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  Il capo del Fanar si trasferirà da Istanbul agli USA?

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 16 ottobre 2020

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il centro della Chiesa di Costantinopoli potrebbe essere trasferito negli Stati Uniti. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli ha annunciato la creazione di un nuovo Statuto dell'Arcidiocesi d'America. Perché il Fanar ha bisogno di uno Statuto nuovo?

Il 6 ottobre 2020, il Sinodo del Fanar ha deciso di sospendere lo Statuto dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America e ha annunciato la creazione di uno Statuto nuovo.

Commentando questa risoluzione sinodale, il capo dell'Arcidiocesi d'America, l'arcivescovo Elpidophoros, ha affermato: "Oggi ci sentiamo benedetti perché con questa decisione il Patriarcato ecumenico ci offre la grande opportunità di immaginare e progettare insieme la nostra Chiesa in vista del suo centesimo anniversario". Ha assicurato che per il nuovo Statuto sarà creato un comitato congiunto, che includerà rappresentanti del clero e dei laici dell'arcidiocesi e rappresentanti del Fanar. Inoltre, Elpidophoros ha ringraziato il "leader dell'Ortodossia", il patriarca Bartolomeo, per "una meravigliosa opportunità di ricostruire la nostra arcidiocesi da zero".

Alla luce dell'esistenza quasi centenaria dell'arcidiocesi del Fanar negli Stati Uniti, queste affermazioni sembrano molto strane. Dopotutto, Elpidophoros non è venuto in un posto vuoto. Che cosa significano, quindi, le parole sulla "ricostruzione da zero": distruggere la vecchia struttura al suolo o riformattarla per nuove realtà? Oppure, come giustamente chiedono gli Stati Uniti, riformattarla per l'attuale capo dell'arcidiocesi? Per rispondere a queste domande, dobbiamo tornare agli eventi che hanno portato Elpidophoros alla carica di capo dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America.

Storia della "elezione" di Elpidophoros

All'inizio degli anni 2000, quando l'arcivescovo Demetrios divenne il capo dell'arcidiocesi greco-ortodossa d'America, il patriarca Bartolomeo tentò di subordinare l'amministrazione di questa struttura nominandovi una "sua" persona. Pertanto, dall'anno 2008 in poi, il patriarca Bartolomeo ha cercato di convincere l'arcivescovo Demetrios a dimettersi, cosa questi che ha sempre rifiutato. Solo nel 2019, dopo un altro incontro personale con il capo del Fanar, il novantunenne arcivescovo ha annunciato il suo ritiro. L'11 maggio, il servizio stampa del Patriarcato di Costantinopoli ha riferito che al Sinodo che si era appena tenuto l'arcivescovo Elpidophoros (al secolo Ioannis Lambriniadis) era stato eletto (e di fatto nominato, ndc) fra i tre candidati alla carica di capo dell'arcidiocesi d'America. A metà giugno, dopo la sua intronizzazione a New York, l'arcivescovo Elpidophoros è arrivato a dirigere la struttura fanariota negli Stati Uniti.

Cittadino turco e originario di Istanbul, Lambriniadis viveva già da tempo negli Stati Uniti. È stato lui a parlare nel 2009 alla Brooklyn Orthodox Theological School of the Holy Cross con un appello a snellire l'ordine canonico della Chiesa ortodossa nei continenti americani e a unirsi sotto l'omoforio di Costantinopoli. Inoltre, Lambriniadis è l'autore del concetto del "primo senza eguali", secondo il quale il patriarca di Costantinopoli è il leader dell'Ortodossia mondiale.

Allo stesso tempo, tenendo conto del processo della sua "elezione", la comparsa dell'arcivescovo Elpidophoros presso la sede americana è stata associata quasi dall'inizio a una serie di scandali e malcontento. Innanzitutto, fra i tre candidati al trono, non c'era un solo rappresentante dell'arcidiocesi americana.

In secondo luogo, le "elezioni" stesse si sono svolte in gran fretta. Giudicate voi stessi: il 4 maggio l'arcivescovo Demetrios si è dimesso. Il 9 maggio il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico ha accettato le sue dimissioni. Il 10 maggio il servizio stampa del Fanar (su richiesta del Consiglio dell'Arcidiocesi) ha assicurato che le elezioni per il posto di capo della struttura americana si sarebbero svolte non prima di metà di giugno, e già l'11 maggio (il giorno dopo!) si è saputo che i fanarioti avevano votato per la nomina di Elpidophoros.

