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  Il gioco dei troni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": Filaret ha perso la battaglia, ma spera di vincere la guerra

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 15 maggio 2019

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Filaret è rimasto in minoranza: solo quattro "vescovi" sono arrivati alla sua chiamata

Le tesi principali dell'appello del "patriarca onorario" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e capo del "patriarcato di Kiev", Filaret Denisenko.

Il "patriarca onorario" o "nonno" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", come lo ha soprannominato l'arcivescovo fanariota Daniil (Zelinskij), Filaret Denisenko, ha annunciato la rinascita della "Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev". Inoltre, ha affermato chiaramente che ciò si sarebbe verificato mediante la divisione dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e da Epifanij.

Per attuare i suoi piani, ha convocato il suo "episcopato" nella sua cattedrale di Vladimir il 13-14 maggio per una "conversazione amichevole". Tuttavia, solo 4 dei 60 "vescovi" si sono schierati sotto il suo vessillo.

Fallimento? Sì, forse, ma non per Filaret. Già dopo questa "conversazione amichevole", il servizio stampa del "patriarcato di Kiev" ha lanciato un appello di Filaret all'intero gregge ucraino, e poi il "nonno" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha fatto un appello in una conferenza stampa. Analizziamo i messaggi principali di questo documento.

Primo: il Patriarcato di Kiev è stato, è e sarà

Citazione dall'appello:

"1. Il Patriarcato di Kiev non ha bisogno di essere restaurato, perché è stato, è e sarà.

2. Il patriarca Filaret rimane l'attuale primate. Ha la sua diocesi, Kiev, ed è membro permanente del Santo Sinodo. E se esiste un attuale patriarca, esiste un patriarcato di Kiev.

3. La Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev rimane registrata presso gli organismi statali. In particolare, il patriarcato di Kiev è registrato. Ciò significa che legalmente il patriarcato di Kiev continua ad esistere".

Secondo le decisioni del Patriarcato di Costantinopoli e degli statuti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Filaret è lo "ierarca" in carica, ma non il "patriarca" in carica, è il "patriarca onorario". L'arcivescovo Daniil (Zelinskij) ha descritto questo titolo come una sorta di "fronzolo" per una persona anziana - lasciatelo divertire nella sua vecchiaia. E lui non ha una sua diocesi. Secondo lo statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in realtà gestisce solo due monasteri a Kiev. Tuttavia, secondo lo statuto del "patriarcato di Kiev", cioè un'organizzazione religiosa registrata e non in fase di liquidazione, Filaret è a capo del "patriarcato di Kiev" ed è l'attuale "patriarca".

L'appello di Filaret fornisce una spiegazione su come il "patriarcato di Kiev", in liquidazione al "concilio d'unificazione" del 15 dicembre 2018, sia diventato improvvisamente operativo. E questa spiegazione ci mostra il secondo messaggio del documento.

Secondo: noi abbiamo mentito, mentiamo, e mentiremo

Tutto ciò che accade è un deja vu terribile. Ricordiamo come Filaret Denisenko, nel concilio episcopale di Mosca, all'inizio di aprile 1992, aveva fatto un giuramento episcopale davanti alla Croce e al Vangelo (se ne può trovare l'audio su Internet) che avrebbe lasciato l'incarico di capo della Chiesa ortodossa ucraina. Ma al suo arrivo a Kiev, indisse una conferenza stampa il 14 aprile 1992, in cui ha dichiarato che non avrebbe lasciato alcun incarico, ma che aveva pronunciato il giuramento episcopale "per ragioni diplomatiche".

Allo stesso modo, oggi, Filaret non nega che il "patriarcato di Kiev" si sia auto-sciolto, non nega di essersi rifiutato di essere il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", non nega di aver acconsentito allo status di una metropolia invece del patriarcato, ma afferma che ciò è stato fatto "situazionalmente" .

Citazione dall'appello:

"Il nostro rifiuto dello status di patriarcato è stato puramente situazionale".

Cioè, dal punto di vista del "patriarca onorario", qualsiasi menzogna e falsificazione, qualsiasi frode può essere giustificata dalla situazione. L'appello afferma direttamente che il consenso alla dissoluzione del "patriarcato di Kiev" e la rimozione di Filaret dalla gestione non è stato altro che un tentativo di ottenere il Tomos in modo fraudolento e di prendersi gioco del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli.

