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  Intrighi del Fanar nella Chiesa delle Terre ceche e Slovacchia

In che modo le azioni di Costantinopoli causano problemi al popolo ortodosso della Moravia

di Jakub Jiří Jukl, dottore in teologia

Orthochristian.com, 30 maggio 2020

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foto: spzh.news

Il Patriarcato di Costantinopoli non interviene solo negli affari ecclesiastici dell'Ucraina; da diversi anni, i rappresentanti del Fanar hanno cercato di prendere il controllo della Chiesa ortodossa delle Terre ceche e della Slovacchia.

Avendo fornito un Tomos di autocefalia a questa Chiesa nel 1998, la Chiesa di Costantinopoli per quindici anni non ha mostrato le sue ambizioni di potere. Ma tutto è cambiato dopo il ritiro dell'arcivescovo di Praga, il metropolita Kryštof (Pulec), quando avvenne l'elezione del nuovo vescovo di Praga.

Sono già stati pubblicati numerosi articoli riguardanti le azioni del Fanar in relazione alla Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia. L' Unione dei giornalisti ortodossi ha pubblicato (in russo) un resoconto dettagliato di come, nel 2013, i rappresentanti del Fanar, il metropolita Emmanuel di Gallia e il suo collega il metropolita Arsenios d'Austria, hanno cercato di diventare membri del Sinodo della Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia e di impadronirsi della sua leadership.

Nel 2014 Costantinopoli non ha riconosciuto i risultati del Concilio locale di questa Chiesa e l'elezione dell'arcivescovo di Prešov, il metropolita Rastislav (Gont) come primate, cosa che ha portato essenzialmente a uno scisma nella Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia. Solo la necessità di tenere il Concilio di Creta, nel 2016, ha costretto il patriarca Bartolomeo ad allentare la pressione.

Tuttavia, tre anni dopo, il Fanar ha continuato le sue provocazioni contro la Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia. Nel 2019, i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli hanno istituito una struttura eclesiastica parallela nella Repubblica Ceca, il che è completamente inaccettabile dal punto di vista del diritto canonico.

Nello stesso anno, il vescovo Isaija  (Slaninka) di Šumperk, ordinato nel 2015 dal Fanar per la Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia, contrariamente alla decisione del Sinodo ceco-slovacco di non riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ha concelebrato a Kiev con i membri di questa struttura (scismatica).

Ora, il dottore in teologia e membro del Consiglio diocesano di Praga, Jakub Jiří Jukl, spiega in dettaglio come il Fanar opera sul territorio canonico della Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia.

* * *

Nelle ultime settimane, sono iniziate a emergere notizie allarmanti dalla diocesi di Olomouc-Brno della Chiesa ortodossa delle Terre ceche e della Slovacchia. Si stanno svolgendo eventi che minacciano di distruggere la fragile pace e unità della Chiesa, stabilite sulla base di accordi conclusi nel gennaio 2016 a Costantinopoli, che avrebbero dovuto porre fine alle ambiguità sorte nell'Ortodossia ceca-slovacca, dopo le dimissioni dell'ex metropolita Kryštof.

Nonostante il fatto che questi accordi non siano mai stati portati a compimento (per esempio, i sacerdoti e le monache della diocesi di Olomouc-Brno, che erano stati deposti per la loro lealtà al metropolita Rastislav e al Santo Sinodo, non sono stati ripristinati alle loro sedi), tutti speravano che nel tempo tutto fosse risolto e che la situazione sarebbe migliorata.

Ma tutte le speranze per lo sviluppo pacifico della nostra Chiesa si sono concluse nel nulla il 19 agosto 2019. In questo giorno, è stata fondata una società sotto il nome di "Santo Monastero Stavropigiale Patriarcale della Dormizione della Beata Vergine Maria, società registrata", [1] che ha ricevuto la registrazione statale il 1 ottobre 2019 presso il tribunale regionale di Ostrava.

Cosa si nasconde dietro questo nome? I monasteri stavropigiali sono monasteri subordinati direttamente al capo della Chiesa locale (il patriarca in alcune Chiese, il metropolita in altre), sebbene si trovino sul territorio di un'altra diocesi [all'interno di quella Chiesa locale, ndt]. Un lettore ignorante potrebbe pensare che questo monastero, sebbene situato nella diocesi di Olomouc-Brno, sia subordinato al capo della nostra Chiesa locale, il metropolita Rastislav.

