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  Perché vescovi e sacerdoti della Chiesa ortodossa ucraina passano alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

di Nazar Golovko

Unione dei giornalisti ortodossi, 17 aprile 2021

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chi tradisce la sua Chiesa e perché? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

A metà marzo, un monaco della Lavra delle grotte di Kiev è passato alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Quali motivi hanno spinto lui e quelli che se ne erano andati prima, Drabinko, Shostatskij e Krizina?

Alla fine di marzo 2021, si è saputo che l'ex assistente del capo del dipartimento di informazione e pubbliche relazioni della Lavra della santa Dormizione delle Grotte di Kiev, lo ieromonaco Innokentij (Pidtoptanyj), è passato alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", o meglio, alla diocesi dell'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr (Drabinko).

Questo atto non è passato inosservato sui media ucraini e dall'inizio di aprile diverse fonti hanno pubblicato interviste allo ieromonaco Innokentij, tutte accomunate da un fatto: l'antipatia (per usare un eufemismo) verso la Chiesa ortodossa ucraina. In queste pubblicazioni, l'ex monaco della Lavra delle grotte di Kiev è chiamato "pubblicista della chiesa", "teologo" e "patriota". Il motivo delle lodi rivolte a padre Innokentij è chiaro: non era solo una persona normale che si è trasferita alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma una figura di spicco della Chiesa. Ecco cosa hanno detto a riguardo in una delle interviste sul Quinto canale: "Innokentij Pidtoptanyj alla Lavra non era un semplice monaco, ma un assistente del capo del dipartimento informazioni. È un pubblicista della chiesa e un teologo. Ha benemerenze ecclesiastiche. Il ritiro di un monaco istruito dalla Chiesa russa ha causato scalpore nella Chiesa ortodossa russa in Ucraina".

Ci sono alcune cose da segnalare qui. In primo luogo, lo ieromonaco Innokentij non vive alla Lavra delle Grotte di Kiev dal novembre 2020. Secondo lui, ha preso un "congedo a tempo indeterminato" per aiutare i suoi genitori. Che cosa significa un tale "permesso" per un monaco che "è morto al mondo" è un'altra questione. Inoltre, su Internet non si trovano così tante opere teologiche di padre Innokentij - solo pochi articoli. Inoltre, non ha ricevuto la più importante "benemerenza ecclesiastica" nella Chiesa ortodossa ucraina - la panaghia da vescovo, per cui si era dato così tanto da fare. Inoltre, in linea di massima, sia nella Chiesa ortodossa russa, sia in Ucraina, la sua defezione ha causato pochissime ripercussioni. Piuttosto, ancora una volta ha parlato ai credenti di una questione di tradimento, per essere più precisi, dei suoi motivi e della sua forza trainante.

Perché i disertori della Chiesa ortodossa ucraina tradiscono la Chiesa?

Padre Innokentij afferma che la ragione del suo trasferimento alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è il "patriottismo", che non ha trovato comprensione tra i fratelli della Lavra e nella gerarchia della chiesa. Allo stesso tempo, secondo lui, aveva appeso la bandiera ucraina nella sua cella, cosa che non ha causato molta irritazione o disaccordo da parte dei monaci. Inoltre, ha detto che "la maggior parte dei fratelli vive fondamentalmente una vita monastica ecclesiastica e cerca semplicemente di non interferire negli affari politici, geopolitici e politico-religiosi". In altre parole, nessuno nella Lavra gli ha impedito di essere un patriota. Ciò significa che le ragioni del tradimento erano diverse. Quali sono?

Nella stessa intervista che abbiamo citato sopra, lo ieromonaco Innokentij dice di aver chiesto un permesso per trasferirsi alla diocesi di Nikolaev, e "se fossi stato accettato lì, esiterei ancora se unirmi o meno [alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc], ma c'è stato il silenzio dalla parte del metropolita, e per tre mesi sono stato da solo, a casa con mia madre". Alla fine, all'inizio della Grande Quaresima, lo ieromonaco Innokentij ha deciso di passare alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" - non perché avesse qualche alta motivazione, ma perché "da qualche parte si deve pur stare".

Di conseguenza, nessuna "transizione" sarebbe avvenuta se Pitirim, metropolita di Nikolaev e Ochakov, avesse ammesso lo ieromonaco Innokentij (Pidtoptanyj) nella sua diocesi. Tuttavia, per qualche motivo, vladyka non lo ha voluto. Per di più, considerando che padre Innokentij è un "teologo" e un "pubblicista della chiesa", il motivo deve essere molto serio. Cosa è successo?

