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  "La voce della Chiesa ucraina sofferente deve essere udita in tutto il mondo"

intervista di Sergej Geruk al vescovo Viktor (Kotsaba) di Baryshev

Orthochristian.com, 28 febbraio 2019

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un raduno di preghiera del clero della diocesi di Vinnitsa di fronte alla sede dell'amministrazione locale

Parliamo con il vescovo Viktor (Kotsaba), capo della Rappresentanza della Chiesa ortodossa ucraina presso le organizzazioni internazionali europee. I curatori del sito web russo Pravoslavie.ru hanno chiesto a sua Eccellenza di rispondere ad alcune domande riguardanti le sfacciate violazioni dei diritti dei credenti in Ucraina, e di spiegare come è in grado di portare la voce della Chiesa ortodossa ucraina alla comunità internazionale.

il vescovo Viktor (Kotsaba)

Vladyka, benedica. L'obbedienza ecclesiastica di cui lei è responsabile è di capo dell'apparato amministrativo della metropolia di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina, oltre a rappresentare la nostra chiesa a livello internazionale, a capo della Rappresentanza della Chiesa ortodossa ucraina presso le organizzazioni internazionali europee. Qual è stato l'obiettivo di creare questa struttura ecclesiale?

Una rappresentanza presso le organizzazioni internazionali è stata istituita il 27 maggio 2017 per decisione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina con l'obiettivo di portare all'attenzione della comunità internazionale la posizione della Chiesa ortodossa ucraina in materia di visione del mondo, questioni religiose, sociali e di altro tipo. Partecipando a questi eventi possiamo esprimere più precisamente la posizione della Chiesa ortodossa ucraina e difendere i diritti e le libertà dei cittadini ortodossi ucraini, il nostro gregge, che oggi è una parte molto numerosa e inalienabile della società ucraina. Pertanto dobbiamo approfittare di ogni opportunità, compresi i forum internazionali, al fine di migliorare la situazione religiosa molto tesa in Ucraina.

Quali sono stati i temi principali delle sue presentazioni e interventi in questo periodo?

Come è noto, oggi i fedeli ortodossi dell'Ucraina sono ostaggi dei giochi politici dei capi di stato, che hanno fatto ricorso al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli per questi processi. Ciò ha portato a numerosi conflitti basati sulla religione. La comunità internazionale dovrebbe sapere che gli edifici ecclesiastici della nostra Chiesa millenaria sono sequestrati e che i fedeli vengono brutalizzati. I funzionari governativi stanno costringendo chierici della Chiesa ortodossa ucraina a trasferirsi nella cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sostenuta dal governo a tutti i livelli, e questa è la violazione più diretta del principio europeo dell'autonomia delle organizzazioni religiose – una cosa che capiscono abbastanza bene in Europa. Inoltre, le forze di sicurezza ucraine convocano il clero per interrogatori, e i nostri vescovi sono in grado di attraversare i confini di stato solo dopo interrogatori preventivi insieme a crescenti indagini da parte di agenzie statali speciali. Noi portiamo queste cose all'attenzione delle organizzazioni internazionali a vari livelli.

Vladyka, quali sono i livelli di questi forum internazionali a cui prende parte?

Importanti eventi internazionali si svolgono all'interno di conferenze e incontri ufficiali, nonché in comunicazioni formali e informali con rappresentanti della comunità internazionale. Durante l'anno scorso (2018), questi momenti hanno incluso tre sessioni regolari del Consiglio per i diritti umani presso le Nazioni Unite, che si svolge in primavera, estate e autunno a Ginevra, nonché le riunioni dell'OSCE in materia di dimensione umana. Questi forum hanno un carattere di difesa dei diritti umani; in essi si discutono temi legati alla politica generale e ai diritti umani. Nel 2018 le attività della Rappresentanza della Chiesa ortodossa ucraina presso le organizzazioni europee si sono concentrate sui problemi reali dei diritti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina e ci siamo sforzati di sollevare tali questioni in tutti i forum accessibili alla nostra partecipazione.

