichiarato la ferma intenzione del Fanar e del Vaticano di andare fino in fondo nel cammino dell'unificazione: "Esprimiamo la nostra sincera e stabile intenzione, obbedendo alla volontà del nostro Signore Gesù Cristo, di intensificare i nostri sforzi per raggiungere la completa unità di tutti i cristiani, e soprattutto tra cattolici e ortodossi". Tuttavia, per quanto riguarda la sua effettiva subordinazione all'establishment americano, il patriarca Bartolomeo non fa che continuare la linea dei suoi predecessori, e in particolare del patriarca Atenagora (Spyrou), il quale aveva esplicitamente affermato che "la pietra angolare della sua attività di patriarca è la promozione degli ideali americani" (dal rapporto del console generale USA a Istanbul Makati al Dipartimento di Stato).

Dopo questa conoscenza molto superficiale dei "successi" del patriarca Bartolomeo nel suo incarico, possiamo fare una domanda retorica: per cosa, di fatto, dovremmo congratularci con lui per il 30° anniversario dell'elezione a patriarca? Poco dopo aver celebrato il suo anniversario, il capo del Fanar ha compiuto una visita di 12 giorni negli Stati Uniti, durante la quale ha incontrato un ardente sostenitore di LGBT e aborto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. E questo incontro testimonia che la pratica di compiere la volontà degli Stati Uniti anche a discapito dei suoi interessi religiosi (per non parlare dell'osservanza dei canoni della Chiesa) continua e si sta facendo strada. Il fatto che dopo le trattative con il patriarca Bartolomeo, siano già state annunciate trattative tra il presidente americano e papa Francesco, afferma che la causa dell'unione del Fanar e del Vaticano sotto il patrocinio dei politici americani si sta attivamente muovendo verso il suo apogeo. In queste condizioni, è del tutto possibile che la questione della scelta sia la seguente: o rimanere ortodossi o seguire il patriarca Bartolomeo nell'unione con i cattolici.

Questo non è certo ciò che vogliono le Chiese ortodosse locali, almeno il clero e i credenti ordinari. Così, il patriarca Bartolomeo deve celebrare l'anniversario del suo patriarcato con un solo vescovo della Chiesa rumena e con Nestor Pysyk, "ordinato" come "vescovo" dallo scomunicato Filaret Denisenko. Il fatto che Denisenko il giorno successivo, cioè il 23 ottobre 2021, abbia accettato sotto il suo omoforio un gruppo di vecchi calendaristi greci, che lo stesso Bartolomeo considera scismatici, aggiunge a tutto questo un cupo umorismo.

È tempo di ricordare le parole dell'apostolo Paolo: "Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato..." (Gal 6,7). Tuttavia, mentre una persona è viva sulla terra, le sono aperte le porte del pentimento.

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