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  Uno scenario ucraino per la "Chiesa" macedone

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 9 ottobre 2020

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l'autocefalia della Chiesa macedone è uno degli enigmi della politica globale del Fanar. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Fanar ha dichiarato la necessità di sanare lo scisma nella Macedonia del Nord. Cos'è lo scisma e come intende "sanarlo" Costantinopoli?

Nelle recenti dichiarazioni dei rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli, c'è stata una crescente menzione della cosiddetta "Chiesa ortodossa macedone" o "Chiesa di Skopje", che risuona nel contesto di una legalizzazione di questa struttura non riconosciuta dall'Ortodossia mondiale. E sembra che in relazione all'attribuzione dell'autocefalia alla "Chiesa ortodossa macedone", il Fanar proverà ad applicare una delle varianti dello "scenario ucraino", ovvero lo scenario della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

La cosiddetta "Chiesa ortodossa macedone" è una struttura religiosa scismatica che esiste nel territorio della Macedonia del Nord e della diaspora macedone. Nel 1967 proclamò la sua autocefalia e si ritirò dalla Chiesa ortodossa serba, nella quale era stata autonoma dal 1958. Tali azioni furono apertamente sostenute dal governo macedone, i cui membri erano presenti alla nomina di un arcivescovo della "Chiesa ortodossa macedone". Nessuna delle Chiese ortodosse locali ha riconosciuto "l'autocefalia" dei macedoni e nel 2005 il Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa serba ha scomunicato i credenti di questa struttura ecclesiale.

Sin dal suo inizio, la "Chiesa ortodossa macedone" ha collaborato strettamente con lo stato. Inoltre, uno dei motivi per cui le autorità hanno sostenuto così attivamente "l'indipendenza" della cosiddetta Chiesa macedone è stato quello di stabilire il controllo sulla diaspora macedone, perché, secondo l'arcivescovo Jovan (Vranishkovski), "gli altri servizi pubblici hanno fallito".

Il 23 gennaio 2004, le autorità macedoni hanno emesso la "Dichiarazione a sostegno della Chiesa ortodossa macedone", secondo la quale solo questa Chiesa è riconosciuta come legittima nel paese, mentre l'arcidiocesi autonoma di Ohrid del Patriarcato serbo è privata della registrazione e messa fuori legge.

Furono fatti dei tentativi di sanare lo scisma macedone all'inizio degli anni 2000. Allora 4 vescovi della Chiesa ortodossa serba e 3 vescovi della "Chiesa ortodossa macedone" firmarono un accordo, che fu poi respinto dai macedoni su pressione delle autorità.

Nel giugno 2005 le autorità macedoni hanno fatto appello al capo del Fanar, il patriarca Bartolomeo, proponendogli di mediare nel conflitto con la Chiesa serba, ma non hanno ricevuto risposta positiva.

Dodici anni dopo, il 23 novembre 2017, il Sinodo della "Chiesa ortodossa macedone" ha dichiarato di riconoscere il Patriarcato bulgaro come sua "Chiesa madre". In risposta a questa decisione, il Sinodo della Chiesa bulgara si è impegnato a "fornire piena assistenza, intercessione e mediazione a le Chiese ortodosse locali facendo tutto il necessario per stabilire uno status canonico alla Chiesa ortodossa macedone". Questa decisione è stata osteggiata dalla Chiesa ortodossa di Grecia, che ha considerato che i bulgari non avevano il diritto di interferire con la giurisdizione della Chiesa serba. All'epoca, sembrava che lo scisma macedone potesse essere superato solo attraverso mezzi canonici e con la partecipazione diretta del Patriarcato serbo. Tuttavia, dal 2018 (cioè, di fatto, in parallelo con la fornitura del Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") il Patriarcato di Costantinopoli è attivamente intervenuto nel "processo macedone".

Il Fanar e la Macedonia

Il 9 febbraio 2018, il Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli ha dichiarato che i negoziati tra la Chiesa bulgara e la Chiesa ortodossa non riconosciuta nella "ex Repubblica jugoslava di Macedonia" erano non canonici. Poco dopo, il capo del Fanar, commentando la richiesta di riconoscimento della "Chiesa ortodossa macedone", ha affermato che il termine "Macedonia" o i suoi derivati ​​non sarebbero stati utilizzati nel suo nome, e l'intervento dei bulgari nella questione del riconoscimento della "Chiesa ortodossa macedone" non è canonico, perché "il Patriarcato di Costantinopoli è la Chiesa madre di tutti i popoli balcanici".