Il metropolita Pvel, abate della Lavra delle Grotte di Kiev, ha fatto luce sulla situazione. Secondo lui, lo ieromonaco Innokentij (Pidtoptanyj) è "una persona orgogliosa, arrogante e assetata di potere, una persona che si considera un grande teologo. Pertanto, si è offeso perché per tre anni non è stato apprezzato come avrebbe voluto e non è stato elevato al grado di archimandrita e vescovo. Voleva diventare vescovo per placare il suo orgoglio, la sua passione di possedere le anime di qualcuno. Questo è il motivo per cui ha lasciato il monastero per cercare di diventare vescovo vicario di vladyka Pitirim, ma ha fallito", poiché come vescovo vicario della diocesi di Nikolaev è stato eletto l'archimandrita Varnava (Gladun).

Si scopre che lo ieromonaco Innokentij è andato in "vacanza" nella sua diocesi natale di Nikolaev per assicurarsi lì l'episcopato, poiché credeva che non ci sarebbe riuscito nella Lavra delle grotte di Kiev. Ma il metropolita Pitirim, proprio come il metropolita Pavel, ha visto l'orgoglio e la brama di potere del giovane chierico e non ha soddisfatto il suo desiderio di diventare un vescovo, cosa che alla fine è servita da impulso al tradimento di quest'ultimo.

È interessante notare che, parlando del motivo per cui ha scelto la diocesi di Perejaslav-Vishneve e il ministero con l'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr (Drabinko), piuttosto che i monasteri di san Michele o di san Teodosio della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", come si converrebbe per un monaco, padre Innokentij ha sottolineato di averlo fatto perché "si sarebbero sparse voci che sono venuto a fare carriera ecclesiastica, perché sono arrivato proprio al centro". Cioè, l'ex ieromonaco della Lavra capisce molto bene che anche nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la sua "transizione" è vista esclusivamente come un desiderio di "fare carriera" - di ricevere la panaghia da vescovo. Inoltre, queste "voci" hanno tutte le ragioni, perché coloro che avevano lasciato la Chiesa ortodossa ucraina per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in precedenza lo hanno fatto per fini di carriera.

Per esempio, vladyka Pavel ha detto che Pidtoptanyj "ha sempre trattato Drabinko, Simeon (Shostatskij) e persino il patriarca Bartolomeo con disprezzo. Lo so per certo, dal momento che ha lavorato sotto la mia guida, ha lavorato al calendario della chiesa, al sito web, agli aggiornamenti delle novità. Non aveva opinioni favorevoli alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Inoltre, nella comunicazione ha mostrato sentimenti esplicitamente filo-russi. Pertanto, personalmente non capisco dove il punto di vista di padre Innokentij abbia subito una svolta. Tuttavia, questo vale per tutti loro", ha aggiunto il metropolita Pavel, parlando di coloro che hanno lasciato la Chiesa ortodossa ucraina.

In effetti, è difficile non essere d'accordo con le parole di vladyka. Per esempio, il metropolita Simeon (Shostatskij) è passato alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" perché l'ex presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko lo ha voluto come capo della futura struttura religiosa. Il metropolita Aleksandr (Drabinko) progettava di far transitare una vera diocesi nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e, inoltre, contava su una posizione speciale nella struttura, poiché, secondo le sue stesse parole, aveva "una dignità canonica impeccabile" e il "concilio non avrebbe avuto luogo senza di lui", il che significa che non ci sarebbe nemmeno la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". L'archimandrita Gavriil (Krizina) è passato alla "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" solo per ricevere una panaghia, così come ha fatto Viktor Bed'.

Tutte queste persone erano motivate non dal desiderio di avvicinarsi a Cristo, non dal desiderio di esprimere liberamente le loro opinioni "patriottiche" (che la Chiesa ortodossa Ucraina non aveva mai negato loro), non dal loro amore speciale per l'Ucraina, ma solo dall'ambizione e dall'opportunismo. Per esserne convinti, è sufficiente analizzare le opinioni e le dichiarazioni di queste persone prima di passare alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e dopo.

Quand'è che i traditori dicono la verità?

La retorica dei disertori è un dato incostante, perché all'indomani del loro tradimento, iniziano quasi sempre a gettare fango sulla Chiesa da cui sono usciti, e a pensare a un passato che non hanno mai avuto.

Ecco cosa scrisse lo stesso ieromonaco Innokentij (Pidtoptanyj) quando era ancora nella Chiesa ortodossa ucraina: "È molto facile essere un credente quando la Chiesa vive in una relativa calma. È molto più difficile sostenere la fede quando la Chiesa è calunniata, quando i monaci sono insultati e sacerdoti e vescovi sono accusati di ciò di cui non sono colpevoli. Ma camminando lungo la Lavra, in cui le preghiere sono offerte ventiquattro ore al giorno, il cuore stesso sente la verità, sente questa preghiera e capisce che è dove dovrebbe essere, è dove il Signore e la santissima Theotokos riempiono l'anima di grazia".