Ha potuto in questo periodo comunicare con rappresentanti della Chiesa Cattolica Romana o membri di altre Chiese ortodosse locali? Come reagiscono alle rozze interferenze del governo negli affari della Chiesa e alla sua violazione dell'articolo 35 della Costituzione ucraina?

Certamente durante la partecipazione a vari eventi ci incrociamo con emissari della confessione cattolica. Sfortunatamente, l'interferenza dello stato negli affari della Chiesa sta diventando un fenomeno frequente nel mondo moderno, anche nei paesi più sviluppati. Pertanto i rappresentanti delle comunità religiose, compresi i cattolici, sono più interessati a difendere i diritti dei membri delle proprie organizzazioni.

Per quanto riguarda le violazioni dei diritti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, esse evocano continuamente una risposta internazionale e questioni di violazioni dei diritti vengono sollevate dai rappresentanti di molte organizzazioni per i diritti umani. Per essere onesti, sono stato persino un po' sorpreso quando a settembre dello scorso anno, alla sessione annuale dell'OSCE per la dimensione umana a Vienna, prima della mia presentazione, diversi partecipanti erano già riusciti a dire qualcosa sulle violazioni dei diritti umani in Ucraina, comprese le violazioni per motivi religiosi.

I capi e la gerarchia delle Chiese locali stanno dando il loro sostegno in tutto il mondo alla Chiesa ortodossa ucraina guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij. È risaputo che il Santo Sinodo della Chiesa bulgara, già nel 2017, ha deciso di inviare una lettera al presidente dell'Ucraina sull'inaccettabilità dell'interferenza negli affari della Chiesa; il primate della Chiesa ortodossa polacca, sua Beatitudine il metropolita Sawa di Varsavia e di Tutta la Polonia, ha fatto diversi annunci ufficiali a nostro sostegno. Anche altre Chiese locali, come Antiochia, Serbia e la Chiesa delle Terre ceche e della Slovacchia, si sono schierate a sostegno della nostra Chiesa. Non condividono la posizione del Fanar, e guardano con dolore alla situazione religiosa nel nostro paese, e stanno cercando di influenzare un cambiamento in meglio della posizione degli ortodossi.

Molti fedeli sono perplessi sul motivo per cui non tutte le Chiese del mondo hanno espresso il proprio disaccordo con le azioni del patriarca Bartolomeo.

Il problema è che dichiarazioni del genere richiedono un'analisi attenta e multiforme della situazione. Tutto ciò è ovvio per noi, ma gli osservatori esterni hanno bisogno di tempo per approfondite ricerche e audizioni. Inoltre alcune Chiese locali come il Santo Monte Athos dipendono direttamente da Costantinopoli, pregano per il loro patriarca e si affidano a lui. In questo caso uscire con una condanna delle sue azioni sarebbe una questione molto seria; dopotutto, anche in una famiglia ordinaria non è facile per i figli giudicare gli errori del proprio padre. Quindi molti stanno prendendo tempo; ma non possiamo più aggirare una valutazione pan-ortodossa di ciò che sta accadendo in Ucraina come conseguenza delle azioni del Fanar.

I rappresentanti del Patriarca di Costantinopoli sono presenti nei forum che ha menzionato e, in caso affermativo, come reagiscono a ciò che sta dicendo? Ci dica anche se c'è stata qualche risposta all'intrusione del patriarca Bartolomeo nella vita ecclesiale della Chiesa ortodossa ucraina e all'assalto delle chiese da parte degli scismatici, o limitano la loro risposta al silenzio e a "prendere in considerazione"?

presentazione del vescovo Viktor a una riunione dell'OSCE a Varsavia, 14 settembre 2018

Il sistema internazionale dei diritti umani, incluse organizzazioni come l'OSCE, l'UNHRC e altre, sta avendo un effetto positivo sulla situazione in quanto, nell'ambito delle loro procedure, possiamo rilasciare dichiarazioni ufficiali sulle violazioni dei diritti nei confronti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina e fornire informazioni legali d'ordine procedurale. Le nostre dichiarazioni, i rapporti delle organizzazioni per i diritti umani, nonché fatti affidabili sono pubblicati nei media e diventano materiale per il lavoro delle missioni diplomatiche, e di conseguenza c'è un'ampia pubblicità internazionale sugli eventi di cui stiamo parlando. È molto importante che la Chiesa ortodossa ucraina abbia l'opportunità di presentare informazioni di prima mano sulla reale situazione delle nostre comunità nel nostro paese e di rispondere alle domande di diplomatici, politici e organizzazioni per i diritti umani.