 

Il "patriarcato di Kiev" ha formalmente soddisfatto le condizioni del patriarca Bartolomeo. Citazione dall'appello:

"Perché il patriarca ecumenico ha chiesto il rigetto dello status di patriarcato? Perché la Chiesa ortodossa ucraina con uno status di patriarcato non può far parte del Patriarcato di Costantinopoli. Ma era necessario che la Chiesa ortodossa ucraina diventasse teoricamente parte del Patriarcato di Costantinopoli. Che cosa dovevamo fare? Rinunciare a diventare teoricamente del Patriarcato di Costantinopoli? In tal caso, il patriarca ecumenico non avrebbe avuto il diritto canonico di fornire un Tomos di parte. Per ottenere il Tomos, si deve prima diventare la metropolia di Kiev del Patriarcato di Costantinopoli. Per questo motivo, il Patriarca ecumenico ha posto la condizione che io non nominassi la mia candidatura per il posto di primate, mentre il metropolita Emmanuel – il presidente del concilio, mi ha posto la condizione di non indossare il kukol patriarcale al concilio".

Il "nonno della Chiesa ortodossa dell'Ucraina" spiega le sue azioni fraudolente. Allora, fanarioti, volete che noi rinunciamo allo status di patriarcato? Ma tutto quel che vi fa piacere!

Citazione dall'appello:

"Le seguenti condizioni furono stabilite per la convocazione del Concilio e la consegna del Tomos al patriarca Filaret: non nominare se stesso al posto di primate. Perché? Perché la Chiesa ortodossa ucraina sarà riconosciuta come Chiesa autocefala solo nello status di una metropolia, e non di un patriarcato ".

Volete che il "patriarcato di Kiev" si autodistrugga? Ma prego!

Citazione dall'appello:

"La seconda condizione da parte del patriarca ecumenico è la firma dei vescovi sulla liquidazione del patriarcato di Kiev".

Faremo di tutto, dateci solo quel Tomos!

Citazione dall'appello:

"Che cosa doveva fare il patriarca Filaret in queste condizioni? Rifiutarsi per mantenere attiva la Chiesa o accettare di essere umiliato per ottenere il Tomos. Il patriarca Filaret ha scelto l'umiliazione. Pertanto, abbiamo un Tomos della nostra autocefalia".

Filaret e il "patriarcato di Kiev" hanno formalmente soddisfatto tutte queste condizioni, ma in realtà si trattava di un inganno iniziale, una menzogna deliberata. Filaret sapeva bene che tutto questo era vuoto.

Citazione dall'appello:

"Solo il concilio locale della Chiesa che ha creato il patriarcato di Kiev può annullare la decisione sulla creazione del patriarcato di Kiev. Non c'è stato un tale concilio. Ciò significa che il patriarcato di Kiev rimane, continua a funzionare, soprattutto dal momento che è registrato presso gli enti statali. Si può obiettare che il rifiuto dello status del patriarcato è stato espresso al concilio locale a santa Sofia, il 15 dicembre 2018. Sì! Al concilio locale, ma questo concilio non era il concilio della Chiesa autocefala ucraina (il "patriarcato di Kiev", ndc), ma il concilio della metropolia di Kiev del Patriarcato di Costantinopoli".

In aggiunta, Filaret presenta argomenti che confermano l'illegittimità del concilio del "patriarcato di Kiev" il 15 dicembre 2018, e conseguentemente, l'invalidità di tutte le sue decisioni sull'autodissoluzione e il rifiuto dello status del patriarcato. Tali argomenti sono:

  • Il concilio è stato convocato dal patriarca Bartolomeo, e non dai primati delle Chiese ucraine, cioè "patriarcato di Kiev" e "Chiesa ortodossa autocefala ucraina";
  • Il rappresentante del patriarca di Costantinopoli, il metropolita Emmanuel, ha presieduto il concilio;
  • Nel concilio, i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli hanno preso parte attiva, e non avrebbero avuto tale diritto se fosse stato un vero concilio del "patriarcato di Kiev".

La frode è ovvia: prendere decisioni deliberatamente invalide per ricevere il Tomos dal patriarca Bartolomeo, che ha abboccato all'amo e ha concesso il Tomos.

Le menzogne continuano oggi, e continueranno in futuro.

Citazione dall'appello:

"Siamo d'accordo sullo status della metropolia e ringraziamo sinceramente il patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli per averci dato il Tomos e per il coraggio di difendere l'ordine canonico nella Chiesa. Ma in futuro vogliamo essere riconosciuti nello status di patriarcato".

Come si poteva essere d'accordo sullo status della metropolia, se nelle prime righe dell'appello si dice che "il patriarcato di Kiev era, è e sarà"? Il "nonno della Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ammette apertamente di mentire dicendo sul piano esterno che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è un patriarcato, e sul piano interno, che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è una metropolia.

