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  "Ucrocefalia" – il Patriarcato ecumenico sta giocando al gioco delle tre carte?

di George C. Michalopulos

Monomakhos, 20 agosto  2019

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La Musa è discesa su di me l'altro giorno dopo la mia corsa mattutina mentre stavo bevendo il mio caffè e rispondendo ai commenti. Non riesco a ricordare a chi ho indirizzato per la prima volta questo commento, ma mi ha colpito come un fulmine. Ciò con cui abbiamo a che fare qui non è l'autocefalia di per sé (che ha un significato reale) ma un fenomeno completamente nuovo che scelgo di chiamare ucrocefalia. Vi concedo che questa è una nuova interpretazione dell'autocefalia come universalmente compresa, ma così è.

Intendiamoci, ho sentito il bisogno di coniare questa parola perché bisogna richiamare l'illegittimità del "dialogo" quando questo non viene fatto in buona fede. Cose del genere accadono continuamente nel mondo secolare. Prima c'è stato il "riscaldamento globale", poi c'è stato il "cambiamento climatico". Ora ci sono gli "estremi del clima". Gli stratagemmi come questo vengono impiegati quando l'autorità di controllo sente che sta perdendo il dibattito e ha bisogno di chiuderlo. Un altro esempio potrebbe essere l'intero continuum "unioni civili / matrimonio gay / uguaglianza matrimoniale".

Finora, Costantinopoli non vede alcun motivo per cambiare i termini del dibattito: "Autocefalia" andrà bene fintanto che gli zoticoni non comprenderanno i nuovi significati che possono essere estratti da essa. Da qui la mia insistenza nel fare proprio questo: cambiare i termini perché non voglio vedere un'altra parola perfettamente valida spogliata del suo vero significato. Né del resto, voglio vedere nuovi significati aggiunti ad essa.

Ho sempre sentito che certe parole significano cert cose. Una ragazza è vergine o non lo è. E una donna non può essere "un po 'incinta". Allo stesso modo, una Chiesa gode di autocefalia oppure no. Da qui la mia (certamente sardonica) insistenza sull'ucrocefalia per definire cosa significhi Costantinopoli quando entra in dialogo con altre Chiese ortodosse. È una variante del vecchio gioco di parole a esca, "quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio".

Fondamentalmente, questo è il tipo di "indipendenza" di cui "gode" la setta scismatica appena creata in Ucraina. In altre parole, nessuna vera indipendenza. E con grande dispiacere di ogni altra Chiesa locale, sotto questo nuovo regime lessicale, anch'esse ora sono meno che uguali. Devono esserlo, altrimenti non ci può essere posto per le "responsabilità" appena scoperte (e finora sconosciute) del patriarca ecumenico. E tutto è successo in meno di un battito di ciglia!

Non ingannatevi: se si lascia che la situazione ucraina rimanga invariata, il risultato finale sarà il bizanto-papismo. Non può esserci altra via.

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