Naturalmente non possiamo evitare una valutazione delle azioni del patriarca di Costantinopoli, perché la decisione del Fanar ha catalizzato direttamente la minaccia di massicce violazioni del diritto dei fedeli in Ucraina. Molte volte la Chiesa ortodossa ucraina ha fatto richieste e ha cercato di convincere il patriarca Bartolomeo della necessità di astenersi da decisioni poco ponderate e di non interferire negli affari della nostra confessione.

Con nostro enorme dispiacere, il nostro ragionamento non è stato ascoltato, e ora assistiamo al deterioramento della situazione dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, perché una parte aggressiva della società ucraina sta usando la decisione del patriarca Bartolomeo di iniziare un nuovo ciclo di violazioni dei diritti contro i fedeli ucraini.

relazione del vescovo Viktor (Kotsaba) della Chiesa ortodossa ucraina a una riunione dell'Assemblea interparlamentare dell'Ortodossia ad Atene (giugno 2018)

Vladyka, nel contesto della nostra discussione, sarebbe utile ricordare ai nostri lettori le leggi approvate nella Rada Suprema (Parlamento) dell'Ucraina che sono contrarie ai diritti umani e anti-religiose. Per favore, ci può spiegare qual è il contenuto di queste illegalità?

Una serie di documenti legislativi è stata discussa dal Consiglio Supremo dell'Ucraina per diversi anni e, se questi verranno approvati, porteranno a conseguenze ancora più drammatiche. Sfortunatamente, recentemente due di loro – N. 5309 e 4128 – sono già diventati legge, e hanno significativamente peggiorato la situazione dei diritti dei fedeli ortodossi in Ucraina.

Queste leggi prese insieme, inclusa la n. 4511, che è ancora sotto esame, rendono più complicato per le entità legali – parrocchie, monasteri e altre organizzazioni della Chiesa ortodossa ucraina – agire, e creano anche una premessa per aumentare le persecuzioni dei credenti in base alle loro convinzioni religiose.

Noterò che, grazie alle continue critiche sia interne che internazionali, il progetto di legge più pericoloso per la nostra struttura organizzativa, il n. 4128, è stato finalmente cambiato radicalmente, e praticamente riscritto: la comprensione molto controversa della cosiddetta "autoidentificazione" ne è stata esclusa. Come è noto, questo concetto avrebbe potuto legalizzare un massiccio sequestro delle nostre chiese. Ora quelli che violano la legge non hanno potere a livello legale, e quindi quando infrangono le leggi, la natura criminale delle loro azioni è più ovvia.

Cosa significa?

Ora i predoni non possono nascondersi dietro questa legge quando sequestrano le nostre chiese, perché nel testo di questa legge è chiaramente affermato che tutte le decisioni riguardanti la vita della comunità possono essere fatte solo dall'assemblea comune dei suoi membri nell'ordine stabilito dai documenti organizzativi parrocchiali. Ciononostante, permangono gravi problemi, dovuti alla pressione sulle nostre comunità di cambiare i loro nomi ufficiali.

Così, il disegno di legge n. 5309, che è stato approvato, richiede che le organizzazioni religiose con un centro di controllo situato in un paese che è stato riconosciuto dal parlamento ucraino come "aggressore" includano informazioni sull'appartenenza a tale centro nel loro nome. La posizione ufficiale della Chiesa ortodossa ucraina è che secondo i suoi documenti organizzativi il suo centro di controllo si trova a Kiev, e quindi questa legge non la riguarda.

E qual è la reazione a questo?