Citazione dall'appello:

"Perciò, al di fuori siamo una metropolia, e all'interno dell'Ucraina continuiamo a essere un patriarcato".

Che bel tipo di Giano bifronte. A proposito, nell'antica mitologia romana, Giano bifronte è "la divinità di tutte le imprese, porte, ingressi e uscite".

Terzo: abbiamo giurato fedeltà al nuovo governo, la giuriamo e la giureremo

Denisenko si è sempre distinto nel giurare fedeltà a qualsiasi governo statale stabilito.

Ha servito fedelmente il governo sovietico ed è stato ben trattato per questo. Il sacerdote e scrittore spirituale Pavel Adelheim ha ricordato come, nel 1959, da studente del Seminario teologico di Kiev, aveva ascoltato il discorso dell'allora direttore del seminario archimandrita Filaret sull'amore per il potere sovietico: "Io, figlio di un minatore, sono diventato archimandrita e rettore. Sotto quale altra potenza avrebbe potuto accadere?! Sotto quale cielo vivete?! Quale pane mangiate?! Di chi è la terra ?! Siete degli ingrati, le autorità sovietiche vi stanno insegnando, e voi!"

Ma quando il potere sovietico è caduto, Filaret ha cominciato a insultarlo in ogni modo possibile e a elogiare il nuovo potere ucraino in ogni modo possibile, sebbene fino al collasso dell'URSS nel 1991 avesse fatto esattamente tutto l'opposto. Anche Petro Poroshenko non ha avuto il tempo di rassegnare le dimissioni da presidente, che Filaret lo ha dichiarato un apostata e infatti ha giurato fedeltà ai nuovi governanti dell'Ucraina, tra i quali nomina non solo Vladimir Zelenskij, ma anche... Igor' Kolomojskij.

Citazione dall'appello:

"Indubbiamente, il presidente Poroshenko ha svolto un ruolo importante (nell'ottenere il Tomos, ndr), così come la Verkhovna Rada dell'Ucraina, guidata dal suo presidente Andrej Parubiij. <...> Ma ora Poroshenko si è ritirato dagli accordi promessi e in effetti ha acconsentito a liquidare il patriarcato di Kiev".

Ecco! Il sovrano è sconfitto - e può essere incolpato per la liquidazione del "patriarcato di Kiev". Il fatto che lo stesso Filaret abbia dato lo stesso consenso, avendo firmato il documento sulla liquidazione del "patriarcato di Kiev" insieme ai suoi "vescovi", non è preso in considerazione. Dopotutto, era "puramente situazionale". Tieni le dita incrociate in tasca e menti come vuoi!

Un'altra cosa è il nuovo presidente. Davanti a lui, devi mettere in mostra tutti i tuoi meriti.

Citazione dall'appello:

"Nessuno può negare che il risultato è dovuto al patriarcato di Kiev. Se non ci fosse il patriarcato di Kiev, allora non ci sarebbe un Tomos, perché non ci sarebbe nessuno a cui darlo. Ciò è evidente non solo ai leader ecclesiastici, ma anche a quelli laici, come il neoeletto presidente dell'Ucraina V.A. Zelenskij, l'uomo d'affari I. V. Kolomojskij e altri.

Che cosa ha a che vedere il Tomos con Kolomoiskij, che perlatro sta in Israele? Ma no, il "nonno della Chiesa ortodossa dell'Ucraina" coglie chiaramente chi effettivamente risolverà i problemi e a chi dovrà giurare fedeltà.

Quarto: abbiamo avuto parrocchie all'estero, le abbiamo e le avremo

Come è noto, uno dei punti del famigerato Tomos d'autocefalia della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e una delle condizioni per la sua concessione è il trasferimento di tutte le parrocchie estere del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" alla giurisdizione del Fanar. Filaret ha acconsentito a questo, ma, ancora, con le dita incrociate in tasca, come lui stesso dice in questi casi, "situazionalmente".

In effetti, Filaret dichiara la conservazione delle parrocchie straniere nella giurisdizione del "patriarcato di Kiev" (o della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", qui si fa fatica a capire). A tal fine, rifiuta persino il nome "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e insiste sul nome "Chiesa ortodossa ucraina", che per qualche motivo ritiene appartenga alla sua confessione.

Citazione dall'appello:

"Perché non siamo d'accordo sul nome della Chiesa ortodossa dell'Ucraina, o in Ucraina.

