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  "Smettetela di provocarci!" – Costantinopoli impone alla Chiesa cecoslovacca di rinunciare all'autocefalia data nel 1951 da Mosca

Orthochristian.com, 19 febbraio 2021

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l'arcivescovo Mikhail di Praga ha ricevuto una lettera arrabbiata dal patriarca Bartolomeo. Foto: Wikipedia

Sua Eminenza l'arcivescovo Mikhail di Praga, della Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia, si trova di nuovo nelle cattive grazie del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.

Il 1 febbraio, il patriarca ha inviato all'arcivescovo una lettera che esprime il suo estremo dispiacere per il fatto che quest'ultimo avesse fatto riferimento nella sua epistola di Capodanno 2021 al 70° anniversario della concessione dell'autocefalia alla Chiesa cecoslovacca da parte della Chiesa ortodossa russa nel 1951.

La Cecoslovacchia era territorio canonico della Chiesa ortodossa russa quando la sua Chiesa ricevette l'autocefalia nel 1951, sebbene questo atto non sia mai riconosciuto da Costantinopoli, che le concesse un secondo tomos d'autocefalia più restrittivo nel 1998. La celebrazione del tomos russo ha già fatto arrabbiare il patriarca Bartolomeo, fino al punto di minacciare di revocare l'autocefalia della Chiesa cecoslovacca.

La storia recente con Costantinopoli

L'arcivescovo Mikhail ha ricevuto anche l'anno scorso una lettera di tono simile dal metropolita Apostolos di Derki, scritta a nome dal patriarca Bartolomeo, che lo accusa di "attività non canoniche" e di "danno irreparabile alle anime" dei fedeli cecoslovacchi, minacciandolo di un "intervento severo" se non avesse cessato di protestare contro l'istituzione di un monastero-associazione da parte di Costantinopoli nella Repubblica Ceca.

Mentre Costantinopoli afferma di avere compiuto questo passo con la benedizione del Santo Sinodo locale, infatti, i vescovi non erano a conoscenza delle sue intenzioni in anticipo e la questione non è mai stata discussa dal Santo Sinodo, come ha spiegato nei commenti a OrthoChristian sua Eminenza l'arcivescovo Juraj di Michalovce e Košice.

L'arcivescovo Mikhail ha anche sfidato il Patriarcato di Costantinopoli nel 2019 quando ha emesso un decreto che vieta categoricamente al suo clero di concelebrare con il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica.

Indipendenza dalla Chiesa russa, dipendenza sotto Costantinopoli

La nuova lettera del patriarca Bartolomeo è pubblicata in traduzione russa sul sito Credo Press. L'autenticità della lettera è stata confermata a OrthoChristian da un membro del Santo Sinodo della Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia.

Dopo aver salutato l'arcivescovo, il patriarca procede a riferirsi con condiscendenza all'autocefalia "immaginaria" della Chiesa russa di cui la Chiesa cecoslovacca ha goduto per quasi 50 anni prima che le fosse imposto da Costantinopoli il nuovo tomos d'autocefalia nel 1998.

Il tomos della Chiesa russa garantiva la completa e totale indipendenza sotto tutti gli aspetti, e quando dopo la caduta del regime comunista nel 1989 la Chiesa cecoslovacca iniziò a cercare di ricucire i rapporti con Costantinopoli, aveva sperato in un documento di amore fraterno che essenzialmente ratificasse la situazione che esisteva già da decenni. Tuttavia, il tomos concesso da Costantinopoli, infatti, ha fortemente ridotto la libertà della Chiesa, rendendola una "schiava" di Costantinopoli, nelle parole di un vescovo della Chiesa cecoslovacca a OrthoChristian.

Come scrive il dottore in teologia e membro del Consiglio diocesano di Praga Jakub Jiří Jukl: "In linea di principio, il tomos dà l'indipendenza alla Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia, ma allo stesso tempo, nei casi giudiziari sui vescovi e in genere nelle questioni ecclesiastiche la pone in completa dipendenza dal Patriarcato ecumenico".