Ecco un altro esempio. Lo ieromonaco Innokentij intervista vladyka Pavel, che afferma: "Il fatto che la nostra parte della popolazione sotto l'egida del nazionalismo sia fuori dall'unità con la Chiesa ortodossa a causa di ambizioni personali, ignoranza e confusione mentale è un problema. Ma esiste solo una soluzione: il pentimento di coloro che sono caduti nello scisma... La neonata "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è in unità con la Chiesa ortodossa..." Siamo nel febbraio 2019, il momento in cui, come assicura ora Pidtoptanyj, simpatizzava con la nuova struttura con tutte le sue forze. Si opponeva al metropolita Pavel o almeno cercava di ammorbidire in qualche modo le sue parole piuttosto dure? Niente affatto. Subito dopo il commento espresso dal metropolita, padre Innokentij rispondeva: "Grazie, Eminenza, per questa conversazione dettagliata!" Inoltre, durante l'intervista, definisce "cosiddetti" la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il "concilio d'unificazione", il "patriarcato di Kiev" e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" e cita invariabilmente tra virgolette la parola "vescovo" quando questa è applicata agli scismatici.

Ecco la domanda espressa dallo stesso padre Innokentij 4 mesi dopo - nel giugno 2019: "Alla luce degli ultimi eventi della vita religiosa in Ucraina, il comportamento più doloroso per molti cristiani ortodossi è il comportamento dei monasteri athoniti, dato che alcuni di loro hanno consentito la concelebrazione con "sacerdoti" e "vescovi" della cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Come dovremmo ora comportarci nei confronti della Montagna Santa? Io posso andarci? Questi viaggi non sono forse un rischio per la vita spirituale dei credenti, dal momento che l'Athos è entrato in comunione diretta con persone che, di fatto, non hanno un'ordinazione legittima?"

È evidente dalle sue parole che a quel tempo non credeva che la "gerarchia" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" avesse un'ordinazione legittima e si lamenta che l'Athos sia entrato in comunione diretta con loro. Ma ci vuole solo un anno per padre Innokentij per dire qualcosa di radicalmente opposto - La "grazia" appare nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e "i chierici e i laici più conservatori del Patriarcato di Mosca in Ucraina" devono capire "che tutti abbiamo bisogno di unirci e andare oltre lungo il percorso per stabilire sia la Chiesa ucraina che lo Stato ucraino". Ebbene, ci sono fatti nuovi sulla legalità delle "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? No, lo stesso padre Innokentij è apparso nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e, inoltre, è apparso dove c'è una "indubbia reputazione canonica" - con Drabinko. Allora quando è che padre Innokentij è stato onesto - quando era sotto il metropolita Pavel e parlava con disprezzo dell'ex metropolita Aleksandr (Drabinko) o quando si è unito a quest'ultimo, perché "lo conosceva da 14 anni"?

Si può anche ricordare l'evoluzione delle prospettive dell'ex metropolita Aleksandr. Per esempio, prima di cadere nello scisma, aveva detto che "la nostra presunta completa subordinazione al Patriarcato di Mosca è un mito fabbricato per screditare la nostra Chiesa". Ecco le parole dello stesso uomo, pronunciate dopo il tradimento: “Purtroppo la Chiesa ortodossa ucraina non è mai stata autonoma e non è autonoma oggi... La Chiesa ortodossa ucraina è un aggregato di diocesi della Chiesa russa nel territorio dello Stato dell'Ucraina". Ebbene, quando avrebbe detto la verità - quando ha affermato la completa indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina o quando ha detto che non era mai stata indipendente?

L'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina, Simeon (Shostatskij), è sulla stessa lunghezza d'onda dell'ex metropolita Aleksandr. Per esempio, di recente ha affermato di essere sempre stato affascinato dall'idea dell'autocefalia della Chiesa ucraina e, pur essendo ancora membro della Chiesa ortodossa ucraina, ne ha ripetutamente parlato ovunque, anche ai concili a Mosca. "Ho scritto al patriarca, ho parlato costantemente di autocefalia sia a Mosca che a Kiev", ha detto Shostatskij. "Sono andato [al "concilio d'unificazione", ndc] per convinzione ideologica, anche se mi è stato anche rimproverato che prima non parlavo e non agivo per l'autocefalia. La mia risposta è che ci sono rapporti testuali sui concili (specialmente ai Concili di Mosca, dove sono registrati tutti i discorsi), quindi ascoltateli e diventerà chiaro che ne ho parlato anche lì".