Nel maggio 2018 il Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli, su richiesta del primo ministro macedone Zoran Zaev, ha promesso di risolvere la "questione macedone". A luglio si è saputo che Zaev era pronto a pagare denaro sonante al Fanar per una risoluzione positiva della questione. L'11 gennaio 2019, il vescovo del Fanar Daniil (Zelinskij), che ha avuto la parte più attiva nella concessione del Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Uraina", ha affermato che "ogni nazione che vuole avere la propria Chiesa ortodossa dovrebbe avere il diritto di stabilirla perché sia riconosciuta da parte delle altre Chiese ortodosse, anche quando si tratta di Macedonia e Montenegro".

Nel gennaio 2020, la questione del riconoscimento della "Chiesa ortodossa macedone" da parte del Fanar è entrata nella sua fase più attiva. Dopo la sua visita a Istanbul, Zoran Zaev, sull'esempio di Petro Poroshenko, ha scirtto una lettera al patriarca Bartolomeo chiedendo l'autocefalia della "Chiesa ortodossa macedone – Arcidiocesi di Ohrid". Da notare che il capo della struttura scismatica, "l'arcivescovo "Stefan (Velianovski) di Ohrid e Macedonia, giustificando la necessità dell'autocefalia, non ne fornisce un solo argomento ecclesiale. Secondo lui, "l'indipendenza ecclesiastica contribuirà all'unificazione della nazione".

Tuttavia, i greci, che non riconoscono la Macedonia del Nord, rimangono un problema piuttosto grosso per i fanarioti in questa situazione. Inoltre, il metropolita Theoklitos (Passalis) di Florina, Prespai ed Eordaia ha affermato che a Skopje "non esiste una chiesa macedone" e quindi, a suo parere personale, "il patriarca Bartolomeo non dovrebbe concedere loro l'autocefalia".

Molto probabilmente, il metropolita di Florina non è solo nella sua posizione sulla questione dell'autocefalia per la "Chiesa ortodossa macedone", perché il giorno successivo alla sua domanda, un altro rappresentante della Chiesa greco-ortodossa, il metropolita Gabriel (Papanicolaou) di Nea Ionia e Filadelfia, è arrivato al Fanar. La risorsa greca "Romfea", riferendosi a proprie fonti, afferma che il metropolita Gabriel è arrivato al Fanar su richiesta dell'arcivescovo Ieronymos, primate della Chiesa di Grecia, per "trasmettere al patriarca ecumenico Bartolomeo le preoccupazioni " sulla questione dell'autocefalia per la Macedonia settentrionale. Probabilmente, il vescovo della Chiesa greca ha cercato di concordare con il capo del Fanar una formula accettabile per riconoscere gli scismatici macedoni. La formula escluderebbe per il paese "l'autocefalia", non riconosciuta dai greci. La stessa "Romfea" scrive che il patriarca Bartolomeo ha chiarito al metropolita Gabriel di non avere alcuna intenzione di "concedere l'autocefalia alla cosiddetta Chiesa macedone", e ha promesso di mantenere la Chiesa di Grecia aggiornata su tutti i passi compiuti in questo campo. Lo stesso giorno, il 2 ottobre, il Patriarcato ecumenico ha pubblicato una rassegna stampa piuttosto ampia, sottolineando che al momento "non è in questione un'autocefalia per la Chiesa di Skopje ma una guarigione di uno scisma".

Pertanto, possiamo affermare che ora il Patriarcato di Costantinopoli sta cercando di elaborare una formula per il riconoscimento degli scismatici macedoni, che sia  accettabile per Grecia, Macedonia e Istanbul. Una versione di questa formula è stata espressa dagli stessi scismatici macedoni sul loro sito ufficiale.

Una "formula ucraina" per la "Chiesa" macedone

Gli scismatici affermano che il Patriarcato ecumenico, "nonostante le pressioni della Chiesa russa e dei suoi sostenitori in Grecia e Serbia, non intende abbandonare la soluzione della" questione ecclesiale in Macedonia".