In terzo luogo, in America si credeva abbastanza a ragione che la procedura canonica fosse stata violata durante le elezioni. Così, dice una fonte del servizio stampa RIA Novosti, secondo i canoni "si deve tenere il Sinodo diocesano perché proponga i suoi candidati, e l'elenco del Patriarcato deve includere almeno uno di loro. Ma tra i tre candidati non c'era nessuno dei metropoliti americani. Questa è una grande offesa ai metropoliti – ce ne sono otto in America". Inoltre, il Fanar ha ignorato lo Statuto dell'Arcidiocesi d'America, secondo il quale" dovrebbe essere presa in considerazione l'opinione dei sinodi locali e delle riunioni di clero e laici.. Questo funziona a tutti i livelli: anche i preti e i metropoliti non possono fare quello che vogliono".

Va sottolineato qui che l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America non è solo la più grande unità del Patriarcato di Costantinopoli, ma anche quella che più ama la libertà. Ama così tanto la libertà che uno dei greci più ricchi d'America, Efstathios Valiotis, ne ha sostenuto l'autocefalia nel 2018. E non c'è dubbio che non abbia espresso solo la sua opinione personale.

In una parola, la storia delle "elezioni" di Elpidophoros negli Stati Uniti ha reso finalmente chiaro che il Fanar è determinato a cambiare la situazione nell'arcidiocesi. Per attuare questi piani, è necessario adottare misure specifiche, tra le quali, secondo il Fanar, c'è una "pulizia" di tutti gli scontenti. In questo contesto, le rimozioni dei metropoliti di Boston e del New Jersey, di cui abbiamo scritto, sembrano abbastanza logici – vogliono mostrare a tutti gli altri vescovi che il Fanar intende agire con decisione e spietatamente. La stesura dello Statuto è il passo successivo.

Cosa c'è di sbagliato nel "vecchio" Statuto e perché è necessario quello "nuovo"?

Secondo l'attuale struttura dell'Arcidiocesi, la Chiesa greca negli Stati Uniti è costituita da un distretto arcivescovile (che comprende le parrocchie di New York) e da otto metropolie (Boston, Pittsburgh, New Jersey, Atlanta, Detroit, Chicago, Denver e San Francisco).

Il capo dell'Arcidiocesi non ha poteri reali o diritti giurisdizionali negli affari di ogni metropolita. Una tale struttura è apparsa nel 1997 come risposta del Patriarcato di Costantinopoli al tentativo dell'allora Arcivescovo Iakovos di unire le Chiese ortodosse di tutte le giurisdizioni in un'unica Chiesa americana.

A quel tempo, nel tentativo di mantenere il controllo sulle Chiese nell'emisfero occidentale, il Patriarca Bartolomeo ha diviso la Chiesa in entità separate, creando metropolie a Buenos Aires, in America Centrale, Messico, Stati Uniti e Canada.

Nel caso degli Stati Uniti, Bartolomeo ha diviso il Paese in otto metropolie, ognuna delle quali era direttamente subordinata a lui, e un "distretto arcivescovile", che era sotto la giurisdizione dell'arcidiocesi.

Era un classico esempio del principio "divide et impera" e un chiaro tentativo di dividere un'entità potente e unificata (allora governata dall'arcivescovo Iakovos) al fine di mantenere il controllo dell'intero emisfero occidentale. Avendo creato formazioni più piccole che erano direttamente subordinate al Patriarcato di Costantinopoli, il capo del Fanar ha indebolito il più possibile i poteri del capo dell'arcidiocesi.

Il processo è ora invertito. Avendo deciso di abolire la vecchia Carta, il Fanar intende ovviamente modificarla, e secondo la nuova versione le metropolie indipendenti dell'Arcidiocesi d'America saranno sotto la giurisdizione e il controllo diretto del capo dell'Arcidiocesi. È del tutto possibile che le metropolie esistenti, che hanno un certo status nella tradizione greca, saranno ridotte allo status di diocesi. In questo caso, tutti i capi diocesani riporteranno direttamente a New York.

