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  La Verità o il Fanar: cos'è più caro ai monaci contemporanei del Santo Monte Athos

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 28 dicembre 2020

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l'archimandrita Ephraim, superiore del monastero di Vatopedi all'Athos. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Sulla questione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", alcuni monasteri dell'Athos si sono schierati dalla parte del Fanar. Perché è successo questo, e gli athoniti possono ora essere considerati un faro spirituale per gli ortodossi?

L'11 dicembre 2020, l'abate del monastero athonita di Vatopedi, l'igumeno Ephraim (Kutsu), ha parlato per la prima volta online con i credenti ortodossi russi. Durante la conversazione, durata più di due ore, l'igumeno Ephraim è stato interrogato solo una volta sulla sua posizione sul problema più pressante dell'odierna ortodossia: l'assegnazione del Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del Patriarcato di Costantinopoli.

In generale, la lealtà alla Chiesa canonica, la lealtà alla Tradizione e alle tradizioni della Chiesa, in ultima analisi, la lealtà a Cristo dipende dalla risposta a questa domanda. Il Tomos ha già portato a una scissione nell'Ortodossia mondiale e a problemi di comunicazione inter-ortodossa. Inoltre, l'atteggiamento nei confronti del Tomos influisce in modo significativo sull'atteggiamento dei cristiani ortodossi nei confronti dei singoli monasteri del Monte Athos.

Pertanto, quando la domanda sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata sollevata durante una conversazione con l'anziano Ephraim, avevamo il diritto di aspettarci da lui una risposta equilibrata, teologicamente e canonicamente fondata. Inoltre, l'abate Ephraim non è solo popolare nel mondo ortodosso come "geronda" (anziano, o starets, ndc), ma è anche conosciuto come difensore della purezza dell'Ortodossia.

Tuttavia, la risposta dell'anziano non solo ci ha deluso, ma ci ha fatto riflettere ancora una volta sul fatto che i monaci athoniti possano essere considerati autorità spirituali incondizionate e se per alcuni di loro la lealtà al Fanar non sia più importante della lealtà a Cristo.

L'Athos e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": non possiamo fare nulla, o come è cambiato l'atteggiamento nei confronti dello scisma

Allora cosa ha risposto l'igumeno Ephraim? Rispondendo alla domanda del presidente della confraternita "Figli dell'Athos" Aleksandr Tuzenko sulla confusione dei credenti per la posizione degli athoniti sulla crisi ucraina, l'archimandrita ha detto che i monasteri dell'Athos stanno facendo tutto ciò che è in loro potere, ma non possono fare nulla per risolvere questo problema. "C'è un conflitto tra due Sinodi, due Chiese: quella di Mosca e quella Ecumenica, qui è un livello diverso e non possiamo fare nulla per aiutare", ha sottolineato il superiore di Vatopedi.

Ma è davvero così? Gli athoniti hanno davvero fatto e stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per risolvere il problema che è sorto, a loro avviso, tra "due Sinodi"? E la crisi ucraina è davvero solo un conflitto ordinario tra due Chiese, e non un crimine del patriarca Bartolomeo, che sta cercando di legalizzare ecclesialmente degli scismatici non ordinati?

Dal punto di vista dei cristiani ortodossi, il Santo Monte Athos è un luogo in cui vivono e si salvano veri asceti, il vero colore dell'Ortodossia. L'opinione espressa dagli athoniti ha spesso un peso maggiore delle parole di molti vescovi, quindi, sin dall'inizio dell'epopea della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la posizione dei monasteri athoniti è stata un punto di riferimento molto importante. Dopotutto, gli athoniti sono i veri difensori della purezza dell'Ortodossia, non sono in grado di "cedere" ai potenti di questo mondo. Oppure... ne sono capaci? L'archimandrita Ephraim è sempre stato un esempio di pastore per il quale gli interessi della Chiesa vengono "prima di tutto". La sua autorità era così alta che nessuno poteva nemmeno sospettare che potesse essere ammalato di "solidarietà ellenica", o di paura per la sua posizione.

