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  Un appello all'unità dalla Chiesa ortodossa polacca sofferente

Orthochristian.com, 16 dicembre 2020

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foto: sputniknews.com

Sua Beatitudine il metropolita Sawa di Varsavia e di tutta la Polonia e l'intero episcopato della Chiesa ortodossa polacca si sono dimostrati tra i più ardenti sostenitori di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina e della Chiesa ortodossa ucraina canonica mentre la crisi dell'autocefalia guidata dal Patriarcato di Costantinopoli continua a svilupparsi.

Nel maggio del 2018, il Sinodo della Chiesa polacca ha sottolineato la necessità di pentimento da parte degli scismatici ucraini prima di ammetterli di nuovo nella Chiesa, e di una discussione pan-ortodossa sul conferimento dell'autocefalia; alla fine del settembre 2018, il metropolita Sawa ha rinnovato personalmente l'appello al patriarca Bartolomeo di convocare un concilio pan-ortodosso per risolvere la crisi ucraina; il 16 novembre 2018 il Concilio episcopale della Chiesa polacca ha vietato al suo clero la comunione liturgica o di preghiera con gli scismatici ucraini; il metropolita Sawa ha scritto una lettera personale di sostegno al metropolita Onufrij a metà dicembre del 2018 in seguito allo scandaloso “concilio d'unificazione”, che, agli occhi di Costantinopoli, ha rimosso il metropolita Onufrij come metropolita canonico di Kiev; nel gennaio del 2019, il metropolita Sawa ha specificamente respinto la richiesta del patriarca Bartolomeo di riconoscere la nuova struttura ucraina e di commemorare il suo primate, il "metropolita" Epifanij Dumenko, alla Divina Liturgia; e nell'ottobre del 2019, il Concilio episcopale polacco ha dichiarato che ammettere gli scismatici nella Chiesa viola l'unità eucaristica.

Il 14 dicembre di quest'anno, la Chiesa ortodossa polacca ha inviato una lettera a sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e tutta l'Ucraina esprimendo preoccupazione per l'unità dell'Ortodossia nel mondo moderno. Il Dipartimento per l'informazione e l'educazione della Chiesa ortodossa ucraina ha pubblicato integralmente il documento.

* * *

La Chiesa ortodossa polacca, preoccupata per le tentazioni di divisione nell'unità dell'Ortodossia, si rivolge a tutti gli ortodossi con il seguente appello evangelico:

Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Gal 3:28).

Queste parole della Sacra Scrittura testimoniano che non ci sono confini per Cristo e per il suo insegnamento. Questo è un fatto e una norma per la missione spirituale ortodossa, il che significa che i confini, nella comprensione umana, non possono svolgervi un ruolo significativo. Per le persone di fede ortodossa, la cosa più importante è diffondere gli insegnamenti di Cristo crocifisso e risorto. Solo in lui e attraverso di lui il mondo riceve la salvezza. Le relazioni umane e la comprensione dei confini geografici non hanno qui alcun significato.

La missione di predicare la verità della salvezza in Cristo è responsabilità di tutti i cristiani ortodossi, a cominciare dai patriarchi, metropoliti e vescovi, sacerdoti e monaci e semplici fedeli. Abbiamo tutti la responsabilità di predicare questa verità. Pertanto, la salvezza di noi stessi e degli altri dipende dalla nostra diligenza. Dopo tutto, ogni credente desidera nella sua vita soprattutto la salvezza e la vita eterna.

Questa è la strada che hanno seguito i nostri antenati: gli apostoli, i martiri, i confessori e gli eremiti. È grazie alla loro missione che l'Ortodossia ora esiste nell'est e nell'ovest, nel nord e nel sud. I confini statali amministrativi che ora esistono non possono violare la missione della santa Chiesa e la sua unità.

Infatti, nella Chiesa non c'è né greco, né ebreo, né slavo, né romeno, tedesco, etiope o qualsiasi altro popolo. Siamo tutti di Cristo. L'apostolo Paolo ce lo confermò, dicendo: Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti (1 Cor 1:10). Queste parole non significano davvero nulla per noi oggi?

La divisione sperimentata dalla moderna Ortodossia non è favorevole alla diffusione dell'insegnamento di Cristo predicato dalla Chiesa santa, cattolica e apostolica, ma piuttosto a una tentazione crescente. Noi abbiamo qualcosa a cui pensare, ma ciò è possibile solo nello spirito di amore e unità in Cristo. Se non ci occupiamo di questa divisione temporale, lo faranno le generazioni future. Ma cosa potranno imparare da noi e cosa scriveranno di noi?

I santi apostoli Cirillo e Metodio portarono gli insegnamenti di Cristo della santa Chiesa ortodossa nella terra della Grande Moravia, e poi ai cechi, ai polani e vistolani e ad altri popoli. Da lì, si diffusero tra i lemko e i russini. Tutto ciò è avvenuto sul territorio del moderno stato polacco. Il battesimo della Rus' di Kiev è avvenuto molto più tardi. Questa cronologia ha un significato quando si tratta della nostra salvezza grazie a questa missione?

Alla luce di questi fatti storici, i moderni disaccordi tra le Chiese e la prova della nostra esattezza non hanno importanza vitale. Dopo tutto, nella società odierna, che è distrutta dalle divisioni, la cosa più importante è che rimaniamo discepoli e figli della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica – il corpo mistico di Cristo. Le debolezze puramente umane e le nostre ambizioni a questo riguardo non dovrebbero avere posto tra noi.

Il primato d'onore e di rispetto per il primo tra noi, nonché il posto di "angelo" di questa Chiesa, è stato plasmato dalla storia. Tuttavia, questo processo si è modellato sulla predicazione evangelica dell'amore del maggiore per il minore. Dopo tutto, il primato nella Chiesa consiste nel servire i deboli, secondo le parole di Cristo: Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti (Mc 9:35). Queste parole sono rivolte a ogni credente, chierico o laico. In una situazione così difficile, il primo sarà colui che tende una mano di riconciliazione, aiutando così a superare la divisione.

Naturalmente, la storia ha definito i confini amministrativi dei singoli popoli. Non perdiamo quello che abbiamo! Non violiamo la volontà e le istituzioni dei nostri antenati! Uniamoci attorno alla Divina Liturgia e non dissipiamo la nostra forza spirituale su questioni di secondaria importanza per la nostra salvezza!

Oggi, il nemico dell'umanità – il diavolo – sta facendo di tutto per disintegrare i cristiani ortodossi e la loro Chiesa. Soprattutto, è tormentato dall'unità espressa nella preghiera liturgica comune. Non aiutiamolo nelle sue intenzioni empie, ma resistiamo alla tentazione della divisione. Questo ci è richiesto da Dio, dalla santa Ortodossia, dalla storia e dal futuro della nostra Chiesa.

Questo appello è il grido della lunga sofferenza della Chiesa ortodossa polacca, che chiama tutti noi a tornare in sé di fronte ai fenomeni negativi della Chiesa nell'Ortodossia moderna.

Signore, benedici la tua Chiesa e aiutaci a vincere le tentazioni che ci tormentano.

"Signore, rafforza la santa fede ortodossa, la fede dei cristiani ortodossi, nei secoli dei secoli!"

A nome del santo Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa autocefala polacca,

il presidente

+Sawa

metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia

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