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  Continua il traffico di Tomos: possibili implicazioni

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 17 gennaio 2020

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Il patriarca Bartolomeo sembra aver puntato su una serie di conferimenti di Tomos. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Gli scismatici macedoni e montenegrini otterranno l'autocefalia dal Fanar, e in che modo minacceranno l'Ortodossia nel mondo?

A giudicare dai resoconti dei media, è in corso il processo di concessione dell'autocefalia agli scismatici nella Macedonia settentrionale e in Montenegro. Chi sarà il prossimo, e in che modo tutti questi sviluppi possono influenzare il destino dell'Ortodossia?

Nel 2018, poco dopo Pasqua, l'allora presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko venne al Fanar e chiese che fosse concesso il Tomos ai gruppi separatisti ucraini. Questo caso è stato accompagnato da scandalose fughe di notizie da parte dei media su quanto denaro aveva pagato per quel documento. Comunque, nonostante le proteste attive delle Chiese ortodosse russa e ucraina, Poroshenko è riuscito a ricevere il Tomos.

Nel 2020, poco dopo Natale, in particolare il 13 gennaio, l'ex e l'attuale primo ministro dello stato della Macedonia del Nord, Zoran Zaev e Oliver Spasovski, sono arrivati al Fanar.

Oliver Spasovski, il patriarca Bartolomeo e Zoran Zaev. Foto: gr.euronews.com

Sono arrivati ​​per concordare esattamente la stessa cosa: il conferimento del Tomos. Il Tomos macedone, come quello ucraino, è stato accompagnato da uno scandalo finanziario. Secondo alcuni rapporti dei media, nell'estate del 2019, il primo ministro macedone ha dichiarato di essere pronto a consegnare una notevole quantità di denaro al Fanar. Apparentemente, avrebbero fatto un accordo per ricevere il Tomos allo stesso modo di Petro Poroshenko.

"Il Patriarcato ecumenico ha confermato ufficialmente che non ha rinunciato al desiderio di risolvere il problema dell'autocefalia della Chiesa ortodossa macedone nonostante l'opposizione delle Chiese ortodosse serba e russa", ha  riferito la pubblicazione online macedone Religija.

Il primo ministro macedone è stato molto soddisfatto dei risultati dei negoziati con il patriarca Bartolomeo e alla fine ha dichiarato:  "Spero che il patriarca ecumenico continuerà a promuovere il dialogo nello spirito di tolleranza e comprensione al fine di trovare soluzioni ai problemi che devono affrontare i credenti ortodossi. <...> Nell'ambito del Patriarcato ecumenico, verrà avviato un dialogo dinamico al fine di superare i problemi della Chiesa ortodossa macedone".

Come il Fanar "superi" i problemi delle denominazioni scismatiche è esemplificato dall'Ucraina.

Il prossimo in linea per il Tomos è il Montenegro. Il capo degli scismatici locali, il "metropolita" Miras ("Mihajlo") Dedeic, è fiducioso che presto avrà anche lui il Tomos.

il leader degli scismatici montenegrini Miras ("Mihajlo") Dedeic. Foto: rs-lat.sputniknews.com

Recentemente ha affermato: "Il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, di cui io ero un sacerdote, ha detto che avrebbe studiato la storia dei Balcani e che altre chiese ortodosse dovevano ricevere l'autocefalia; questo riguarda la chiesa ortodossa montenegrina e la chiesa ortodossa macedone".

Naturalmente, tutti capiscono che questa "autocefalia" sarà modellata sulla "autocefalia" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", vale a dire non una vera autocefalia, ma piuttosto una subordinazione al Fanar.

In effetti, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha meno indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina con lo status di autonomia.

Significa che il Fanar diventa più grande a spese di tali organizzazioni religiose scismatiche che sono disposte a essere subordinate a Costantinopoli e persino a pagare. Il processo è iniziato e ora qualsiasi stato, sul cui territorio vi sono alcune strutture religiose che si definiscono ortodosse, può appellarsi al Fanar per un Tomos. Si possono travare candidati disponibili nei territori canonici della Chiesa di Antiochia, di Gerusalemme e di alcune altre.

Inoltre, la recente ingerenza del Fanar nella Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia mostra il desiderio di Costantinopoli di assoggettare non solo le formazioni scismatiche, ma anche intere Chiese locali.

Tutto ciò significa che il Fanar brucia deliberatamente gli ultimi ponti lungo i quali era ancora possibile tornare all'unità ortodossa che esisteva tra le Chiese locali prima della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

In risposta al riconoscimento degli scismatici ucraini, la Chiesa ortodossa russa ha rotto la comunione eucaristica con il Fanar. Che cosa farà la Chiesa ortodossa serba in risposta al riconoscimento degli scismatici macedoni e montenegrini? Con un alto grado di probabilità si può presumere che farà la stessa cosa.

Quindi, davanti ai nostri occhi, si stanno formando due gruppi di Chiese ortodosse che non hanno comunione eucaristica tra loro. Tuttavia, ricordiamo: "Credo nella Chiesa UNA, santa, cattolica e apostolica". E tutti i cristiani ortodossi dovranno trovare la risposta alla domanda su dove sia la vera Chiesa, se, naturalmente, essere nella Chiesa per loro è la chiave per salvare le loro anime e non solo una bella circostanza rituale. Alcune riflessioni su questo tema si possono trovare nei nostri articoli sotto il titolo generale "Chisa e Simulacro" .

