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  Il nostro futuro: una Chiesa ortodossa imperiale o una chiesa non ortodossa imperialista?

dal blog del sito Orthodox England

12 marzo 2019

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Avendo rifiutato l'insegnamento cristiano ortodosso sulla santissima Trinità, formulato dai Concili universali della Chiesa, nel secondo millennio dopo Cristo l'Europa occidentale fu per secoli lacerata dalla questione se la sua "Chiesa" dovesse essere centripeta (centralizzata), come il cattolicesimo romano, o centrifuga (in fuga dal centro), come il protestantesimo. In effetti, per secoli sono state combattute intere guerre sanguinarie su questo argomento. Sebbene oggi sia il cattolicesimo sia il protestantesimo si siano in gran parte estinti nella maggior parte dell'Europa occidentale e siano stati sostituiti dal secolarismo, la questione non è terminata, perché persistono modelli e riflessi culturali.

Così, tre anni fa, l'arrogante e sciocca Unione Europea centralizzata, un'imitazione secolare del cattolicesimo romano e risalente al trattato di "Roma", ha prodotto per reazione il voto per la Brexit centrifuga nella cultura protestante del Regno Unito. È chiaro che questo è solo il primo passo nell'inevitabile disintegrazione dell'Unione Europea, che è già stata sottoposta a enormi pressioni da tutte le parti per molti anni. Tutto ciò sarebbe rimasto solo un problema politico, ma nella Chiesa ortodossa è diventato di recente una questione spirituale. Perché la centralizzazione dell'Unione Europea fondata negli Stati Uniti viene imitata e perseguita dai laicisti finanziati dagli Stati Uniti del "Patriarcato di Costantinopoli" a Istanbul.

Qui i greci "euro-ortodossi", modernisti, ecumenisti e pro-LGBT hanno creato uno scisma dalla Chiesa ortodossa. Composta da quattordici Chiese locali indipendenti (autocefale, nel gergo greco) universalmente riconosciute, la Chiesa ortodossa è quindi minacciata dalla perdita di parte del suo gregge. Infatti questo piccolo patriarcato greco in "Costantinopoli", con una strabiliante arroganza, ha dichiarato apertamente la sua intenzione di ritirare tutte le autocefalie delle Chiese locali e di creare una "super-Chiesa", con se stessa, naturalmente, al controllo. Così, i greci di mentalità secolare a Istanbul imitano Bruxelles.

Avendo già fatto cose simili in piccoli gruppi della diaspora (Europa occidentale, Americhe e Oceania) e in Estonia negli ultimi decenni, i greci di Istanbul hanno fatto negli ultimi mesi esattamente la stessa cosa anche in Ucraina. Invadendo l'antico territorio ortodosso russo contro tutti i canoni e le tradizioni del cristianesimo, con lo stato ucraino e il sostegno finanziario e politico degli Stati Uniti, hanno creato un'organizzazione semi-fascista e ultranazionalista, che chiamano "la Chiesa in Ucraina" , ma che è sotto il loro pieno controllo. Questa è, naturalmente, pura tirannia imperialista greca del tipo praticato da secoli dai greci di Istanbul a Gerusalemme, ad Alessandria, ad Antiochia e in Bulgaria e altrove, ma ora estesa in tutto il mondo.

In questo modello imperialista, nelle sue stesse parole, questo patriarcato imperialista greco si considera una singola "Chiesa". 'Riprenderà' le autocefalie (piene indipendenze) date per fondare molte delle altre Chiese locali nei secoli precedenti. E poi restituirà loro un autogoverno molto, molto limitato. In questo modo combinerà la centralizzazione con il nazionalismo locale estremista. In tal caso, naturalmente, si potrebbe chiedere, perché Gerusalemme, la prima Chiesa, non riprende l'autocefalia data a Costantinopoli e riprende tutto il potere per se stessa? Teologicamente e storicamente parlando, tutto ciò deriva da una mentalità puramente secolarista cattolico-romana e protestante.

Ciò non sorprende quando vediamo dove sono stati formati i burocrati e gli ideologi del Patriarcato greco: all'Università Gregoriana di Roma (come lo stesso patriarca Bartolomeo, insieme a molti suoi vescovi-accoliti) e nelle facoltà delle università protestanti in Germania. Il modello ortodosso di governo della Chiesa è naturalmente la santissima Trinità: unità nella diversità, il modello apostolico evidente dal primo secolo nelle Epistole, rivolto alle varie Chiese locali. Questo è il significato della parola "cattolicità" (ognuno fa le cose a modo suo, ma nello stesso spirito), il che significa qualcosa di molto diverso dal "cattolicesimo" (tutti fanno esattamente la stessa cosa sotto un controllo centralista tirannico e burocratico).

Oggi, nella Chiesa ortodossa, ci troviamo di fronte a una scelta tra:

Costantinopoli: una "chiesa" imperialista e mono-nazionalista

O apparterremo come cittadini di seconda classe (perché non siamo greci) alla minuscola Chiesa di un impero morto da lungo tempo, che governa tutti coloro che ne fanno parte in modo tirannico e nazionalista, indipendentemente dal fatto che siano cristiani, indipendentemente dal fatto che siano ordinati canonicamente e indipendentemente dal fatto che siano coinvolti nel furto violento e razzista di chiese nelle persecuzioni di cristiani. In questo caso non saremo né ortodossi, né cristiani, anzi anche meno cristiani degli uniati e dei protestanti.

Nuova Gerusalemme: una chiesa imperiale e multinazionale

Oppure apparterremo come cittadini di prima classe (qualunque sia la nostra nazionalità e lingua madre) alla grandissima Chiesa di un impero vivente, o a una delle Chiese locali autocefali che sono in comunione con essa, che governa tutti coloro che ne fanno parte giustamente e in modo multinazionale, perché sono cristiani, ordinati canonicamente e non si impadroniscono con violenza e razzismo delle chiese di altri cristiani né li perseguitano. In questo caso sarete cristiani ortodossi perché seguite la Santa Trinità, vivendo nella cattolicità dell'unità nella diversità.

La scelta è nostra.

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