Le agenzie governative la vedono diversamente, e lo attestano le numerose dichiarazioni dei funzionari statali. La "Legge sulla ridenominazione" stabilisce che se una comunità a cui i funzionari governativi hanno imposto di cambiare nome non lo fa, cioè non cambia il suo nome ufficiale, allora i suoi statuti non sono più in vigore per quanto riguarda il suo nome. Quindi, questa comunità non può più ufficialmente registrare proprietà personali o immobiliari, perché agli occhi del sistema governativo non ha nome. Pertanto le nostre organizzazioni religiose difenderanno, come già difendono, i loro diritti nelle agenzie giudiziarie per proteggere gli interessi dei loro parrocchiani. A ogni violazione dei diritti dei credenti, i servizi legali della Chiesa ortodossa ucraina svolgono un lavoro legale, e questo aiuta i fedeli a provare i loro diritti.

Attacchi predatori alle chiese stanno ora avvenendo in molte diocesi da parte di rappresentanti della neo-creata "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e gli incursori hanno piani per le lavre e gli antichi monasteri. Cosa ne pensa – riusciranno a portare a termine i loro piani e quali potrebbero essere le conseguenze?

Di fatto, dal momento in cui il Tomos è stato firmato dal Patriarca Bartolomeo per creare la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è iniziato un nuovo ciclo di sequestri delle nostre chiese, e i media stanno segnalando tutti i casi come trasferimenti volontari. Sulla televisione ucraina e sui siti Internet è aumentata anche la retorica aggressiva nei confronti dei fedeli e di tutta la Chiesa. È perfettamente ovvio che le statistiche di questi "trasferimenti" non hanno alcun rapporto con la realtà. Tuttavia, le personalità dei media responsabili e tutti i tipi di programmi televisivi stanno offrendo informazioni distorte all'ascolto di tutti. In questo modo, una falsa idea della vita religiosa nel nostro paese viene imposta ai cittadini comuni, specialmente a coloro che sono lontani dalla Chiesa.

una veglia di preghiera davanti alla Rada Suprema dell'Ucraina "Per la non interferenza del governo negli affari della Chiesa", 20 dicembre 2019

Come reagiscono i fedeli ortodossi? Dopotutto, sono un esercito di molti milioni di persone...

Esiste tra i fedeli ortodossi della Chiesa ortodossa ucraina un fermo desiderio di difendere i loro luoghi santi, e nel caso di minacce o tentativi di impadronirsi dei più grandi centri spirituali della nostra Chiesa i fedeli usciranno in massa per proteggerli, come è già successo un certo numero di volte durante le provocazioni alla Lavra della Dormizione di Pochaev Lavra e alla Lavra della Dormizione delle Grotte di Kiev. Ovviamente, i tentativi di impadronirsi dei più grandi siti santi dell'Ucraina potrebbero portare a massicci conflitti e a vittime tra i cittadini pacifici, ma speriamo che le autorità ucraine trovino comunque dei modi per trattenere le persone aggressive e che eviteremo una grave destabilizzazione nella sfera religiosa del nostro paese.

Vladyka, si potrebbe dire che la voce della Chiesa ortodossa ucraina sia stata ascoltata a livello internazionale?

Le nostre dichiarazioni e discorsi non possono essere passati inosservati, poiché sono presentati e rimangono nelle banche dati dell'OSCE, dell'UNHRC e di altre organizzazioni internazionali. Grazie alla diffusione di informazioni sulla posizione ufficiale della Chiesa ortodossa ucraina, le questioni che riflettono la violazione dei diritti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina si possono persino trovare in un rapporto del Segretario di Stato americano sui diritti umani. Noterò inoltre che, oltre alle presentazioni ufficiali, i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina hanno l'opportunità di comunicare anche dietro le quinte con deputati e rappresentanti dei media europei e raccontare loro le realtà odierne all'interno dell'atmosfera religiosa in Ucraina.

Stiamo facendo tutto ciò che dipende da noi per far sentire la voce della Chiesa ortodossa ucraina sofferente in tutto il mondo. E molti milioni di fedeli ortodossi in Ucraina offrono incessantemente le loro preghiere al Signore, ricordando Davide il Salmista: Il Signore è la mia forza e la mia vita, di chi avrò paura? (Salmo 26:1).

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