Si veda il suo articolo, "Il ruolo del Patriarcato ecumenico nel periodo di crisi della Chiesa ortodossa nelle Terre Ceche e in Slovacchia", per maggiori dettagli sul tomos concesso da Costantinopoli.

Il patriarca Bartolomeo presenta gli eventi del 1998 come il ripudio da parte della Chiesa del suo tomos del 1951, quando, in realtà, essa ha cercato semplicemente di ricucire i rapporti, non di farsi imporre un nuovo ordine.

L'interferenza di Costantinopoli nelle elezioni del primate della Chiesa cecoslovacca nel 2013

Il patriarca poi accusa l'arcivescovo Mikhail e la Chiesa cecoslovacca di non conformare il proprio statuto al tomos del 1998. Tra i punti controversi c'è il fatto che lo statuto della Chiesa consente di eleggere al primato della Chiesa o l'arcivescovo di Praga o l'arcivescovo di Prešov, mentre Costantinopoli ritiene che solo l'arcivescovo di Praga possa salire al trono primaziale.

Così, Costantinopoli ha iniziato a interferire attivamente nelle elezioni per un nuovo arcivescovo di Praga e nuovo primate della Chiesa cecoslovacca dopo il ritiro di sua Beatitudine il metropolita Kryštof nel 2013. Costantinopoli ha rifiutato di riconoscere il metropolita canonicamente eletto, Rastislav, che era arcivescovo di Prešov, fino a quando questi non è stato costretto a riconciliarsi con la Chiesa nel 2016 per poter partecipare al Concilio di Creta di quell'estate.

Di nuovo, si veda l'articolo del dr. Jukl per maggiori dettagli.

Minacce di revoca dell'autocefalia

Il patriarca Bartolomeo offre quindi un argomento effettivamente errato, dicendo all'arcivescovo Mikhail che la Chiesa cecoslovacca non aveva avuto alcun interesse a celebrare il 50° anniversario del tomos russo nel 2001, ma per qualche motivo ha scelto di celebrare con aria di sfida il 60° anniversario nel 2011.

Di fatto, il 50° anniversario è stato celebrato a Praga nel 2001, così come il 55° nel 2006 e il 60° nel 2011 , dimostrando così che la Chiesa non ha mai ripudiato il suo tomos di autocefalia del 1951 dalla Chiesa russa.

Il patriarca Bartolomeo aveva espresso la sua rabbia anche in seguito alle celebrazioni del 60° anniversario. In una lettera all'allora primate metropolita Kryštof, aveva minacciato di revocare l'autocefalia della Chiesa cecoslovacca se mai questa avesse celebrato di nuovo il tomos d'autocefalia russo.

Il patriarca scrisse in quel momento:

Pertanto, con decisione unanime del nostro Santo Sinodo, protestiamo ancora una volta contro questa azione anti-canonica della vostra santa Chiesa e vi informiamo fortemente che in caso di ripetizione di eventi simili per celebrare l'autocefalia imposta dal Patriarcato di Mosca alla Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia, che è stata considerata inesistente e riconosciuta invalida sin dall'inizio, il Patriarcato ecumenico dovrà purtroppo abolire l'autocefalia canonica concessa alla vostra Chiesa 14 anni fa, far tornare la Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia allo status di Chiesa autonoma che esisteva prima di questo atto canonico, rimuoverla dai sacri dittici delle Chiese ortodosse autocefale, dove occupa il 14° posto, e informare tutte le Chiese ortodosse sorelle di questo atto.

Mentre il patriarca Bartolomeo non scrive una minaccia così diretta nella sua nuova lettera, sottolinea che se Costantinopoli esprime il suo dispiacere, "allora chiunque può considerare la vostra Chiesa non stabilita e anti-canonica".