1. Perché tutte le chiese autocefale hanno un titolo aggettivale: la Chiesa ortodossa russa, non la Chiesa ortodossa in Russia; la Chiesa ortodossa romena, non la Chiesa ortodossa in Romania; la Chiesa ortodossa bulgara, non la Chiesa ortodossa in Bulgaria; e così tutte le chiese che hanno ricevuto un Tomos dalla Chiesa di Costantinopoli. Solo la nostra Chiesa è stata chiamata in modo diverso rispetto alle altre – non la Chiesa ortodossa ucraina, ma la Chiesa ortodossa dell'Ucraina.

2. Cosa c'è dietro questo? Ciò significa che gli ucraini ortodossi al di fuori dell'Ucraina non appartengono alla Chiesa ortodossa ucraina. E questo è detto nel Tomos. Gli ucraini ortodossi all'estero sono indignati per questo. Vogliono appartenere alla loro Chiesa nativa.

3. Tutte le Chiese ortodosse autocefale mantengono la loro emigrazione, con l'eccezione delle Chiese greche. L'intera diaspora greca si sottomette canonicamente al patriarca ecumenico.

4. Pertanto, dovremmo essere chiamati anche noi la Chiesa ortodossa ucraina, e non la Chiesa ortodossa dell'Ucraina, in modo che la nostra emigrazione ucraina abbia il diritto di appartenere alla sua Chiesa nativa".

Quinto: tutta la colpa è di Epifanij, che compie la volontà di Mosca

Le accuse del "patriarca onorario" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" al capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si riducono al fatto che Epifanij Dumenko:

  • non si conforma a quanto concordato al "Concilio d'unificazione" del 15 dicembre 2018;
  • al primo incontro del Sinodo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha provato a porre Filaret a riposo;
  • mai in cinque mesi ha servito con il "patriarca", neanche nel giorno del suo 90° compleanno;
  • non si incontra con Filaret e non lo chiama;
  • disconnette la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina";
  • minaccia la revoca del Tomos, ma fa di tutto per mantenerlo attivo.

Chiunque non riconosca l'esistenza del "patriarcato di Kiev" – vale a dire Petro Poroshenko, Epifanij Dumenko, il capo del dipartimento del Ministero della Cultura per gli affari religiosi Andrej Jurash e molti altri – sono dichiarati forze anti-ucraine.

Citazione dall'appello:

"Oggi tutte le forze anti-ucraine sono unite nella distruzione del Patriarcato di Kiev in Ucraina".

Ed Epifanij Dumenko è accusato direttamente di lavorare per Mosca.

Citazione dall'appello:

"Mosca è soddisfatta dello stato delle cose nella Chiesa ortodossa ucraina (ovvero "patriarcato di Kiev" o "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc). Ciò che non è riuscita a ottenere attraverso vari sforzi è raggiunto ora dalle azioni dell'attuale primate della Chiesa ortodossa ucraina ("Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc)".

Sesto: cosa fare, secondo il "patriarca onorario"

Date a Filaret un potere reale e non "onorario" nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ("patriarcato di Kiev")! E in particolare, dategli il diritto di presiedere alle riunioni del Sinodo e del Concilio della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ("patriarcato di Kiev").

Citazione dall'appello:

"Per rettificare la situazione, che può essere rettificata, è necessario rispettare gli accordi raggiunti prima del Concilio alla presenza del presidente Poroshenko e i vescovi. Ciò significa che il primate è responsabile della rappresentazione esterna della Chiesa ucraina, e il patriarca è responsabile della vita interna della chiesa in Ucraina, ma in collaborazione con il primate. Il primate non fa nulla all'interno della Chiesa senza il consenso del patriarca. Il patriarca presiede le riunioni del Santo Sinodo e dei Concili della Chiesa ucraina ("Chiesa ortodossa dell'Ucraina" o "patriarcato di Kiev", ndc) al fine di preservare la sua unità, la sua crescita e il suo consolidamento".

Così è stata dichiarata la guerra a tutti gli oppositori del "patriarcato di Kiev", e soprattutto a Epifanij! Il fatto che Filaret abbia pubblicato il suo appello dopo che è stato apertamente supportato da solo 4 dei 60 "vescovi" significa che questo fatto non lo infastidisce affatto. Chi uscirà vittorioso da questo "gioco di troni", chi sostenere e su chi scommettere, di fatto, non è importante. È importante che sempre più persone, sia in Ucraina che all'estero, vedendo tutti questi giochi, comprendano che l'intero progetto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", così come del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", non ha nulla a che fare con la Chiesa di Cristo.

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