In particolare, i rappresentanti del Fanar hanno rivelato i dettagli su come sarà risolto questo problema. Secondo loro, per quanto riguarda la Macedonia, il Patriarcato di Costantinopoli intende applicare lo stesso modello della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

La "guarigione dello scisma" avverrà in più fasi. In primo luogo, i fanarioti chiederanno che tutti i cristiani ortodossi del paese "si uniscano" in un'unica struttura. Va ricordato che oltre alla "Chiesa ortodossa macedone", esiste anche sul territorio del paese un'Arcidiocesi di Ohrid, parte autonoma del Patriarcato serbo, che non è riconosciuta dalle autorità della Macedonia, e i cui vescovi e sacerdoti stanno subendo una vera persecuzione, tra cui reclusioni ed estradizioni. Pertanto, non c'è dubbio che le strutture statali della Macedonia utilizzeranno vari metodi di "persuasione" per "unire" l'Arcidiocesi agli scismatici. Gli stessi metodi che sono stati usati contro i vescovi e i sacerdoti della Chiesa ortodossa ucraina per convincerli a partecipare al "Concilio d'unificazione della Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

La seconda fase è il ripristino della "gerarchia macedone". Cioè, senza pentimento, ma solo per ragioni di "economia" (fanariota, a quanto pare, e non ecclesiastica), il capo della "Chiesa macedone", insieme al "clero", sarà accolto in comunione con il Fanar nella sua "dignità esistente", proprio come gli scismatici ucraini Filaret Denisenko e Makariij Maletich all'epoca.

A ciò farà seguito un servizio divino congiunto dei "gerarchi" macedoni "restaurati" e dei rappresentanti del Fanar. E in questo caso, è molto probabile che l'Ucraina sia presa come esempio. Gli "esarchi" del Patriarcato di Costantinopoli verranno a Skopje, come fecero a Kiev a tempo debito, per controllare il processo di "unificazione" e per servire con i rappresentanti della "Chiesa ortodossa macedone". Secondo gli stessi scismatici, un tale passo fornisce loro automaticamente un'opportunità per la comunione eucaristica con tutte le altre Chiese locali del mondo. E solo dopo tutto questo, il Fanar procederà a firmare il Tomos della Chiesa autocefala.

Gli scismatici macedoni, commentando questo sviluppo degli eventi, scrivono che "sebbene lo status finale della Chiesa locale non sarà determinato immediatamente, non influenzerà il Santo Sinodo dei Vescovi, che manterrà la sua indipendenza e il diritto di prendere decisioni e regolarsi affinché lo status stabilito e il funzionamento interno legale della "Chiesa ortodossa macedone – Arcidiocesi di Ohrid" rimangano immutati". Inoltre, non nascondono il fatto che "lo stesso metodo è stato utilizzato in Ucraina, dove tale periodo è durato diversi mesi prima della concessione dell'autocefalia".

Ma, anche senza la confessione degli scismatici della Macedonia, vediamo che il Fanar, avendo sperimentato una certa tattica in Ucraina, ha deciso di applicarla anche in relazione ad altre Chiese. Questa tattica, oltre al metodo descritto di "guarigione dello scisma", include lettere del governo e appelli degli stessi scismatici.

Allora, cosa vediamo alla fine? Il patriarca di Costantinopoli, con l'aiuto di un "Tomos", non solo cerca di stabilire la sua posizione di capo unico nel mondo ortodosso, ma persegue anche una politica di rafforzamento delle relazioni internazionali, vantaggiosa per i suoi partner all'estero. Non è un caso che l'arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis) d'America sia un ospite così frequente alla Casa Bianca, e il capo del Dipartimento di Stato americano, Mike Pompeo, abbia visitato almeno due volte i Balcani negli ultimi mesi.

Inoltre, lo scisma macedone viene utilizzato anche dai fanarioti per silurare la Chiesa ortodossa serba, che è considerata un partner costante della Chiesa russa nel mondo. Il Patriarcato ecumenico, che nel 2018 ha promesso che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sarebbe stata riconosciuta da tutte le Chiese ortodosse entro pochi mesi, finora non ha compiuto progressi visibili in materia. Ecco perché la Macedonia, e poi il Montenegro, sono solo tasselli della grande politica che il Patriarcato di Costantinopoli sta portando avanti contro la Chiesa russa. E lo scopo principale di questa politica è fare tutto il possibile per affermare la sua autorità nell'Ortodossia mondiale.

E il prezzo da pagare per questa autorità non ha importanza per il Fanar.

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