È interessante risalire indietro e vedere come la sua posizione sugli scismatici ucraini sia gradualmente cambiata. L'igumeno del monastero di Vatopedi ha visitato più volte l'Ucraina e tre anni fa era considerato uno dei più devoti sostenitori della Chiesa canonica in Ucraina e un oppositore degli scismatici del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina".

In particolare, nel 2015, in un'intervista, ha detto: "Mi appello al popolo ucraino e chiedo loro di aderire alla Chiesa ortodossa canonica, guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij. E vi chiedo con amore di essere membri della Chiesa canonica. L'intera Montagna Santa accetta e riconosce solo la Chiesa ucraina canonica guidata dal metropolita Onufrij".

Nel dicembre del 2017, l'igumeno Ephraim ha fatto un appello al nostro popolo nell'ambito del progetto "La parola agli ucraini", dove ha detto quanto segue sullo scisma: "Lo scisma taglia come le forbici, e chi è entrato nello scisma deve capire: è già fuori dal seno della Chiesa... Noi qui, sul Monte Santo, siamo molto addolorati a causa dello scisma nella Chiesa ucraina, causato da Filaret. Pertanto, chiediamo a tutti i nostri fratelli che hanno lasciato la Chiesa canonica di ritornare sui loro passi, e chiediamo loro di tornare in seno alla Chiesa ortodossa canonica".

Siamo d'accordo sul fatto che queste parole non possono essere interpretate in alcun modo ambiguo. Testimoniano chiaramente che a quel tempo l'abate Ephraim si trovava chiaramente sulla posizione della Chiesa canonica e non era pronto a entrare in comunione con gli scismatici senza il loro pentimento. E quale è stata la nostra sorpresa quando, alla vigilia dell'assegnazione del Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", si è improvvisamente saputo che l'igumeno del monastero di Vatopedi sarebbe arrivato per la "intronizzazione" di Epifanij Dumenko.

Cambio di posizione: causa ed effetto

Cosa, o chi, ha fatto cambiare posizione all'autorevole anziano del mondo ortodosso?

È noto che il 17 aprile 2018, l'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina Geoffrey Pyatt ha visitato il monastero di Vatopedi all'Athos. Nello stesso luogo, a Vatopedi, ha incontrato uno dei principali iniziatori del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella Chiesa di Grecia, il metropolita Hierotheos di Navpaktos, dopo di che ha affermato che "abbiamo avuto un'importante discussione sull'Ortodossia nel mondo e sul sostegno degli Stati Uniti al Patriarcato ecumenico".

Il 12 ottobre 2018 (cioè diversi mesi prima del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"), l'abate Ephraim ha visitato la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Lì, i funzionari americani hanno tenuto con lui diverse conversazioni, il cui argomento principale era "gli affari del Patriarcato ecumenico, la riapertura della scuola teologica di Halki e la distruzione di chiese e monasteri da parte della Turchia a Cipro del Nord". È chiaro che la levatura della personalità dell'igumeno Ephraim non è tale da convocarlo al Dipartimento di Stato per parlare del seminario di Halki, ma è molto probabile che si sia parlato della partecipazione alla "intronizzazione" del capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e di dare a questa almeno un qualche status.

In realtà, questo è stato quasi raggiunto: l'igumeno Ephraim è venuto a Kiev. Inoltre, la pressione su di lui era stata così forte che è venuto anche dopo che la Sacra Comunità del Santo Monte Athos aveva deciso che i rappresentanti della confraternita monastica non avrebbero partecipato all'intronizzazione di Dumenko.

E costoro, a proposito, non hanno partecipato, mostrando una certa astuzia. L'igumeno del monastero Xenophontos, l'archimandrita Alexios, all'evento di Kiev ha rappresentato il Fanar, non l'Athos. E l'igumeno di Vatopedi, l'archimandrita Ephraim... improvvisamente si è ammalato. Inoltre, si è ammalato a tal punto da lasciare i confini dell'Ucraina e volare in Germania, dove ha subito un intervento al cuore.