Una conferma indiretta di un simile scenario può essere vista nelle parole di Elpidophoros, che, commentando l'abolizione dello Statuto, ha affermato: "Abbiamo appena ricevuto una meravigliosa opportunità di ricostruire la nostra arcidiocesi da zero..."

In altre parole, la decisione di redigere lo Statuto dell'arcidiocesi americana del Fanar è stata dettata dalla volontà di riportarla a un chiaro governo centralizzato, che privasse le metropolie della loro libertà. Il nuovo Statuto proteggerà il capo dell'arcidiocesi da tutti i tipi di correnti e problemi "sottomarini" – per esempio, l'unificazione di tutte le giurisdizioni americane in una con il ritiro dalla subordinazione al Fanar, o i ribelli scontenti, come nel caso di Boston e nel New Jersey.

Un'altra domanda è: perché Bartolomeo dovrebbe fare tutto ciò? Dopotutto, la situazione potrebbe prima o poi sfuggire al controllo e tornare alla situazione che era sotto l'arcivescovo Iakovos – con il desiderio di autocefalia e separazione da Costantinopoli. Non è un rischio? In una certa misura, lo è. A meno che non su sappia che i fanarioti pianificano le loro azioni per molti anni a venire (Elpidophoros parla di 100 anni) e stanno già pensando a cosa attende l'Arcidiocesi e il Patriarcato in futuro. Ed ecco la cosa più interessante.

Un "nuovo" statuto per un nuovo capo?

Sulla base delle recenti azioni del governo turco per trasformare i due oggetti più significativi del patrimonio spirituale ortodosso – la chiesa di Santa Sofia e il monastero di Chora a Istanbul – in moschee, si può concludere che non ci sarà una vita tranquilla per i fanarioti in Turchia. Al momento, i rapporti tra Istanbul e il Fanar sono già tesi, e se ricordiamo la situazione con il tentato colpo di stato e le accuse al patriarca Bartolomeo di legami con l'istigatore di questo colpo di stato, Fetullah Güllen, è ovvio che prima o in seguito le autorità turche solleveranno la questione dell'esistenza stessa del Patriarcato di Costantinopoli sul loro territorio. A ciò si aggiunge il conflitto tra Turchia e Grecia e Cipro, ed è chiaro che l'eventuale allontanamento del patriarca "ellenico" da Istanbul è solo questione di tempo.

Allo stesso tempo, il patriarca Bartolomeo ha già 80 anni e si dice da tempo che l'arcivescovo Elpidophoros diventerà il prossimo patriarca. La domanda è: sarà in grado di svolgere le sue funzioni a Istanbul? Difficilmente. Sia per le ragioni sopra menzionate, sia perché molto probabilmente è etnicamente curdo. E dire che un curdo si stabilirà al Fanar, nel cuore stesso della Turchia islamica, è possibile solo in fantasie molto audaci.

Pertanto, si può presumere che l'epopea della revisione dello Statuto sia il primo passo verso il trasferimento della sede patriarcale di Costantinopoli da Istanbul agli Stati Uniti. Per questo, è necessario subordinare tutte le metropolie americane a un unico centro con sede a New York. Se Elpidophoros diventa patriarca di Costantinopoli, la decisione di rivedere lo Statuto è abbastanza logica: lo cambia a beneficio di se stesso.

D'altra parte, se la sede dei fanarioti rimane a Istanbul e qualcun altro, non Elpidophoros, diventa patriarca (cosa improbabile), allora in questo caso, il nuovo Statuto è vantaggioso per l'attuale capo dell'Arcidiocesi, poiché gli dà un vero potere forte.

Allo stesso tempo, anche la sospensione sinodale del vecchio Statuto significa che in America ora tutto è deciso da una persona: Elpidophoros. Infatti, avendo sospeso lo Statuto dell'Arcidiocesi, il Sinodo ha mostrato chiaramente che l'intera struttura americana può funzionare normalmente senza lo Statuto attuale ed essere governata da un solo vescovo.