Tuttavia, è tutto abbastanza diverso. Il presidente di questa entità registrata, secondo il protocollo giudiziario e il suo  statuto, è il "Dr. Konstantinos Kardamakis". Questo è il nome civile di mons. Arsenios, metropolita di Vienna ed esarca di Ungheria ed Europa centrale, che appartiene alla giurisdizione del Patriarcato ecumenico (la data di nascita indicata nei documenti pertinenti è la stessa).

Ciò significa che un vescovo di una giurisdizione (Costantinopoli) si è trasferito nel territorio canonico di un'altra Chiesa autocefala (la Chiesa ortodossa delle Terre ceche e della Slovacchia). La fondazione di questa società e la nomina del metropolita Arsenios come capo è avvenuta completamente senza il consenso o addirittura la conoscenza del Santo Sinodo e del metropolita della Chiesa ceco-slovacca: ciò costituisce un'interferenza aperta sul territorio sovrano della giurisdizione canonica della nostra Chiesa locale.

Non c'è dubbio che il Patriarcato ecumenico - cioè, ovviamente, se il metropolita Arsenios agisce d'intesa con esso - sosterrà il Tomos d'autocefalia che ha dato alla nostra Chiesa locale nel 1998. Ma anche secondo questo Tomos, in cui l'autocefalia della Chiesa ceco-slovacca è significativamente limitata e, per molti aspetti, subordinata a Costantinopoli, in nessun caso, neanche con l'interpretazione più libera, al Patriarcato ecumenico è dato il diritto di eludere, o di ignorare direttamente, il Santo Sinodo di questo Chiesa autocefala, così come il suo metropolita. Ricordiamo che il metropolita Rastislav gode di molto rispetto a Costantinopoli e ha partecipato come capo della Chiesa e del Sinodo ceco-slovacco al Concilio dei vescovi a Creta nel 2016.

Certamente, l'intervento del metropolita Arsenios negli affari canonici della nostra Chiesa locale non sarebbe stato possibile senza l'assistenza di almeno alcuni membri del nostro clero. Stiamo parlando principalmente del vicario della diocesi di Olomouc-Brno, il vescovo Isaija (Slaninka) di Šumperk. È lui che è elencato come vicepresidente della società del monastero stavropigiale.

Ma le intenzioni dei fondatori dell'entità stavropigiale non si limitano alla fondazione del monastero stesso, ma vanno molto oltre. Secondo lo statuto di questa società, il suo obiettivo, tra gli altri, è "la creazione di centri spirituali di contatto (skiti). <...> Per svolgere questo compito, il presidente della società (l'abate), nomina il clero a cui è assegnata questa missione canonica", (citazioni dallo statuto originale in  ceco).

foto: pravoslaviecz.cz

Da ciò ne consegue che in Moravia, il Monastero stavropigiale della Dormizione della Beata Vergine Maria dovrebbe essere formato a Vilémov (dove attualmente esiste solo un edificio monastico, ma nessuna comunità monastica). Va aggiunto che si tratta di un monastero femminile, e le monache sono state espulse da lì diversi anni fa, perché erano rimaste fedeli al metropolita e al Santo Sinodo. Secondo gli accordi del gennaio 2016, avrebbero dovuto tornare al monastero, ma ciò non è accaduto.

Questo monastero stavropigiale sarebbe subordinato al metropolita Arsenios e, più direttamente, al Patriarcato ecumenico. Il monastero avrà il diritto di fondare le sue dipendenze in altri luoghi, dove il "presidente della società" (cioè il metropolita Arsenios) nominerà il clero rispettivo.

Sulla base del fatto che teoricamente stiamo parlando di skiti di un monastero stavropigiale che è subordinato al patriarca di Costantinopoli, è ovvio che non sarà nemmeno presa in considerazione l'idea di ottenere il consenso, né del Santo Sinodo, né del metropolita della Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia, e probabilmente nemmeno del corrispondente vescovo diocesano.