Certo, non proviamo ad affermare che la malattia dell'anziano fosse semplicemente un motivo per non partecipare al "servizio divino" assieme agli scismatici, ma è questa idea che è probabilmente venuta in mente a tutti quelli che seguivano gli eventi in Ucraina in quel momento.

Quindi, ricordiamo, Dumenko visitò improvvisamente l'igumeno di Vatopedi nell'ospedale di Kiev, dopo di che  dichiarò che l'anziano Ephraim "gli augurava un servizio di successo come primate della Chiesa ortodossa dell'Ucraina". In seguito si è saputo che l'igumeno di Vatopedi non aveva detto queste parole...

Perché l'Athos non si è opposto al Fanar sulla questione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Tuttavia, anche senza il supporto verbale al capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il comportamento dell'anziano Ephraim è difficile da giustificare. Lo stesso arrivo a Kiev con l'intenzione di partecipare alla "intronizzazione a primate" di un laico senza alcun grado sacerdotale parla da sé. L'improvvisa malattia dell'anziano e la sua frettolosa "fuga" dall'Ucraina fanno pensare che abbia perfettamente compreso e compreso che i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono scismatici, con i quali è impossibile entrare in comunione eucaristica senza il loro pentimento preliminare. Perché allora ha anche solo accettato di partecipare a questa azione?

È impossibile giustificare canonicamente ciò che il Patriarcato di Costantinopoli ha fatto sul territorio dell'Ucraina. Ecco perché, quando gli è stato chiesto del suo atteggiamento nei confronti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'anziano Ephraim ha semplicemente evitato di rispondere. Ecco le sue parole: "Non dimenticate che il Santo Monte fa ufficialmente parte del Patriarcato ecumenico. Mi pongo questa domanda: se uno dei vescovi o dei monasteri andasse contro il patriarca di Mosca, come reagirebbe (il patriarca Bartolomeo, ndc) in questo caso? E anche noi siamo subordinati al Patriarcato ecumenico, apparteniamo alla sua Chiesa, e questo non significa che abbiamo smesso di amare i russi. Preghiamo anche per loro e preghiamo che ritorni l'unità".

Cioè, le uniche ragioni per cui l'abate Ephraim ha aderito alla posizione del Fanar è la subordinazione amministrativa dell'Athos al Patriarcato di Costantinopoli, oltre alla reazione negativa del patriarca Bartolomeo verso coloro "che andranno contro di lui". Ma un cristiano ortodosso non dovrebbe denunciare un suo fratello se quest'ultimo cade nell'eresia o causa uno scisma, anche se si tratta di un patriarca? Non ci sono casi nella storia della Chiesa in cui dei sacerdoti non sono stati d'accordo con vescovi eretici, o dei diaconi - con presbiteri eretici (ricordate il diacono Atanasio di Alessandria e il presbitero Ario), e dei monaci comuni, come Massimo il Confessore, - con la gerarchia della Chiesa?

Sappiamo che nella Chiesa cattolica ci sono molti aderenti all'ideologia LGBT e all'aborto. Se domani all'improvviso il patriarca Bartolomeo si troverà sulle stesse posizioni, lo sosterranno anche in tal caso all'Athos, perché lì "appartengono canonicamente al Patriarcato di Costantinopoli”? E questa non è una prospettiva così fantastica. Il mondo sta cambiando rapidamente e ciò che era "impossibile" ieri diventa "possibile" oggi e "giusto" domani.

La strana logica dell'anziano Ephraim, secondo cui il Monte Athos non dovrebbe opporsi all'illegalità del capo del Fanar perché è nella sua giurisdizione, non trova conferme nella storia stessa dell'Athos. Neppure nella storia del monastero, il cui superiore ha preso parte alla "intronizzazione" del laico e scismatico non ordinato Epifanij Dumenko. Stiamo parlando del monastero Xenophontos.

Com'era prima al Monte Athos l'atteggiamento verso il Fanar?