Se le nostre ipotesi diverranno realtà e il patriarca Bartolomeo concederà (venderà) il Tomos al Montenegro e alla Macedonia del Nord, e la Chiesa serba romperà la comunione eucaristica con il Fanar, si verificherà una situazione in cui uno dei gruppi sopra menzionati sarà costituito dalle Chiese russa e serba, mentre l'altro – da quella di Costantinopoli, così come Grecia e Alessandria, vale a dire quelle Chiese locali che hanno accettato di riconoscere la supremazia del Fanar dopo aver riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Per quanto riguarda il resto delle Chiese locali, abbiamo già ipotizzato che possano prendersi il loro tempo per fare la loro scelta per un paio d'anni, ma poi, alla vigilia del 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico nel 2025 e dell'imminente unione tra Roma e Costantinopoli, dovranno decidere di quale gruppo far parte – con il Fanar, portando i propri aderenti all'unità con i latini, o con l'Ortodossia, che rifiuta qualsiasi comunione con gli eretici.

Come si svilupperanno i gruppi di cui sopra – chiamiamoli convenzionalmente fanarodosso e ortodosso?

La caratteristica principale del gruppo "fanarodosso" è la sua prontezza a fare concessioni alle autorità dei poteri secolari. Gli impiegati del Dipartimento di Stato americano hanno spinto per la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a tutti i livelli, anche senza nascondere le loro intenzioni, e poi, insieme ai rappresentanti del governo greco, hanno spinto per il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte delle Chiese di Grecia e d'Alessandria.

La seconda caratteristica di questo gruppo è il riconoscimento del potere del Fanar. Dichiarazioni che solo il patriarca di Costantinopoli può convocare riunioni pan-ortodosse, concedere l'autocefalia, agire come giudice di ultima istanza, ecc., si ascoltano regolarmente da parte dei rappresentanti del gruppo fanariota.

La terza caratteristica è il liberalismo riguardo ai dogmi e alle regole ecclesiastiche. Come direbbe un personaggio di una famosa commedia sovietica, "bisogna avvicinarsi alla gente in modo più dolce e affrontare le questioni in modo più completo". Nell'ambito di questo liberalismo, Fanar:

  • ha introdotto la digamia per il clero;
  • ha riconosciuto gli scismatici senza pentimento;
  • dichiara la possibilità di avere comunione con i cattolici pur con significative differenze dogmatiche.

È esattamente l'approccio liberale che rende possibile dichiarare l'unità con le altre confessioni cristiane nonostante le diverse visioni sui dogmi della Chiesa. Di conseguenza, le verità rivelate da Dio, le regole ecclesiali e le norme morali possono essere relegate in secondo piano ai fini di questa famigerata unità. Il punto principale è l'unità e l'amore di tutti con tutti.

L'unità è sicuramente buona, ma è necessario unirsi attorno alla Verità e non attorno alla menzogna.

In linea di massima, il percorso di sviluppo del gruppo fanarodosso è l'unità con i latini e possibilmente con altre denominazioni accanto alla liberalizzazione della vita ecclesiastica.

Il gruppo ortodosso sta affrontando tempi difficili.

In primo luogo, soffrirà per le azioni anti-canoniche della controparte. La persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina, così come dei credenti della Chiesa ortodossa serba in Montenegro e Macedonia del Nord, continuerà in un modo o nell'altro. Forse, altre regioni si uniranno a loro. Gli ortodossi sono già privati ​​del diritto di avere il proprio nome e le proprie chiese, sono sottratte loro le proprietà ecclesiastiche e sono praticamente fuorilegge.

Ma allo stesso tempo, a causa della mancanza di comunione eucaristica con il gruppo "fanarodosso", si stanno aprendo per l'Ortodossia anche opportunità di sviluppo in quelle regioni del pianeta, dove questo sviluppo era stato precedentemente ostacolato dal Patriarcato di Costantinopoli. Oggi la Chiesa ortodossa russa ha già l'opportunità, a prescindere da Fanar e da Alessandria, di aprire le sue parrocchie in Turchia, nei paesi dell'Asia e dell'Africa. Indubbiamente, il numero di tali parrocchie crescerà.

Un altro punto positivo è che sullo sfondo del liberalismo e dell'ecumenismo del gruppo dei fanarioti, gli ortodossi dovranno spingersi nella direzione opposta – verso un atteggiamento più responsabile verso i dogmi e i canoni della Chiesa. Sullo sfondo della riverenza del patriarca Bartolomeo nei confronti del Vaticano, è difficile immaginare che il patriarca Kirill di Mosca farà lo stesso. L'incontro tra il primate della Chiesa ortodossa russa e il capo del Vaticano all'aeroporto dell'Avana nel 2016 non assomiglia nemmeno un poco alle fraternizzazioni e alle preghiere congiunte che hanno avuto luogo tra il patriarca Bartolomeo e papa Francesco. Tuttavia, anche l'incontro dell'Avana è stato sottoposto a dure critiche. Ora la posizione della Chiesa ortodossa russa nei rapporti con il Vaticano dovrà diventare più conservatrice.

Si può anche presumere che le Chiese che hanno scelto di rimanere veramente ortodosse prendano una posizione più dura riguardo all'esito del Concilio di Creta nel 2016, che non solo assegna il termine "Chiesa" ai cattolici, ma riveste il Patriarcato di Costantinopoli di diritti esclusivi nella Chiesa ortodossa, implementando così il concetto di "primo senza pari".

La Chiesa ortodossa russa ha pienamente sperimentato l'essenza dei "diritti esclusivi" del Fanar.

Ma la cosa più incoraggiante per questo gruppo di Chiese ortodosse, per l'intero episcopato, il clero e le persone credenti è la consapevolezza che siamo nella vera Chiesa di Cristo. Come ha affermato sua Beatitudine il metropolita Onufrij alla riunione diocesana del dicembre 2019: "Beneamati in Cristo metropoliti e vescovi, padri, matushki, fratelli e sorelle! Non abbiate paura, perché viviamo nella vera fede, siamo nella Chiesa fondata da Cristo, e non dalle persone".

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