Ebbene, li abbiamo ascoltati. Su richiesta dell'Unione dei giornalisti ortodossi di confermare le parole dell'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina, il Patriarcato di Mosca ha riferito di aver controllato tutti gli archivi disponibili, ma non sono riusciti a trovare alcuna dichiarazione di Shostatskij sul tema dell'autocefalia. "Secondo i protocolli disponibili, il metropolita Simeon (Shostatskij) è intervenuto al Concilio dei vescovi nel 2013 'Sulla posizione della Chiesa alla luce dello sviluppo delle tecnologie per la registrazione e il trattamento dei dati personali'; era assente dal Concilio nel 2016; e al Concilio nel 2017 è intervenuto più volte su temi legati al diritto matrimoniale".

Il comportamento dell'ex archimandrita della Chiesa ortodossa ucraina Gavriil (Krizina) non ha fatto eccezione. Per esempio, pochi mesi prima della sua partenza per la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", commentando l'arresto di "attivisti" che avevano cercato di appiccare il fuoco a un monastero della Chiesa ortodossa ucraina, dice che "sono in guerra con Dio". Ha chiamato i "patrioti" di Leopoli che hanno chiesto di demolire il luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina a Leopoli "seguaci di Lenin, che si rallegra all'inferno". L'archimandrita Gavriil considerava il giornalista scismatico Ilja Bey una "prostituta spirituale" perché "era un membro della Chiesa ortodossa ucraina, poi è passato al "patriarcato di Kiev", e poi è tornato di nuovo alla Chiesa ortodossa ucraina".

Tuttavia, non appena l'archimandrita Gavriil ha seguito il percorso di Bey e si è trasferito dalla Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" e poi si è unito alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la sua retorica è cambiata. Così, chiama "azione stupida" l'anatema contro Epifanij Dumenko proclamato a Zaporozh'e, pubblica con piacere un messaggio dal servizio stampa della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sulla presunta legittimità delle "transizioni" delle comunità dalla Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e definisce la Chiesa ortodossa ucraina come "Chiesa ortodossa russa in Ucraina".

Lealtà, infedeltà e tradimento

La lealtà è considerata una delle qualità più preziose sempre e ovunque, in ogni momento e tra tutti i popoli. La storia conosce molti casi in cui i conquistatori rilasciarono e persino ricompensarono soldati e servi per la loro lealtà a un sovrano sconfitto. Allo stesso tempo, il tradimento per amore di interessi "egoistici" ha sempre suscitato disprezzo e disgusto.

Cristo mette la parola "infedele" alla pari con la parola "perverso": "Oh generazione infedele e perversa, quanto tempo starò con voi? Quanto tempo dovrò sopportarvi?" (Mt 17:17). Altrove dice: "Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto; e chi è ingiusto nel poco è ingiusto anche nel molto"  (Lc 16:10). La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è "un'altra confessione canonica in Ucraina", come piace rappresentarla agli studiosi religiosi liberali, è una struttura che toglie luoghi di culto alla Chiesa ortodossa ucraina, che umilia, insulta e perseguita i suoi credenti. Una persona che lascia la Chiesa per interesse personale verso i suoi persecutori non può che evocare un'analogia con una persona che ha lasciato Cristo per unirsi ai suoi persecutori.

Quando, esattamente, Giuda ha tradito Cristo? È stato quando ha rubato i soldi dalla cassetta delle offerte o quando ha baciato il suo maestro nel giardino del Getsemani? Il tradimento inizia molto prima dell'ultimo "bacio di Giuda". Questo è un passaggio finale, una specie di punto. Inoltre, le ragioni del tradimento sono quasi sempre le stesse: orgoglio, comodità e potere. In effetti, questi tre peccati sono armi delle mani di Satana. Qualcuno può resistere, qualcuno fallisce.

Cristo ha mostrato che solo una persona che è completamente e interamente devota a Dio può resistere alle tentazioni: una persona che non cerca la propria volontà ma cerca solo la volontà di Dio e non fa affidamento sulle proprie forze, ma su Dio. Sfortunatamente, i protagonisti della nostra storia non sono stati in grado di farlo o non lo hanno voluto: il desiderio di trasformare le pietre in pane, saltare dalla cima del tempio e conquistare il mondo si è rivelato più forte. È vero però che, alla fine, invece di tutto questo, hanno ricevuto alcuni spiccioli dalla cassa che apparteneva a Cristo e ai suoi discepoli e 30 monete d'argento dalle mani del suo nemico.

Finché una persona è viva, ha l'opportunità di correggere tutto e di trasfigurarsi. Quelli citati nella pubblicazione ne sono certamente consapevoli. La domanda è: saranno in grado di farlo?

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