Pertanto, ciò minaccia di stabilire una struttura ecclesiastica parallela sotto l'omoforio del Patriarcato ecumenico, sul territorio canonico della Chiesa ortodossa delle Terre ceche e della Slovacchia.

il vescovo Isaija (Slaninka) di Šumperk. Foto: spzh.news

Queste paure sono ulteriormente rafforzate dal fatto che il vescovo Isaija, vicepresidente della società, fa parte del corpo statutario di tutti e tre i monasteri nel territorio della diocesi di Olomouc-Brno (oltre al monastero della Dormizione a Vilémov, il monastero di santa Ludmila a Brno e il monastero di san Gorazd a Hrubá Vrbka) e di altre tre comunità ecclesiali di questa diocesi (Olomouc, dove si trova la sua stessa Cattedrale, Prostějov e Uherský Brod). Questi fatti possono essere verificati sul sito web ufficiale del Ministero della Cultura della Repubblica Ceca nella sezione delle entità legali registrate (Chiesa ortodossa).

Allo stesso tempo, almeno per quanto riguarda i monasteri menzionati a Brno e Hrubá Vrbka, sarebbe possibile stabilire skiti, che sono menzionati nello statuto della società del monastero stavropigiale. Secondo informazioni riservate, confermate da diverse fonti, è già stato fatto un tentativo di trasferire il monastero di Vilémov alla proprietà della suddetta società, ma ciò è stato impedito all'ultimo momento dall'intervento tempestivo dell'arcivescovo Michal di Praga come massimo rappresentante della Chiesa ortodossa nella Repubblica ceca.

Pertanto, stiamo parlando non solo di tentativi d'elusione della legge dello stato, che ignorano completamente il territorio della Chiesa canonica, ma anche di azioni intollerabili da parte di persone dedicate a Cristo e che sono quindi indegni custodi di luoghi santi come un dimora monastica.

Il metropolita Arsenios, l'11 novembre 2019, ha risposto alle accuse di natura non canonica delle azioni del Patriarcato ecumenico, che hanno iniziato a diffondersi in tutto il mondo. Ha affermato che non si trattava di creare una struttura canonica parallela, ma che con una petizione per la fondazione di un monastero stavropigiale nella diocesi di Olomouc-Brno, il vescovo diocesano, ovvero l'arcivescovo Simeon (Jakovlevič) si era rivolto al Patriarcato ecumenico. Secondo lui, il Consiglio diocesano della diocesi di Olomouc-Brno doveva unirsi a questa petizione.

Inoltre, ha affermato che i vescovi della Chiesa ceco-slovacca, compreso il metropolita Rastislav, sarebbero stati informati di tutto. Anche il metropolita Arsenios equiparava questo monastero stavropigiale, subordinato al Patriarcato di Costantinopoli, al già esistente metochio (chiesa di rappresentanza) del Patriarcato di Mosca nella Repubblica Ceca, che ha funzionato per molti anni sotto l'omoforio della Chiesa ortodossa russa.

Tuttavia, almeno una parte delle dichiarazioni del metropolita Arsenios non è assolutamente basata sulla verità. Il giorno successivo, il 22 novembre 2019, l'arcivescovo Juraj (Stránský) di Michalovce e Košice, membro del Santo Sinodo della Chiesa ceco-slovacca, ha smentito risolutamente l'idea che il Santo Sinodo avesse mai ricevuto o discusso la dichiarazione di Costantinopoli sull'istituzione di un monastero stavropigiale. Il sinodo non è stato affatto informato della sua prossima fondazione; singoli vescovi ne hanno ricevuto notizia solo per caso, da fonti di seconda mano.

Per quanto riguarda il metochio del Patriarcato di Mosca, possiamo aggiungere che, naturalmente, non sarebbe un problema stabilire nella nostra Chiesa locale un simile metochio del Patriarcato di Costantinopoli, ma solo con il consenso del Santo Sinodo della Chiesa ceco-slovacca, proprio come nel caso della chiesa di rappresentanza di Mosca. Quest'ultima, al confronto, è stata anche correttamente registrata nella Repubblica Ceca, ai sensi della citata legge sulle chiese e le organizzazioni religiose.

In questo strano caso, una cosa colpisce del monastero stavropigiale: il silenzio assoluto del vescovo diocesano della diocesi di Olomouc-Brno, l'arcivescovo Simeon [che ha 94 anni, ndt]. In nessun documento relativo alla fondazione del monastero è menzionato il suo nome, la sua benedizione è assente per questa entità, ma nonostante ciò, tutto sta accadendo sul territorio della sua diocesi.