Nel 1972, Dimitrios (Papadopoulos) fu eletto patriarca di Costantinopoli, e decise di continuare la politica ecumenica e filocattolica del suo predecessore, il patriarca Athenagoras. A questa politica si opposero gli abitanti dei monasteri del Monte Athos, per i quali la verità era più cara della prosperità e dei "buoni rapporti" con il Fanar.

Di conseguenza, il Patriarcato di Costantinopoli decise di rimuovere dalla Montagna Santa l'igumeno del monastero Esphigmenou, l'archimandrita Athanasios, e altri tre monaci della confraternita di quel monastero. Nel 1974 seguì la decisione di privare l'archimandrita Athanasios del suo rango, cosa che comportò una violenta reazione dei monaci athoniti. Fu rimosso anche l'igumeno del monastero Aghiou Pavlou, l'archimandrita Andreas.

Circa quattrocento monaci firmarono una petizione per protestare contro questo tipo di azioni. Tutti questi igumeni e monaci decisero di smettere di commemorare il nome del capo del Fanar durante la Liturgia.

Successivamente, a causa di misure repressive, alcuni degli igumeni che avevano interrotto la commemorazione del patriarca ripresero a commemorarlo. Tuttavia, l'igumeno Evdokimos del monastero Xenophontos, che aveva vissuto in questo monastero per 49 anni, e negli ultimi 22 anni ne era stato il superiore, continuò a non commemorare il patriarca. Inoltre citiamo il "Nuovo Paterikon dell'Athos":

"Poi vennero da lui rappresentanti del patriarca ecumenico sotto la presidenza del metropolita Maximos di Stavroupolis. Dopo che padre Evdokimos spiegò i motivi per cui aveva smesso di commemorare il patriarca, il presidente della commissione gli chiese:

- Santo igumeno, quanti monaci ha nel suo monastero?

- Quale tipo di monaci? – chiese padre Evdokimos. – Quelli che mangiano o quelli che lavorano?

- Come osa parlare così?! – improvvisamente arrabbiato, esclamò il metropolita. – Non sa che le posso portare via il bastone che ha in mano?!

- Tenga, eminenza, lo porti via, – rispose umilmente padre Evdokimos e diede il bastone da igumeno al metropolita. – Non sono venuto qui per diventare un igumeno, ma per salvare la mia anima".

Così il 10 marzo 1974, per decisione patriarcale, padre Evdokimos fu privato dell'igumenato. Successivamente, il governatore del Monte Athos, il signor Kriekukias, a sua disposizione ordinò "all'abate Evdokimos del monastero Xenophontou di ritirarsi dal monastero, poiché continua a occupare la stessa posizione spirituale".

L'igumeno Evdokimos morì nel 1990. L'unico monastero che lo accettò fu il monastero Dochiariou. L'anziano si umiliò e si addormentò nel Signore circondato da disprezzo e umiliazione. La sua sepoltura fu presieduta dall'abate del monastero Xenophontou, Alexios (eh sì, lo stesso che è venuto a Kiev nel 2018 per "intronizzare" Dumenko). Il giorno dopo la morte di padre Evdokimos, il suo perdono arrivò dal Fanar...

Tuttavia, anche dopo l'anziano Evdokimos, ci sono stati monaci sul monte Athos che hanno denunciato le attività pro-cattoliche del Fanar. Per esempio, nel 1984, il consiglio dei venti monasteri athoniti fece la seguente dichiarazione: "Ormai da diversi anni ci sentiamo profondamente a disagio per una sorta di tradimento che vediamo da parte di alcune Chiese ortodosse autocefale locali, nonché da parte di singoli vescovi. ...Se chi si è smarrito non si correggerà, saremo costretti a prendere una decisione ufficiale su questo tema" (Ορθοδοξος τυπος n. 595 del 24 febbraio 1984).