Il patriarca informa quindi l'arcivescovo Mikhail che il tomos d'autocefalia del 1951 è un evento negativo e insignificante nella vita della Chiesa cecoslovacca e lo avverte di smetterla di provocare Costantinopoli:

Imparate, infine, la storia e il diritto canonico della nostra santa Chiesa ortodossa e non provocateci!

Il primate di Costantinopoli chiude augurando all'arcivescovo "grazia e illuminazione".

* * *

Ecco la lettera completa del patriarca Bartolomeo:

1 febbraio 2021

n. 124

Vostra Eminenza metropolita Mikhail di Praga, amato fratello nello Spirito Santo e concelebrante della nostra mediocrità, che la grazia e la pace di Dio siano con vostra Eminenza.

È con rammarico che abbiamo appreso che nell'epistola per il nuovo anno, vostra Eminenza si riferiva al 70° anniversario della concessione dello status di immaginaria autocefalia alla vostra Chiesa locale da parte della santa Chiesa russa (1951). Diciamo "immaginaria" perché questa Chiesa sorella non ne ha mai avuto e non ne ha il diritto canonico, poiché essa stessa ha ricevuto la propria autocefalia nel XVI secolo dal Patriarcato ecumenico, unico che può concedere l'autocefalia, come ha fatto per tutte le altre nuove Chiese autocefale successive.

Se l'autocefalia della vostra Chiesa era canonica e valida, perché il vostro arcivescovo Dorofej ha sentito il bisogno alla fine del secolo scorso di richiedere l'autocefalia canonica alla nostra Chiesa madre di Costantinopoli per la gerarchia, il clero e il popolo della Chiesa della Repubblica Ceca e della Slovacchia?

E allora la Chiesa madre ha risposto amorevolmente, e così siete entrati in comunione con le Chiese ortodosse autocefale canoniche, riconosciute da tutti, e avete ricevuto l'onore di partecipare al Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa a Creta. La vostra Chiesa, contrariamente ai nostri accordi, continua ancora oggi, con vari pretesti, a erigere impedimenti e a non rispondere alla richiesta naturale del Patriarcato ecumenico di adeguare lo statuto della Chiesa ortodossa della Repubblica Ceca e della Slovacchia alle condizioni del tomos canonico d'autocefalia, cosa che non può restare senza spiacevoli conseguenze.

Fratello nelle cose sacre,

Vi offriamo tempestivamente un promemoria che 20 anni fa la vostra Chiesa non ha desiderato celebrare il 50° anniversario della vostra "autocefalia" non canonica, ma 10 anni fa la vostra Chiesa ha cercato di celebrare il 60° anniversario della vostra autocefalia immaginaria, come abbiamo testimoniato per iscritto al vostro primate, sua Beatitudine Kryštof, e a sua Eminenza l'arcivescovo Nikolaj.

Ci siamo quindi scambiati lettere, inviate in copia a vostra Eminenza, ma se esprimiamo l'insoddisfazione e il rimprovero del Patriarcato ecumenico in relazione all'intenzione inspiegabile e inaccettabile di celebrare il 70° anniversario dell'autocefalia immaginaria, allora chiunque può considerare la vostra Chiesa non stabilita e anti-canonica, essendo subordinata alla santa Chiesa di Russia. Il vostro desiderio di celebrare regolarmente questo evento negativo, ovviamente non canonico, insignificante per la vostra santa Chiesa della Repubblica Ceca e Slovacchia, solleva dubbi sulla vostra onestà e sincerità, almeno in relazione alla Chiesa madre di Costantinopoli.

Imparate, infine, la storia e il diritto canonico della nostra santa Chiesa ortodossa e non provocateci!

Che la grazia e l'illuminazione del nostro Signore, che si è manifestato al mondo per la sua salvezza, siano con vostra Eminenza.

+ Con amore in Cristo, vostro fratello

Bartolomeo di Costantinopoli

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