Il fatto che lo Statuto sia cambiato esclusivamente per Elpidophoros è detto a gran voce negli Stati Uniti. Inoltre, i greci americani tendono a pensare che questo non sia solo un desiderio di gestire l'Arcidiocesi amministrativamente ma anche finanziariamente. E la cosa più interessante è mettere tutto il clero in diretta dipendenza dalle decisioni del governo centrale di New York.

Fonti interne all'Arcidiocesi riferiscono che Elpidophoros ha inviato pochi giorni fa una lettera a padre James T. Paris, presidente del Comitato per i Benefici dell'Arcidiocesi, affermando che il capo dell'Arcidiocesi vuole nominare personalmente almeno tre membri di sua scelta nel sottocomitato amministrativo del suddetto comitato. Ciò è necessario per assumere il controllo di tutti i benefici (compresi i benefici pensionistici) che vengono corrisposti ai sacerdoti. Tuttavia, questa organizzazione è indipendente e ha un proprio Statuto, come è ststo fatto notare all'arcivescovo Elpidophoros.

Questo fatto, oltre alla futura stesura dello Statuto, ha portato al fatto che, secondo le informazioni disponibili, almeno dieci parrocchie hanno già bloccato i loro pagamenti mensili a New York. Una lettera di un parroco, che si rivolge ai suoi parrocchiani su tutto ciò che sta accadendo, è apparsa sui media greco-americani. Secondo lui, "un parroco tradizionalmente si astiene dall'offrire qualsiasi sostegno a qualsiasi decisione che implichi andare contro l'arcidiocesi". Tuttavia, scrive, "direi che da quando l'arcivescovo Elpidophoros ha sospeso li Statuto, i regolamenti che erano in vigore non si applicano più poiché attualmente non c'è più l'Arcidiocesi. L'arcivescovo Elpidophoros non ha autorità canonica su questa parrocchia o su di me come sacerdote. In qualità di padre spirituale di questa comunità, credo che sia nel nostro migliore interesse iniziare immediatamente a discutere la possibilità di bloccare i nostri pagamenti mensili a New York fino a quando non ci saranno più ambiguità sulla nuova visione che si sta creando a New York".

E ancora: "Vorrei anche esprimere il mio pensiero che il consiglio parrocchiale non deve preoccuparsi delle conseguenze (per esempio, la perdita del sacerdote) andando avanti con questa decisione. Il nostro metropolita è più deciso a perdere il proprio lavoro in questo momento che a prestare attenzione a quali parrocchie stanno pagando le loro quote e quali no. Con la protezione di Dio, staremo bene".

* * *

Qual è la linea di fondo? È abbastanza ovvio che l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America stia attraversando una nuova crisi. E, come prima, questa crisi è nata a causa delle azioni dure e imperiose del Patriarcato di Costantinopoli. Ovviamente, questo non significa che la struttura del Fanar negli Stati Uniti crollerà e cesserà di esistere: i legami all'interno delle comunità greche sono troppo forti. Tuttavia, non si può nemmeno escludere che la fermentazione possa portare a una scissione nell'Arcidiocesi. Per esempio, diverse parrocchie hanno già annunciato la loro intenzione di passare alla giurisdizione del Patriarcato di Antiochia.

Particolarmente suggestivo in questa situazione è il contrasto tra le dichiarazioni del Fanar sulla difesa dei "diritti democratici" delle Chiese nei territori canonici stranieri e una vera e propria tirannia nelle proprie strutture. Questo si vede più chiaramente nella tesi "ogni Stato ha diritto alla propria Chiesa autocefala". Di tutti gli stati, gli Stati Uniti hanno sicuramente il diritto alla propria Chiesa autocefala, così come la Finlandia, l'Australia e altri paesi.

Ovviamente, al momento, l'arcivescovo Elpidophoros, attraverso il Fanar, sta tentando di mettere le mani sull'America. E in questo senso, non importa se lo sta facendo per le sue ambizioni personali o se stia semplicemente seguendo le istruzioni del patriarca Bartolomeo. Ciò che importa è se si stia preparando uno storico colpo di stato in relazione al trasferimento della sede del Patriarcato di Costantinopoli da Istanbul a New York o se dietro a tutto ciò ci sia il desiderio del Fanar di controllare completamente i suoi confini giurisdizionali. Lo scopriremo presto.

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