Dopo l'incontro del patriarca Dimitrios e di papa Giovanni Paolo II, la Montagna Santa inviò a Istanbul l'igumeno del monastero di Kutlumusiou Christodoulos, l'igumeno del monastero di Iviron Vasilios e l'igumeno del monastero di Grigoriou Grigorios come loro rappresentanti per protestare contro questo incontro e contro il prossimo "dialogo" tra Roma e il Fanar.

In questo contesto, le parole dell'abate Ephraim che "siamo nella giurisdizione del patriarca di Costantinopoli" e "non possiamo aiutare in alcun modo" sembrano molto impotenti e strane. Cosa è successo all'Athos?

L'Athos ha cessato di essere un "frangiflutti delle eresie"

Per avere una risposta a questa domanda, passiamo a una pubblicazione del metropolita Seraphim del Pireo della Chiesa ortodossa di Grecia, egli stesso in passato residente sul Santo Monte, che oggi è un'autorità spirituale per la maggioranza dei cristiani in Grecia.

Nel suo articolo di critica all'opuscolo del monaco Nikitas di Pantokrator, sostenitore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e del Fanar, il metropolita Seraphim osserva che "il grave degrado spirituale e la caduta dell'attuale Monte Athos sono già diventate le solite tristi conclusioni per molte persone spirituali e personaggi famosi che seguono gli eventi del Monte Athos e la presenza generale dei monaci athoniti nel mondo ecclesiale contemporaneo".

Il metropolita ha sottolineato che per quasi un decennio della sua permanenza sul Santo Monte, ha incontrato molti pii asceti, che possono essere un esempio per i cristiani. Tuttavia, "con angoscia scopriamo che, sfortunatamente, il moderno Monte Athos, un tempo roccaforte dell'Ortodossia, un frangiflutti di eresie, che ha dato al mondo un certo numero di santi, asceti e confessori di fede, non ha nulla in comune con l'Athos della nostra giovinezza, che esisteva circa 35 anni fa"...

Il metropolita Seraphim scrive che "oggi vediamo l'Athos, spiritualmente irriconoscibile, spaventato e schiavo della sua autorità ecclesiastica, pronto ad obbedire agli ordini del Fanar, anche se in molti casi questi non corrispondono alla verità... Vediamo la Montagna Santa senza pulsazioni e vitalità... La Montagna Santa, che oscilla tra eresia e ortodossia, incapace di formulare un discorso teologico, incapace di parlare contro l'eresia e chi la promuove, da qualunque parte provenga".

Il metropolita ha osservato che queste conclusioni non si applicano a tutti i monasteri dell'Athos, perché tra loro ci sono i monasteri di Grigoriou, Karakallou, Konstamonitou e Philotheou, "così come diversi monaci in eremi e celle" che resistono all'illegalità del Fanar, ma, in generale, l'immagine è abbastanza triste...

Per molti cristiani ortodossi, queste parole del metropolita della Chiesa di Grecia diventeranno la verità scioccante che "non è tutto oro quel che luccica". Da sempre, in ogni momento, la Chiesa ha chiamato i cristiani alla sobrietà, il che significa la capacità di trarre conclusioni corrette. Nella nostra situazione, questo significa che se alcuni rappresentanti dell'Athos, invece di servire la Verità e Cristo, hanno scelto il servizio al Fanar, non possono essere guide ed esempi nella vita spirituale.

Queste persone non sono in grado di giustificare la loro posizione secondo i canoni ecclesiastici, perché agiscono esclusivamente per compiacere gli uomini o per paura – paura per la loro vita, paura per la reputazione, paura di far arrabbiare il capo del Fanar e perdere la cattedra d'igumeno o un posto in un monastero. E se un monaco ha paura di denunciare un eretico e uno scismatico, allora che consiglio può dare riguardo alla vita spirituale? Nessuno.

Ma la storia conosce altri esempi in cui i monaci athoniti sono rimasti nella Verità e sono stati pronti a sopportare disagi e difficoltà, per non perdere Cristo. Ci auguriamo che anche oggi sul Santo Monte ci siano tali asceti che alzeranno la voce in difesa della Chiesa. Di fatto è persino difficile immaginare un diverso sviluppo degli eventi...

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