Le parole del metropolita Arsenios, secondo cui il monastero è basato su una ripetuta petizione [dell'arcivescovo Simeon], non possono quindi essere confermate. Nell'intero caso, solo il suo vicario, il vescovo Isaija, parla da parte della Moravia (aggiornamento dall'incontro del Santo Sinodo del dicembre 2019: durante l'incontro l'arcivescovo Simeon ha effettivamente dichiarato che il vescovo Isaija ha realizzato questa iniziativa senza la sua benedizione o conoscenza).

foto: pomisna.info

E di fatto si tratta di una questione per conto della quale parla il solo vescovo Isaija. Sembra che quest'ultimo recentemente abbia smesso di rispettare l'autorità del metropolita e del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa delle Terre ceche e della Slovacchia. Il 20-21 novembre 2019 ha concelebrato in Ucraina con Epifanij Dumenko e altri rappresentanti della cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Nel gennaio del 2019, questa "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha ricevuto l'autocefalia dal Patriarcato ecumenico, nonostante l'Ucraina abbia una Chiesa ortodossa ucraina indipendente. Pertanto, lo status della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" istituita da Epifanij non è ancora canonicamente chiarito e costituisce la ragione di una grave disunione nell'Ortodossia universale.

In ogni caso, la Chiesa ortodossa delle Terre ceche e della Slovacchia ha rifiutato di riconoscere quella "Chiesa", e considera la Chiesa ortodossa ucraina, guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, come l'unica Chiesa canonica in Ucraina.

Per questi motivi, il vescovo Isaija, a causa della sua attiva partecipazione alla funzione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", si è trovato al centro del disaccordo con la posizione canonica della nostra Chiesa ortodossa locale. E questo nonostante il fatto che alla vigilia della funzione sia stato avvertito per iscritto dal nostro primate, il metropolita Rastislav, che ha attirato la sua attenzione sul fatto che tali azioni avrebbero avuto chiare conseguenze canoniche per il vescovo Isaija.

Ma il vescovo Isaija ha trascurato l'avvertimento del metropolita e ha preso parte alla funzione. Questa è un'altra manifestazione della sua stretta relazione con il Patriarcato di Costantinopoli, che ha concesso l'autocefalia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Preghiamo Dio per i nostri vescovi, in modo che dia loro forza e saggezza, e che con il suo aiuto difendiamo l'unità e l'autocefalia della nostra Chiesa ortodossa locale, l'eredità dei santi Cirillo e Metodio [2] e del santo nuovo martire Gorazd.

Jakub Jiří Jukl, dottore in teologia, Membro del Consiglio diocesano di Praga

Note

[1] In ceco: Posvátný Patriarší Stavropigiální Monastýr Zesnutí Přesvaté Bohorodice, zs, Vilémov IČO 08502374 – Obchodní rejstřík firemhttps://rejstrik-firem.kurzy.cz/08502374/poso-zs

[2] La prima missione dei santi Cirillo e Metodio tra gli slavi, al di fuori della loro regione greca nativa di Salonicco (la Chora di Macedonia), fu condotta nella Grande Moravia su invito del principe Rostislav. Di conseguenza, le Terre ceche (Boemia e Moravia) e la Slovacchia potrebbero essere considerate la culla dell'Ortodossia slava. Questa missione si estese nella Transcarpazia ad est, vicino all'Ucraina – la Rus' carpatica – che ricevette il Battesimo prima di Kiev. Questa stessa regione dei Carpazi fu la patria della maggior parte delle chiese ortodosse di discendenza russa in America, specialmente nella regioni della Pennsylvania, dell'Ohio e dei Grandi Laghi, che  costituirono il primo nucleo dell'OCA. Mentre la Repubblica Ceca e la Slovacchia possono inizialmente, a chi non lo sapesse, sembrare rimosse dal mondo ortodosso, la loro storia inizia di fatto con i santi Cirillo e Metodio stessi e precede persino l'Ortodossia di Mosca. Di conseguenza, questo problema dovrebbe essere vicino ai cuori dei cristiani ortodossi slavi e americani, poiché queste terre in qualche modo li coinvolgono e li collegano entrambi. (ndt)

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